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I due Alberi (17)
...Disgiunta dalla natura cui la vita cresce e
prospera nel fertile terreno ove ogni bosco conferire forza e non solo riparo
per ogni sofferta fuga… (e ricordo il
resoconto di Evans-Pritchard del 1937 sulla magia terapeutica tra gli Azande fu
uno dei primi rapporti a descrivere sedute spiritiche di medici-stregoni,
durante le quali medicamenti divinatori tratti da Alberi ed erbe magiche
venivano resi efficaci attraverso suoni di tamburi, canti e danze liberatori
dal male. Abbiamo letto circa quanto rilevato da Ginzburg con le sedute - per
un verso sciamaniche - cui la Storia attribuirà diverso aspetto interpretativo
circa i ‘Benandanti’…) Talché questa simmetria e via può apparire un
incomprensibile verso e suono fors’anche un manifesto o deleterio paradosso, ma
siamo progrediti nell’Itinerario di un Sentiero nella volontà della Verità cui
premette la cima, quando il progresso nell’odierno e/o recente tempo tradotto
(a noi ed alla verità ad ogni verità avverso), nella propria riproducibilità,
manifesta positivo intento elevando a sentimento e ragione, e con loro l’Anima
albergata, eterna e conosciuta per quanto manifesta ad ogni uomo cui Dio pose prezioso
dono, oppure, all’opposto, arguto ‘Golem’ cui predare simil intento replicato
ad una soglia oltre modo contro misura e natura…
… E certo qui non voglio palesare circoscritta
ed ortodossa finalità disgiunta dalla Storia, sarei al pari se non peggio, di
coloro i quali fuggo! Sarei peggio di coloro i quali circoscrivo ad un limitato
progresso cogitato e (dicono anche posto in similitudine al) genio, privando l’altrui di quanto la natura
non pose mirabile sua opera e mano, in quella grigia stagione all’eterno autunno
offesa… La qual compie similar tempo ed inverno per ogni ingegnoso intento…
riducendo Natura ed Alberi, e con loro bestie e bestiari, graditi al palato di
ogni pellegrino e fortuna per ogni Giubileo pregato… giacché il peccato così
perdonato. Ma spesso, lo abbiamo ripetuto, e ciò appare sottointeso, quando la
mirabile fabbrica degli spartiti o dei simmetrici e consimili fogli volanti in
essere, ben tanti pianoforti andati, per ogni piano e strato cui allietare
l’ora o il misero secondo, ed anche per non contraddire più precisa o arguta
scienza, se le accademie trasudano arte genio ed artisti per ogni Mozart alla
retta dovuta, in verità e per il vero, nella socialità compiuta, ed, ad ugual
statistica e lingua arguta, la violenza prosperare senza sentimento alcuno al
piano terra o nell’alto del cielo cui ogni segreto ammirato alla parabola
diffusa… Talché nella ‘riproducibilità’
si insinua una duplice via, anche nel sentimento di ognuno promosso al XX
secolo della...
...presente, l’inganno di cui il tempo si appropria nella manifesta
capacità e tecnica privata, troppo spesso, della linfa cui la pianta si nutre
alla fotosintesi della vita, sicché in simil ‘riproducibilità’ la via della
Natura differire nella manifesta essenza e sostanza dell’Universo in lei
contenuta quale spirale di vita, nella grande e specificità (per quanto dicono
anche capacità) di manipolare l’intento detto nella sua ‘riproducibilità’ (non
certo come replica Madre Natura). Così il velato progresso celare una finalità
pur che certa, opponendo l’araldo di una certezza della quale del sentimento
(ed emozione elevati a ‘riproducibile’ consistenza), è sì motto, ma nell’inganno
(invisibilmente coniato e non manifesto) di privare nell’‘opera’ l’attiva partecipazione
di questa. Così da non poter certo conseguire ad universale intento e verità
cui l’oggetto della mia opera ‘riprodotta’ o meglio tradotta in diverso moto e premessa…
Ed allora se pur in questa fortuna qualcuno ha pianto e tracciato il proprio
lamento, altri ed in vero, si sono arricchiti con l’altrui intento…, e lo
specchio misura e tempo di quanto evoluto ed edificato nell’Uno nato… E questa
di certo non vuol essere una equazione della vita, ma certamente e se non altro,
fedeli alla musica con cui le sfere producono intento e movimento, creare la
giusta armonia, quella che non ci fu permessa la quale intona l’incomprensibile
sua dottrina.
L’incomprensibile sua parola.
L’incomprensibile manifestazione di essere ed
appartenere al mondo così come tradotta la vita e nel progresso gene iscritta.
Se ‘classica’ è la grandezza e con essa la vera
e sola certa via maestra, certo a lei non nego siffatto intento tradotto nella
ricca evoluzione della Storia composta, ad essa non nego il merito di aver nei
secoli accompagnato la grandezza di ogni ‘albero’ genealogico nella fastosa, o
al contrario, povera sua natura quale specchio e mirabile memoria di ogni sovrano o schiavo da
cui composta nell’opulenza della finalità raggiunta. Ma il ricordo e con questo
la certezza della vita, impongono una ricerca più attenta, un orecchio ed
occhio più accorto nella (musicale) ‘geometria’ rilevata, sicché la strada
verso quel Teschio (quale finalità dello Spirito e dell’Anima qual Primo
intento e Dio nel ‘gene’ seminato) se pur nella pagana e controversa sua natura
in spirale contraria in moto per taluni avverso all’orecchio di chi abituato a
godere dal palco l’opera misurata, comporre quella armonia dai tanti privilegi
goduta dal palco della medesima Opera. Sicché fedele all’Eretico ingegno
sicuramente travisato e come sempre dalla Storia tradito, ripercorre quel suono
perso dal quale ogni mondo lontano lasciare ‘al fondo’ di codesto Universo una
traccia ‘asimmetrica’ da far sì che la fisica scienza non sia manifesta ed
isolata disciplina, ma con essa da altre accompagnata tracciare il mito cui
l’antenato nato…
Chi ha
stimolo e sensazione comprende l’Itinerario percorso…
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