CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

domenica 27 dicembre 2015

LA VARIANTE DELLA VITA (nel Viaggio intorno al mondo) (3)


















Precedenti capitoli:

La variante della vita  (2) &  (1)

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La variante della vita (4)














Attraversavo di volo… l’Inghilterra verso la grande Russia… Il mio campo d’azione in quell’anno doveva essere al di là degli Urali, e volevo compiere la mia campagna in Siberia, esplorandone uno dei grandi fiumi, nel breve periodo durante il quale questi sono liberi dai ghiacci.
Ero entrato in Russia seguendo le rive del Baltico ove sul ghiaccio ebbe un piccolo incidente il qual mi causò una distorsione subitamente curata, la quale però mi attardò la partenza. Tra Berlino e Pietroburgo, senza fermarmi altro che per fare una breve visita alla patria di Haeckel, avevo attraversato in ferrovia le monotone pianure della Polonia, della Lituania, della Russia bianca, dell’antica repubblica di Pskof e dell’Ingria, pianure nelle quali non si vedono altro che immensi campi di cereali e boschi non meno immensi.
In Pietroburgo mi ero fermato solo il tempo necessario per prepararmi al Viaggio in Siberia… la mattina del… c’imbarcammo sull’Irtis, il mio compagno Pietro ed io, dopo aver passato la notte sul nostro bagaglio al ‘pristan’, o luogo d’imbarco, in attesa del vapore che doveva arrivare la sera avanti ed avrebbe potuto giungere nella notte da un momento all’altro. Il nostro vapore scendeva da Tiumen ed andava a Tomsk per l’Irtis e l’Ob. A rimorchio tirava una di quelle prigioni galleggianti chiamate ‘deportanten-barje’ che avevo visto sul Volga e sulla Kama. 




Era una gran battello nero (identico nel colore e lento portamento alla divisa in uso ad ogni regime nella quale i gerarchi con tutti i preposti indicati si riconoscono e salutano per ogni corrente e onda nelle cabine del potere cui ben ancorati, come il misero Achab in cerca della sua bestia forse solo per nascondere nella stiva ben più pericolosi reietti cui ogni nave va fiera per ogni porto e dimora… E siate pur certi che in codesti velieri non v’è nessuno il quale non abbia un ‘santo’ da abbracciare, nel paradosso indossato o solo mascherato, in parlamento & dal popolo eletto, un proprio compare di corrente con cui cavalcare il fiume con cui ingannare il mare. Un ‘santo’ al trono assiso e sempre pregato… Oppur centurioni preposti ciclicamente nei secoli convenuti i quali si riconoscono ed abbracciano al braccio o alla guancia o al saluto come il boss dimenticato ma di cui è gradito il voto…nello scuro tempo ritrovato), senza vele senza alberi privo di ogni natura umana coltivata nei secoli della memoria, il quale aveva una certa somiglianza colle  cannoniere di un recente regime risorto. All’arrivo a Tobolsk quel pontone venne tirato a fianco del vapore, e fu permesso ai condannati di mettersi in comunicazione coi mercanti ambulanti che erano accorsi a frotte…
I deportati in Siberia si possono dividere in varie categorie, non solo per la natura della condanna, ma anche per il modo nel quale fu pronunziata… (urlata minacciata intimidita… come ad ogni regime conviene l’urlo o meglio il ‘verso’ privato della ragione più simile alla bestia alla quale non vorrei arrecare inutile offesa con la pretesa di questa similitudine che sminuisce la sua più felice e superiore natura)… (*) 




(*) E siccome io, o per Eretici motivi o perché poco gradito dal regime alla ‘variante’ preposto, posso considerarmi a tutti gli effetti partecipe di questo ‘vapore’ narrato qual Esiliato, a cui nell’infinita dimensione del tomo della Vita appartengo nel (ri)comporre invisibile Storia intimidita, la quale taluni pensano, con diversa sostanza nella facciata di ben altro velo curata e dipinta e sempre alla ‘parabola’ ed in ‘onda’ servita, che sia solo Storia passata o forse solo smarrita… In quanto la suddetta in mascherato velo pratica cotal secolare disciplina giammai estinta, ma con più sottile ingegno ed inganno ben piantato in ogni economico principio nutrito, chi della Storia vuol cingere la propria ‘variante’ al ‘bosco’ narrato… o forse solo truffato… Giacché questo Viaggio alla ‘variante’ loro dedicato… Infatti si trova fra questi chi fu condannato dai tribunali dell’Inquisizione, la quale oggi come ieri promette ad ogni bimbo e profeta, o solo sciamano, morte in ragion di stato. Certa morte… più che lieta… nell’apparenza della vita rubata e sottratta, pur palesando e pregando il gesù bambino appena nato, giacché questo l’inganno per sempre arrecato nel miracolo economico regalato. E privati di ugual dignità e diritto così....













martedì 15 dicembre 2015

POTENTI EMISSIONI RADIO provenienti da pianeti & mondi sconosciuti: I RADIOLARI











































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I Radiolari (2)













Quando l’uomo ha conosciuto i protozoi all’ultimo posto del regno animale non pensava che alcune delle loro legioni, per esempio quella degli ‘acantari’, potessero salvare un giorno l’umanità dalla morte nucleare… o dell’infinito Invero nucleare…
Prodigiosamente belli, come tutti i Radiolari alla cui classe vengono tradizionalmente attribuiti, questi microscopici organismi sono capaci di fissare e di rendere insolubile uno dei più pericolosi componenti dei fall-out radioattivo, lo stronzio 90.
Il mare e le acque dolci sono pieni di protozoi, fatti di una sola meravigliosa cellula capace di svolgere ogni funzione indispensabile alla vita. Miliardi di miliardi di miliardi di esseri viventi pressoché immateriali – possono avere un diametro di pochi micron (1 micron = 1 millesimo di millimetro) – fanno parte del plancton e sono alla base di molte catene alimentari. Hanno nomi strani e suggestivi: eliozoi (ovvero ‘animali-sole’), foraminiferi, flagellati e radiolari (da ‘radiolus, ‘piccolo-raggio’).




In effetti, i Radiolari a volte somigliano a minuscole stelle giacché il loro scheletro è formato da sottilissimi aghi di biossido di silicio, simili a fasci di luce (in gran parte sono creature bio-luminiscenti) che si irradiano dal corpo cellulare. E’ come se questi microscopici abitanti del pianeta fossero pure idee-forma, come se avessero inventato ogni possibile struttura. Astri, diademi, sonde spaziali, elmi barbarici, corone di spine che sembrano stilizzare la Passione, tripodi, sfere di filigrana, vasi ornati, eleganti bottiglie, fecce, eliche, trombe, lampadari a fuoco d’artificio, volanti d’automobile, monili d’ogni tipo, stravaganti aquiloni.



Sono giochi di linee, curve, luci e colori chiusi dentro spazi simmetrici e rigorosi, che a bordo delle correnti navigano mari e oceani da più di mezzo miliardo di anni. La maggior parte degli uomini non li ha mai visti e non ne sospetta neppure l’esistenza. I Radiolari, a causa della loro straordinaria bellezza, sono i meno sconosciuti, ma non dobbiamo farci illusioni perché al di fuori di una ristretta cerchia di ‘aficionados’ anche loro continuano a non esistere.




La maggior parte delle immagini che si possono incontrare nelle enciclopedie oppure sui libri di testo sono dovute ad un biologo tedesco che nell’Ottocento se ne innamorò e per decenni continuò a studiarli con grande talento. Si chiamava Ernst Haeckel, era nato a Potsdam, in Germania, nel 1834, e fin da bambino aveva la passione per le scienze naturali. Voleva fare il botanico, ma suo padre insisteva perché si laureasse in medicina ed a quei tempi i figli obbedivano. Ernst si consolava pensando che sarebbe diventato medico di bordo, avrebbe navigato e raccolto piante su ogni terra che avesse toccato. Però a Berlino il giovane dottore (i biografi raccontano che era bello, alto, sottile, biondo, declamava Dante e Ariosto e che suonava benissimo il pianoforte) incontrò lo zoologo Johannes Peter Muller e si appassionò alle sue lezioni di biologia marina.
Quando Muller gli presentò i Radiolari, fu l’attrazione fatale.




Volle conoscerli a fondo e scrisse una monografia corredata da 35 tavole divenne un vero e proprio bestseller e che gli valse la cattedra all’Università di Jena nel 1865. Proprio la sua fama di esperto in Radiolari finì per farlo imbarcare sul ‘Challenger’, la corvetta di Sua Maestà britannica che nel 1872 partì per un giro del mondo con il più ambzioso progetto di ricerca oceanografica mai avviato sino ad allora. Nel viaggio che durò quattro anni, gli studiosi incontrarono organismi che si ritenevano estinti, forme rare e creature che nessun occhio di ricercatore aveva potuto vedere, ma non trovarono il ‘brodo-primordiale’ dove nacque la vita.
Haeckel si consolò amoreggiando attraverso il microscopio con i suoi Radiolari ma non trascurò meduse, sifonofori ed altri animali marini. Riempì quattro tomi del poderoso ‘Rapporto Challenger’, composto di 49 volumi ormai mitici, alcuni dei quali stupendamente illustrati. L’ultimo, con le conclusioni, uscì cento e più anni or sono. Quello che colpisce, oltre alla cura e alla precisione con cui Haeckel si dedicava alle ricerche, è la sua capacità di non perdere mai di vista i legami tra i microcosmo e macrocosmo...
















giovedì 10 dicembre 2015

CARL SAGAN (& l'infinito inverno nucleare) (5)









































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Carl Sagan (4)

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Carl Sagan (6)












...Legato alla vita o conservazione di questa, ed a ritroso nella freccia del Tempo assente alla nostra comune opera condivisa - cui il Sagan ci illumina - arriviamo ed approdiamo al fisico detto…, padrone dell’Universo ammirato…)

…La magia (di ogni natura essa sia…) richiede una tacita cooperazione del pubblico col mago, un abbandono dello scetticismo o quella che è descritta a volte come una sospensione volontaria del dubbio… Ne (con)segue immediatamente che, per comprendere i meccanismi della magia, per svelarne i trucchi, dobbiamo cessare di collaborare…(*)

(*) (questo è sicuramente vero, in quanto per comprendere antica e moderna magia divenuta certezza e fondamento di ogni economia, dobbiamo, quali Stranieri alla via, cessare di prestare la retta e dovuta collaborazione così da rilevarne e rivelarne meglio gli esiti più o meno evidenti. Più o meno virtuali. Più o meno quantificabili, ma di cui comunque sia, ne godiamo il frutto marcio ed appassito ne respiriamo il corrotto principio…)…

…Come si possono fare ulteriori progressi nella comprensione di un argomento sicuramente difficile, controverso e carico di tensioni come quello dei presunti rapimenti da parte di alieni (così come simmetrici fondamentalismi in stati e regioni terreni appartenenti alla comune galassia terra di cui non comprendiamo forma genetica lingua ed aspetto? Ciò pare immenso mistero al pari del grande alieno…!). Come si esprime John Mack, ‘ci sono fenomeni abbastanza importanti da meritare serie ricerche, e la metafisica del paradigma scientifico occidentale dominante potrebbe essere inadeguata a sostenere appieno questa ricerca’. In tali rapimenti c’era qualcosa che per anni sollecitò invano la ‘nostra’ memoria. Infine riuscì a ricordare. Era un libro del 1954 che avevo letto ai tempi dell’università:





                   THE FIFTY-MINUTE HOUR


….L’autore, uno psicanalista di nome Robert Lindner, era stato chiamato dal Los Alamos National Laboratory per curare un brillante giovane fisico nucleare il cui sistema di idee deliranti cominciava ad interferire con le sue ricerche per il governo. Il fisico (cui l’autore assegna lo pseudonimo di Kirk Pietro…) aveva, come poi risultò, un’altra vita oltre al lavoro alle armi nucleari. Egli confidò ad amici che nel lontano futuro pilotava (o avrebbe pilotato: in questo caso i tempi dei verbi diventano un po’ incerti – la freccia del tempo come detto! Ricordate?) veicoli spaziali interstellari. Aveva avventure straordinarie su pianeti di altre stelle.
Era il ‘signore’ di molti ed altri mondi!
Forse lo chiamavano l’Eretico capitano Pietro Kirk.
Non solo riusciva a ‘ricordare’ quest’altra vita, ma poteva entrare in essa (anche e soprattutto in Rima…) ogni qual volta che lo voleva. Pensando nel modo giusto, poteva spostarsi attraverso gli anni-luce (Tempi di comune Memoria…) e attraverso secoli e millenni.

In un qualche modo che non riuscivo a comprendere – per così dire solo desiderandolo – avevo attraversato le immensità dello spazio, ero uscito dal tempo e mi ero fuso con quel distante e futuro Sé, ero letteralmente divenuto quel Sé… Non chiedetemi di spiegarvelo. Non ci riesco, anche se Dio sa quanto mi sia sforzato.

Lindner trovò Kirk Pietro intelligente, sensibile, amabile, gentile e perfettamente in grado di far fronte agli obblighi della vita quotidiana. Ma – riflettendo sugli aspetti esaltanti della vita fra le stelle – era un po’ annoiato della sua vita sulla Terra, pur essendo impegnato in un compito tutt’altro che banale, come la costruzione di armi di distruzione di massa. Quando i suoi supervisori in laboratorio lo richiamavano a sognare di meno ed a impegnarsi di più nel lavoro, assicurava loro che avrebbe speso più tempo su questo pianeta.
Fu a questo punto che essi si rivolsero a Lindner.
Kirk Pietro aveva scritto dodicimila pagine (e altrettante in perfetta Rima…) sulle sue esperienze nel futuro (quanto nel passato…), e decine di trattati tecnici sulla geografia, la politica, l’architettura, l’astronomia, la geologia, le forme di vita, la genealogia e l’ecologia dei pianeti di questa come altre stelle. Possono darci un’idea del tenore di tali materiali alcuni titoli delle sue ‘monografie’. Lo sviluppo cerebrale unico dei Cristo-podi di Srom Norba X, Venerazione del fuoco e sacrifici su Srom Sodrat II, La storia dell’Istituto Scientifico Intergalattico e L’applicazione della teoria dei campi unificati e della meccanica della propulsione stellare al volo spaziale.
Affascinato, Lindner esaminò quei materiali.
Kirk Pietro non era affatto riluttante a presentare i suoi scritti a Lindner o a discuterli nei particolari. Imperturbabile e intellettualmente formidabile, sembrava non cedere di un pollice alla terapia psichiatrica di Lindner. Falliti tutti i suoi tentativi, lo psichiatra tentò un nuovo approccio:

cercai… di non dargli in alcun modo l’impressione di voler entrare a far parte dell’elenco di coloro che volevano dimostrare che era psicotico, e che ci sarebbe stata una sorta di tiro alla fune fra noi due sul problema della salute mentale. Cercai invece, essendo chiaro che tanto il suo temperamento quanto la sua formazione erano scientifici, di trarre partito io stesso dall’unica qualità che egli aveva dimostrato in tutta la sua vita… la qualità che lo aveva spinto alla carica scientifica: la sua curiosità… Ciò comportò che… almeno provvisoriamente, io ‘accertassi’ la validità delle sue esperienze… In un improvviso lampo d’ispirazione ebbi l’idea che, per separare Kirk Pietro dalla sua follia, era necessario che entrassi io nella sua fantasia e che, da quel punto, lo liberassi dalla psicosi.

Lindner cominciò a mettere in luce certe apparenti contraddizioni nei documenti e a chiedere a Kirk Pietro di risolverle. Questa richiesta imponeva a Kirk Pietro di rientrare nel futuro o (in totale assenza della freccia del tempo detta) nel passato per trovare le soluzioni. In conseguenza di questo modo di procedere, Kirk Pietro arrivava ad ogni sessione con un documento di chiarificazione scritto nella sua bella grafia. Lindner si trovò ad attendere ansiosamente ogni incontro, per poter essere coinvolto ogni volta di più da quella visione di grande ricchezza di vita e di intelligenza nella Galassia.
 Insieme, riuscirono a risolvere molti problemi di coerenza.
Poi accadde una cosa strana: ‘i materiali della psicosi di Kirk Pietro e il tallone di Achille della mia personalità si incontrarono e ingranarono come le ruote di un orologio’. Lo psicanalista cominciò ad avere una parte attiva di sostegno del delirio del suo paziente. Egli cominciò a rifiutare le possibili spiegazioni psicologiche della storia di Kirk Pietro.
Come possiamo essere certi che le sue storie non siano vere?
Si trovò a difendere lui stesso la nozione che si potesse entrare in un’altra vita, quella di uno Straniero nel remoto passato e poi proiettato nel lontano futuro, con un semplice sforzo della volontà. Infine, però, accadde qualcosa di ancora più strano: preoccupato per la salute del suo terapeuta, e padroneggiando mirabili riserve di integrità e coraggio, Kirk Pietro confessò: si era inventato tutto!
Quella vicenda affondava le sue radici nella sua infanzia quanto nel lavoro svolto…
Leggendo l’esposizione di Lindner, non sono del tutto certo che quello di Kirk Pietro fosse un vero delirio!
Sicuramente elevata condizione sciamanica (aggiungo io!). (*)




(*) Ed ora in codesta espressione equazione enunciato della via, riproponiamo ‘simbolo’ precedentemente espresso del quale la freccia del Tempo in cui evoluto cotal ingegno dal Sagan raccolto: se sia una ‘croce’ (segno positivo dal Secondo nato, o il meno, qual negazione da un Primo sogno rilevato e rivelato, sempre opposto o comunque avverso al negativo cui ogni rogo nato: giacché il meno del nostro enunciato riferito all’antimateria di ogni dimensione invisibile al comune creato così pregato) e  più non venga detto in quanto codesta ‘favola’ di altro Universo terreno alla porta di un diverso e certo paradiso può illuminare verità pensiero ricerca anche chi lo Spirito nega, e scorgere in cotal mirabile intento l’Anima dell’Universo…

‘Siamo molto lontani dal permettere a uomini adulti di ascoltare tali favole. Persino ai nostri bambini, quando piangono disperati, non abbiamo l’abitudine di raccontare storie favolose per calmarli’.

Una prospettiva molto diversa per qualcosa di simile alla vita eterna fu suggerita una volta da un versatile fisico, questi immaginò un lontano futuro in cui le stelle saranno tutte spente e lo spazio sarà riempito principalmente da un gas freddo, molto rarefatto, come una fitta… Nebbia… Tuttavia, se attenderemo per un tempo abbastanza lungo, si produrranno fluttuazioni nella densità di tale gas. Nel corso di periodi di tempo immensi le fluttuazioni saranno sufficienti a ricostruire un Universo simile al nostro.
Se l’Universo ha un’età Infinita, suggerì il fisico, ci sarà un numero Infinito di tali rigenerazioni. Perciò, in un Universo Infinitamente antico, con un numero Infinito di apparizioni di galassie, stelle, pianeti e forme di vita, dovrà riapparire una terra identica, nella quale noi e tutte le nostre persone care ci ritroveremo.
E ciò accadrà non una volta ma un numero Infinito di volte. Ed in questa riflessione, però, ho sottovalutato il significato della parola ‘Infinito’ (caro Carlo Infinito = a Dio; e con ciò ci offri mirabile visione di un probabile credo dall’ateo espresso…). 
Coloro che desiderano fortemente credere nella vita dopo la morte potrebbero e/o forse dovrebbero quindi dedicarsi alla cosmologia, alla teoria della gravità...



















mercoledì 9 dicembre 2015

CARL SAGAN (& l'infinito inverno nucleare) (3)





































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Carl Sagan (2)

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Carl Sagan (4)













....Ispirato impone sano principio, giacché in essa, oltre al mito si cela ben più profondo e concreto motivo nella superficie della Terra contemplata. Perché l’Ecologia è cosa seria anche nel travasarla in otri antiche di moderno sapere avversa ad ogni materiale e più ‘divino’ cantiere dallo sterco nutrito: moneta di uno strano e paradossale principio elevato Dio nel Tempio custodito. E nel solare avvento ed evento, giacché il calendario preannuncia mitica porta dal ‘capricorno’ gestita ad annunciare la salita e/o discesa dall’intrepida grotta la quale fu riparo non solo del profeta, dell’anno zero dal calendario annunciato, ma ugual porto di altrettanti illustri colleghi filosofi eretici riuniti, i quali trassero nobile respiro dalla linfa della Terra figlia dell’Universo cui  custode e destino… nell’invisibile porta alla volta celeste affissa. I quali svelarono tutelarono e celarono, arbitrio e superiore saggezza, visione legge decoro giustizia, Anima Spirito e sogno, entro l’oscurità di un diverso destino avverso ad ogni materiale principio, ove l’immagine è pur sempre riflesso apparente quale più certa illusione nominata vita. E la favola cui ho nutrito l’arbitrio e lo Spirito accompagnata dal mito è parsa cosa poco gradita al mondo così seminato e concimato il quale affoga radici e inganni in più atroci e violenti frutti maturati al sole di un sicuro domani: rami e foglie divenute tralicci cavi cemento parabole guerre in oscuri nuovi ed antichi miracoli, ornare il progresso al cantiere di una solida dimora nominata mammona, nella certezza che la differenza sociale fra il ‘povero idiota’ ed il ‘ricco evoluto’ di ogni bene privato di Dio, in ragione di ogni sana rivoluzione industriale… mai esistito. E l’arbitrio accompagnato da una più certa e sicura quanto degna verità è pur sempre difficile traguardo, soprattutto quando umiliato e perseguitato nell’inganno divenuto violenza in nome e per conto delle armi che armano l’eterno destino nominato guerra… Ed anche, se per questo, ragione e decoro le quali ornano, oggi come ieri, l’apparente facciata della storia: evoluta e compiuta ‘parola’ affissa e benedetta alla casta della memoria; artista ammirato soprattutto quando compie devotamente l’inchino all’eterno spettacolo regale allestito & globalizzato del regno riunito cui servo assistito e profumatamente pagato, qui per il vero e in verità non rimembro penna calamaio & ‘parabola’…, sfera di ogni storia: i loro denari sono sudati e sofferti e dalla casta promessi in ragione del dovuto potere cui l’arte della parola è così compromessa e la verità per sempre offesa nella difficile salita: la piramide par cosa antica alla casta di ogni salita e discesa cui affidata l’anima della vita al faraone occhio e padrone della verità e custode di ogni mistero; misericordia per ogni borgo e via nella falsa ragion di stato il quale in satellitare visione mostra il saluto romano accordando perdono accoglienza & clemenza, e con l’altra…, ruba la misera elemosina cui affidata la povera sua via; fasti & denari per allietare il pellegrino alla soglia del Pontificio dando mostra dello spettacolo regale, quando in verità e per il vero, sappiamo che si muore per un soffio di vento di nero cemento, quando sappiamo, in verità e per il vero, che si muore per nero fumo che la moneta impone per il dovuto e superiore consumo, ed il profeta o l’ecologista braccati per superiore ragion di stato, di quale! qui non dico e mai maledico!; mio nonno di nuovo crocefisso con le forchette della ricca cena alla porta di un più nordico dio alla scala dell’Opera…, ed ora sì, per il vero ed in verità ricordo: al dio della Scala non affidare mai credo e Spirito…; il trovatore di verde vestito è braccato mentre parla e cerca Dio urla al mercato che l’hanno di nuovo crocefisso, ed un altro, trovatore dall’oste assistito e nutrito, vende la moneta del suo piatto antico… perseguitando la Rima in nome di dio; nella predica della festa o della domenica rimembrano e raccomandano la solitudine e la compostezza conferite dall’umiltà del solitario cammino che accompagna ogni profeta e Dio, nel bagno di folla si prega  inneggia ‘visione’ ‘fasto’ e ‘ricchezza’ in nome del povero (Cristo) che non riesce bene a far di conto alla porta cui costretto: quanta la differenza e il tornaconto divide passo e credo dal profitto divenuti sentiero del pellegrino: il bilancio l’utile e la convenienza dei costi sottratti alla dovuta ‘misericordia’: ci dicono dio azionista di una  banca ed una borsa nonché castelli terre e vaste ricchezze cui i custodi della preghiera e del mito cifrano e litigano circa i conti di un diverso profitto: quando bussai alle porte di dio non mi fu risposto, questo sì per il vero ed in verità ricordo; non si è consegnati più al rigore della paura antica almeno così allestiscono e predicano: cella buia al pari di una camera oscura ove il Primo sviluppa e traduce fotosintesi divenuti Parola: incontrai l’immagine accompagnata all’ombra dell’apparenza divenuta fotografia in quanto la pittura è arte complessa o incompiuta scienza all’alba di una diversa ora, perseguitò il Sentiero di Dio in nome e per conto di mammona, questo sì per il vero ed in verità ricordo; camera oscura cui la libertà non ha valore cui il diritto offeso e crocefisso mentre dall’alto del cielo vegliano prosa poesia Rima e miracolo, hanno anche incaricato, in verità e per il vero, un boia strano che colpisce e veglia dall’alto della torre antica passo e Sentiero cui Dio affida parola, mentre fuori il monarca urla bestemmia…; fra Michele rimembro e veglio il passo tuo in quell’evo antico del comune tuo e mio mattino, mi dona forza e coraggio di una più certa immagine quale vera icona, questo sì per il vero ed in verità ricordo, quando ti avviasti in solitario cammino e martirio verso il rogo della vita accompagnato dalla sola colpa di credere in un diverso e più umile Dio, i Calci accompagnano il mio e tuo Spirito mentre ad ogni persona dono la Rima quale solo risposta avversa alla falsità della vita… …Per il vero… urlano imprecano pregano e affannano, giacché ad ogni profeta è suggellata l’eterna promessa nominata sfortuna: Inverno cui destino della Prima Natura… è nobile e certo Autunno: premessa ed apparente morte della stagione nominata vita. Simmetrico gas scomposto nell’universale evoluzione cui ogni stella che muore rinascerà a nuova vita per ogni cometa ad indicare la via. In cui l’Infinito conosce altro invisibile e più certo miracolo nell’ateo paradosso cui dèmoni compongono ed infestano la Terra, ma nella certezza di ogni inganno dallo scienziato rilevato nascondersi un diavolo dalla materia gestito cui il principio avverso al destino nominato vita, anche senza l’Anima o lo Spirito gestita cui l’ateo affida il credo della via. Ma il libero arbitrio insegna prega ogni intelligenza e speranza e altrui certezza, giacché nel confronto e nella dialettica nonché nella libertà si misura e conia più certa e sicura moneta…)



Noi raccontiamo ai bambini storie di Babbo Natale, di fate e di gnomi  (accompagnate da miti ed eventi divenuti storie e futuri miracoli) per ragioni che pensiamo siano emotivamente corrette, ma poi li disinganniamo (come sto facendo per l’appunto ora in questo stesso momento) su questi miti prima che diventino adulti.
Perché questo voltafaccia?
‘Perché il loro benessere come persone adulte dipende da una conoscenza del mondo com’è realmente’…(*)


(*) (…ed inversamente alla scorrere temporale del testo, cui abdico la freccia del Tempo dalla materia gestita in quanto privi del Secondo ma Primi nell’intento a cui mi sono appellato, riporterò un valido esempio cui mi servirò per dimostrare come i ruoli si possono scambiare in ragione di questa ‘apparente’ verità, giacché la ‘parabola’ del fisico come presto leggeremo, Straniero al suo Tempo, dimostra e suggella codesta irrinunciabile certezza e promessa, in quanto conoscere la vita com’è nel suo elemento seminato al progresso destinato arreca un cambiamento climatico dello stato originario. La verità, ‘in verità e per il vero’, nutre e sgorga l’Infinito dello Spirito, ed anche, se il Profeta in lui nato farà nascere rami e foglie cui l’universale destino da un diverso mondo o universo nutrito, l’ateo cui l’evento raccolto evidenzia un teorico credo nell’Infinito e Immateriale evento di un primo Oceano e/o Abisso, giacché la parola nata dallo stupore di un ‘Nulla’ divenuta incanto e primo vagito. Da un simmetrico nulla scorto nell’inganno di un’immagine dalla caverna nominata ombra o vita che sia. Questo il miracolo sottinteso ed anche trascurato. Ed anche se il notaro abilitato a certificarlo fuito come al solito in  più reale e ricco cammino, nello scienziato compagno del mio Sentiero affido la vista di questo piatto mare nella terrena e più sicura certezza della comprensione della vita… Soprattutto se lo Spirito,  l’immateriale destino, il Sé o l’Anima che compongono ragione e arbitrio ci dividono nella virtuale incertezza di una nebbia quale nuovo ed infinita alba della vita… Questa l’evoluzione che compone lingua e parola pronunciata. Questa la differenza fra noi ed l’infinito creato per ogni specie nata anche nel ‘cogito’ di un apparente meccanicismo dal cuore e dalla mente nutrito! Questa la forza e lo Spirito che dimora in quanto mai soffochiamo Pensiero e Dio!)....

martedì 8 dicembre 2015

CARL SAGAN (& l'infinito inverno nucleare)





































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E’ giunta alle nostre orecchie notizia che membri di entrambi i sessi non evitano di avere rapporti con angeli malvagi, incubi e succubi e dèmoni…

Con questa bolla Innocenzo VIII diede l’avvio alla sistematica accusa, tortura ed esecuzione di innumerevoli ‘streghe’ ed eretici in tutta Europa… …Questi erano colpevoli di quello che Agostino aveva descritto come ‘una macchinazione criminale col mondo invisibile’.
Nonostante l’accenno non discriminante nel linguaggio della bolla ai ‘membri di entrambi i sessi’, non sorprende che la persecuzione abbia preso di mira soprattutto le donne. Molti fra gli esponenti principali del protestantesimo dei secoli posteriori adottarono opinioni quasi identiche, nonostante le loro divergenze rispetto alla Chiesa cattolica. Persino umanisti come Desiderio Erasmo e Tommaso Moro credettero alle streghe. ‘Rifiutarsi di credere alla stregoneria’, disse John Wesley, il fondatore del metodismo, ‘significa in effetti rifiutarsi di credere nella Bibbia’. Il famoso giurista William Blackstone, nei ‘Commentaries on the Laws of England’, del 1765, affermò: ‘Negare la possibilità, o anzi la reale esistenza della stregoneria e della magia, significa contraddire direttamente la parola rivelata di Dio in vari passi sia dell’Antico sia del Nuovo Testamento’.
Innocenzo lodò ‘i nostri cari figli Henricus Institor e Jacob Sprenger’, che ‘sono stati delegati per mezzo di lettere apostoliche come inquisitori di queste eretiche pravità’. Se ‘le abominazioni e le enormità in questione rimangono impunite’, le anime delle moltitudini saranno votate alla dannazione eterna. Il Papa incaricò Kramer e Sprenger di scrivere un’analisi generale, usando tutto l’armamentario accademico della fine del Quattrocento. Arricchendo la loro esposizione con estese citazioni dalla Scrittura e da dotti antichi e moderni, essi scrissero il ‘Malleus maleficarum’, che, pubblicato nel 1486, è stato giustamente descritto come uno fra i documenti più terrificanti della storia umana.




Thomas Ady nel libro ‘A Candle in the Dark’ lo condannò come una silloge di ‘dottrine e invenzioni scellerate’, ‘menzogne e impossibilità orribili’ che servono a nascondere ‘la loro inaudita crudeltà agli occhi del mondo’. La conclusione che discende direttamente dal ‘Malleus’ è che, se una persona era accusata di stregoneria o di eresia, era una strega, oppure un eretico. La tortura, quindi, era (ed è…) un mezzo infallibile per dimostrare la validità dell’accusa. L’accusata o l’accusato non avevano alcun diritto. Non esisteva alcuna possibilità di contrastare le tesi degli accusatori. Ben poca attenzione veniva concessa alla possibilità che qualcuno potesse formulare accuse per fini empi: per esempio per gelosia, o per vendetta, o per l’avidità degli inquisitori, che normalmente confiscavano a proprio beneficio le cose di proprietà degli accusati.
Questo manuale tecnico per torturatori comprende anche metodi di punizione fatti su misura per far uscire i demoni dal corpo della vittima prima che il processo la uccidesse. Col ‘Malleus’ in mano, e con l’incoraggiamento del santo Padre, gli inquisitori cominciarono a scatenarsi in tutta Europa. Questi processi divennero ben presto un pretesto fraudolento per spillare soldi alle vittime. Tutti i costi per le investigazioni, il processo e l’esecuzione dovevano essere sostenuti dall’accusata e dai suoi parenti, fino alle spese per gli investigatori privati assoldati per spiarla, al vino per le sue guardie, ai banchetti per i suoi giudici, alle spese di viaggio di un messaggero mandato a convocare un torturatore più esperto proveniente da un’altra città, e alle fascine, al catrame e alla corda del boia. C’è inoltre un premio per i membri del tribunale per ogni strega o eretico bruciato. Le proprietà restanti della strega ed eretico condannati, se ancora rimaneva qualcosa, venivano divise fra la Chiesa e lo Stato.




Quando quest’omicidio e furto di massa venne legalmente  moralmente sanzionato e prese forma una vasta burocrazia al suo servizio, l’attenzione si spostò dalle streghe vecchie e povere ai membri dei ceti medi e benestanti di entrambi i sessi. Quanto più cresceva il numero di coloro che, sotto tortura, si confessavano colpevoli di stregoneria, tanto più difficile diventava sostenere che il commercio con i demoni era una mera fantasia. Poiché ogni ‘strega e/o eretico costretti a chiamarne in gioco altri, il numero delle streghe e/o eretici crebbe in modo esponenziale. Essi costituivano ‘prove spaventose che il diavolo è ancora vivo’, come si disse in seguito in America ai processi delle streghe di  Salem.  Innocenzo VIII morì nel 1492, dopo vani tentativi di tenerlo in vita mediante trasfusioni e mediante allattamento da parte di una nutrice. Egli fu pianto dalla sua amante e dai loro figli..

L’eresia era un crimine ancora più grave, e tanto cattolici quanto protestanti la punivano spietatamente…
Nel Cinquecento William Tyndale ebbe la temeraria idea di volersi cimentare nella traduzione nel Nuovo Testamento in inglese. Ma se qualcuno avesse potuto leggere effettivamente la Bibbia nella propria lingua anziché in quella lingua arcana che è il latino, avrebbe potuto formarsi opinioni religiose proprie, indipendenti, pervenendo anche a concepire un proprio rapporto privato senza intermediari con Dio. Questa era una sfida per la sicurezza del lavoro dei preti nella Chiesa cattolica. Quando Tyndale tentò di pubblicare la sua traduzione fu braccato e perseguitato in tutt’Europa. Infine fu catturato, strangolato con la garrota e, per buona misura, arso sul rogo. Le copie della sua traduzione del Nuovo Testamento furono allora cercate di casa in casa da squadre di uomini armati: cristiani che difendevano piamente la cristianità impedendo ad altri cristiani di conoscere le parole di Cristo.  Una tale disposizione mentale, un tale clima di assoluta convinzione che la conoscenza dovesse essere remunerata con la tortura e la morte, difficilmente avrebbe potuto apportare un qualche aiuto alle persone accusate di stregoneria.




Le apparizioni meglio attestate, più di quelle di dèi e dèmoni, streghe e eretici, sono quelle di santi; nell’Europa occidentale, dal Basso Medioevo ai tempi moderni, specialmente quelle della Vergine Maria. Nell’opera ‘Sulla distinzione fra visioni vere e false’, un esperto dell’argomento, Jehan de Gerson, compendiò intorno al 1400 i criteri per riconoscere una testimonianza credibile di un’apparizione: una era la disponibilità del testimone ad accettare consigli dalla gerarchia politica e religiosa. Così chiunque avesse una visione che disturbava le autorità era ‘ipso facto’ un testimone inattendibile, e santi e vergini potevano essere indotti a dire ciò che le autorità volevano loro sentir dire. I ‘segni’ forniti da Maria, le prove offerte e considerate convincenti, comprendevano una comune candela, un pezzo di seta e una pietra di una piastrella colorata, impronte di piedi; una raccolta di cardi insolitamente veloce da parte della testimone; una semplice croce di legno piantata nel terreno; segni di frustate e ferite sulla testimone; e una varietà di contorsioni - una dodicenne con una mano tenuta in modo strano, o gambe piegate all’indietro, o la bocca della testimone che non si apre più rendendola così, temporaneamente muta - che ‘guariscono’ nel momento in cui la storia dell'apparizione viene accettata.
Non è difficile trovare possibili motivi per l’invenzione e l’accettazione di tali storie: esse portavano opportunità di lavoro per preti, notai, carpentieri e commercianti, e davano impulso all’economia regionale in tempi di depressione; accrescevano lo status sociale della testimone e della sua famiglia; permettevano di tornare a offrire preghiere per parenti sepolti in cimiteri in seguito abbandonati a causa della peste, della siccità e della guerra; rafforzavano lo spirito pubblico contro i nemici, e specialmente i mori; fornivano occasione al miglioramento dell’istruzione al diritto; e




rafforzavano la fede delle persone pie. Il fervore dei pellegrini in visita a tali santuari era impressionante; non era raro che raschiature di rocce o terra prese nel santuario venissero mescolate con acqua e bevute come medicine. Certo non si vuol dire che la maggior parte dei testimoni abbia inventato tutto di sana pianta... però... spesso il testimone vede l’apparizione di mattina subito dopo essersi svegliato… Francisca la Brava testimoniò nel 1523 di essere scesa dal letto ‘senza sapere se avesse o no il controllo dei propri sensi’, anche se in successive testimonianze affermò di essere stata del tutto sveglia. A volte mancano del tutto i dettagli, come per esempio sugli angeli che accompagnavano la Vergine; oppure Maria è descritta al tempo stesso come alta e piccola, come madre e figlia: caratteri che suggeriscono inconfondibilmente uno stato onirico. Nel ‘Dialogus de miraculis’, scritto attorno al 1223 da Cesario di Heisterbach, le visioni della Vergine Maria da parte dei chierici si presentano spesso durante il mattutino che veniva celebrato a mezzanotte, quando i chierici erano più soggetti a colpi di sonno.
Perché in un luogo popolato da poche migliaia di persone, era necessaria una visione di un personaggio così illustre come la Madre di Dio per far riparare un santuario o per ordinare alla gente di astenersi dalla bestemmia?
Perché la Madonna non comunicava mai messaggi importanti e profetici il cui significato potesse essere riconosciuto in anni  posteriori come qualcosa che poteva essere emanato solo da Dio o dai Santi?
Un comportamento del genere non avrebbe creato una situazione molto favorevole alla causa della Chiesa cattolica nella sua lotta mortale contro il protestantesimo e contro il razionalismo?
Non abbiamo invece nessuna apparizione che metta in guardia la Chiesa contro l’accettazione, per esempio, dell’illusione di un universo incentrato sulla Terra, o contro la complicità con la Germania nazista: due argomenti di considerevole importanza morale oltre che storica, su cui il papa Giovanni Paolo II ha ammesso - cosa che si deve scrivere a suo merito - che la Chiesa ha sbagliato. Neppure un santo ha criticato la pratica di torturare e ardere sul rogo ‘streghe ed eretici’.
PERCHE’?
Quelle persone (ancor oggi) dalla vita unica, ed esemplare… non erano e non sono al corrente di ciò che accade e stava accadendo? Non capivano e non comprendono che era ed è un male...?
PERCHE’?

(Carl Sagan, Il mondo infestato dai dèmoni) 















domenica 6 dicembre 2015

I PELLEGRINI DI DIO (33)



















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ogni infamia sarà cancellata (e donata a chi neppur l'ha pensata) (32)

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I pellegrini di Dio (34)














...Non è necessario lavorare a lungo sul campo per intuire che per la
maggior parte degli animali la scala del tempo e delle distanze è diver-
sa dalla nostra.
Le loro dimensioni, i loro metodi di locomozione, la natura degli ostacoli
che devono affrontare, il mezzo in cui si muovono e la lunghezza dell'inte-
ra vita sono tutti diversi...
In precedenza, a causa della facile analogia con la migrazione umana e del-
la tendenza a pensare soltanto su scala umana, i biologi trattano il compor-
tamento migratorio come un evento speciale nelle vite degli animali.
Esaltavano le grandi distanze e le straordinarie capacità di orientamento.




Oggi si tende invece a differenziare meno nettamente la migrazione dalle
altre forme di movimento degli animali (e delle piante). Il seme dell'acero
che discende a spirale verso il fondo della foresta, la farfalla che vola zig-
zando in un prato estivo, e la Sterna paradisiaca lanciata nel suo viaggio
autunnale di quasi 20.000 chilometri cercano in fondo la stessa cosa: un
ambiente più favorevole alla loro crescita e alla sopravvivenza.
Inoltre, oggi gli scienziati intendono i movimenti degli animali in termini
di sensi dell'orientamento che ancora non conosciamo, come la capacità di
individuare un campo elettromagnetico o di usare come guida gli echi dei
suoni o le differenze nella pressione atmosferica.




Quando discutono le migrazioni su vasta scala come quelle delle oche
delle nevi, i biologi postulano un''area familiare' per ogni animale e quin-
di parlano del suo 'home-range' all'interno di quell'area, che include i ter-
ritori dell'inverno e dell'estate, il territorio per la riproduzione e tutti i cor-
ridoi migratorii.
L'area familiare include l'intero paesaggio di cui un animale ha qualche
nozione, una conoscenza che acquisisce principalmente tramite l'esplora-
zione del territorio adiacente al 'home-range' durante l'adolescenza.




L'intensa esplorazione nell'adolescenza, a quanto ne sappiamo, è comune
a tutti gli animali. La scienza ipotizza che questa esplorazione assicuri la
sopravvivenza di un gruppo di animali familiarizzandoli con le alternative al
loro 'home-range' dove possono cercare un rifugio nei casi di emergenza.
Un interrogativo che insorge a proposito dell'utilizzo di un 'home-range' è
questo: in che modo gli animali trovano la strada per raggiungere le parrti
del loro alterno pellegrinaggio dell''home-range' che non hanno mai visto?
e quando vi giungono, come fanno a sapere che per loro saranno benefiche?




Le risposte a questi quesiti ci sfuggono tuttora; ma la reazione è ciò che
chiamiamo pellegrinaggio-migrazione, e abbiamo qualche idea del modo in
cui gli animali riescono a compiere tali viaggi.
Molti esseri viventi, incluse certe creature primitive come gli anemoni di ma-
re possiedono una sorta di memoria spaziale e la usano per trovare la loro
strada nel mondo.
In parte questa memoria, sembra, possedere una base genetica, e in parte
viene appresa durante i viaggi con i genitori e le esplorazioni. Sappiamo che
gli animali usano una considerevole gamma di sensi per orientarsi da un luo-
go all'altro, per localizzare se stessi nello spazio e per 'imparare' un ambien-




te: ma quali siano i sensi (naturali) che vengono usati, e in quali combinazio-
ni, e quali informazioni vengono immagazzinate... finora a questo proposito
possiamo soltanto formulare qualche ipotesi. Molti di noi hanno della migra-
zione-pellegrinaggio la visione di movimenti su larga scala, di uccelli che ar-
rivano nelle zone dove svernano, di salmoni che risalgono i fiumi, di 'wilde-
beest', zebre e gazzelle che si spostano sulle pianure dell'Africa Orientale.
I movimenti di questi ultimi animali coincidono con la caduta delle piogge
nell'ecosistema Serengeti-Mara; e la loro migrazione annuale, approssima-




 tivamente circolare nella scia delle piogge, rivela una meravigliosa, com-
plessa rete di benefici per tutti gli organismi interessati: erbivori, erbe e
predatori.
Il tempismo di questi eventi, la produzione dei semi delle erbe, la deposi-
zione del letame, l'arrivo delle piogge, la nascita dei piccoli, sembra perfet-
tamente fortuito, una fusione di esigenze e di soddisfazioni che indusse....
quanti esaminarono per primi gli eventi a parlare d'un DISEGNO DIVINO....

(Prosegue...)
















giovedì 3 dicembre 2015

OGNI INFAMIA SARA' CANCELLATA (e donata a chi neppur l'ha pensata) (31)












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E morì come visse: urlando e bestemmiando (30)

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Ogni infamia sarà cancellata (e donata a chi neppur l'ha pensata) (32)











Nutrivamo una fede dubbiosa e quasi priva di ogni credibilità intorno
al prossimo centesimo che come 1300 era alle porte.
Era giunta al Pontefice Romano la voce che così grande era la forza
di quell'anno da promettere, a chi si fosse diretto alla Basilica di Pie-
tro principe degli Apostoli, di avere in sorte la piena cancellazione
di tutte le colpe.
Quindi il pio Padre ordinò che fossero consultati gli avvertimenti de-
gli antichi libri. Non venne per essi in luce appieno ciò che si cerca-
va: forse per la negligenza dei Padri (se è lecito toccare la loro fama)




o per il turbine degli scismi e delle guerre che aveva squassato trop-
po spesso Roma, non si trova alcuna traccia per i libri andati perdu-
ti, o perché la cosa era più opinione che verità, mentre nel Patriar-
chio Lateranense sedeva lo stesso Pontefice, nasce il centesimo...
E' cosa mirabile: quasi per tutta la giornata del primo gennaio rima-
se come occulto il segreto della perdonanza.
Ma calando la sera il sole, e fino quasi al silenzio della notte fonda,
svelatosi in breve quel mistero ai Romani, questi si affrettano a frot-
te alla santa Basilica di Pietro, calcandosi si affollano all'altare, l'un
l'altro si ostacolano, sicché era difficile avvicinarsi, come se col fi-
nire di quel giorno stimassero che il termine della grazia finisse o
almeno della maggiore.




Che vi si fossero recati o perché li muovesse una qualche predica
fatta nella basilica al mattino sul centesimo o Giubileo, o di loro
volontà o attirati da un segno celeste, il che è più credibile, che ri-
cordasse il passato e avvertisse del futuro, non possiamo dire.
Dopo questi inizi, sempre più la fede e il pellegrinaggio dei citta-
dini e dei forestieri aumentò.
Certuni affermavano che nel primo giorno del centesimo si cancel-
lava la macchia di tutte le infamie e le colpe, nei rimanenti che vi
fosse una indulgenza di cento anni; e così per quasi due mesi con-
servavano ambre le speranze insieme col dubbio per quanto accor-
ressero numerosi e, nel giorno che a tutto il mondo viene mostra-
ta la venerabile immagine che si suol chiamare Sudario o Veronica,
assai più del solito, in turbe fitte.
(Prosegue....)