Precedenti capitoli:
Il Labirinto (21)
Prosegue in:
Il Labirinto (Terza Parte) (23)
…Circa il precedente complesso capitolo nel Labirinto
posto, traggo ispirazione e le dovute, non dico ed affermo conclusioni, ma se
non altro ‘introduzioni’ per esplicitare un Pensiero sì complesso il quale però
nella propria ermetica estensione dire ed afferma molto più di quanto intende
e/o sottintendente; il problema forse risiede, nel divario e dovuto distinguo
fra due differenti culture: l’occidentale con i propri limiti e valori e
l’orientale… Il che tradotto per i dotti che leggono ed interpretano, o
vorrebbero, in ‘retta parola’ cotal astruso incomprensibile linguaggio’ vuol
dire che esiste e sussiste un divario ‘formale’ ed ‘informale’ nel procedere di
un Pensiero Filosofico e la Metafisica il quale lo completa e con questo una
Storia che lo nobilita ed esplicita affermando, o al contrario, limitandolo…,
ponendo e sottintendendo tutti i limiti del proprio ed altrui pensare e
ragionare… Compresa anche l’impossibilità di poterlo correttamente fare giacché
la ‘materia’[filosofica e non] non gradisce formalmente ed informalmente diversa
ragione dal proprio circoscritto ‘limite limitante’ cui ognuno indistintamente
oggetto e soggetto… Del resto la mela rimane ‘frutto’ per sempre proibito! Per
una maggiore comprensione della propria capacità estensiva di taluni argomenti,
quindi, bisogna rivolgersi ad una diversa concezione del Pensare… e con essa
una più antica dottrina….
Circa quest’ultimo punto, non sarà forse inutile ricordare fin d’ora
che l’attenzione da noi prestata a considerazioni di tale ordine non implica
affatto che lo STATO UMANO occupi una posizione privilegiata nell’insieme di
ciò cui intendiamo ESISTENZA universale, O SIA METAFISICAMENTE CONTRADDISTINTO,
RISPETTO AGLI ALTRI STATI, dal possesso di una qualunque prerogativa. In realtà
lo stato umano è soltanto uno stato di manifestazione come tutti gli altri, e
fra un numero indefinito di altri; esso si trova, nella gerarchia dei gradi
dell’ESISTENZA, nella posizione assegnatagli dalla sua stessa natura, cioè dal
carattere limitante delle condizioni che lo definiscono, e quella posizione non
gli conferisce né superiorità né inferiorità assolute…
…Se talvolta dobbiamo prendere in esame tale stato, è dunque unicamente
perché esso acquista per noi, ma per noi soltanto, un’importanza speciale,
essendo lo stato in cui di fatto ci troviamo; si tratta di un punto di vista
del tutto relativo e contingente, quello degli individui come noi nel nostro
attuale modo di manifestazione. Perciò, in particolare, quando parliamo di
stati superiori e inferiori dobbiamo operare tale ripartizione gerarchica
sempre in relazione allo stato umano preso come termine di paragone, poiché
nessun altro stato è direttamente
sperimentabile da noi in quanto individui; e non si deve dimenticare che
ogni espressione, essendo racchiusa in una forma, si effettua necessariamente in
modo individuale, sicché di qualunque cosa vogliamo parlare, anche delle
VERITA’ DI ORDINE PURAMENTE METAFISICO, possiamo farlo solo scendendo ad un
ordine completamente diverso, essenzialmente relativo e limitato, che consenta
di tradurle nel linguaggio proprio delle individualità umane.
…E non è difficile comprendere tutte le precauzioni e le riserve
imposte dall’inevitabile imperfezione di questo linguaggio, così manifestamente
inadeguato a ciò che deve esprimere in tale caso; la sproporzione è evidente, e
del resto si può dire altrettanto di ogni rappresentazione formale, qualunque
sia, comprese le rappresentazioni propriamente simboliche, che pure sono
incomparabilmente meno limitate del linguaggio comune, e di conseguenza più
adatte a trasmettere verità trascendenti – donde il loro impiego costante in
ogni insegnamento che possegga un carattere tradizionale…
…Perciò, come abbiamo già ripetuto e sottolineato, è opportuno, per non
alterare la verità con una esposizione parziale, restrittiva o sistematica,
tenere sempre conto dell’INESPRIMIBILE, ossia di ciò che NON PUO’ ESSERE
RACCHIUSO IN ALCUNA FORMA e che, METAFISICAMENTE, è in realtà quel che più
conta, anzi, potremmo dire tutto l’essenziale…
…La Possibilità Universale è in verità e per il vero, ILLIMITATA, e non
può che essere illimitata; volerla concepire in modo diverso è dunque in
realtà, come condannarsi a non poterla concepire affatto. Ne discende che TUTTI
I SISTEMI FILOSOFICI DELL’OCCIDENTE MODERNO sono ugualmente IMPOTENTI DAL PUNTO
DI VISTA METAFISICO, cioè universale, e lo sono precisamente in quanto sistemi,
essi sono infatti, come tali, CHE CONCEZIONI LIMITATE LIMITANTI CHIUSE, le
quali possono, per alcuni loro elementi, avere un certo valore in un àmbito relativo, ma diventano pericolose e false nel momento in cui, prese nel loro
insieme, ambiscono a qualcosa di più e PRETENDONO DI ESSERE UN’ESPRESSIONE
DELLA REALTA’ TOTALE.
…Senza dubbio, è sempre legittimo considerare in particolare, se lo si
ritiene utile, certi ordini di possibilità a esclusione di altri, ed è appunto
quanto, in definitiva, QUALUNQUE SCIENZA FA NECESSARIAMENTE; ma non è legittimo
affermare che ciò rappresenta L’INTERA POSSIBILITA’ E NEGARE DI CONSEGUENZA
TUTTO QUEL CHE OLTREPASSA LA PORTATA DELLA PROPRIA COMPRENSIONE INDIVIDUALE,
più o meno strettamente limitata…
…Eppure è questa, in varia misura, la caratteristica essenziale della
sistematicità che pare inerente a TUTTA LA FILOSOFIA OCCIDENTALE MODERNA; ed è
uno dei motivi per cui il pensiero filosofico, nel senso corrente del termine,
NON HA E NON PUO’ AVERE NIENTE IN COMUNE CON LE ‘DOTTRINE’ DI ORDINE PURAMENTE
METAFISICO…