CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

sabato 24 luglio 2021

LA SPIRALE (13)

 










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Con il 'Giallo' del cieco armato 


& Il racconto della Domenica,


ovvero ECOMAFIE RIUNITE








Ora andiamo al concetto di spirale:  Spirale una linea retta avente la sua origine nel polo e ruotante intorno ad esso, è detta vettore radiale; un punto che viaggi lungo il vettore radiale in definite condizioni di velocità viene a descrivere la curva spirale (definiamo la forma innanzitutto).

Abbiamo due differenti spirali: la prima o Spirale di Archimede - se una semi retta gira uniformemente intorno alla sua estremità, un punto che allo stesso modo si muove di moto uniforme lungo di essa descriverà una spirale uniforme …o anche se, mentre il vettore radiale ruota uniformemente intorno al polo, un punto P si muove di moto uniforme lungo di esso, questo punto descriverà una Spirale Uniforme o di Archimede, è chiaro che una Spirale di Archimede può essere paragonata ad un lungo cilindro avvolto su se stesso. 

La seconda invece e al contrario, non viaggiando a velocità uniforme, ma aumentando la velocità man mano che si muove lungo il vettore radiale allontanandosi dal polo, creerà una Spirale Equiangolare o Logaritmica. Scoperta da Cartesio nel 1638, dimostrò che la caratteristica di suddetta spirale è che raggi ad angoli uguali rispetto al polo risultano in proporzione continua, e inoltre dimostrò che le distanze misurate lungo la curva, partendo dalla sua origine nei punti di intersezione di un qualsiasi raggio sono proporzionali alla lunghezza dei raggi stessi, ne segue che i settori tagliati da raggi successivi a uguali angoli vettoriali sono simili l’uno all’altro sotto ogni riguardo, e ne segue ancora che tale curva può essere considerata una figura che cresce continuamente senza mutare la sua forma.

Inoltre: nelle strutture la curvatura è essenzialmente un fenomeno meccanico e la osserviamo nelle strutture flessibili quale risultato di un piegamento ...ma né le conchiglie, né i denti, né gli artigli, sono strutture flessibili, essi non sono stati piegati per accudire la loro particolare curvatura, ma sono cresciuti ricurvi. 

Nell’accrescimento di una conchiglia non possiamo concepire nessuna legge più semplice di questa, che cioè il suo allargamento e il suo allungamento devono avvenire secondo una proporzione invariata: ed è questa semplice legge che la natura tende a seguire. La conchiglia, come l’organismo in essa contenuto, cresce in grandezza ma non cambia di forma, e l’esistenza di questa costante relatività di accrescimento o costante similitudine di forma è essenziale e può essere presa come base della definizione della Spirale  Equiangolare. 

E’ caratteristica peculiare delle conchiglie a spirale, che esse non alterano la loro forma mentre crescono. Ogni incremento è simile al precedente e ogni ciclo di accrescimento rimane della  forma primitiva.

(D’Arcy W. Thompson, Crescita e forma)




 Tutta questa lunga ed interessante disquisizione di Thompson per aver ben chiari i parametri dei ragionamenti a venire (e spiegare i precedenti). Il nostro viaggiatore in rete, o il cliente dell’agenzia di viaggio, o il semplice uomo comune che si adegua ai ritmi sociali a cui sottoposto, compone una costante crescita simmetrica al mondo e alla natura a lui circostante, e quindi un equivalente danno ambientale nel momento in cui si crea una proporzione fra la fattibilità del desiderio…

 

(Volontario, manifesto o innestato, grazie a nuovi e sofisticati procedimenti psicologici che non muovono sui bisogni effettivi e naturali alla base del ‘polo’ della spirale, ma ne creano di nuovi, a cui l’uomo successivamente si adegua, convinto di aumentare le sue potenzialità di moto e accrescimento naturali,variando condizione e premessa matematica alla base di essa.

 

Passando da una forma all’altra di spirale.




Il turbine di una ossessione che nasce da una patologia, da uno stress, da una schizofrenia, da un disagio, e anche da una sopravvivenza, danno forma e contenuto al primo gruppo di Spirale descritta. Il mutamento, la crescita (industriale non compatibile), lo sfruttamento petrolifero, e molti altri esempi di accrescimento li possiamo visualizzare nella forma e movimento di una Spirale di Archimede. Ciò sotto certi aspetti è normale, se compatibile con l’ambiente per cui il motivo di tale innesto matematico, ma quando questo tende a modificare l’armonia di ciò che lo precede, e da cui è nato e per cui si sviluppa, si crea quella disarmonia totale che ci porta a convergere su questa ed altre disquisizioni, cui spesso, nostro malgrado, siamo costretti ad intervenire, per non dissociare la nostra forma ed il calco di essa, in una condizione molto simile a quella dei moderni ed antichi Creazionisti. 

La lenta progressione dall’origine del creato, fino alla semplice forma di una conchiglia, fino alle cose cui ci appartengono e che forse molto spesso non abbiamo notato hanno una uguale simmetria di crescita e moto. Questa l’abbiamo evidenziata nel calco e nella forma di una Spirale Equiangolare. Distaccarci da tal forma e contenuto, disconoscere queste proporzioni, trascurare queste simmetrie, ignorare tali verità nascoste, non porta molto lontano l’intuizione di Archimede. La sua inventiva rispetto alla natura, rimarrebbe, oltre che riduttiva, anche deleteria. L’uomo non può far altro che apprendere, osservare, imitare, e per quanto possibile, attenersi e conformarsi all’originale. Questa semplice regola è alla base non solo dell’Ecologia, ma della reciproca armonia che possiamo migliorare, nella coabitazione evolutiva con l’intero Creato.)




…del viaggio e la sua moderna e veloce immediatezza con tutte le possibilità economiche che ci permettono di realizzare tale intento. Inoltre i mezzi e le strutture di cui necessitiamo per soddisfare tali bisogni.

Infatti mi accorgo sempre più spesso che l’ambiente viene modellato per le esigenze dell’uomo, questa frattura fra due diversi spirali porta alle catastrofiche conseguenze a cui nostro malgrado siamo costretti ad assistere. 

Proseguendo, ora, il Viaggio nel Viaggio, torniamo sui luoghi abbandonati - cui Ulisse con la sua Vela coprire le velate membra di Sara - mi fanno compagnia ispirando Pensiero e dedotto  Elemento, e dove questa ed altre considerazioni occupano i miei ragionamenti, mentre altri privi di pensiero sfrecciano in (e con) cilindri di moto e forma. Fra una sgomitata ed una smorfia (il progresso conosce e si riconosce nelle sue ‘espressioni’ di accrescimento che lo caratterizzano quale ‘verbo’ di una sola lingua di un sol ‘abito distinto’ e possibilmente marcato, di una sola ‘volontà’, di una sola ‘certezza’ scritta nella ‘smorfia’ della ricchezza… quale moneta della più assoluta volgarità rispetto alla bellezza della Natura…) ho considerato tali proporzioni:




 Fra l’immutato e il mutato.

Fra il nuovo e l’antico.

Fra il vecchio e il giovane.

Fra il torrente ed il suo letto.

Fra la valle (montana) ed il resto che la circonda.

Fra la casa e lo spazio da essa occupato.

Fra il loro divertimento ed il mio.

Fra il loro pensare ed il mio.

Fra la mia Chiesa e la loro.

Fra il piccolo e il grande.

Fra il compatibile ed il lusso gratuito.

Fra il rispetto ed il danno.

Fra la ricchezza e la povertà.

Fra la natura e l’uomo.

Fra il bene ed il male.

 ...Ed infine… fra la vita e la morte.




E’ chiaro che una Spirale di Archimede può essere paragonata ad un lungo cilindro avvolto su se stesso, è anche chiaro che il raggio che si accresce in maniera uguale nel succedersi delle volute aumenterà in progressione aritmetica e sarà uguale a una certa quantità costante moltiplicata per l’intero numero di giri, o, in termini più precisi, moltiplicata per l’intero angolo di cui ha compiuto la rivoluzione, ed è anche chiaro che il raggio incontrerà la curva con un angolo che cambierà lentamente ma continuamente tendendo a diventare un angolo retto man mano che le volute aumentano di numero e diventano sempre più circolari.

(D’Arcy W. Thompson, Crescita e forma)




  E’ scontato che gli uomini di fronte ai loro bisogni, alle loro economie, alle loro urgenze, alle loro ambizioni, alle loro necessità, difficilmente seguono il corso della natura. Non certo quello che è l’interesse specifico di una natura che non conosce ambizioni, eccetto quelle individuabili nel motivo e significato della vita stessa. Ma unicamente il lento progredire della propria evoluzione che si misura, non nella corretta applicazione di essa nella consequenzialità degli eventi, ma, un evolversi di ‘progresso’ nel completo regresso nell’ambito del concetto mal definito e mal interpretato di sopravvivenza. 

Il capobranco all’interno di un gruppo di lupi si deve certamente distinguere per le sue doti, difficilmente è in grado di maturare un comportamento a danno di altri, a meno che non intervengono specifici fattori. La sopravvivenza detta la maggior parte delle regole compresa la riproduzione. Il concetto di benessere, inteso come ricchezza o lusso, è termine e condizione disconosciuta nel regno della natura. I lussi sono tutti quei fattori primari affinché l’essere vivente è in grado di soddisfare i suoi bisogni, e la natura in questo contesto possiede una autoregolamentazione nella quale è in grado di mantenere integri i propri equilibri entro i termini specifici dell’evoluzione (segue la costante della Spirale Equiangolare, muta forma ed aspetto secondo tale accrescimento naturale).




Le scoperte e gli studi di Darwin sono serviti a lungo per determinati settori produttivi dell’economia, per applicare logiche estranee, sia alle scoperte derivate dagli studi, sia alla stessa natura dell’uomo. E’ un miracolo evolutivo l’intero nostro meccanismo neurologico, ma dobbiamo imparare a non dimenticare. Innanzitutto ad avere chiari i gradi di evoluzione che ci hanno permesso tutto questo, fin dove ora poggiamo le nostre civiltà. Esse non sono nate in maniera autonoma rispetto all’uomo che pian piano le ha concepite. Ma pur avendo aspetti uguali o simmetrici in ogni luogo, sono il frutto di un grado di evoluzione nato dal rapporto continuo con la terra di appartenenza. Terra che dona il sostentamento per la necessaria affermazione e la pretesa di ogni presunta superiorità misurata con il metro della cosiddetta evoluzione. 

Proprio questo rapporto e il conseguente mutare delle condizioni primarie hanno portato ad uno specifico grado di civiltà. Mutando determinati equilibri, mutano le condizioni di vita. Nella storia questo comportamento ha creato le premesse per delle mutazioni irreversibili, recidendo di fatto quel cordone ombelicale che alcune civiltà cosiddette primitive instaurarono con la terra di appartenenza. Questa evoluzione dell’uomo, che è alla base del principio di conquista con fini più o meno validi, ha convalidato anche il cambiamento di costumi della civiltà sottomessa. Il cattolicesimo fu esportato in ogni terra ‘incivile’, dove gli indigeni privi di un’anima vivevano in comunione con gli elementi, così in ogni luogo vennero studiati indottrinati e poi distrutti (nei  legami di appartenenza con Madre Terra i loro miti vennero mutati a beneficio di una religione di salvezza che troppo spesso era sinonimo di Croce nello stesso motivo non accettato e condiviso, del medesimo patimento di cui gli artefici si facevano, (e fanno) portatori e missionari di un messaggio di pace).




 Conserviamo ricordi in ogni luogo, dal nord al sud del mondo. Ma questo ‘modus operandi’, di fatto oggi sostituito, con un simmetrico sistema di indottrinamento rivolto al suo opposto: cancellazione di principi teologici per una completa conversione a principi consumistici. Sia nel primo che nel secondo caso, il fine è l’annientamento e assoggettamento ad un sistema civile ed economico che avvantaggia gli Imperi che si fanno carico di tale missione. Gli Spagnoli e Portoghesi prima, gli Americani poi, in nome degli stessi principi, hanno conseguito i medesimi risultati.

 

Annientamento e distruzione.




 Pensiamo l’uomo ed il suo comportamento istintuale immutato, rispetto all’animale quale era e da cui evoluto che potrebbero giustificare tale istinto, scopriamo invece l’evoluzione contraddire tale volontà annientatrice. La guerra è il fine per il raggiungimento di tale scopo. Cercherò di esaminare gli aspetti di questi vari comportamenti connessi fra loro. Mai scissi dal principio regolatore di una Spirale che tende a creare (anche con la catastrofe o la forza) e mai mutare radicalmente gente e paesaggi (in un arco di tempo inversamente proporzionale allo stato evolutivo raggiunto). 

Questo per il vero parmi un ‘passo’ difficile e di cui forse non gradita manifesta o velata concretezza, certamente non dal nobile con cui divido tale intento, e la signora che con me dimorano al finestrino della carrozza, ove il Viaggio giammai smarrito, ragione della mia Parola ora che si affaccia questa Spirale dal cielo evoluta. Forma un Tempo incerto a tratti indeciso, un quadro certamente diverso quanto  abituati figurare e narrare la bellezza di un Sogno che pare d’incanto smarrito. Una poesia con cui tracciavamo Passo e Parola, sentieri della nobile lingua evoluta ma ora all’improvviso smarrita (forse perché  ne hanno ‘inventato’ una nuova che esula dal dono della retta Poesia al bosco ove la via apparmi, per il vero smarrita, oggi più di pria, assieme alla fedele compagna Rima, cosicché privati della linfa nello sconcerto e stupore di codesta vita, il verso fuggito e riparato alla caverna del Primo Dio…).




 Potrebbe nascere bufera dal calore torrido del primo mattino, è stato inseparabile compagno per le ricche terre attraversate forgiate nel nome di un Inferno cui il girone abbiamo dimenticato dal troppo sudore patito come mai, per il ricordo seminato e nel fuoco raccolto del visibile panorama narrato. Cui noi, eterni nello Spirito, perimmo e patimmo, ora riflesso nel loro misero ingegno e diletto mentre vediamo perire la crosta su cui evoluta la misera ‘serra’ nella Spirale… febbre di un incubo cresciuto e nutrito. 

E nella fretta di proseguire l’avventura, ragione del nostro esilio, sperare che il ‘passo’ detto possa concedere un po’ del refrigerio cui le vette, di alte difficili e inesplorate vie, sanno affidare quali avventure ed Eresie accompagnate dalla volontà di scoprire e governare antiche e nuove regioni… agli Dèi sconfitti…




(Il ‘dotto’ accademico potrebbe contestare l’azzardo di tale ‘enunciazione’, giacché il suo regno, specchio dell’ingegno giammai eretico, sempre al servizio di un monarca progredito cui servo e signore. Cui araldo e custode nell’ortodosso sermone servito alla mensa della Storia, piatto saporito il quale popolo bracca e divora. La (sua) ‘materia’ potrebbe, come solo giudizio dell’infelice (sua) natura, contestare nel motivo del progresso dominato principio del vero creato. Del resto era scritto fin dall’inizio: ‘verbo’ del Dio saggiamente condiviso all’accademico comandato nel principio del visibile viaggio… rivelato. Nel quale l’uomo, fra l’altro, può godere dei traguardi raggiunti… Nel virtuale di ogni immagine riflessa, in quanto calco e forma, godono ora, nell’inferno ove regna la ‘materia’ dominata, il fuoco di un apocalisse specchio di un inferno di cui solo un Dio (Straniero alla ‘mensa’) potrà opporre giusto giudizio. Giusta sentenza a cui altro ‘verbo’ inutile e inferiore alla Spirale ora contemplata nel rogo quale grido di un ogni elemento perito. Immagine del supplizio cui condannarono il martirio dell’eretica Verità dettata di chi preferì altra conoscenza. Potrebbero, uniti, nel visibile viaggio da ognuno consumato e goduto, tacitato e privato però, del retto nutrimento e arbitrio ragione dello Spirito, contestare anche la pretesa di chi ‘Nulla’ alla ‘materia’ da loro per sempre detta. Da quando, cioè, l’Universo nella Spirale evoluto, Sogno inquisito e braccato immagine del Primo Dio… e nella Spirale perito e taciuto nel Secondo… destino di un diverso ingegno!


(Prosegue...)








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