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Carl Sagan (6)
...Legato
alla vita o conservazione di questa, ed a ritroso nella freccia del Tempo
assente alla nostra comune opera condivisa - cui il Sagan ci illumina -
arriviamo ed approdiamo al fisico detto…, padrone dell’Universo ammirato…)
…La magia (di ogni natura essa sia…) richiede una tacita cooperazione
del pubblico col mago, un abbandono dello scetticismo o quella che è descritta
a volte come una sospensione volontaria del dubbio… Ne (con)segue
immediatamente che, per comprendere i meccanismi della magia, per svelarne i
trucchi, dobbiamo cessare di collaborare…(*)
(*) (questo
è sicuramente vero, in quanto per comprendere antica e moderna magia divenuta
certezza e fondamento di ogni economia, dobbiamo, quali Stranieri alla via,
cessare di prestare la retta e dovuta collaborazione così da rilevarne e rivelarne
meglio gli esiti più o meno evidenti. Più o meno virtuali. Più o meno
quantificabili, ma di cui comunque sia, ne godiamo il frutto marcio ed
appassito ne respiriamo il corrotto principio…)…
…Come si possono fare ulteriori progressi nella comprensione di un
argomento sicuramente difficile, controverso e carico di tensioni come quello
dei presunti rapimenti da parte di alieni (così come simmetrici fondamentalismi in stati
e regioni terreni appartenenti alla comune galassia terra di cui non
comprendiamo forma genetica lingua ed aspetto? Ciò pare immenso mistero al pari
del grande alieno…!). Come si esprime John Mack, ‘ci sono fenomeni
abbastanza importanti da meritare serie ricerche, e la metafisica del paradigma
scientifico occidentale dominante potrebbe essere inadeguata a sostenere
appieno questa ricerca’. In tali rapimenti c’era qualcosa che per anni
sollecitò invano la ‘nostra’ memoria. Infine riuscì a ricordare. Era un libro
del 1954 che avevo letto ai tempi dell’università:
THE FIFTY-MINUTE HOUR
….L’autore, uno psicanalista di nome Robert Lindner, era stato chiamato
dal Los Alamos National Laboratory per curare un brillante giovane fisico
nucleare il cui sistema di idee deliranti cominciava ad interferire con le sue
ricerche per il governo. Il fisico (cui l’autore assegna lo pseudonimo di Kirk
Pietro…) aveva, come poi risultò, un’altra vita oltre al lavoro alle armi
nucleari. Egli confidò ad amici che nel lontano futuro pilotava (o avrebbe
pilotato: in questo caso i tempi dei verbi diventano un po’ incerti – la
freccia del tempo come detto! Ricordate?) veicoli spaziali interstellari. Aveva
avventure straordinarie su pianeti di altre stelle.
Era il ‘signore’ di molti ed altri mondi!
Forse lo chiamavano l’Eretico capitano Pietro Kirk.
Non solo riusciva a ‘ricordare’ quest’altra vita, ma poteva entrare in
essa (anche e soprattutto in Rima…) ogni qual volta che lo voleva. Pensando nel
modo giusto, poteva spostarsi attraverso gli anni-luce (Tempi di comune
Memoria…) e attraverso secoli e millenni.
In un
qualche modo che non riuscivo a comprendere – per così dire solo desiderandolo
– avevo attraversato le immensità dello spazio, ero uscito dal tempo e mi ero
fuso con quel distante e futuro Sé, ero letteralmente divenuto quel Sé… Non
chiedetemi di spiegarvelo. Non ci riesco, anche se Dio sa quanto mi sia
sforzato.
Lindner trovò Kirk Pietro intelligente, sensibile, amabile, gentile e
perfettamente in grado di far fronte agli obblighi della vita quotidiana. Ma –
riflettendo sugli aspetti esaltanti della vita fra le stelle – era un po’
annoiato della sua vita sulla Terra, pur essendo impegnato in un compito
tutt’altro che banale, come la costruzione di armi di distruzione di massa.
Quando i suoi supervisori in laboratorio lo richiamavano a sognare di meno ed a
impegnarsi di più nel lavoro, assicurava loro che avrebbe speso più tempo su
questo pianeta.
Fu a questo punto che essi si rivolsero a Lindner.
Kirk Pietro aveva scritto dodicimila pagine (e altrettante in perfetta
Rima…) sulle sue esperienze nel futuro (quanto nel passato…), e decine di
trattati tecnici sulla geografia, la politica, l’architettura, l’astronomia, la
geologia, le forme di vita, la genealogia e l’ecologia dei pianeti di questa
come altre stelle. Possono darci un’idea del tenore di tali materiali alcuni
titoli delle sue ‘monografie’. Lo sviluppo cerebrale unico dei Cristo-podi di
Srom Norba X, Venerazione del fuoco e sacrifici su Srom Sodrat II, La storia
dell’Istituto Scientifico Intergalattico e L’applicazione della teoria dei
campi unificati e della meccanica della propulsione stellare al volo spaziale.
Affascinato, Lindner esaminò quei materiali.
Kirk Pietro non era affatto riluttante a presentare i suoi scritti a
Lindner o a discuterli nei particolari. Imperturbabile e intellettualmente
formidabile, sembrava non cedere di un pollice alla terapia psichiatrica di
Lindner. Falliti tutti i suoi tentativi, lo psichiatra tentò un nuovo
approccio:
cercai…
di non dargli in alcun modo l’impressione di voler entrare a far parte
dell’elenco di coloro che volevano dimostrare che era psicotico, e che ci
sarebbe stata una sorta di tiro alla fune fra noi due sul problema della salute
mentale. Cercai invece, essendo chiaro che tanto il suo temperamento quanto la
sua formazione erano scientifici, di trarre partito io stesso dall’unica
qualità che egli aveva dimostrato in tutta la sua vita… la qualità che lo aveva
spinto alla carica scientifica: la sua curiosità… Ciò comportò che… almeno
provvisoriamente, io ‘accertassi’ la validità delle sue esperienze… In un
improvviso lampo d’ispirazione ebbi l’idea che, per separare Kirk Pietro dalla
sua follia, era necessario che entrassi io nella sua fantasia e che, da quel
punto, lo liberassi dalla psicosi.
Lindner cominciò a mettere in luce certe apparenti contraddizioni nei
documenti e a chiedere a Kirk Pietro di risolverle. Questa richiesta imponeva a
Kirk Pietro di rientrare nel futuro o (in totale assenza della freccia del
tempo detta) nel passato per trovare le soluzioni. In conseguenza di questo
modo di procedere, Kirk Pietro arrivava ad ogni sessione con un documento di
chiarificazione scritto nella sua bella grafia. Lindner si trovò ad attendere
ansiosamente ogni incontro, per poter essere coinvolto ogni volta di più da quella
visione di grande ricchezza di vita e di intelligenza nella Galassia.
Insieme, riuscirono a risolvere
molti problemi di coerenza.
Poi accadde una cosa strana: ‘i materiali della psicosi di Kirk Pietro
e il tallone di Achille della mia personalità si incontrarono e ingranarono
come le ruote di un orologio’. Lo psicanalista cominciò ad avere una parte
attiva di sostegno del delirio del suo paziente. Egli cominciò a rifiutare le
possibili spiegazioni psicologiche della storia di Kirk Pietro.
Come possiamo essere certi che le sue storie non siano vere?
Si trovò a difendere lui stesso la nozione che si potesse entrare in
un’altra vita, quella di uno Straniero nel remoto passato e poi proiettato nel
lontano futuro, con un semplice sforzo della volontà. Infine, però, accadde
qualcosa di ancora più strano: preoccupato per la salute del suo terapeuta, e
padroneggiando mirabili riserve di integrità e coraggio, Kirk Pietro confessò:
si era inventato tutto!
Quella vicenda affondava le sue radici nella sua infanzia quanto nel
lavoro svolto…
Leggendo l’esposizione di Lindner, non sono del tutto certo che quello
di Kirk Pietro fosse un vero delirio!
Sicuramente elevata condizione sciamanica (aggiungo io!). (*)
(*) Ed ora in
codesta espressione equazione enunciato della via, riproponiamo ‘simbolo’
precedentemente espresso del quale la freccia del Tempo in cui evoluto cotal
ingegno dal Sagan raccolto: se sia una ‘croce’ (segno positivo dal Secondo nato,
o il meno, qual negazione da un Primo sogno rilevato e rivelato, sempre opposto
o comunque avverso al negativo cui ogni rogo nato: giacché il meno del nostro
enunciato riferito all’antimateria di ogni dimensione invisibile al comune
creato così pregato) e più non venga
detto in quanto codesta ‘favola’ di altro Universo terreno alla porta di un
diverso e certo paradiso può illuminare verità pensiero ricerca anche chi lo
Spirito nega, e scorgere in cotal mirabile intento l’Anima dell’Universo…
‘Siamo
molto lontani dal permettere a uomini adulti di ascoltare tali favole. Persino
ai nostri bambini, quando piangono disperati, non abbiamo l’abitudine di
raccontare storie favolose per calmarli’.
Una prospettiva molto diversa per qualcosa di simile alla vita eterna
fu suggerita una volta da un versatile fisico, questi immaginò un lontano
futuro in cui le stelle saranno tutte spente e lo spazio sarà riempito
principalmente da un gas freddo, molto rarefatto, come una fitta… Nebbia…
Tuttavia, se attenderemo per un tempo abbastanza lungo, si produrranno
fluttuazioni nella densità di tale gas. Nel corso di periodi di tempo immensi
le fluttuazioni saranno sufficienti a ricostruire un Universo simile al nostro.
Se l’Universo ha un’età Infinita, suggerì il fisico, ci sarà un numero
Infinito di tali rigenerazioni. Perciò, in un Universo Infinitamente antico,
con un numero Infinito di apparizioni di galassie, stelle, pianeti e forme di
vita, dovrà riapparire una terra identica, nella quale noi e tutte le nostre
persone care ci ritroveremo.
E ciò accadrà non una volta ma un numero Infinito di volte. Ed in
questa riflessione, però, ho sottovalutato il significato della parola
‘Infinito’ (caro Carlo Infinito = a Dio; e con ciò ci offri mirabile visione di
un probabile credo dall’ateo espresso…).
Coloro che desiderano fortemente credere nella vita dopo la morte
potrebbero e/o forse dovrebbero quindi dedicarsi alla cosmologia, alla teoria
della gravità...