CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

giovedì 23 agosto 2012

RIBELLI































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All'inizio del maggio 1861, mentre si allungavano nella fresca pienezza della
primavera, Frank James montò in sella o salì su un carro e si accinse a per-
correre la breve distanza che lo separava dal villaggio di Centerville.
Il diciottenne snello, dal viso lungo, era sicuramente in compagnia del suo
tranquillo patrigno e probabilmente della sua energica madre.
Nulla di strano se avessero portato con loro anche il fratello Tredicenne
Jesse, perché era un'occasione importante e memorabile: Frank andava in
guerra.


























La gente del Missouri esprimeva tradizionalmente le proprie opinioni attra-
verso raduni di massa. Si riuniva nei tribunali, nelle chiese e nelle piazze cit-
tadine per parlare di questioni grandi e piccole, dagli schiavi insubordinati
alle richieste di una ferrovia locale.
Ma quando i membri della famiglia Samuel parteciparono con i loro vicini
a una manifestazione a Centerville, la questione da discutere era una sola.
Qualche giorno prima, il 12 aprile 1861, truppe ribelli nel South Carolina
avevano attaccato Fort Sumter, nel porto di Charleston.
Il 14 aprile la guarnigione federale del fortino si era arresa.





Il 15 aprile il presidente Abraham Lincoln aveva chiamato alle armi 75.000
uomini per reprimere l'insurrezione sudista. E il 20 aprile il conflitto era ar-
rivato nella contea di Clay, dove un gruppo di secessionisti locali si era im-
possessato dell'arsenale dell'Union a Liberty.
Ora i cittadini si radunavano in ogni villaggio e crocicchio della contea per
esprimere i loro sentimenti sulla guerra che stava scoppiando.
Così Frank, Reuben e forse Zeralda e Jesse si unirono agli altri agricolto-
ri e ai commercianti di Centerville, dove le conversazioni passarono dai
prezzi della canapa, dai carichi di tabacco e dall'ultimo matrimonio a una
serie di risoluzioni preparate da un comitato nella settimana precedente.
'POICHE'' esordiva il preambolo 'è stata iniziata la guerra civile negli Sta-
ti Uniti dagli estremisti del Nord e del Sud, e poiché il Missouri occupa
una posizione centrale fra i due estremi e finora si è opposto con impe-
gno a tutte le dimostrazioni ostili....'.


























Era un buon inizio, che esprimeva bene i sentimenti contrastanti della
folla in quei giorni inquieti. Alcuni dei presenti, come la maggioranza
degli abitanti del Missouri, speravano di restare fuori dalla guerra in-
combente. Ritenevano sicuramente di essere una parte ben distinta
dal paese, la frontiera occidentale, che si trovava presa in mezzo dai
contendenti.
Ma la contea di Clay era anche la patria di molti fautori dello schiavi-
smo tra i più bellicosi dello stato, che si erano identificati completa-
mente con il Sud durante il conflitto in Kansas.
La loro influenza sarebbe apparsa evidente nel seguito delle risoluzioni.





















'STABILITO' continuava il documento 'che la vera politica al momen-
to è mantenere una posizione indipendente all'interno dell'Unione e
difendere il suo sacro suolo e le sue sacre istituzioni (cioè la schiavitù)
contro l'invasione da qualunque parte essa provenga....'.
Per l'uditorio era una normale dichiarazione di neutralità da parte di
uno stato di frontiera. Gli schiavisti più accesi potevano considerarla
una concessione ai moderati nella folla, ma non era unionismo.
Il senso della dichiarazione era rivolto contro il governo federale; di
sicuro il Sud non minacciava un'invasione, e tanto meno di abolire la
schiavitù. E in effetti le risoluzioni diventavano man mano più bellico-
se.
'STABILITO' che il Missouri non avrebbe fornito truppe all'esercito
federale; 'STABILITO' che, se costretti a combattere, i suoi abitan-
ti si sarebbero dovuti schierare con il Sud; 'STABILITO' che avreb-
bero dovuto formare una compagnia militare indipendente a tale
scopo..... 





















Così la folla espresse il suo consenso unanime.
Dopo un brevissimo invito alla moderazione, la gente aveva votato
per mandare i propri figli e i propri mariti in guerra.
Quaranta uomini attendevano di prestare giuramento alla nuova com-
pagnia, dal capitano fresco di nomina ai 28 soldati semplici fra cui il
serio diciottenne Frank James.
Non sappiamo quali fossero i sentimenti di James nel momento in
cui suo fratello diventava un soldato: forse era contento per Frank,
ma poteva anche essere un po' geloso.
Secondo l'opinione prevalente, la guerra sarebbe finita prima che
lui compisse 14 anni, e Jesse non avrebbe mai avuto l'opportunità
di prendervi parte.
(T.J. Stiles, Jesse James, storia del bandito ribelle)





Prosegue in:

La guerra

di secessione




















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