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Di un mondo contraffatto (19/20)
Prosegue con...:
Un ricordo di un amico sincero... (22)
(nella giornata e per ogni giornata ai Parchi dedicata)
…Anni fa John Muir scrisse ad un amico…
…Sono irrimediabilmente e per sempre un alpinista…
la civiltà del presunto progresso è una lieve febbre, inizia con una leggere
influenza poi diviene universale pandemia; nonostante tutta la malvagità che mi
è stata lanciata contro non mi ha offuscato i gelidi occhi, mi preoccupo di
vivere solo per vederli riflessi nello sguardo della fredda bellezza della Natura…
che similmente specchiandosi nei miei parla e detta l’eterna sua Poesia…
Con quale
gloria ha adempiuto la promessa della sua perenne aspirazione: la Natura!
All’ombra
della propria solitaria fama che conduce dal Sentiero fino alla sua porta, rimase
sempre un modesto incontaminato alpinista. Gli spiriti affini, i maggiori dei
suoi tempi, lo cercarono anche nella sua baita di montagna e si sentirono
onorati della sua amicizia.
Ralph Waldo Emerson lo esortò a visitare Concord e a riposare un po’ dallo sforzo dei suoi studi solitari
nella Sierra Nevada. Ma nulla poteva allontanarlo dai problemi glaciali dell’alta Sierra; con interesse appassionato ha mantenuto il suo
compito.
La grandiosità di queste forze e i loro gloriosi
risultati,
…scrisse
una volta,
Mi sopraffanno e si
impossessano dell’intero mio Essere. Svegliarsi o dormire in questi luoghi
meravigliosi ove Sogno e realtà si confondono, non concedendo riposo. Nei Sogni
- quasi come un veggente - leggo sfocati fogli di remota glaciale prima
scrittura scolpita sulla Terra, così come la Natura intera parla e crea. Seguo
linee di scissione fra una pagina e l’altra, un tomo e l’altro, faccio fatica,
talvolta, eppure ne comprendo interpreto e traduco immediatamente con l’Anima-Mundi
dedotta dalla roccia... a cui apparteniamo…
Nel 1879 John Muir andò in Alaska per la
prima volta.
I suoi
stupendi vivi ghiacciai suscitano il suo illimitato interesse, poiché gli hanno
permesso di verificare le teorie sull’azione
glaciale rapportata all’ambiente. Torna ieri come oggi su questi grandiosi
paesaggi ove la Natura irrimediabilmente corrotta.
Il più grande dei ghiacciai d’Alaska porta il suo
nome.
Dopo questo
viaggio in Alaska, John Muir trascorre gli ultimi
mesi di vita nella salvaguardia dal ‘nascente progresso’ con tutte le
conseguenti devastazioni che questo saprà apportare… e non solo nella sua amata
valle.
Leggiamo qualcosa dal suo libro…
Ho fatto
molte brevi escursioni lungo la costa fino a Nanaimo, a Burrard Inlet, ora capolinea della Canadian
Pacific Railroad,
a Puget Sound, su Fraser
River a New Westminster e Yale ed ovunque sempre incantato dallo scenario
selvaggio che mi si prospetta come il grande libro della Natura intera.
La più stimolante
di queste ed anche la più difficile da lasciare dopo averla vista, è la regione
di Puget Sound, famosa in tutto il mondo per le meravigliose
foreste di alberi giganteschi intorno alle proprie rive. L’intero scenario è
maestoso: ampie distese fluviali si estendono tra meravigliose curve
attorno a baie e promontori sporgenti, aprendosi qua e là in sfumature e
tonalità di quadri persi per sempre nella propria immacolata incorrotta
bellezza…
La specie
che costituisce la maggior parte dei boschi di questa zona è l’abete rosso Douglas (Pseudotsuga douglasii), uno dei più grandi tra
i giganti occidentali. Un esemplare che ho misurato vicino ad Olympia era di circa trecento piedi di altezza e dodici piedi di
diametro a quattro piedi da terra. È un albero ampiamente distribuito che si
estende verso nord attraverso la Columbia Britannica, verso sud attraverso l’Oregon
e la California, e verso est fino alle Montagne Rocciose. Il legname viene
utilizzato per la costruzione navale ed edilizio… Nei mercati del legname della
California è noto come pino dell’Oregon; nello Utah dove è comune sulle montagne Wahsatch, si chiama pino rosso. In California, sul versante
occidentale della Sierra Nevada forma, in compagnia del pino giallo, del pino zuccherato e del cedro incenso, una catena abbastanza ben definita ad un’altezza
da tre a seimila piedi sopra il mare…
Per gli
amanti della pura Natura selvaggia l’Alaska è uno dei paesi più
meravigliosi del mondo e nessuna escursione di cui io sia a conoscenza può
essere fatta in qualsiasi altra regione talmente bella in cui un’abbondanza
meravigliosa di nobili paesaggi sia così affascinante come durante il viaggio
attraverso l’Arcipelago Alexander a Fort Wrangell e Sitka.
Guardando
dal ponte del piroscafo si è trasportati senza eccessivi travagli o imprevisti
su calme acque blu attraverso le innumerevoli isole ricoperte di foreste.
Giorno dopo
giorno con il bel tempo ci siamo goduti un vero magico paese nella propria
immacolata selvaggia bellezza, che mai prima d’ora avevo contemplato, assorbito
da uno scenario irrimediabilmente bello oltre ogni possibile descrizione dipingere
quadri unici, un grande Parco da fare con
linee ben tracciate e marcate, superbo
museo della Natura: un lago nel bosco, un prato del ghiacciaio o una cascata
nella sua valle, unite in un vasto esteso panorama dipinto dal grande maestro
delle montagne, con una prospettiva dominante dopo averla assaporata arrampicati
da un’altezza all’altra sopra le foreste.
Per quanto
possiamo essere tentati, e più o meno raccontando immagini composte e dipinte
dalla Natura, di riproporla nella sua essenza mai riusciremo nell’opera,
giacché in questi paesaggi costieri c’è un’espansione così indefinita e
dominante, una tale moltitudine di caratteristiche senza apparente ridondanza,
le cui linee sfumano delicatamente l’una
nell’altra in infinita successione, mentre tutto è così bello, così tenero,
così etereo, che ogni lavoro di penna sembra irrimediabilmente inutile.
Tracciando splendenti Sentieri attraverso fiordi e suoni, oltre foreste e
cascate, isole e montagne e promontori lontani e azzurri, sembra che dovremo sicuramente raggiungere il paradiso dei Poeti,
la dimora dei Beati.
La più
interessante delle brevi escursioni che abbiamo fatto da Fort Wrangell è stata quella sul fiume
Stickeen
fino al porticciolo della navigazione a vapore. Dal monte
Sant’Elia,
la fascia costiera si estende in un’ampia e alta catena oltre il confine
meridionale del territorio, squarciata da stupendi canaloni, ad ognuno dei
quali corrisponde un vivace fiume, sebbene la maggior parte di questi sia
relativamente corto, poiché le loro fonti più alte giacciono nelle solitudini ghiacciate
nel raggio di quaranta o cinquanta miglia dalla costa. Alcuni, tuttavia, di
questi flussi schiumosi e ruggenti – l’Alsek, il Chilcat, il Chilcoot, il Taku, lo Stickeen e forse altri - si
spingono oltre il raggio con alcuni dei rami sud-occidentali del Mackenzie e dello Yukon…
Dei
numerosi ghiacciai, un centinaio o più, che adornano le pareti del grande fiume
Stickeen Cañon, questo è il più grande. Trae le sue
sorgenti dalle montagne innevate entro quindici o venti miglia dalla costa, si
riversa attraverso un cañon relativamente stretto di circa due miglia di
larghezza in una magnifica cascata, e si espande in un ampio ventaglio di
cinque o sei miglia di larghezza, separato dal fiume
Stickeen
dalla sua ampia morena terminale, bordata di abeti rossi e salici.
Intorno
alla curva meravigliosamente disegnata della morena scorre il fiume Stickeen, evidentemente spinto dal ghiacciaio fuori dal
suo corso diretto. Sul lato opposto del cañon un altro ghiacciaio un po’ più
piccolo, che ora termina a quattro o cinque miglia dal fiume, una volta era
unito da un lato all’altro con il ghiacciaio maggiore, sebbene all’inizio
entrambi fossero affluenti del principale ghiacciaio dello Stickeen che un tempo riempiva l’intero Grand
Cañon.
Ebbene il
grande fiume ed il suo Spirito mi hanno fatto dono di un grande indimenticabile
amico, nessuno può sperare di svelare le linee dei suoi antenati. In tutta la
tribù di cani meravigliosamente mista e variegata non ho mai visto nessuna
creatura molto simile a lui, anche se in alcuni dei suoi movimenti e gesti
sleali, morbidi e scivolosi, ricorda la volpe. Ha zampe corte e robuste, il suo
pelo, sebbene liscio, è lungo e setoso e leggermente ondulato, in modo che
quando il vento alle sue spalle si increspa lo fa sembrare arruffato. A prima
vista l’unica caratteristica evidente è la bella coda, al pari di uno
scoiattolo. Ad un esame più attento potresti notare le sottili orecchie
sensibili e gli occhi acuti, intelligenti.
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