Precedenti capitoli:
Riflessioni sacrificali nell'albergo di Adamo (12)
Prosegue in:
La Guerra ovvero: la morte del Sogno e della Parola (14) & (15)
Girard, da cui le presenti riflessioni, ad un certo punto di un suo
capitolo del ‘Il Capro Espiatorio’, ‘Muoia un sol uomo’, da inattesa disquisizione
verbale o sfogo circa, ne deduco, a delle critiche, non immune replico, nell’umile
Albergo ove ospitato, anche lui dall’effetto di ogni Tempio cui indistintamente
ognun proteso…
I miei censori non ammettono che si possa
leggere la mitologia nel modo in cui noi la leggiamo…, non possono, cioè,
concepire di vedere applicato ai miti quel procedimento che loro stessi,
tuttavia, applicano a testi molto analoghi… Armati di una potente lanterna…
…Sarebbe troppo lungo e un dispendio di energie notevoli risolvere la
‘questio antropologica’ così da non ricadere in medesima gogna anche e
soprattutto se mosse da tutti coloro che poco e per nulla fanno uso o difetto
della parola stampata ma ‘ognun e nessuno’ mossi da diversi
sentimenti che hanno a che fare con la folla un Pilato e un Tempio, e questi,
con il potere a tutto vantaggio per tutti quei Barabba della cultura che
proliferano e si innestano in una critica a loro non del tutto concessa…
…E meditando ciò di cui scrivo senza velo alcuno e non difettando
d’artifizi circa la Verità cogitata soprattutto se questa offerta ed immolata
(anche per ogni ulteriore ricerca che compone e sottintende la successiva Poesia in cornice posta) ai non addetti ai lavori esplicitando così l’intera
questio(ne) che sovente come ogni dialogo precipitare nell’oblio del
contraddittorio, sia per chi critica o esercita un diritto di rivalsa
sentendosi chiamato in causa, o al contrario, chi medita una via esulare dal
tempio del sapere incorrendo come sempre all’atteso e similar ripetuto gesto… porgo
poetica condizione dall’amonimo meditata…
…Talché come detto precedentemente da un Pagano il tutto può risolversi
con l’Arte la quale in grado di precedere e superare, o meglio evolvere, quanto
nella Parola circoscritto affine alla evoluta natura dell’uomo, ma imitando e
svelando la sua Natura donde questo deriva bisogna tornare al ‘pittogramma’ che
il tutto svela con semplice ed arguta
premessa poetica…
“Chissà quell’uomo che dorme immerso nel Tempo non compia ‘il Sogno di
Dio’ anche se questo sovente diviso e proteso circa medesimo argomento comporre
quella deriva da cui anche la vita in difetto della primordiale pace antica
così come fu l’antica disputa fra un Pagano ed ugual Teologica scienza, chissà
dicevo, ‘Il sogno di Dio’ non lontano dalla sua Prima Parola sia il reale
intendimento o segreto e velato dispiegamento d’un evento Infinito al Tempo… comporre
sempre l’Eretica formula ad ogni Tempio…”…
“…E in quel Sogno tornare Dio Pensiero Infinito precedente all’atto donde lo stesso
dibattersi sul tratto cui il Primo e il
Secondo - compiuto ed incompiuto medesimo Frammento - apparentemente assente al
Tempo e la materia coniare propria ed altrui moneta; così come composto e
dissolto nell’intelletto, indistinti artigiani d’ogni secolar secolo in cui
tratto il peccato commesso…”…
Giacché tanti i Profeti sognare e svelare medesimo Principio… anche e
soprattutto quelli mai citati nelle scritture contraddire il proprio indiscusso
unico Dio…
…Risolvendo così il grande divario, in ciò che le future scimmie
(evolute per impropria mano… pensiero innestato…) comporre successivo e ciclico
dilemma, ed una sola di queste che forse alla propria famiglia virtualmente
apparteneva… compiere ugual Sogno e quelle ancor più evolute, e dicono
cresciute, per conto del proprio Dio e di ogni mito confiscare un Sogno troppo
antico per essere dall’uomo capito… o appena compreso…:
NELLA FORESTA
Tu nobile selva.
Ma l’uomo abita in capanne e si avvolge d’una veste vergognosa, perché
è più segreto, più attento anche, e serbare lo spirito come la sacerdotezza la
fiamma del cielo è appunto la sua intelligenza. Per questo ha libertà di volere
e un più alto potere di mancare come di compiere; e a questo uomo fatto a
somiglianza degli Dèi fu dato il più pericoloso dei beni, il linguaggio, perché
creando distruggendo cadendo ritornando alla Maestra, alla Madre esternamente
viva testimoniasse il suo essere, l’essere erede, l’avere imparato da lei,
divina fra tutte le cose, l’Amore che tutto regge (e la violenza che nulla crea).
Perché egli in nulla perdura.
Nessun segno
l’incatena.
Non sempre
Un ricettacolo per contenerlo.
La mia opera procede da Dio.
Nessun segno
l’incatena.
Non sempre
Un ricettacolo per contenerlo.
La mia opera procede da Dio.
(F. Holderlin)
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