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Dell'antropologo (& i diversi) (1/2)
Prosegue con i....:
Entra il
MATTO
MATTO -
Permetti allora che l’assuma anch’io
al mio
servizio. Toh, il mio berretto.
(Porge a
Kent il suo berretto da buffone)
LEAR - Ah,
sei qua, mio bel tomo, come va?
MATTO - (A
Kent)
Faresti
meglio a portarlo tu, amico,
il mio
berretto.
KENT -
Perché io, Matto?
MATTO -
Perché ti metti a prendere le parti
di uno ch’è
in disgrazia. Attento a te,
ché se non
sei capace di sorridere
alla parte
da dove spira il vento,
presto ti
buscherai il raffreddore.
Toh, ecco,
prenditi il mio berretto.
Vedi,
questo buon uomo
ha messo al
bando due delle sue figlie
e della
terza ha fatto, a suo dispetto,
una donna
felice.
S’hai
intenzione di metterti al suo seguito,
devi
indossare un berretto così.
(A Lear)
Eh, zietto!
Li avessi io due berretti
e due figlie!
LEAR -
Perché, ragazzo mio?
MATTO - Se
avessi regalato a loro due
tutto quel
che posseggo, come te,
almeno mi
terrei i due berretti.
Eccoti
intanto il mio.
Un altro
chiedilo alle tue figlie
in via di
carità.
LEAR - Bada
a te, furfantaccio, c’è la frusta!
MATTO - La
verità è simile ad un cane
che deve
restar chiuso in un canile;
va
ricacciato lì dentro a frustate,
mentre
madama Cagna
può restare
sdraiata accanto al fuoco,
e puzzare.
LEAR -
Pestifero bubbone!
MATTO -
Compare, vo’ insegnarti un discorsetto…
LEAR -
Avanti.
MATTO -
Stammi ben attento, zio.
“Mostra men
di quel che hai;
“parla men
di quel che sai;
“presta men
di quel che puoi;
“va’ a
cavallo più che a piedi;
“sanne più
di quanto credi;
“metti
tanto, togli poco,
“resta a
casa accanto al fuoco:
“ne
trarrai, se t’accontenti,
“per due dieci più di venti”.
Ora il Matto
nonché Buffone dice al suo Re Barone e Conte…
non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione…
Hora ammira, invece, l’arte sopraffina…
‘AFFINITA’ DI SANGUE REGALE’
Alcuni
documenti bancari aiutano però a capire meglio come stavano le cose. E fanno
emergere un ulteriore aspetto oscuro di questa vicenda: per alcuni anni, quelli
in cui a guidare il partito sono stati prima Roberto Maroni e poi Matteo
Salvini, la Lega aveva all’attivo investimenti vietati dalla legge. Ma andiamo
con ordine. I documenti bancari ci dicono che il 16 maggio del 2012, poco dopo
che la notizia dell’inchiesta per truffa ha portato Bossi a dimettersi da
segretario federale, la Lega apre un conto corrente presso la filiale Unicredit
di Vicenza. Nel giro di sei mesi vi trasferisce buona parte dei soldi parcheggiati
in altre banche: 24,4 milioni di euro in totale. È l’inizio di una frenetica
girandola di bonifici e giroconti che porteranno, nel giro di quattro anni, al
prosciugamento delle risorse finanziarie padane. O almeno di quelle registrate
sul conto della Lega nazionale. Degli oltre 24 milioni arrivati in Unicredit,
una decina sparisce quasi subito: prelievi in contanti, investimenti
finanziari, trasferimenti sui conti delle sezioni locali del partito, bonifici
a favore di società di capitali controllate dalla stessa Lega come Pontida Fin,
Media Padania ed Editoriale Nord.
A
gennaio del 2013 arriva un altro colpo di scena.
Il partito, allora guidato da Maroni, apre due nuovi conti correnti. Dove sposta una buona fetta del tesoretto custodito in Unicredit. Questa volta la scelta ricade sulla Sparkasse, la cassa di risparmio di Bolzano. Non un istituto a caso, come abbiamo detto. Il presidente della banca altoatesina è infatti Gerhard Brandstätter, già socio attraverso lo studio legale AB e associati dell’avvocato della Lega di quel momento, il calabrese Domenico Aiello, all’epoca presidente dell’Organismo di vigilanza della Sparkasse. Sul conto della cassa di risparmio di Bolzano arrivano, oltre a circa 4 milioni di titoli finanziari, 6 milioni di liquidità. Bastano solo sei mesi, e il conto si prosciuga. La maggior parte del denaro viene usata per finanziare la campagna elettorale di Maroni alla presidenza della Regione Lombardia: decine di bonifici a società di comunicazione e organizzazione eventi, tra cui spiccano i quasi 400 mila euro diretti alla sede irlandese di Google, punto di passaggio obbligato per chiunque voglia farsi pubblicità sul motore di ricerca più usato al mondo….
Anche
in questo caso non mancano i trasferimenti alle sedi locali del partito, ma la
parte del leone – come avvenuto pochi mesi prima con il conto Unicredit – la
fanno le società collegate alla Lega, a cui il partito gira quasi 1,5 milioni
di euro, così suddivisi: Radio Padania, 250 mila euro; Editoriale Nord, 600
mila euro; Pontida Fin, 206 mila euro; Fin Group, 360 mila euro. Prima di
spendere tutti quei soldi, però, la Lega aveva pensato di realizzare un’altra operazione:
blindare il patrimonio attraverso la creazione di una fondazione e di un trust.
Perché
tentare di nascondere il tesoretto padano?
L’obiettivo era solo quello di respingere le mire dei vecchi bossiani, oppure si pensava così facendo di evitare anche possibili sequestri della magistratura?
BREVE PREMESSA DELL’INTIERA
BUFFONATA
DEBITO PUBBLICO:
15 giugno
2021 - Nuovo record per il debito pubblico italiano nella rilevazione relativa
al mese di aprile 2021. Secondo quanto comunicato dalla Banca d’Italia a fine
del periodo in esame il debito pubblico aveva superato i 2.680 miliardi di euro
rispetto ai 2.651 miliardi di inizio mese.
Nel mese di
marzo, invece, del 2021, il debito pubblico italiano ha toccato un nuovo
record. L'aumento segnalato dalla Banca d'Italia è di 6,9 miliardi rispetto al
mese di febbraio, così da portare il debito complessivo delle Amministrazioni
Pubbliche a 2.650,9 miliardi.
L’aumento è
dovuto principalmente al fabbisogno (25,3 miliardi), che ha più che compensato
la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (18,3 miliardi, a 84,6
miliardi). L’effetto complessivo di scarti e premi all'emissione e al rimborso,
della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione
dei tassi di cambio ha ridotto il debito per 0,1 miliardi.
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