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Quarto Potere (53) &
Venerdì
Prosegue in:
Il giudizio di sé (nel bilancio della vita) (56)
Un tempo, sino alla fine degli anni Settanta,
e prima dell’avvento della grande “Terza Rivoluzione” (mediatica-informatizzata-globalmente-industrializzata)
con i nuovi relativi approcci verso un futuro ben previsto sin dall’alveare di
Mandeville al 1984 di Orwell, e poi ancora, i giusti ‘presentimenti’ di Dick;
potevamo contare, se pur in un mondo globalmente già più contestato, una certa
vivibilità con tutto ciò che ancora rimaneva del variegato mondo ‘naturale’, e
per ‘naturale’ intendesi tutto quei rapporti sociali ove il fato ed il
sentimento ancora governati non tanto da
una ferrea legge del calcolo, ma al contrario da una ‘casualità’ che via via è
stata estirpata (rimembrando il Sessantotto il quale ha generato i controversi
anni Settanta per poi approdare al nuovo non ancora del tutto ‘digitalizzato’ avvento
degli anni Ottanta…, poi la grande svolta, la grande attesa conquista e
rivoluzione che ne deriva…).
Sì! Riconosciamo o meglio riconosco nei ‘media’
della nuova generazione un vero approccio con una certa realtà della
comunicazione così come si è soliti concepire l’odierna vita, ma il Filosofo
nel ‘Pensiero Liquido’ esplicitato (di cui la recente scomparsa… del filosofo
non certo dell’oggetto da lui rilevato e rivelato il quale tra l’altro gode di
ottima salute nei suoi quanto altrui micro-componenti…) ravvisa un serio e più
patologico comportamento derivato; il che ne consegue una attività sociale
delegata ai nuovi media i quali null’altro che un incalcolabile strumento di
Potere per fini non certi giustificati tantomeno graditi rispetto chi ha
delegato ed affidato il ‘tutto’ di cui la Finestra del mondo alla Parabola del
nuovo secolo innestato.
Il comportamento sociale che ne consegue dalla
‘muta-comunicazione-espressa’ che ne deriva dal piccolo telefono fino alla
Finestra del nuovo mondo, comporta una inaspettata globale ascesa della
violenza frutto della graduale perdita di quei valori - che se pur esaltati in
nome e per conto del libero arbitrio globalmente digitalizzato -, in verità e
per il vero, un più serio isolamento derivato e raccolto qual vero frutto
saziare - nella globalità omaggiata e unitamente condivisa - alieno Sé
nell’iper-egocentrismo innestato - perdendo graduale terreno su quel senso
spirituale sino a qualche decennio orsono ancora presente e non del tutto
rimosso… Con il calcolo preventivato del ‘fato’, con il calcolo preventivato di
ogni realtà trascesa e mutata tanto da farci ragionare senza nessuna pretesa
politica il saggio comportamento non meno del pensiero della lucida previsione
del Guénon, più volte e non a caso citato, e come dicevo, dal Filosofo quanto
dal sottoscritto (senza tal pretesa, visto che anch’io umile autodidatta in
codesta presa di coscienza) ugualmente evidenziato, una patologica estranea
aliena (occidentale & mondiale) crisi comportamentale che da tutto ciò ne
deriva.
Sicché esplicitando un autore come Swedenborg
da me più volte letto e studiato, posso indicare - qual simmetrica presa di
coscienza nel moderno trasposta barattata per ‘altro’ (giacché è sempre
indicato ‘pazzo’ qual agnello sacrificato) circa ugual complementare ‘nuova
illuminazione’ in riferimento ad un libro (poi un ottimo film derivato), di cui
l’improvvisa folgore della nuova Visione scaturita e maturata ha ispirato
quella stessa coscienza rimossa in quanto verità circa l’invisibile realtà
della vita.
Per Swedenborg il tutto nacque in un caffè,
in un bar, nel moderno nostro teatro similar concetto in una ‘diretta televisiva’
ove il personaggio futuro veggente in difetto di indice di gradimento reclamare
la momentanea ‘caduta di ragione’ apostrofando i suoi ascoltatori (lettori per
lo Swedemborg anche lui illuminato in medesima ‘caduta’…):
“ Signore e signori, vorrei a questo punto annunciare che io sarò
costretto ad abbandonare questo programma fra due settimane, perché ho un basso
indice. Dato che questa era l’unica cosa che mi dava soddisfazione nella vita,
ho deciso di suicidarmi: mi farò saltare le cervella durante questo programma,
fra una settimana. Quindi, martedì prossimo mettetevi in ascolto. Le pubbliche
relazioni avranno una settimana per promuovere lo spettacolo. L’indice d’ascolto
dovrebbe salire alle stelle: cinquanta punti, almeno. (Howard) [in diretta televisiva] ”
Ed ancora…
“ Ieri notte sono stato svegliato da un sonno inquieto poco dopo
le due del mattino da una voce stridula, sibilante, senza volto. Non riuscivo a
individuarla sulle prime, la stanza era molto buia. Allora dissi: ‘Mi spiace,
dovrai un po’ alzare la voce’. [...] Il suo tono si alzò un po’: ‘Io voglio che
tu dica la verità alla gente. Il che non può essere facile, perché normalmente non la
vuole sapere’. E io dissi: ‘Stai scherzando? Che diavolo ne so io della
verità?!’. Ma la voce mi disse: ‘Non preoccuparti della verità, io ti metterò
le parole in bocca’. E io dissi: ‘Cos'è questo, il roveto ardente? Io mica sono
Mosè!’ E la voce rispose: ‘Io non sono Dio! Che cosa c’entra questo?’. E la
voce andò avanti: ‘Non credere che io ti parli di verità eterna o verità
definitiva o verità assoluta, ti parlo di verità umane, transitorie,
temporanee. Non mi aspetto che voi siate capaci di verità – ma per la miseria!
– se non altro avrete l’istinto di conservazione!’. E io dissi: ‘Perché io?’. E
la voce disse: ‘Perché parli alla televisione, sciocco! Tu hai quaranta milioni
di americani che ti ascoltano e dopo stasera potresti averne cinquanta milioni!
Per la miseria, non ti chiedo di attraversare la nazione con il saio e le
ceneri a predicare l'Apocalisse, tu sei alla TV amico!’. Così ci ho pensato su
un momento e poi ho detto: ‘D’accordo’. (Howard) [in diretta televisiva] ”…
Infatti per entrambe i due
personaggi ora trattati, l’indice di lettura per il primo - e di ascolto per il
secondo, lievitano ad una percentuale
inattesa fino alla parabolica universalità del nuovo cielo dello Spirito
acclamato (ed a capitoli ed a puntate diluito) da ugual ‘furore’
successivamente rimosso (per l’anima di un diverso commercio ed al contrario
virtualmente innestato) per medesimo ‘indice’ di cui ben altra ‘materia’
governare la nuova quanto antica dottrina il regno terreno della vita così come
quello dell’odierna esistenza… E lo scontro che ne deriva degli accademici
dell’universale ‘doppia-coscienza’ Unitaria & Comunitaria - divisi ma uniti
opposti ma convergenti (sette o otto che
siano rispetto a milioni da cui l’Anima-Mundi negata non meno della terrena e cosmica coscienza ben controllata) - frutto di un Dialogo memorabile per
la teatralità quivi rappresentata così come l’intero antico dramma della vita…
“ Lei ha osato interferire
con le primordiali forze della Natura, signor Beale, e io non lo ammetto, è
chiaro?!
Lei crede di aver fermato solo una trattativa di affari e invece
non è così. Gli arabi hanno portato miliardi di dollari fuori da questo
paese e ora ce li devono riportare. È il flusso e riflusso, l’alta e bassa
marea, il giusto equilibrio ecologico. Lei è un vecchio che pensa in
termini di ‘nazioni’ e di ‘popoli’… Non vi sono nazioni, non vi sono popoli;
non vi sono russi, non vi sono arabi; non vi sono Terzi Mondi, non c’è nessun
Ovest. Esiste soltanto un Unico, un Solo Sistema di Sistemi: uno, vasto e
immane, interdipendente, intrecciato, multivariato, multinazionale, dominio dei
dollari: petroldollari, elettrodollari, multidollari, reichmark, sterline,
rubli, franchi e shekels! È il Sistema Internazionale Valutario che
determina la totalità della vita su questo pianeta. Questo è l’ordine
naturale delle cose, oggi.
Questa è l’atomica e sub–atomica e galattica struttura delle cose
oggigiorno. E lei ha interferito con le primordiali forze della Natura!
E lei dovrà espiare. Capisce quello che le dico signor
Beale?
Lei si mette sul suo piccolo teleschermo da 21 pollici e sbraita
parlando d’‘America’ e di ‘democrazia’…
Non esiste l’America, non esiste la democrazia!
Esistono solo IBM, ITT, AT&T, Dupont, DOW, Union Carbide e
Texo. Sono queste le nazioni del mondo, oggi. Di cosa crede che parlino i
russi ai loro consigli di Stato? Di Carlo Marx? Tirano fuori diagrammi di
programmazione lineare, le teorie di decisione statistica, le probabili
soluzioni, e computano i probabili prezzi e costi delle loro transazioni e dei
loro investimenti: proprio come noi. Non viviamo più in un mondo di
nazioni e di ideologie, signor Beale: il mondo è un insieme di corporazioni,
inesorabilmente regolato dalle immutabili, spietate leggi del business. Il
mondo è un business, signor Beale: lo è stato fin da quando l’uomo è uscito dal
magma. E i nostri figli vivranno, signor Beale, per vedere quel mondo
perfetto, in cui non ci saranno né guerra né fame né oppressione né brutalità:
una vasta ed ecumenica società finanziaria per la quale tutti gli uomini
lavoreranno per creare un profitto comune, nella quale tutti avranno una
partecipazione azionaria, e ogni necessità sarà soddisfatta, ogni angoscia
tranquillizzata, ogni noia superata. ”
Talvolta l’arte della vita si esprime ed
esprimeva al meglio per una reale presa di coscienza, facendo risaltare così
come ciò da cui deriva nell’antica maschera del teatro la primordiale forma del
dramma (nel mito rappresentato) di cui la Filosofia, simmetrica realtà alla
globale coscienza nel grande moderno schermo trasposta e rappresentata, se pur
in questi ultimi anni - anzi da più di un ventennio - ho abdicato cotal parola recitata
giacché i teatranti e gli attori veri personaggi del teatro di questa dubbia
sceneggiatura al palco mal interpretata in moderna forma mediatica trasposta al
soldo di ben altra dottrina celata nell’alveare della vita rappresentata…
L’epilogo per il Filosofo rettore del Tempio
rappresentato è pur sempre saggia dottrina… nel finale del breve dialogo….
“ Come tu e tutto quello dell'istituzione della televisione (e
dei nuovi media) toccate viene distrutto. Tu sei la televisione (con tutti i
media) incarnata, Diana (mia dèa): indifferente alla sofferenza, insensibile
alla gioia, tutta la vita si riduce a un cumulo informe di banalità. Guerre,
morti, delitti, sono uguali per voi come bottiglie di birra, e il quotidiano
svolgimento della vita è solo un’orribile commedia. Tu frantumi anche le
sensazioni di tempo e spazio in frazioni di secondo e lunghezza di segmenti.
Sei la pazzia, Diana. Pazzia furiosa e tutto quello che tocchi muore con te. Ma
non io. Non finché potrò provare piacere, sofferenza e amore. [la bacia] Ed ecco il
lieto fine: marito ribelle si ravvede e torna dalla moglie con la quale ha
stabilito un lungo e duraturo amore. Donna giovane e senza amore abbandonata
alla sua antica solitudine. La musica aumenta trionfalmente. Pubblicità finale.
Ed ecco alcune scene del film della prossima settimana. ”
(Prosegue)
(Prosegue)