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Bum-Bum Bang-Bang
Verità scientifica e verità telogica: in difesa degli eretici
Prosegue in:
Verità senza tempo: la scelta
…La mafia - ogni mafia - avversa al Diritto
così come alla Verità con il proprio ‘culto dell’ignoranza’ ben seminato
coltivato e curato - o se preferite - allevato come una bestia nemica e
contraria a qual manifesta ipotesi di cultura accompagnata alla stessa (Verità detta), come un
tempo non troppo antico minaccia impreca calunnia e intimidisce, e quando può,
ove in suo potere, colpisce i nemici non graditi per propria mano o per incarico
abdicato e delegato… a chi nemmeno sospettiamo…
Da ciò ne ricaviamo che siede pasciuta e
tranquilla alle più alte vette del Palazzo…
La mafia - ogni mafia - come il miglior Paradiso
comandato avversa la mela qual ipotesi di conoscenza (o semplice pagina neppur
ben compresa) dell’altrui Pensiero affine alla Verità così come la Giustizia circa l’interpretazione come dovrebbe esser ‘letta’
la vita, ed in questa secolar Genesi in cui ne rimembriamo e rinnoviamo le
antiche odierne stracciate gesta, vorrei ricordare a cotal mafiosi i quali si
affannano come o più del povero ‘Tobia’ in ogni orto e via anche se talvolta
accompagnati da valorosi graduati indegni della propria mimetica divisa, che
ogni Libero Arbitrio affine alla civiltà con cui si costruisce degna Natura
giammai sarà intimidito e neppur taciuto solo ed eccetto con la violenza che
contraddistingue ogni deviata malata natura la qual non certo superiore alla statura
di Dio il quale vigila e vede ciò di cui si compone ogni Dottrina affine alla Sua
Legge nominata divina…
Dar voce alla Natura non solo atto e motivo
della dovuta compiuta Dottrina, ma principio di conoscenza taciuta avversa a
chi si affanna a soffocare l’Opera - ogni Opera compiuta e da compiere - e non
certo materiale compimento tradotto nel falso componimento d’una Genesi avversa
alla Verità come al retto saggio Principio così come l’Evoluzione e con essa la
Vita…
La Natura saprà adeguatamente rispondere circa
ogni Elemento offeso della propria Statura in maniera avversa e di certo poco
gradita per ogni deviata dottrina poco affine alla Via… nella dubbia morale con
cui si accompagna e compone la propria ed altrui bassezza…
….
Giungendo in città, la dogana gli aveva visitato i bauli frugando tra
gl’indumenti sin la più insignificante minuzia, mentre nella maggior parte
delle altre città d’Italia questi funzionari si contentavano che gli venissero
semplicemente mostrati, e oltre a ciò gli avevano tolti i libri (o meglio,
diciamo rubati… anche se poi restituiti) trovati, allo scopo di esaminarli, e
questo richiedeva tanto tempo, che chi avesse dovuto servirsene poteva ben
considerarli perduti; si doveva poi tener conto che i criteri erano così
strani, che un libro di preghiere alla Madonna, per il solo fatto di essere
parigino e non romano, risultava sospetto, e del pari quelli di certi dottori
tedeschi contro gli eretici, ché – per confutarli – ne menzionavano gli errori.
Dopo alcuni
mesi trascorsi nella capitale, mi vennero restituiti i Saggi, purgati secondo
l’opinione dei monaci dottori (per mio conto è sempre un furto…). Il maestro
del sacro palazzo aveva potuto formarsene un giudizio soltanto dalla relazione
d’un frate francese, nulla comprendendo della nostra lingua, ma rimase tanto
pago dalle spiegazioni da me fornite su ogni punto riprovato da quel francese,
che rimise alla mia coscienza di emendare quanto giudicassi poco conveniente.
Di
rimando lo supplicai di volersi attenere all’opinione di chi aveva già espresso
un giudizio, riconoscendo che in alcuni casi – come l’esser ricorso alla parola
‘fortuna’, l’aver citato qualche poeta eretico, l’aver giustificato Giuliano e
la riprovazione del fatto che chi prega deve essere esente da qualsiasi cattivo
pensiero…..
(M. de
Montaigne, Viaggio in Italia)
Rapidi e baldanzosi, distogliamo l’occhio da questi sereni campi e
cieli medievali, per posarlo sui più caratteristici esempi di paesaggio
moderno.
La prima cosa che ci colpisce, o almeno credo dovrebbe colpirci, è la
loro nuvolosità…. Ormai fuori dalla luce perfetta e dall’aria immota, ci
troviamo improvvisamente trasportati sotto i cieli foschi e in un vento
vorticoso.
Con incostanti raggi di sole in viso, o addirittura inzuppati da
improvvisi rovesci di pioggia, siamo costretti a ricercare le tracce dei
cambiamenti delle ombre, o a guardare gli squarci di luce attraverso nuvole
minacciose. Troviamo che, mentre tutto il piacere per l’uomo medievale stava
nella ‘stabilità’, nella ‘precisione’ e nella ‘luminosità’, da parte nostra ci
si aspetta che gioiamo nell’oscurità ed esultiamo nel cambiamento; e ancora,
che poniamo le basi della felicità su cose che da un momento all’altro possono
mutare o svanire; e infine che pensiamo di ottenere la massima soddisfazione ed
istruzione da ciò che è impossibile fermare e difficile comprendere…..
…. Legato a questo amore per la libertà troviamo una singolare
dimostrazione d’amore per le montagne, che porta i nostri pittori ad
attraversare i luoghi più selvaggi del mondo alla ricerca di soggetti con
sfondi dirupati e distese purpuree.
Pochi tra essi si accontentano di piante cimate e terre pianeggianti; e
si tratta sempre di uomini di terz’ordine. I grandi maestri, invece, pur non
rifiutando la bellezza delle pianure, riservano loro massime capacità per
dipingere vette alpine o promontori italiani.
E’ inoltre rilevante che questo piacere derivato dalle montagne non si
mescoli mai alla paura, o non sia mai mitigato da uno spirito meditativo, come
accadeva per i medievali. E’ sempre libero e ardimentoso, brioso e stimolante e
assolutamente istintivo.
Il pittore avverte che il suo sfondo montano può essere animato con
maggior ragione da un uomo sportivo, piuttosto che da un eremita; la società
moderna, poi, va in montagna non per digiunare, ma per festeggiare, e
abbandonando i ghiacciai li lascia coperti di ossa di pollo e gusci d’uovo.
Connessa a questa assoluta mancanza di solennità dello scenario
montuoso, esiste una diffusa disposizione profana nei confronti di tutto il
resto della natura: cioè, una totale mancanza di fede nella presenza di
qualunque divinità in questo ambito.
Mentre l’uomo medievale non dipingeva mai una nuvola, se non come
sostegno per un angelo, e un Greco non entrava mai in un bosco senza aspettarsi
di incontrare un dio, noi riterremmo l’apparizione di un angelo su una nuvola
assolutamente innaturale e saremmo seriamente sorpresi di incontrare un dio in
qualsiasi luogo. La prima idea che associamo a un bosco è quella della caccia
di frodo…..
…. Non cercherò di definire qui i vari modi in cui questi risultati
potranno probabilmente realizzarsi, perché ciò implicherebbe un trattato
sull’educazione, sugli usi della storia naturale e sul probabile futuro destino
delle nazioni.
I grandi impulsi meccanici dell’epoca, di cui la maggior parte di noi è
così orgogliosa, rappresentano solamente una febbre passeggera, per metà
speculativa e per metà infantile. La gente scoprirà infine che le vie regie non
possono essere di ferro più di quanto possano essere di polvere; che, dunque,
non esistono vie regie verso luoghi dove valga la pena di andare; che se ci
fossero, in quello stesso istante non ne varrebbe più la pena – intendo dire
fintanto che le cose da ottenere possono essere in qualche modo stimate in
termini di prezzo.
Perché due sono le categorie di cose preziose al mondo: quelle che Dio
ci regala – sole, aria e vita (mortale e immortale); e quelle per cui chiede
mercede; queste cose preziose di secondaria importanza – vino, latte o terreni
– possono essere comperate solo con una determinata somma di denaro, mai con
meno.
Nessun imbroglio o baratto riuscirà ad ottenere un prodotto a metà
prezzo dall’‘azienda’ della natura. Vogliamo essere forti? – dobbiamo lavorare.
Essere affamati? – dobbiamo digiunare.
Essere felici? – dobbiamo essere gentili.
Essere saggi? – dobbiamo guardare e pensare.
Nessun passaggio da un luogo all’altro condotto a cento miglia all’ora
e nessuna cosa realizzata a gran velocità, ci rende e renderà minimamente più
forti, più felici o più saggi.
Nel mondo c’è sempre stato più di quanto gli uomini, pur camminando
così lentamente potessero vedere, non lo vedranno certo meglio affrettandosi.
Ed infine, ben presto, si renderanno conto che tutte le loro grandi invenzioni
per conquistare (come pensano) spazio e tempo in realtà non conquistano nulla;
perché spazio e tempo sono, nella loro essenza, inconquistabili ed inoltre non
necessitano di alcuna conquista, necessitano di essere usati.
Uno sciocco desidera sempre abbreviare spazio e tempo, un saggio vuole
allungarli entrambi. Uno sciocco vuole uccidere tempo e spazio, un saggio vuole
prima conquistarli e poi animarli.
(Prosegue....)
(Prosegue....)
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