CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

domenica 31 marzo 2019

L'ORA LEGALE


















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...Lei caro signore...

Prosegue nei dovuti e contesi...

Diritti d'Autore...(Prima)  &

Seconda Parte














Finalmente un buon motivo per iniziare la giornata con più allegria che non sia la tristezza con cui la malattia non men del principio che costantemente l’ispira da ognuno inalato come una ‘peste’ antica e rinnovata - al contrario di come dovrebbe esser celebrata la Storia -, nella costante festosa ascesa del vecchio e nuovo partito del potere: un potere antico solo da chi ‘astemio’ di Storia può celebrarne rinnovato motto, e  mai ‘ubriaco’ idealismo perseguitato avversarne il principio: principio accompagnato e cementato assiso ed unito ma disgiunto nel futuro araldo d’un veleno congiunto e da ognuno celebrato soprattutto se ‘italiano’, giacché lo sponsor o ‘papero’ dell’intero spettacolo eletto rappresentano un male troppo antico di cui solo parlarne e di cui composto renderebbe cotal paesaggio celebrato un depresso ‘sito’ da dove ogni esule fuggirebbe come sempre è stato e ancor minacciato.




Ed in attesa del catastrofico rinnovato evento da tutti sponsorizzato e respirato qual unico ‘elemento’, come annunciavo, ‘papero’ e ‘legato’ accompagnato e colonnello permettendo, una notizia fa sorgere la speranza di una Primavera nuova, la stessa Primavera che sconfisse una grande oligarchia morente, ma grazie al fiero popolo italico risorgerà più forte e potente di pria… una Primavera cementata accompagnata da qualche ‘rondellina’ non meno da fieri colonnelli da cui non perì un sol Uomo, ma da statistiche generazionali civili e non solo diritti… bensì accompagnati ed attesi come quel deputato ‘vigilato’ lungo la via giacché la Parola non men della Rima poco gradita…




Il nome non nominiamo sarebbe un’offesa alla rinnovata astemia Storia celebrata, solo il cognome giacché un Matteo condividerne non certo il destino di chi apostolo di libertà e chi all’opposto celebrarne il contrario motto… crocefisso…

…Ragion per cui fiduciosi nell’ora legale in questa alba trionfare imporre il giusto Tempo della Storia,.. e ci scusino allorché i signori colonnelli della politica leggeranno quanto ora espresso giacché lo sterco  celebrato avrà giusto onorato familiare globale consenso con solo il premio d’una (futura) corrotta poltrona un buon seggio ed una buona pensione per rinnovare il male di cui ne combattiamo il deleterio principio di questo e trascorso Tempo non certo andato…

Se solo dovessero apostrofare ed urlare violento dissenso tele-comandato per quanto in quest’hora detto leggano le statistiche di cui lo sterco si accompagna alla civiltà proclamata ed eletta per ciò che concerne la loro Storia… non men che la fedina macchiata ma pur sempre ‘lavata’ e ‘rinnovata’…



La candidata anti-corruzione Zuzana Caputova ha vinto le elezioni presidenziali della Slovacchia, divenendo il primo capo di stato femminile del paese. La Caputova, che non ha quasi nessuna esperienza politica ha sconfitto l’avversario Maros Sefcovic dal partito di governo al secondo ballottaggio. Ha vinto le elezioni come una lotta tra il bene e il male. L’elezione, infatti, segue l’omicidio di un giornalista investigativo avvenuto l’anno scorso. Jan Kuciak stava esaminando i legami tra i politici e il crimine organizzato quando è stato ucciso con  sua fidanzata nel febbraio 2018. La Caputova ha citato la morte del sig. Kuciak come una delle ragioni per cui ha deciso di candidarsi alla presidenza. Con  tutti i voti scrutinati ha vinto con il 58% contro il 42% di Sefcovic. Ha ottenuto consenso come avvocato non solo in Slovacchia ma anche nel mondo ottenendo il prestigioso premio Goldaman quando ha vinto una causa contro una discarica illegale della durata di 14 anni. (BBC news)




Iniziamo a far un po’ di sana Economia!

Primo!

Cos’è mai codesto premio che l’apostolo del nazional consenso votato acclamato e accompagnato non ha ancor vinto?

[esclama l’italiano non men del ‘germano’ in industriosa ascesa e rinnovato amoroso conflitto volare alti nei cieli e non certo braccati solo, taluni dicono, latitanti da fucili disarmati di diritti vilipesi e non certo armati…]  

Almeno che non sia una bustina?

Presto detto signor mazzetta adesso le illumino la lampadina (se non ancor accesa…!):



E’ il più grande premio al mondo per onorare gli attivisti ambientali di base.

Il Goldman Environmental Prize onora gli eroi ambientali di base dei sei continenti della terra: Africa, Asia, Europa, Oceania, Nord America, Centro America e Sud America.

Il Premio riconosce le persone per sforzi sostenuti e significativi per proteggere e migliorare l’ambiente naturale, spesso con un grande rischio personale. Il Premio Goldman considera i leader ‘di base’ come coloro che sono coinvolti negli sforzi locali, dove il cambiamento positivo viene creato attraverso la partecipazione della comunità o dei cittadini alle questioni che li riguardano. Attraverso il riconoscimento di questi singoli leader, il Premio cerca di ispirare altre persone ordinarie a intraprendere azioni straordinarie per proteggere il mondo naturale. 




Ed allor, sia per l’italiano quanto il germano non men del papero rinnoviamo un po’ di acclamata industriosa economia… da cui il volo d’ognuno qual primo principio indiscusso…




Il territorio della Slovacchia è ricoperto dai boschi e dalle foreste per il 39%, in particolare nella fascia centro - settentrionale del Paese, nella Regione dei Monti Tatra Bassi e Monti Tatra Alti. Ai margini delle pianure e sui versanti più bassi prevale la vegetazione di latifoglie (querce soprattutto). Ad altitudini superiori (tra i 700 e i 1300 metri) domina il faggio che riveste i versanti dei Piccoli Carpazi, dei Monti Metalliferi e dei Beschidi Orientali.

Le montagne oltre i 1250 metri d’altezza sono ricoperte da fitte estensioni di conifere rappresentate essenzialmente da abete rosso, fino ai 1850 metri di quota, oltre ai quali si estendono le tundre di alta montagna. Localmente, come nelle valli del Hron e del Hornad, compare anche l’abete bianco e sui versanti più elevati dei Monti Tatra il pino. Latifoglie di pianura (frassini, olmi, ontani) compaiono nella regione danubiana, insieme con praterie e zone coltivate. La fauna selvatica delle foreste comprende tipici mammiferi come orsi, lupi, cinghiali. Numerose sono le località di interesse naturalistico e le aree paesaggistiche protette.




Dei parchi nazionali il più esteso è quello dei Bassi Monti Tatra (860 km2) con l’area carsica della Demänovska dolina (valle della Demänovka). La valle Demänovská è una delle più belle valli nei Bassi Monti Tatra.

ll parco nazionale degli Alti Monti Tatra (510 km2), al confine polacco, costituisce un ambiente alpino di straordinaria importanza per le sue caratteristiche geomorfologiche e biogeografiche. Qui si trova la cima più alta della Slovacchia – Gerlachovsky stít (2655 m s.l.m.) che una volta portava il nome dell’imperatore Francesco Giuseppe e dopo il nome di Stalin. Il monte Krivan rappresenta un simbolo nazionale ed ha preso il nome dalla sua forma caratteristica, inclinato.

Le vette di granito di Tatra si ergono orgogliosamente sulla frontiera della Slovacchia con la Polonia e la loro cima è spesso coperta dalle nuvole. Le valli profonde formate dai ghiacciai preistorici, sono popolate di fauna e flora alpina. I laghi montani “pleso” raccolgono l’acqua dei ghiacciai che si sono sciolti migliaia di anni fa.




Il parco nazionale di Pieniny, anch’esso al confine polacco, ma di dimensioni più limitate (21 km2), comprende un’area percorsa dalle gole del Dunajec ( fiume che scorre lungo il confine) che ha qui inciso profondamente strati di rocce calcareo-dolomitiche: tra i suoi endemismi che vegetano all’ombra di una maestosa foresta di faggi (Fagetum carpaticum) sono da ricordare il Chrisantehmum zawadskii varietà pieninicum e l'Arabis corymbiflora.
Altri parchi sono: il Parco Nazionale Paradiso Slovacco, Muranska Planina, Del Carso slovacco e Parco Nazionale Mala Fatra.

La catena dei monti Malá Fatra si estende per 50 km nella Slovacchia nordoccidentale; Velky Kriván (1709 m) è la vetta più alta. Nel cuore del parco nazionale si trova Vrátna, una splendida valle montana con pendii coperti da boschi. Le possibilità di effettuare escursioni a piedi sono diverse e comprendono le semplici piste turistiche nelle foreste e i panoramici sentieri lungo la catena montuosa. Nel periodo invernale la valle si trasforma in una frequentata località sciistica. Si trovano numerose strutture ricettive ( ristoranti e pernottamenti). Il Malá Fatra è raggiungibile in giornata da Zilina, la principale città della Slovacchia centrale, piacevole da visitare. (consolato onorario della Repubblica slovacca)















giovedì 21 marzo 2019

NO AQUA VERDE MA PETROLIO NERO (ecco cosa in verità stanno facendo)



















Precedenti capitoli:

L'ultima ammucchiata ad Aqua Verde  &

In difesa di quelle parole....&

Espedienti Legali

Prosegue con le...






















Rondelline di primavera...














Lo scorso ottobre, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) ha pubblicato un rapporto sobrio sugli impatti devastanti che il nostro mondo affronterà con 1,5° C di riscaldamento - per non parlare di 2° C - mentre definirà la traiettoria delle emissioni che le nazioni del mondo devono prendere se vogliamo avere qualche colpo a rispettare il limite di 1,5° C.

Questa decima relazione annuale sulla relazione sui combustibili fossili è stata ampliata notevolmente. Il rapporto rivela i percorsi che le banche hanno intrapreso negli ultimi tre anni dall’adozione dell’accordo di Parigi e ritiene che il finanziamento complessivo della banca continui ad essere allineato con il disastro climatico.

L’aggiunta di prestiti e sottoscrizioni da 33 banche globali all'intero settore dei combustibili fossili rivela risultati crudi: banche canadesi, cinesi, europee, giapponesi e statunitensi hanno finanziato combustibili fossili con 1,9 trilioni di dollari dall’adozione dell’accordo di Parigi (2016-2018), con finanziamenti in aumento ogni anno.

Il finanziamento dei combustibili fossili è dominato dalle grandi banche statunitensi, con JPMorgan Chase come il maggior finanziatore mondiale di combustibili fossili con un ampio margine.

Vengono inoltre esaminati il ​​supporto delle banche per 100 grandi aziende che stanno espandendo i combustibili fossili, dato che non c’è spazio per nuovi combustibili fossili nel bilancio mondiale del carbonio.

Le banche hanno continuato a supportare queste aziende con $ 600 miliardi negli ultimi tre anni. Questo rapporto valuta anche le politiche globali orientate al futuro delle banche in materia di combustibili fossili, valutandole sulle restrizioni al finanziamento per l’espansione dei combustibili fossili e gli impegni di eliminazione progressiva del finanziamento dei combustibili fossili su una traiettoria allineata a 1,5° C. Mentre alcune banche hanno intrapreso passi importanti, le principali banche globali non sono riuscite a stabilire traiettorie adeguate per affrontare la crisi climatica.

L’informativa valuta anche le politiche bancarie e le pratiche relative al finanziamento in alcuni sottosettori chiave per i combustibili fossili, con classifiche e gradi politici su:




Tar Sands Oil: RBC, TD e JPMorgan Chase sono i maggiori banchieri di 30 principali produttori di sabbie bituminose, oltre a quattro principali società di gasdotti di sabbie bituminose.

Petrolio e gas artico: JPMorgan Chase è di gran lunga il più grande banchiere del petrolio e del gas artico, seguito da Deutsche Bank e SMBC Group.

Petrolio e gas ultra-profondi: JPMorgan Chase, Citi e Bank of America sono i migliori banchieri, ma nessuna delle 33 banche ha politiche per limitare in modo proattivo i finanziamenti per l'estrazione di acque ultra-profonde.

Fracked Oil and Gas: il finanziamento è in aumento negli ultimi tre anni e Wells Fargo e JPMorgan Chase sono i maggiori banchieri del fracking nel suo complesso. In particolare, supportano le aziende chiave attive nel bacino del Permiano, l'epicentro di un'ondata globale di produzione di petrolio e gas che minaccia il clima.

Gas naturale liquefatto (LNG): le banche hanno finanziato le principali società di costruzione di terminali di importazione ed esportazione di GNL in tutto il mondo con 46 miliardi di dollari dall’accordo di Parigi, guidato da JPMorgan Chase, Société Générale e SMBC Group.

Carbone: il settore minerario del carbone è dominato dalle quattro principali banche cinesi, guidate da China Construction Bank e Bank of China. Sebbene molte banche europee e statunitensi abbiano politiche in atto che limitano i finanziamenti per l'estrazione del carbone, il finanziamento totale è diminuito solo di 3-5 punti percentuali ogni anno.

Potere del carbone: il finanziamento dell’energia del carbone è anche guidato dalle banche cinesi - Bank of China e ICBC in particolare - con Citi e MUFG come i principali banchieri non cinesi del carbone.




Il capitolo sui diritti umani di questo rapporto mostra come le aziende produttrici di combustibili fossili siano sempre più ritenute responsabili dei loro contributi ai cambiamenti climatici, ma i finanziamenti per queste società rappresentano anche un crescente rischio di responsabilità per le banche. L'industria dei combustibili fossili è stata più volte legata alle violazioni dei diritti umani, comprese violazioni dei diritti delle popolazioni indigene e delle comunità a rischio, e continua a fronteggiare un assalto sempre crescente di cause legali, resistenza, ritardi e incertezza politica.

Il recente rapporto dell’IPCC sugli impatti di un aumento della temperatura globale di 1,5° C mostra chiaramente la direzione che il mondo deve prendere e la traiettoria delle emissioni che dobbiamo raggiungere. Le banche devono allinearsi a quella traiettoria finendo i finanziamenti per l'espansione, così come per questi particolari riflettori di combustibili fossili, impegnandosi nel complesso a eliminare gradualmente tutti i finanziamenti per i combustibili fossili su un calendario conforme agli accordi di Parigi.




  
dichiarazioni


Alison Kirsch, Climate and Energy Lead Research presso Rainforest Action Network:

“Allarmante è un eufemismo, questo rapporto è un allarme rosso: l’enorme scala in cui le banche globali continuano a pompare miliardi di dollari in combustibili fossili è assolutamente incompatibile con un futuro vivibile: è un insulto alla logica, alla scienza e all'umanità che l'innovativo Accordo sul clima di Parigi, il finanziamento per i combustibili fossili continua ad aumentare: se le banche non abbandonano rapidamente il loro sostegno all’energia sporca, il collasso planetario dei cambiamenti climatici causati dall'uomo non è solo probabile, è imminente.

Johan Frijns, direttore di BankTrack:

“Siamo di fronte a un sempre più aggravante impatto dei cambiamenti climatici in tutto il mondo e l’ultimo rapporto dell’IPCC fornisce un severo termine del 2030 per i tagli profondi delle emissioni globali di CO2 necessarie per evitare la completa disgregazione climatica, ma le banche continuano a sborsare miliardi all’industria dei combustibili fossili, annunciando qui piccoli aggiustamenti politici e approvazioni della più recente iniziativa ‘finanza responsabile’ senza denti. Ci si chiede cosa diavolo ci vorrà che le banche finalmente cambino rotta e abbandonino completamente il settore dei combustibili fossili. i prossimi AGM bancari del prossimo anno, armati con le nuove scioccanti scoperte di questo rapporto.

Tom Goldtooth, direttore esecutivo della rete ambientale indigena:

“Queste banche stanno finanziando un futuro che costerà il benessere delle prossime sette generazioni di vita e oltre La profezia indigena ora incontra la predizione scientifica. Madre Terra e Padre Cielo sono sbilanciati. La conoscenza indigena e la scienza occidentale richiedono chiaramente che dobbiamo smobilitare rapidamente dai combustibili fossili per evitare il disastro climatico completo: qualsiasi istituzione finanziaria che si rifiuti di agire dovrebbe essere privata della sua licenza sociale per operare ed essere ritenuta responsabile dei propri investimenti.

Stephen Kretzmann, direttore esecutivo di Oil Change International:

“Siamo in un buco nel clima: ci sono persone che costruiscono scale, e pensano che possiamo arrivare in cima, ma ci sono anche persone che fanno pale, e ogni giorno scavano il buco più a fondo. Non credo che saranno in grado di raggiungere la cima se il buco diventerà molto più profondo Le banche in questo rapporto stanno finanziando la gente con le pale, destinando miliardi all’espansione delle riserve di combustibili fossili che, una volta bruciate, assicureranno il fallimento dell’Accordo sul clima di Parigi: finanziare l’espansione di qualsiasi parte del settore petrolifero, del gas o del carbone è ora chiaramente negazione del clima, e chiediamo che si fermi.

Rappresentante della campagna Ben Cushing, Sierra Club Beyond Dirty Fuels:

“In un momento in cui la scienza ci dice che dobbiamo passare rapidamente all’energia pulita, le principali banche americane si stanno mettendo dalla parte sbagliata della storia continuando a offrire un assegno in bianco all’industria dei combustibili fossili. il finanziamento della distruzione del clima diventerà sempre più forte e più potente fino a quando queste banche non riceveranno il messaggio e appoggeranno il loro sostegno per i combustibili fossili sporchi una volta per tutte”.

Tara Houska, Campaigns Director of Honor The Earth:

“Le istituzioni finanziarie stanno finanziando la distruzione del nostro pianeta: la crisi climatica è una realtà che sarà condivisa da ogni essere vivente, abbiamo bisogno di cambiamenti, ne abbiamo bisogno ora, è una questione di sopravvivenza condivisa a cui le banche devono rispondere. bere denaro.

BANKTRACK

(Per gli altri componenti della banda... circa statistiche a mitraglia offerta al G.lissimo Lipaci il qual saluto con rispettosa stima)











 

domenica 17 marzo 2019

L'ULTIMA AMMUCCHIATA AD AQUA VERDE



























Precedenti capitoli:

L'invisibile Impero (radio-attivo) &

Prevenire meglio che curare...

Prosegue in...














Difesa di quelle parole... (testo in italiano...) &

Espedienti legali
















...Parole aggettivi avverbi punteggiatura senso idea trama assenso e dismesso negato consenso ammucchiate in difetto della vera trama similmente come il cielo sconnesso ove si svolge cotal intricata inquinata avvelenata sceneggiatura in attivo della propria linfa e mai sia detto il contrario di quanto da inutili diluito e distillato nel velenoso creato così mal-mente composto ci vorrebbe una virgola forse meglio un aggettivo qualificato competente riconoscere zolla e creato ed eletto al parlamento d’una cultura negata ci vorrebbe la punteggiatura tanto per fermare il pensiero ma a codesto compito ingrato hanno eletto ed incaricato uno strano mercenario in difetto di fosforo abdicato ad una macchina al silicio iper connesso al cantiere d’un cimitero dimenticato convinto di poter abbattere l’albero ove appenderemo e mitraglieremo il sorriso apostrofato dell’idiota incaricato dallo stato nel segreto motto e araldo ci vorrebbe una trama ma forse è meglio una risata sì una bella risata offerta con il resto che rimane della banda neppure armata al generale Pancio mentre controlla la radiolina giù nella Kaverna lo abbiamo apostrofato nella divisa motivo del conflitto dell’ammucchiata ci vorrebbe un 





regista lo abbiamo barattato per la trama del treno collassato all’arma impropria divenuta araldo e fucina d’una mitraglia alla grammatica a lui poco gradita preferisce l’avverbio a tinta unita d’una ubriaca di-visa parole ammucchiate in salita nell’altrui discesa con il fosforo annunziato in attesa del principio con cui si forma ogni reale intelletto ci vorrebbe la virgola d’un trapianto convenuto e congiunto nell’arteria d’un fiume aqua verde con annesso il cinese manovalanza affine alla rotaia tibetana convenuta per l’opera economicamente accordata connessa e abdicata ad una macchina priva della dovuta coscienza dettare tempo improprio scandire ed ispirare la mitraglia della nausea e la grammatica farsi uomo parole ammucchiate e selvagge complice la natura in questo inizio d’apocalittico macello nominato millennio ci vorrebbe la maestrina puttana del tempio non meno del tempo infatti non ha tempo dovuto abbracciata con il compare suo nuovo amore legati a miglior cantiere comporre ammucchiata nella eterna sgrammatica dialettica natura e quando i pochi rimasti superstiti camminano come la verità che li accompagna avanzare oltre lo schermo iper-connesso e salvare l’anima perseguitata divisa e frammentata d’un’antica dottrina 




profeti uccisi e derisi elementi braccati grandine improvvisa pioggia sconnessa nel deserto d’un falso profeta senza neve o gelo per la salita divenuta discesa vento improvviso dal nucleo fino al cielo uno sparo avanza e marcia ne falcia migliaia senza la complicità di nessun elemento detto… in eterna attesa dell’arma confermare l’ordine e l’antica dottrina… ci vorrebbe una virgola un punto non solo il riso accompagnato ad uno sputo così vien detto e profetizzato più che annunziato… il predicatore del quinto elemento ciarla non conoscendo l’alchemica dottrina avanzando inciampa sulla nuova ecologia di stato divisa nell’atomo attimo inalato nella passività d’ogni elemento al popolo dato e diluito alto nel tetto la parabola attende sentenza ma l’indigeno non meno dell’indiano ben anestetizzato in dolce raccoglimento sperando nel motto… ed il botto all’improvviso polverizza un sogno riunito ed assiso allo stesso medesimo tavolo quando gli fu negata la terra misurata e promessa in nome d’un falso dio pubblicizzato e come lui inchiodato qualcuno al di sopra delle mura edificate al di sopra anche di quelle da un merlo punta e mira schivo il colpo abbraccio il verbo




 di dio sparo a mitraglia neppure un punto interrogativo neppure una virgola neppure uno esclamativo o punto e virgola né minuscolo né maiuscolo nessuna ferita nessuna grammatica in bella divisa abbiamo rubato anche quella la terra trema e suda il sangue sprofonda trema anche il fiume si spacca la vallata che tiene ferma l’ultima diga quando l’attraversammo con il carico della nostra dottrina il cinese ci puntò il binario d’uno sparo e non ci fu dato il tempo di rendere omaggio a maddalena la vergine profanata ed immolata al safari dell’eterna ingorda avventura con lei avrei voluto danzare nell’aqua verde del nostro eterno amore divenuto ammucchiata selvaggia ricarico l’arma non meno della mitraglia spero non si inceppa l’ultimo modello conteso alla finestra dell’eterno guardiano mi guarda ed impreca rinnova promessa aggiorna invoca la divisa gli sparo dritto alla fronte per lui non c’è posto nel turing creato l’indiano mi sorride spara e mira hanno visto la freccia spegnersi e smorsarsi svolto continuo la corsa alta nel tetto la parabola attende sentenza per la carneficina ma l’indigeno ferito ora anestetizzato in dolce raccoglimento sperando nel motto… ed il botto 




all’improvviso polverizza un sogno rinato schivo il colpo abbraccio di nuovo il verbo di dio sparo con la grammatica rimata ultimo modello a mitraglia marciata su quella faccia di vacca maiale ingrassato alla fattoria del progresso dopo aver abdicato le squame ad una falsa evoluzione l’orango o orso aspetta la preda risalire lenta il fiume né congo né sogno dismesso solo una bestia in attesa del pasto dovuto per saziare quanto divenuto il profeta annuncia violenza e saccheggio rubo il dente dell’orso ne faccio pistola gli sparo dritto in bocca una in meno da sfamare alle spalle una donna urla dolore e stupro non ha fatto il vaccino dovuto l’ammazzano gli addetti ai lavori fra un intervallo e l’altro d’un sogno anestetizzato e ben predicato se sopravvive dopo il punto d’una sconnessa grammatica la stupreranno nella clinica da campo ove condotta in magistrale dimenticata adunata promessa il comandante urla ed incita impreca e con lui medesima uguale promessa del voto inciampare sul fucile uno solo difettoso dell’intera partita un valoroso decorato al primo atto d’una storia taciuta e di bianco vestita o mascherata ed in divisa sponsorizzata comanda l’attacco chiede vendetta per la




 patria insanguinata nomina ad intervalli scalcia il pavimento kruscev il vice da campo gli dona la sua modello italiano stivale prussiano modello e protocollo d’una antica divisa si baciano fieri ed ammucchiati con il sole al tramonto d’un est reclamare merce contesa in libera ispirazione i pochi né alberi e uomini cadono uno ad uno kurtz ferito predica frammentata dottrina l’ultima volontà d’una vita l’esercito della salvezza nell’orgia selvaggia senza il porto d’una trama o grammatica civilizzata stampata al porto d’ogni dovuta cultura celebrata nella stiva dell’avventura  naufragata spara anche lei nel mucchio compreso il bulgaro disteso quasi morto anche lui come l’intera natura predicata ed ammucchiata rubare pensiero e ricordo avendo per suo conto smarrito dio donna e natura mentre mi aggrappo alla parola ed ad una grammatica vomitata come una mitraglia lancio una granata apro un cratere sul volto ben pensato e dipinto una smorfia di sdegno di dolore per la ferita precipitata nello schifo d’un urlo anche lui colpito nel disappunto senza una virgola senza una trama senza la nota o il pennello così come si ritrae il valoroso volto d’una grammatica motto della vita




l’abito conferma lo sporco d’una natura affine alla dovuta sintassi tradita dimenticando la strofa colpire a mitraglia fino alla cattedra i sismi uniti avanzano e indietreggiano tengono i fili del potere cui aggrappati sponsorizzano il primo e l’ultimo avverbio dato qual miglior tiranno incitano il maestro a miglior grammatica in questo macello mi inchino alla beffa di ugual smorfia ferita del loro consenso deriso ma non morto arrivano i rinforzi l’amplesso ammucchiato rinvigorisce l’amore per la patria ferita qualcuno lontano urla di fucili rubati qualcuno dice ed accenna parla con alberi deceduti e non ancora raccolti nella grammatica impropria d’una guerra taciuta alberi e fucili in attesa del domani annunciato e il predicatore far da conto dei ‘pil’ caduti e mai più tornati all’ovile associato d’un est tramontato o forse risorto la nebbia copre il velo d’un lutto antico per quanto nel campo raccolto l’agenzia avanza regala pacchi dono e speranza ma greta mi porge un mazzolino di fiori e nel loro profumo mi inebrio ed aggrappo di nuovo alla mitraglia l’idiota scalcia colpo da mortaio al dovuto tempo suggerito nel biancore accecante ed immacolato con cui vestito e alla kaverna 




riparato e non visto mi aggrappo di nuovo alla mitraglia andrea mi dicono s’è perso s’è dato alla macchia la kaverna lo perseguita il pianista intona un nuovo motivo di colore sarà acclamato nella stessa kaverna dove falco notturno sentinella dell’intero bosco l’impiccherà nell’albero più alto del mare navigato mentre ne fischia il motivo convenuto e al prezzo pattuito al bar destinato dopo un fiasco di buon dionisio assieme bevuto indossa anche lui lo stivale d’una marcetta dopo la dovuta mancietta annunziata da giano il locale più acclamato al saloon di stato calzato alla moda convenuta stivale alto e forato in cima ben trapuntato là ove si profila il ginocchio o forse solo una montagna infortunata il treno vi passa veloce attendono la dinamite servita come aperitivo al tavolo dell’ultima cena divenuta beffa ultra veloce ad alta gradazione graduata in conflitto con l’arma non men che l’intera foresta vogliono scardinare e conquistare l’ultima vallata di questa ammucchiata selvaggia selvaggi permettendo così il generalissimo franco per sua natura potrà cavalcarne lo storico prestigio abdicato al bufalo da campo l’ultimo modello acquistato ed ancora non del tutto pagato fischiano pallottole l’ultimo




 giudice del mio ed altrui destino aspetta anche lui il treno viaggia super lento e veloce per ugual medesimo vapore l’ultima miccia gli esplosa fra le mani d’un greco addormentato non avendo prefigurato il disastro divenuta ammucchiata selvaggia ed ora iper-connessa il giudice suo collega aspetta anche lui il treno mi tiene ferma la mano nel ricordo di ciò che stato e perito non vuol salire su quello stesso treno ora che ho resuscitato il sogno passato mi asciuga la fronte punto la pistola rubata all’aguzzino sparo e ne ferisco qualcuno domani saranno più di prima l’annunciatore alla stazione pronuncia il luogo tace il nome l’arma non in regola e in difetto della dovuta grammatica dal calcio al tamburo preferisce diversa contesa diversa musica è raccomandato dalla kaverna non ricorda il fischio o il fiasco della melodia neppure la trama corretta della dovuta grammatica al primo binario incaricato il carbone intanto concima l’intera vallata non meno della locomotiva né scende né sale all’indice di gradimento rubando parola ad un giallo fin nel ventre del binario fin nel ventre della stiva senza amore e decoro colpisce e mutila sarà giustiziato alla stazione successiva ad ammucchiata conclusa e più velocemente di quanto immaginato sono ferito grondo sangue dalla kaverna comandato e delegato ed al teschio promesso…  presto berrò aqua verde senza saper d’esser morto…   









        






martedì 12 marzo 2019

CONFLITTI DI INTERESSI






































Precedenti capitoli:

La scelta....     ....Di un mondo più nuovo...
















Accompagnata dall'invisibile odierna danza della

morte (alla memoria di D. Luigi Simoncelli 6/11/931 - 10/2/970)

Prosegue verso...

Clusone...














Nairobi, parte l’Assemblea per l’Ambiente dell’Onu ricordando le vittime del volo Ethiopian 


Tra le vittime dello schianto di un aereo dell’ EthiopianAirlines in Etiopia avvenuto domenica 10 marzo ci sono anche delegati che erano diretti all’Assemblea sull’Ambiente delle Nazioni unite a Nairobi, in programma dall’11 al 15 marzo. 

Aprendo la plenaria, il presidente dell’Assemblea ambientale Onu e ministro dell’ambiente estone, Siim Kiisler, ha chiesto ai delegati nella sala, molti dei quali vestiti di nero e in lutto.      



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[ Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres  si è detto ‘profondamente rattristato per la tragica perdita di vite nell’incidente aereo vicino ad Addis Abeba’ e ha inviato le sue ‘sincere condoglianze e solidarietà alle famiglie delle vittime e ai loro cari, compresi quelli dei membri dello staff delle Nazioni Unite, nonché sincere condoglianze al governo e al popolo etiope’.

Nel disastro aereo avvenuto pochi minuti dopo il decollo da Addis Abeba sono infatti morte due italiane, Virginia Chimenti e Maria Pilar Buzzetti del World Food Programme dell’Onu che stavano andando in Kenya insieme a loro collegi di altre Agenzie Onu per partecipare all’UN Environment Assembly – Innovative Solutions for Environmental Challenges and Sustainable Consumption and Production, che si svolgerà da oggi al 15 marzo nella capitale Nairobi.

Il compito del Programma alimentare mondiale dell’Onu è quello di salvare vite umane in situazioni di emergenza e cambiare vite di milioni di persone attraverso lo sviluppo sostenibile. Il Wfp lavora in più di 80 Paesi in tutto il mondo, fornendo cibo alle persone coinvolte in conflitti e disastri e gettando le basi per un futuro migliore. Il direttore esecutivo del Wpf David Beasley è affranto: ‘Oggi è profondamente triste per il Programma alimentare mondiale, poiché siamo in lutto per i sette membri dello staff del Wfp che hanno perso la vita nella tragedia della compagnia aerea etiopica. Il Segretario generale delle Nazioni Unite mi ha chiamato per esprimere la sua solidarietà e il suo sostegno alla famiglia del Wfp, e voglio ringraziare lui e tutti gli altri in tutto il mondo per le loro espressioni di condoglianze. Mentre piangiamo, riflettiamo sul fatto che ciascuno di questi colleghi del Wfp era disposto a viaggiare e lavorare lontano dalle loro case e dai propri cari per contribuire a rendere il mondo un posto migliore in cui vivere. Quella era la loro chiamata, come lo è per il resto della famiglia del Wfp. Piangiamo anche la perdita dei nostri colleghi di altre agenzie delle Nazioni Unite che sono morti e chiediamo a tutti di tenere nei loro pensieri tutti coloro che hanno perso i propri cari’.

Nel disastro aereo ha trovato la morte anche la giovane  italiana Rosemary Mumbi ed è stata praticamente distrutta la dirigenza della piccola Onlus bergamasca Africa Tremila: scomparsi il suo presidente Carlo Spini, la moglie Gabriella e Matteo Ravasio, tre colonne portanti dell’associazione che realizza programmi umanitari a breve e medio termine; impiegando esclusivamente volontari spontanei. Africa Tremila opera prevalentemente in ambito sanitario, anche realizzando o adeguando strutture specializzate, come il padiglione delle malattie infettive in Malawi, il centro sanitario di prima assistenza nel Ladak, e il policlinico dello Zimbabwe. I tre volontari bergamaschi dovevano andare in uno dei Paesi più martoriati e bisognosi dell’Africam, il Sud Sudan. Per portare il materiale per completare il nuovo Il nuovo centro sanitario di Juba. La loro morte è una tragedia per Africa Tremila e per i sud-sudanesi che contavano sul loro cuore generoso e sugli interventi medici che garantivano.

Nel disastro aereo è morto anche Paolo Dieci, presidente del Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli (Cisp) e di rete LinK 2007, un’associazione di coordinamento consortile che raggruppa importanti Organizzazioni non governative italiane. Il Cisp ha annunciato con ‘immenso dolore la perdita di Paolo Dieci, uno dei suoi fondatori, uno dei suoi più appassionati soci e più competenti cooperanti, il suo Presidente. Il nostro meraviglioso amico. Il mondo della cooperazione internazionale perde uno dei suoi più brillanti esponenti e la società civile italiana tutta perde un prezioso punto di riferimento. La visione di una società più giusta, coesa, egualitaria, che ha guidato Paolo nel suo impegno in Italia e nel mondo continuerà a guidare il nostro lavoro. Ci stringiamo attorno alla moglie, ai figli e alla famiglia tutta di Paolo e promettiamo loro di continuare ad onorare la sua memoria mettendo in pratica tutto ciò che da lui abbiamo imparato, provando ad avere la sua stessa lucidità nell’analizzare i problemi delle società contemporanee, la sua stessa perseveranza e pazienza nel provare a risolverne almeno una parte, la sua stessa preparazione e competenza nella realizzazione di ogni singola azione, progetto, programma. Oggi ci sentiamo tutti soli. Da domani, però, ricominceremo a lavorare per affermare i diritti di ogni essere umano in qualsiasi parte del mondo si trovi, così come avrebbe fatto Paolo, con instancabile tenacia. Ciao Paolo’.

Anche l’altro italiano vittima del disastro aereo era un personaggio conosciuto:  l’archeologo e assessore alla cultura della Regione Siciliana ” Sebastiano Tusa. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha detto: ‘E’ una tragedia terribile, alla quale non riesco ancora a credere: rimango ammutolito. Perdo un amico, un lavoratore instancabile, un assessore di grande capacità ed equilibrio, che stava andando in Kenya per lavoro. Un uomo onesto e perbene, che amava la Sicilia come pochi. Un indimenticabile protagonista delle migliori politiche culturali dell’Isola’.

Dopo aver rivolto un pensiero alle famiglie e agli amici delle persone rimaste uccise, la presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, María Fernanda Espinosa Garcés, ha ricordato che ‘questa è una rotta molto usata dai molti combattenti  per il bene dell’Africa’ e le immagini di morte che ci giungono da Bishoftu, le vite di queste persone generose spezzate mentre coltivavano i loro sogni e lavori per la giustizia e l’eguaglianza, rendono ancora più tristi e assurde le frasi sentite in questi ultimi anni e mesi sulle ONG e l’Onu paragonate a scafisti e ad affaristi.

Quegli italiani morti in uno sperduto posto di una nostra ex colonia dovrebbero essere il nostro orgoglio, la nostra speranza, il nostro restare umani. Invece ogni giorno persone splendide e preparate si trovano a rappresentare, nei consessi internazionali, o in una baraccopoli o in un villaggio sperduto assediato dalla fame, dalla guerra e dalla malattia, un Paese che ha voltato loro le spalle, che dopo aver detto “aiutiamoli a casa loro” infama e disconosce chi lo fa davvero, per lavoro e/o volontariato, comunque con passione, intelligenza e sacrificio.

Un Paese (una buona parte del Paese che è anche al governo) che non capisce queste donne e questi uomini generosi, un Paese troppo incanaglito ed egoista per riconoscersi nella pietà cristiana e nella solidarietà laica.

Una Paese che guarda con occhi asciutti e cuore indurito i rottami di quell’aereo che ha incenerito vite, speranze e progetti, mentre l’altra metà dell’Italia piange i suoi eroi “normali”, il loro e il nostro destino in questi tempi bui e dolorosi. Tempi che persone generose, libere e appassionate riescono però ancora a rischiarare. ]







Oltre 4.700 tra esponenti politici, dirigenti aziendali e rappresentati della società civile si sono dati appuntamenti in Kenya con l’obiettivo di trovare soluzioni innovative con cui rispondere alle sfide ambientali.  Ma molte delle vittime dell’incidente di un aereo Ethiopian Airlines ci sono persone che lavoravano per il Programma alimentare mondiale (Wfp), per l’agenzia per i rifugiati (Unhcr), per l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), per l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao).  

“La comunità ambientalista oggi è in lutto.

Molti di quelli che hanno perso la vita erano in viaggio per venire a partecipare e sostenere l’Assemblea per l’Ambiente dell’Onu”, 






lo si legge in una dichiarazione dell’Agenzia per l’Ambiente dell’Onu di Nairobi: 

“Abbiamo perso funzionari dell’Onu, giovani delegati che venivano l’Assemblea, esperti scienziati, accademici ed altri partner. L’intera Assemblea onorerà la loro memoria con i nostri sforzi questa settimana”.   

 Aprendo la plenaria, il presidente dell’Assemblea ambientale Onu e ministro dell’ambiente estone, Siim Kiisler, ha chiesto ai delegati nella sala, molti dei quali vestiti di nero e in lacrime, di osservare un minuto di silenzio.







Sarà a Nairobi anche il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa

“Andrò lì a rappresentare il Governo e la Repubblica italiana per portare il nuovo percorso, la nuova visione ambientale affrontata in Europa al Consiglio dei ministri per l’ambiente, che ci pone in una posizione di leadership ambientale.” 

prosegue Costa:

“Il pensiero va e alle persone che hanno perso la vita nell’incidente dell’Ethiopian Airlines. Andavano in buona parte all’assemblea Onu per parlare di ambiente e perché lì si traccerà un percorso globale per la tutela ambientale del pianeta”.






Obiettivo del forum ambientale più importante del mondo è capire come salvare il pianeta dal  cambiamento climatico e dal sovrasfruttamento delle risorse.

Si parlerà delle soluzioni innovative per risolvere le sfide climatiche, come la geoingegneria, e dall’altro di produzione e consumo sostenibili; si affronteranno temi critici, come lo stop allo spreco   alimentare, il sostegno alla decarbonizzazione delle economie e l’inquinamento da plastiche in mare. Su quest’ultimo fronte il Wwf  ha lanciato una mobilitazione per chiedere un Trattato legalmente vincolante per tutti i Paesi del mondo.








Un altro tema importante è quello delle nuove tecnologie, dalle soluzioni per rimuovere la CO2 dall’atmosfera agli aerosol iniettati nella stratosfera per bloccare i raggi solari e nell’Assemblea si discuterà una risoluzione in materia.  

“Il tempo stringe”, ha evidenziato Joyce Msuya, direttrice esecutiva ad interim dell’Unep, che in una lettera agli Stati membri ha chiesto:

“coraggio e risolutezza” nell’affrontare le sfide ambientali.