Precedenti capitoli:
I fogli volanti (13)
Prosegue in:
I due Alberi (15)
La legge di Weber-Fechner (1860) fu uno tra i primi tentativi di
descrivere la relazione tra la portata fisica di uno stimolo e la percezione
umana dell’intensità di tale stimolo. Le sensazioni provate dal nostro
organismo sono le risposte dei nostri sensi agli stimoli fisici provenienti
dall’esterno. I sistemi sensoriali rispondono a stimoli diversi e specifici. A
titolo di esempio, il sistema uditivo percepisce suoni attraverso rapide
variazioni di pressione dell’aria, quello visivo invece percepisce la luce
codificando ed interpretando segnali emessi da una determinata gamma di onde
elettromagnetiche. Questi sistemi di cui disponiamo sono inoltre limitati:
siamo sensibili, infatti, soltanto agli stimoli per cui abbiamo recettori ed
organi di senso.
Detto ciò, ad un certo punto nella storia, qualcuno si è posto un’interessante
e lecita domanda: è possibile misurare le sensazioni?
Uno dei problemi chiave della psicologia (intesa come studio dei
meccanismi mentali) alla sua nascita era la misurazione dei fatti psichici,
cioè l’individuazione di una relazione tra intensità dello stimolo fisico e
intensità della sensazione.
Una scala di sensazioni esisteva già in epoca ellenistica, ed era la
scala delle magnitudini delle stelle, stabilita dall’astronomo Ipparco di Nicea (190 -120 a .C, Nicea
è l’odierna Iznik in Bitinia, Turchia) attorno al 150 a .C. Come scrive Claudio
Tolomeo nell’‘Almagesto’, Ipparco assegna alle stelle latitudine, longitudine e
appunto magnitudine, indicata con un numero da 1 a 6, essendo 1 assegnato alle
stelle di massima magnitudine e 6 a quelle di minima magnitudine. I numeri
dunque esprimono l’intensità della sensazione (un fatto psichico) che
ovviamente è in una qualche relazione con l’intensità luminosa (un fatto
fisico).
I primi tentativi di mettere in relazione gli stimoli con la percezione
umana della loro intensità risalgono al XIX secolo con il contributo del
fisiologo tedesco Ernst Heinrich Weber (1795
- 1878), fondatore della psicologia sperimentale, che effettuò degli
esperimenti in cui potè osservare che aumentando di una certa quantità il peso
di un oggetto tenuto in mano da un uomo, la percezione dell’incremento del peso
era tanto meno accentuata quanto più pesante era l’oggetto. Con un semplice
esempio, se ho in mano un peso di 5
Kg , e ne aggiungo un altro di 500 g , la sensazione di variazione
di peso non sarà come se avessi avuto un peso di 100 g a cui ne aggiungo uno
di 500 g .
A questo proposito, nel 1834, il fisiologo elaborò una legge, chiamata
appunto Legge di Weber: K è la costante di Weber, ΔR è la soglia differenziale
(minima differenza di intensità di stimolo capace di modificare la reazione
allo stesso), R è l’intensità dello stimolo fisico. Da questa constatazione si
può prevedere, quindi, che stimoli fisici al di sotto di una soglia assoluta
non vengono percepiti. Per ciascuno dei 5 sensi sono infatti definite su base
empirica delle soglie assolute di percezione, ossia valori minimi per cui a uno
stimolo corrisponda una reazione:
Vista: percezione della luce di una candela a 48 km di distanza, in una
notte serena e limpida;
Udito: percezione di un orologio meccanico a 6 metri di distanza all’interno
di una stanza silenziosa;
Gusto: un cucchiaino di zucchero in 9 litri di acqua;
Olfatto: una goccia di profumo diffusa nell’intero volume di sei
stanze;
Tatto: la pressione di un’ala di ape fatta cadere da 1 cm di altezza.
Oggi la misura delle soglie di percezione è utilizzata in molte
discipline, anche tecniche, come ad esempio le tecnologie audio e video.
Altro contributo è quello fornito successivamente dallo psicologo
tedesco Gustav Theodor Fechner (1801 - 1887) il
quale, partendo dagli esperimenti di Weber, elaborò un’equazione matematica che
permettesse di quantificare la relazione fra lo stimolo fisico e la sensazione
fisiologica corrispondente (cioè la relazione esistente tra l’anima e la
materia).
Lo psicologo riteneva che ogni materia fosse dotata di un’Anima e la
sua equazione, detta anche formula di Fechner, mette in relazione il mondo ‘spirituale’
con quello materiale. La formula è descritta attraverso una semplice equazione
differenziale: ‘la legge di Fechner-Weber’, fu pertanto enunciata come
segue: ‘perché l’intensità di una sensazione cresca in progressione
aritmetica, lo stimolo deve crescere in progressione geometrica’.
Tale legge ha importanza rilevante nelle percezioni visive, infatti gli
umani hanno una migliore percezione delle differenti tonalità di illuminazione
(contrasto) quando tali tonalità sono scure. In breve, la capacità dell’occhio
umano di discriminare colori scuri è maggiore della capacità di discriminare
colori chiari. Anche se nel corso del XX secolo la psicofisica ha conosciuto un
relativo ridimensionamento di importanza concettuale, all’interno della ricerca
percettologica è tuttora considerata come uno dei principali programmi di
ricerca della psicologia sperimentale. Una disciplina di cui si sentirà
sicuramente parlare in futuro, magari in maniera anche un po’ più approfondita.
(1) (*)
(*) (1) Fatta la dovuta
Introduzione, è nostro, o meglio mio intento, rapportare un concetto privo di
qual si voglia attualità e sentimento alla corretta percezione dell’Anima-Mundi
della Natura che troppo spesso siamo abituati considerare quale oggetto passivo
della nostra avventura terrena nella Genesi della vita. Con l’avvento della rivoluzione
industriale tali principi in riferimento all’Anima - mondo ‘cogitato’ nell’equazione del Tempo -
inferiore e passivo come le fiere ‘bestie’ che talvolta in questo trovano
rifugio e diletto, ad altri, da queste evoluti con cui il beneficio raccolto
dividerne frutti e vita al di sotto del ‘ramo’, essere forse e/o sicuramente,
privi della grande Natura raccolta tutta entro una mela Genesi pregata… E dopo,
posta al rogo assieme al ramo con l’intera ‘creanza’ che così l’ha ben
maturata, calore fuoco e nutrimento per una diversa ortodossa ed inferiore
quanto limitata pretesa di vita… dai più così concepita… Ma io, quale Eretico
(da sempre perseguitato) che con la pianta divido Anima Intento ed Intelletto,
e con questa, i suoi ‘figli’ che popolano il bosco, riparo e fuga da un mondo
troppo piccolo da potersi nominare cresciuto, al pari loro concepisco la nobile
Natura Perfetta nel disegno Primo a cui il Secondo ha abbattuto ogni ricordo. Giacché
in questo ‘motto’ e più ‘nobile araldo’ non arrecare offesa alcuna a colui che
sostò in attesa di un più umano evento, al pari delle bestie che gli fecero
compagnia nel bosco (della vita) e da animali ‘evoluti umani’ ora cacciato in
feroce Tempo… alla nuova ‘terra promessa’ approdato… (o forse, ancor meglio,
venduto e barattato quale moneta di una strana ed eterna guerra… in cui si
specchia nel concepire la sua piccola via… anche Roma non certo estranea a
questo ricordo… in mafia tradotto). In disaccordo con l’armonia di un diverso
mondo udito un lontano giorno… quando braccato dagli stessi cui volevano (ed
ancor vogliono) sfruttarne e ribadirne superiore natura, dal colore bianco di
un volto nascosto… poggiato al ‘cane’ di un fucile, o ancor peggio, ad un servo
mascherato da padrone, geroglifico di una eterna guerra disconosciuta dalla
vera e misera Natura da cotal ‘peste’ afflitta nominata ‘conquista’…
Quale specchio di arroganza e feroce....
Nessun commento:
Posta un commento