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Facciamo quattro 'passi' assieme... (10)
Considerazioni storiche, meritano urgenza, nel
momento in cui la Democrazia avversata non più da condizioni o visioni diverse
circa la sua interpretazione, cioè una condizione della realtà democratica se pur
conservatrice, ma aggredita dal nuovo vecchio populismo di sicuro e più che
certo marchio fascista (di matrice
nazista, né più né meno del suprematismo bianco d’America) che vuole affermare,
o vorrebbe, oltre la natura della propria ignoranza, anche i vecchi schemi di
una o più storie che tale natura impongono consolidando una falsa presa di
coscienza in merito al corso della Storia e l’Evoluzione che meglio la
caratterizza.
Mi duole vedere in taluni luoghi la rinascita di
un certo indebito suprematismo, ma nella sostanza dei fatti tale condizione, ampiamente
rimossa, eppure prevale a dispetto di tutta una Storia democratica presa in
ostaggio da taluni politici, i quali oltre ad essere pericolosi all’interno
della propria comunità rischiano di divenirlo anche all’esterno, esportando il
proprio, o peggio, altrui ‘delirio’,
fuori dai confini, fuori dalla Storia, fuori da ogni condizione di umana
coscienza ove un nuovo democratico insediamento sta lottando contro la genesi
di una storia altrettanto delirante, nella giusta pretesa di quanto votato, ma
oltremodo nella certezza di poter cambiare ‘democraticamente’ e non certo
prendendo in ostaggio un Parlamento per consolidare idee di puro marchio
fascista. Il peggior fascismo. La peggiore calunnia. Il peggiore Pensiero (fra
l’altro incapace anche di pensare) adottato a discredito di ogni Verità negli
anni, o non solo in questi ultimi anni, ove taluni buffoni, altrettanto
conformi al populismo non sono stati in grado di prevedere…
Mi auguro che più che la Democrazia, la Ragione
prevalga nel cuore e non solo degli italiani, così da non vedere o assistere a
deliranti teatri e con loro malsani ambienti sociali colmi di odio e razzismo
infangare un ben elevato Principio…
Facciamo una breve genesi dei contenuti a cui aspira una certa Italia padana suprematista…
I primi segnali arrivano lo stesso 15 dicembre 2013, quando Salvini viene formalmente incoronato segretario federale del Carroccio al Lingotto di Torino.
Lì, tra gli
ospiti stranieri, spiccano Viktor Zubarev,
esponente del partito putiniano Russia unita, e Alexey Komov, presidente onorario dell’Associazione Lombardia
Russia. Entrambi sono stati portati da Gianluca Savoini, che oltre alla delega
ai rapporti con la Russia ottiene anche la nomina a portavoce del segretario. Il
discorso fatto quel giorno in jeans e camicia bianca dal più giovane leader
della storia della Lega non trasmette speranza o coraggio.
No, ai
militanti depressi da anni di crisi, impicci e imbarazzi, Salvini fa
un’incitazione alla guerra. E ai nemici – sia interni sia esterni – manda un
chiaro monito. In un crescendo di retorica emotivaggressiva Salvini spara
‘contro il
boia di Bruxelles e di Roma’,
definendo
la moneta unica
‘un crimine
contro la nostra umanità’.
Poi arrivano anche le minacce di olio di ricino per i nemici. Nei confronti di quelli interni sono appena velate:
‘D’ora in
avanti non ci deve essere una virgola interna fuori posto, perché scatterà il
momento delle elezioni europee e nelle sedi non deve volare una mosca’.
Ai nemici
politici esterni arrivano minacce esplicite:
‘La Lega non la ferma nessuno. I nostri nemici comincino ad
avere paura. […] Chi attacca la Lega, chi attacca il Nord, deve cominciare ad
avere paura’.
Ovviamente
c’è anche l’attacco ai media:
‘Dal
prossimo appuntamento in avanti, senza voler fare liste – e lo dico da collega giornalista
– chi […] dimostra obiettività e correttezza morale e professionale entra al
Congresso della Lega, gli altri possono uscirsene a calci in culo. Perché di
pennivendoli speculatori non abbiamo bisogno. Andate a fare i giornalisti da
un’altra parte. […] Oggi facciamo le persone educate. Dalla prossima volta
FUORI. […] Dico da giornalista, con tutto il rispetto per i giornalisti che
fanno il loro lavoro: “Ci avete rotto i coglioni… Ci avete ufficialmente rotto
i coglioni” ’.
È il primo assaggio. In perfetto stile… diciannovista.
Nei corsi
di formazione dei nuovi quadri leghisti, nelle aule dei convegni, nelle pagine
delle pubblicazioni amiche (non solo quindi quelle padane, anche di
quotidiani come Libero e il Giornale) e in tutte le trasmissioni
radiotelevisive, sotto l’attenta direzione di Gianluca Savoini, si diffonde lo stesso messaggio di matrice postnazista:
occorre superare la dicotomia fascismo-antifascismo.
Messaggio alla cui diffusione s’impegna Salvini in prima persona.
Come in
questo scambio con Corrado Formigli a Piazzapulita.
‘Non credo
che lei abbia niente a che fare con i fascisti, anzi penso che lei sia
antifascista, giusto?’
…dice Formigli.
Salvini,
come paralizzato, non risponde.
Formigli
insiste:
‘È
antifascista lei?’.
E Salvini:
‘Io sono
antirazzista’.
Formigli
incalza:
‘No, mi
dica se è antifascista’.
E lui:
‘Io sono
antirazzista, e fascisti e comunisti’…
Il conduttore
non cede:
‘No, no…
non faccia il furbo con me. Lei è antifascista, oppure no?’.
‘Il
fascismo e il comunismo li studio sui libri di storia’.
‘Questa non
è una risposta. Lei mi deve rispondere se è antifascista. Lei lo sa che Bossi
diceva di essere antifascista’.
‘Io
sono contro tutte le persone che non rispettano il prossimo’(!!??).
Poi aggiunge:
‘I ragazzi
di CasaPound sono venuti a manifestare a Milano e non hanno lasciato un
mozzicone di sigaretta… Per quanto mi riguarda, discutere nell’ottobre del 2014
di fascismo e comunismo significa guardare al passato.[…] Ragionare di destra o
sinistra, di fascismo e comunismo mi sembra antistorico’.
Non è
invece antistorico cogliere l’occasione dell’anniversario della nascita di
Mussolini per fare, proprio dalla Romagna, terra natale del Duce, un bel tweet che ne ripete una delle massime
più amate:
‘tanti nemici, tanto onore’.
Non è
antistorico chiedere l’abolizione delle leggi che puniscono revanscismo
fascista, razzismo, xenofobia e antisemitismo, che Salvini definisce
‘leggi
liberticide’.
Né è
antistorico fare l’occhiolino a chi si autodefinisce
‘fascista
del terzo millennio’.
Da un palco
qualcuno lo sostiene…
‘E il terzo
punto, per noi fondamentale: prima gli italiani! Gli italiani prima degli
altri! Prima di tutti! Per cui oggi nasce un grande fronte politico che vede
come leader Matteo Salvini. […] Non ce ne sono altri oggi di leader in Italia.
Noi lo riconosciamo. E vogliamo sostenerlo con tutta la forza possibile. Per
cui, Matteo, vai avanti così, con questo coraggio, e sono sicuro che uniti noi
arriveremo presto alla vittoria. Alla vittoria!’
Come disse
il leader Benito da un altro palco romano:
‘La parola d’ordine
è una sola. Categorica e impegnativa per tutti: vincere! E vinceremo’.
Il progetto è semplice. E per nulla diverso da quello che aveva funzionato negli anni Venti e Trenta.
Seminare diffidenza, alimentare ansia e paura
e gettare benzina sui fuochi xenofobi di un paese che non cresce né
economicamente né demograficamente e si sente minacciato da concorrenti,
avversari e nemici esterni. È evidente che Salvini
intende adottare lo stile retorico postnazista.
Violento e
complottista.
Gli
attacchi alle istituzioni europee nei suoi discorsi, tweet o post ne sono la
prima riprova. 18 gennaio 2015
L’Europa è una gabbia da cui liberarsi il prima possibile, ridiscutendo tutti i
trattati, tornando ad avere il controllo della moneta e se serve uscendone.
Renzi è una pedina di quest’Europa. 25
febbraio 2015 Renzi è il servo sciocco di qualcuno che non ha nome e
cognome, che da Bruxelles vuole controllare la vita di ciascuno di noi. […] A
me non piace il pensiero unico. L’Europa ci sta preparando al pensiero unico.
Nell’elenco dei nemici, due sono le categorie più funzionali e a portata di mano: il musulmano/terrorista e l’uomo nero.
Ma nella
cultura del terzo millennio razzismo e antislamismo non possono essere troppo espliciti.
Devono essere in qualche modo mascherati ed espressi con eufemismi più o meno
convincenti. Nessuna pretesa di superiorità religiosa o razziale. Si rovescia
il tavolo: l’enfasi è sulla protezione della propria comunità, vittima della
prevaricazione altrui.
Gli
italiani sono minacciati, non minacciano.
L’ondata
migratoria viene definita invasione, quindi un atto di guerra. Gli invasori
vengono ritratti come parassiti, oltre che brutti, cattivi e primitivi (quando
non animaleschi). Ma lo si fa nel nome della difesa dai soprusi altrui. Oppure
dagli inganni perpetrati da false vittime. Davanti al popolo leghista, con a
fianco Mario Borghezio e Claudio D’Amico, Salvini
parla di ‘finti profughi che fanno domanda d’asilo e per ringraziarci, a tempo
perso, spacciano, stuprano, o scippano’. Le sue dirette su Facebook sono degne
del canale YouTube del Ku Klux Klan.
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