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Di pasti consumati in Mongolia (5/1)
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LETTERA AI RISTORATORI (7)
& un grave errore e non solo politico (8)
Prosegue con...:
Racconti della Domenica ovvero:
la massa informe & manovrabile (15)
& il racconto della Domenica (quasi al completo!) (16)
Prosegue contro la...:
LA CACCIA & TORTURA
E TALUNE IMMAGINI
LETTERA DI GIULIANO AI RISTORATORI:
Se pensiamo inquisitori e cinesi (ugual identica stirpe concernente il fine) dimorare solo entro una grande visibile o invisibile antica muraglia, siamo in grave errore storico quanto geografico non meno che ‘dottrinale’. Di come, cioè, distribuito e corrotto nel nuovo assetto societario il globale unanime sapere dispensato, e da taluni - presunti accreditai dotti spacciati per intelligenti - professato.
Dacché ci troviamo più a nostro agio con il più saggio mongoloide, oppure con l’indiano e il suo brodino fra breve enunciato nella segreta ricetta da cui la vita, e con lei ogni evoluzione intestinale dai primordi servita per il bene compresa la salute s’intende!
Che il Faggio illumini la segreta Via non ancora ricetta!
Con il permesso farmacologico della ditta!
Visto l’elevato tasso di idiozia (tralasciando o solo trascurando l’alto indice di mortalità raggiunta) quotidianamente dispensata non men che inalata (con l’aiuto del progresso), e di cui vittime - noi quanto la Natura - compreso il Genio che vi dimora (con il permesso della ditta) che al meglio difendiamo, comandiamo e prescriviamo un umile brodino indiano a tutela dell’intelletto vittima della scure della falsa ragione; compreso - ovviamente - l’immancabile cacciatore recidere (e mai seminare) ogni ramo terreno congiunto con l’avvenire della Terra celebro-lesa, e con lui il piccolo (grande) predicatore dell’abbattuto cantico in Lode (fors’anche maledizione, dipende molto dall’accento da ramo a ramo posto, cambiando dimora e nido e procedendo dal Faggio al Pino abbiamo riscontrato accenti e cantici differenti, tanté abbiamo congiuntamente richiesto intervento dell’esperto poliglotta della nota Università posta nell’Abbazia)…del signore…
Per Signore ovviamente intendesi distinto soggetto posto ad un capo o capotavola (sia questa cinese o europea) munito di bastone di comando (detto capo-bastone dai tempi remoti di Caino) con al centrotavola guarnizioni ramificate di cantici deliziati guarnite con la guardia di cani caldi (detti anche hot-dog) appena sfornati, colti freschi al mercato all’incrocio (fra la quinta e China Street) con il più noto laboratorio…
Là ove il Golem fu creato pensato ed in ultimo perdonato…
Laudato Sì o mio signore!
Ciò che disse Chan esalando l’ultimo macellato gemito assieme al cane.
Lo scriba prenda nota!
Peccato che talvolta o troppo spesso ci dobbiamo imbattere nell’altrui indistinguibile idiozia spacciata per ‘elevato intendimento’ (soprattutto coloro che dimorando nell’eremo - come e all’opposto - nella grande metropolitana non accettano ironia circa la sorte a cui destinata l’umana capacità creativa), quando l’orango o amministratore delegato (dopo il brodino primordiale della vita) si invecchia e diviene saggio apostrofando verso non ben compreso e ‘glutterato’ (da glottide), retrocesso e non ancor espresso dalla faringe dal senso compiuto dato dalla cervice (hora eternamente connessa o sconnessa dipende molto dai punti di vista e i vari operatori in costante opera) donde si pensa provenire pensiero e non più istinto, abdicandolo al godimento del ‘dovuto intestinale intendimento’ (tradotto) - sottratto allo Spirito in elevato sentimento, ed offrendo - quindi - pasto terreno reclamato da ogni kaverna e grotta entro e fuori porta delle mura… del materiale asservimento.
Tutti i poli non meno dei popoli hanno il dono dell’appetito (al polo certamente più nutrito così disse Pio al secondino…. Un secondino perfavore!), chi più chi meno, chi si accontenta e chi pretende di averne sempre, e chi di appetito s’intende, e non più la fame che unisce ogni retta e meridiana fino al polo dell’indigesta arroganza, d’esser servito come un re alla propria tavola privata del nutrimento da cui ogni pietanza, rimane solo il gesto incancrenito dell’atto della mandibola unita all’istinto, privata dell’antica abitudine senza pensiero alcuno.
Tutti hanno fame mentre il virus avanza, anche i nostri nonni che con poco o nulla sopravvivevano ad ogni guerra unita a sua sorella carestia, raccomandando alla gola un Boccaccio mai sia detto comandamento all’altrui ignoranza servita!
Una buona novella raccomando quando la vita si fa dura!
Giacché la lingua protratta istigata e comandata non più nel meditato pensiero contemplativo, bensì nell’antico atto del miglior gusto, con denti e mandibole protese verso il giudizio divino da cui futuro brodino che andremo a servire per onor del gusto della cervice caduta in mistico oblio.
Porfirio - il cuoco - sarà con me sicuramente più che d’accordo!
Intendiamoci signori amministratori (delegati & prestanomi) del proprio ed altrui avvenire ed ogni bene iniquamente distribuito dal sud al nord della Terra, ogni popolo conserva la propria mistica come la propria favella con la lingua, la qual va rinnovata e rimembrata anche nei più oscuri moti del pipistrello, quando la sera s’oscura e si fa cupa, e simmetricamente la notte bianca si svela come una antica dèa, un più oscuro mistero si rileva… sangue compreso!
I celebranti del Rito non ancora orgia si radunano vogliono per-Bacco il sangue di Dionisio, il nettare di Salvatore non ancora servito, la carità della mensa - si dice - non abbia la licenza del miracolo di cui il santo economo in sua vece incaricato.
Si sperava nel miracolo della resurrezione così come dell’antico banchetto, quello prima dell’ultima cena, quando i pani furono moltiplicati e i vini distribuiti ad ognuno. Si dice che il greco, il noto ristoratore di fianco (fra la dodicesima e tredicesima), sia rimasto digiuno dopo il fallimento dell’esclusivo locale. Insomma la resurrezione dopo il miracolo della cottura da cui vera e sana cucina non ancora avvenuta, anzi taluni narrano e dicono - voci raccolte dall’incolto popolo - che il tempo così come il virus procede come ogni diavolo in moto contrario, si scorge neve di primavera neppure manna della terra avvolta nello strofinaccio…
Qualcuno provò a cuocerla chi cucirla, nacque pan in panno cotto! La sera era più che morto che vivo. Una nota prelibatezza servita alla pasticceria del rivoluzionario francese, quando in segreto medita e conta ogni capo servito quale vera rivoluzione privata dell’oblio dello scontrino!
La neve vien rivenduta dalla Cima - giostra dell’intera contesa - sino all’incrocio della popolata stiva nel tentativo di unirla - a furor di popolo - per il piacere e diletto dell’èstasi mistica!
Taluni assuefatti dalla stessa purezza li scorgiamo in ‘atto’ meditativo mentre contemplano dio ed ogni suo profeta (sino alla più nascosta portineria della residenza non ancora residence dell’Olimpo) dagli infiniti altari e Piloni*…
(*pilone: dio nordico derivato da cui il nome Skj, quando l’anima si incarna e diviene - nell’atto contemplativo del corpo - piede e muscolo [in gamba] del dio nel conteso trono di Olimpia, dèa dell’amore da madre natura nata data dall’atto asessuato di Skj con Ice, il dio nordico eternamente sospeso nel sottile filo teso da Thor ed unito all’Olimpo, per indiscussa elevata eccellenza, e disceso in stile libero sino in Terra quindi divenuto, dopo la naturale ermetica conversione, futura Madonna della Terra, da tutto ciò possiamo distinguere e dedurre nonché ammirare - una ad una - la successiva progressione del corrotto mito il quale perde il suo antico vigore, fra il paganesimo nordico e la futura conversione con taluni tratti comuni dell’Eliade della dell’umana conquista all’oro (‘alloro’ prenda nota dell’errore grammaticale) del gigante e non più divina [da cui le note età dell’oro del ferro battuto successivamente detto bullonato con bulli e deee piantati e inalberati ed equamente distribuiti fra valli e cime], pur conservando gli indistinguibili gradi di elevazione posti ai medesimi gradi della storia in perenne salita e discesa libera…)
Piloni e colonne innalzati negli innumerevoli templi in cui poterlo scorgere ed ammirarlo al riparo da ogni elemento, e ove propiziare fuoco terreno in nome della dèa!
Le offerte raggiungono il quorum al Tempio ove la dèa provvede, su incarico del sacerdote, di tradurre il responso oracolare della corretta lettura circa il futuro dispensato, per i singoli adepti… (lo Stato o l’Impero se ne prenda - nella fasi alterne degli stagionali imperatori seminati - dovuta cura!)
In quanto molto spesso a non tutti consentito bensì solo agli iniziati delle varie logge posti secondo il grado di…, come direbbe l’architetto indiano non ancora cuoco del nobile palato - gradi di ‘non-conoscenza’ mistica o conoscenza dei tempi di cottura… perché, scusate la parentesi da cameriere, non tutte le cotture uguali, il conoscere e il sapere di non sapere quando porre il coperchio alla pentola del diavolo, o dèmone posto al Giudizio divino, comporta severo indigesto procedimento con arresto digestivo nonché cardiaco [se il divino non accuratamente tradotto e servito], quando altresì si rischia la materiale non-conoscenza derivata dalla ricchezza consumata dalla non-conoscenza di conoscere non-conoscendo il proprio Sé matematico accreditato, e quindi ignorando gli anni per la corretta digestio sottratto all’essere nel rifiuto del corpo materiale dato dall’invisibile immateriale Intelletto (dato dall’amministratore delegato) il quale pur non vedendo e neppure essendo visto da alcuno Nessuno lo giudica nei successivi tempi e gradi di cottura…
Nacque così l’Odissea!
La Filosofia greca fece il suo ingresso nella famosa cucina, dal brodo si passò alla seconda carnivora portata!
[per la traduzione con le note si veda il più completo manuale nel quale l’intero argomento viene trattato con abbondanza di port… scusate note; a tal proposito l’argomento dell’essere-non-essere-ma-esserci-a-tavola di Snaider noto filosofo tedesco; Papiri Italiani editore]
…Possono successivamente raggiungere la sibilla sino all’edicola dell’edifico ove il Tempio troneggia, offrire obolo e sperare in miglior futuro.
Come ben ammirato negli usi e antichi costumi mai dismessi bensì continuamente evoluti e rinnovati e per sempre conservati, e se quindi pensiamo che il Sacro, il Rito o il Selvaggio, non appartengano alla nostra cultura volgiamo in grande difetto di Ragione.
Anzi, possiamo altresì affermare senza ombra di dubbio (ombra, in questo caso il soggetto di cui l’ombra il quale ci segue così come nelle lontane terre inesplorate come invisibile ombra, in modo che ogni Tempio non venga mai profanato nel nome di ciò creato e da creare ancora) che la Storia ed ogni piatto offerto dal più difficile Corpo al misero mistico brodino da cui taluni eretici dicono derivato, magnificamente disquisito nella ricetta ben conservata…
La capra e la dèa e l’antica contesa, così come fu anche detto l’uovo o la gallina, a occhio di bue o il bue sbudellato dal persiano con il suo papiro non ancora menu del convento ove incidere e scrivere i patti clientelari da cui ogni sangue tratto del proprio allevamento; quando rimembrando tutto questo il brodino non fu assaporato in tutte le sue varianti giacché esistevano altri enti locali, quando cioè, l’uomo sbigottito al Giardino della mensa non ancora osteria farfugliava urlo non ancora parola disgiunta, osservando i moti del cielo distribuito dalla parabola divenuto nera maschera senza una stella, si disse e narra ancor oggi allo stesso locale, che finalmente nacque parola o bestemmia, dipende dai punti di vista, insomma l’indiano e il brodo scatenarono le ire degli dei, fu nominata acqua per raffreddarlo, in quanto troppo caldo, si disse ‘nulla’ per dio non vedo ne moto ne capra condita solo celeste parabola, tal esclamazione l’uomo farfugliava nell’ardore della conquistata parola, finalmente arrivò Dio il cuoco in personam e l’uomo fu servito e riverito, trasse dalle tavole il comportamento da tenersi con le dieci portate comandate dalla cucina, capro o capra furono serviti consumati ed ognuno fu soddisfatto dal più elevato regno sino
all’ultimo rifugio del palato, compreso l’ex socio persiano, della terra ben digerito; molti ne furono digeriti ed anche surgelati come vedremo, al che ci sembra opportuno circa codesto intasato avallalamento o avvelenamento di servire un più che misero brodino in onore della Storia, di come cioè l’intero Locale nato poi divenuto ristorante riservato e non per ultimo Tempio; ci fu anche chi rimase digiuno: consumò l’ultima cena e subito dopo fu cotto e ben servito nonché consumato, di rimando la grande famiglia contraccambiò lo sgarbo offerto circa la ricetta offrendo ceneri comuni per il torto subito, i pasti alla brace furono offerti al lume di candela giacché chi trasse l’energia e moto dell’intera terra fu consumato anche lui sotto ad un albero… non dopo aver disboscato la selva intera in merito all’energia che da ciò deriva… insomma le varianti tante troppe in questa grande cucina!
…Trovando punti di connessione con altri Imperi e principi in uso e in difetto di ugual Ragione, tutta cinta entro e non oltre un Muro!
Chi al contrario tenta di oltrepassarlo sia con il freddo come il caldo sarà per l’appunto freddato o congelato da una guerra del palato (servita fredda detta anche per anni cena fredda), al che noi asserviti ad ogni Impero e la sua Dèa o Sibilla, offriamo in pasto questo misero brodino indiano.
Il congelamento della Ragione comporta vari stadi di utilizzo e messa in opera, l’industria della Dèa (nota ditta in multiproprietà a responsabilità illimitata non ancor inquisita di cui gradita la fila al tempio) addetta alla corretta distribuzione del pensiero congelato, il quale comporta un isolato delicato procedimento di raffreddamento della Coscienza. Dapprima, infatti, il prodotto viene al meglio lavorato dall’industria addetta e privato delle celebrali viscere di cui l’appropriata lettura, quindi sbudellato per renderlo delicato all’altrui palato così più deliziato.
In seconda fase si procede al processo di ibernazione deduttiva dell’intero corpus non ancora ermetico dato cioè per frammentati frammenti, quando cioè l’interpretazione viene puntellata e arricchita con altri e più ricchi deliziati sapori, il veleno in questo caso a piccole dosi molto utile al processo di conservazione e successiva ibernazione precedente al definito congelamento della Ragione, da gustarsi ad ogni tele-tavolata connessa ad un più vasto indice di verità e ascolto di Zeus… Sempre in offerta!
Terza fase, l’intero Corpo Ermetico frammentato al fuoco della Dèa (la nota ditta) perennemente accesso (il sacerdote ombra provvede alla legna) posto ai gradi di ebollizione in cui purgare, i vari processi dei cosiddetti virus del sapere, virus dannosi alla salute d’ognuno compresi futuri putti i quali privati di Apple la nota salutare mela, potrebbero contrarre patologie ereditarie con conseguenti disturbi alla Vista e nella Vista d’ognuno.
Codesto processo di fermentazione equamente distribuito sull’intero futuro Corpus Ermetico, posto al futuro rogo non ancora fornace dell’intero congelamento del Sapere.
In siffatto processo distinto in più fasi in cui riconosciamo l’indiscussa opera dell’uomo non meno di Eva la nota dèa del Tempio, la grande ditta distributrice e sfama dall’inizio dei Tempi (attenta cioè ai dovuti tempi di raffreddamento onde evitare l’evoluzione della crosta posta al forno a micro-onde) procedendo all’opera finale, in cui il Corpus Ermetico così disgiunto potrà essere distribuito nei più remoti rifugi dell’Impero per tutti i futuri cristiani assetati di ragione verità e giustizia.
Bisogna essere molto accorti e attenti alle date di scadenza poste nell’involucro offerto, ovvero dai più altolocati sino ai più infimi allievi, comandati nel retto saggio consumo in dispute e convenevoli, affinché il già accennato processo della crosta possa non presentare disturbo all’appetito troppo appesantito, il nettare della Terra viene sconsigliato può apportare alterazioni e sollevamento di peso, riscontrati alcuni casi di trombosi di taluni soggetti alimentati da prodotti non congelati e/o controllati dalla Compagnia della ditta addetta ai brevetti; rendendo la Terra come Dio (la nota ditta) comanda dal piatto in cui mai Oceano non rilevi alterazioni quantificabili nell’indesiderato processo evolutivo digestivo solcato da Aqua, il dio indiscusso dei moti delle acque…
(Giuliano)
(Prosegue con il Testo completo)