Precedenti capitoli...:
Prosegue con...:
(l'industria) Anarchica (14)
Prosegue ancora...:
Con la 'vena creativa' ovvero il capitolo quasi
In rispetto
e simmetricamente alle esigenze del ‘mercato’ e l’economia che al peggio e al
meglio lo dovrebbe gestire, quindi e soprattutto alla volontà umana nel doverlo
continuamente promuovere ed incentivare, sussiste un reciproco rapporto di
dipendenza fra le mutevoli superiori forze della Natura e l’uomo proteso
dall’inizio dei tempi nel piegarla al proprio volere, sfruttando a suo
piacimento la risorsa costante ma non certo infinita che ogni Elemento, dalla
crosta alle più alte vette della Terra sino in Cielo, può e sa offrire all’uomo
assennato nel principio dei ritmi del Tempo con la Natura maturato…
Gaia un
essere vivente e oltremodo cogitante!
Ricolma di
Vita nel beneficio di comprenderla e capirla, con un cuore pulsante, le proprie
vene [*1], ed il proprio Intelletto derivato e dedotto
dall’intero moto e principio dell’Universo…
Fu detto qual timore del Verbo (mai sia detto corrotto!) che la Natura creata dal Dio communente e comunitariamente - dall’Europa all’America compresa la grande steppa russa -, unanimemente pregato nella volontà di asservire sotto ogni suo aspetto l’esclusività dell’uomo.
Nell’‘esclusiva
esclusività’ - rivolta al meglio o al peggio - nel fine di dominarla più che
comprenderla, giacché, purtroppo, la dedotta comprensione spesso conduce ad un
fraintendimento del corretto rapporto procedendo verso il corrotto…
Dedotto
margine di corruzione lo possiamo scorgere ovunque soprattutto negli ultimi
duecento anni, anche nel fraintendimento della pandemica aggressione da parte
del virus, del quale imputato un contesto naturale divenuto innaturale, l’innaturale
corruzione derivante dall’uomo nel manipolare ciò che ritiene normale nella
progressione, geneticamente non calcolata, la quale non può e deve essere
imputata alla Natura…
Di grazia, uomo, fu un batterio l’origine della Vita; di grazia mio sire salite sino alla cima di Venere per scorgerne facezia e bellezza, microbica impronta ed urlare alla vita, sì sono venuto! Di grazia mio zar, la corsa fin sulla cima fu intrepida avventura, eppure lassù a Solaris la nota multiproprietà, non si può godere d’un bicchiere d’acqua neppure appestata!
Preghiamo
ogni dì il Santo e pio Matteo, lui che spalanca sepolcri e porte!
Ecco perché nella Natura scorgiamo quella purezza persa da ogni contesto la possiamo osservare e comprendere, anche nel più sollecito modo di difendersi ridendo dell’intera commedia in nome della…
Per ciò concernente l’aspetto ecologicamente più serio - anch’esso mal interpretato - veicolato secondo le normative del nuovo assetto societario (dell’intero eremo all’ordine dottrinale dell’abbazia posto) con cui pretendono di specificare e dedurre la Natura (SPA SRL SNC, in essere e da fondare, trascurando in questa sede tutti quelle ‘cordate’ che traendo medesimo guadagno e non più dichiarato profitto, si astengono omettendo il beneficio con impatto ambientale equivalente a ZERO, quotate indistintamente in borsa per il maggior margine di profitto e nuova prospettiva di post crescita successiva la ‘benedetta’ [da taluni] crisi pandemica), le quali nulla cambiano rispetto al risultato costantemente ragguagliato, cioè il massimo inquinamento nell’illusiva prospettiva tridimensionale data (confacente al Dio del Verbo pregato) di poter esser presi per i più bassi istituzionalizzati fornelli…
Ebbene
avete - se sapete ancor leggere -… letto bene!
Dacché la lieta novella o Grande Notizia ci giunge mentre ci affanniamo per un misero piatto di pasta con contorno di patata, all’Osteria di Don Chisciotte, lui il quale in Verità e per il Vero, fu il verro custode d’ogni energia trasmutata e affissa ad ogni mulino della silente Poesia a cui ci uniamo a mo’ di preghiera nel combattere la fitta schiera d’ogni inganno dato.
Di certo
non fu un pazzo!
Aveva ben
intuito cosa sarebbe divenuto quel mulino, e avendo prefigurato schiere di demoni
rotanti tratti dalla silente letteratura della Natura; l’Anima dell’uomo di
Mondo che lo teneva in custodia comandò di difenderne l’onore tradito.
Fu questo
il Primo Grande avvento della negata Genesi del Genio, Dio meditò l’eterna
contesa destinando pazzia Testamentaria fra il Vecchio che semina e il Nuovo
che avanza (a passo di gambero)…
L’intero
lascito testamentario, io che fui un eretico notaio, lo possiamo ben leggere in
ogni strofa della nobile leggenda…
Secoli dopo, infatti, pur non avendo nulla d’Eretico, un altro gaglioffo non nominandolo ciarlatano, armato di matita al servizio del preciso compasso, rifondò l’Arte e non solo della Letteratura, ne trasse un giudizio in merito, forse perché pensava di appartenere al Vecchio Mondo ereditato, comunque sentenziò che l’Opera ‘schierata’ e al campo del mulino combattuta, altro non èra che l’Avvenire ammirato e dipinto circa la nuova industriosità nel vagito del nuovo Secolo nato dal cordone ombelicale mal reciso da codesto parto (questo uno dei casi in cui l’aborto ammesso e concesso per il bene delle rimanenti creature procreate e non più bestie dell’inferma terra non ancora infermeria…)...
Più che
pianto pensiamo all’alito appestato!
Deva forse
imparare ad interpretarne e leggerne l’Opera!
Lascio
all’insindacabile Giustizia del Dio pregato il giudizio terreno, abdicando allo
Spirito un diverso principio ma non certo pregiudizio…
Non abbiamo imparato e mai impareremo come al meglio pregarlo per questo ci braccano come animali, e come il Don ci insegna ancora, ci scagliamo contro le elettriche meccanizzate pale prive del Tempo (con annessa Memoria) come del vento cui la miglior Storia da cui la tormentata battaglia impone la folle corsa ma non certo l’altrui abisso eretto, sia dell’industrioso mulino, sia dei similar inutili artifizi del falso progresso nutriti da tutti quei gaglioffi che lo difendono in nome e per conto del falso sostentamento dato dal valore economico ragguagliato all’osteria della presunta ricchezza…
Che l’oste
ne prenda nota!
E ne
aggiunga una nuova, di botte mai sia detta damigiana, la quale vien travasata
nel gradire codeste massime offerte qual introduzione al pasto (mai sia detto
passo) dell’industrioso (mai sia detto obeso) anarchico…
(Giuliano)
Amo sempre queste centrali elettriche con i loro enormi camini, ma è altresì raro che compongano un architettura urbanistica confacente nei secoli. Altrettanti palazzi industriali di Berlino sono anche loro armoniosi: ad esempio i lavori della General Electric Company, i suoi negozi per la costruzione di dinamo, e i gasometri cittadini che sono stati trasformati in moderni castelli di lavoro di enorme mole; e gli edifici fioriti delle persone che lavorano. Tutto questo costituisce la meraviglia del lavoro a Berlino.
Nessun commento:
Posta un commento