Precedenti capitoli:
Le macchine (o macchinari...) (7)
Prosegue in:
Viaggi scientifici... (9)
…Il pensiero di pubblicare un manuale di ‘Istruzioni scientifiche’ pei
viaggiatori mi fu suggerito nel 1873 dalle frequenti richieste di norme
pratiche per la raccolta di oggetti naturali che venivano fatte ai miei
colleghi naturalisti ed a me da capitani marittimi, alpinisti e viaggiatori in
genere, desiderosi di arricchire i nostri musei e di concorrere, secondo le
proprie forze, al progresso della scienza.
A noi mancava infatti una guida, un vade-mecum che valesse a dirigere
utilmente le ricerche e le osservazioni come avevano gli inglesi nell’aureo
‘Manual of scientific Enquiry’ compilato da John Herschel. Il compianto amico
mio, luogotenente Eugenio Pescetto, accolse con molto favore questo pensiero e
mi esibì di tradurlo in atto nella ‘Rivista marittima’ che egli allora
dirigeva. Io accettai volentieri l’offerta, ed ottenuto il concorso di alcuni
competenti collaboratori, tracciai d’accordo con essi il programma dell’opera.
(*)(1)
(*) (1) Espongo ora, ad uso
di futuri ‘Climatologi’ accompagnati da valenti ‘Ecologisti’ taluni brevi
compendi per lo studio dei ghiacciai, da questi approderemo ai futuri
‘carotaggi’ artici così preziosi per lo studio, oltre che dei ghiacciai stessi
e il loro sviluppo nella fattispecie della geologia terrestre, anche per
determinare la consistenza che questi offrono nei contenuti delle informazioni
immagazzinate circa il clima del nostro pianeta.
Dacché ne
possiamo dedurre che, pur taluni fattori ciclici oscillanti fra ‘caos ed equilibrio’, altresì vero e certo
che l’intervento umano dal secolo della presente opera sino ai nostri giorni,
conserva rileva e rivela differenze e discrepanze nei valori misurati ed
accertati se confrontati con l’odierni, tali da far ipotizzare un certo quanto considerevole e
pur certo ‘cambiamento climatico’ indotto dall’uomo sull’Ecosistema Natura
dell’intero pianeta abitato.
Così
quest’opera, se pur datata, appare preziosa nei suoi contenuti, giacché ravvisare
uguali e medesime considerazioni ad uso di qual si voglia viaggiatore, è
conforme alle nozioni apparentemente superate dell’Issel, in quanto medesime ‘istruzioni’
possono e debbono appartenere al nostro ‘bagaglio’ di retti e saggi ‘Esploratori’
così da poter valutare i cambiamenti, dal secolo ed anno del presente tomo sino
ai giorni nostri. Non sono molti, solo poco più di cento, una inezia se
confrontati con secoli e millenni in cui la Terra ha raggiunto, nei vari stati
‘critici’ ed alterni il suo equilibro, ma l’uomo, come già accennato da Yorick,
essendo peggiore della bestia ha fatto sì che la nostra amata Terra abbia
raggiunto, nel falso mito del ‘progresso’ (in cui si specchia) tutti quegli
squilibri fin ora accertati, nei quali il clima ha modificato i suoi parametri.
Nel quale la sostenibilità di un presunto equilibrio è messa in gioco da
alterazioni climatiche estranee a fattori naturali dei quali il diligente Issel
ci fornisce capacità luogo e misura… Ed inoltre, non per ultima, l’intera socialità
di cui di seguito esamineremo più approfonditamente aspetti e temi psicologici
quanto umani, i quali, pur nel progresso, regredita ad uno stato non conforme
con la Natura Umana, e con essa, l’Anima che la sovrintende.
Quindi
rielaborare e ripercorrere il progresso mi pare un obbligo morale, in quanto in
questa sede non si vuole negare questa capacità la quale differenzia l’uomo
dalla bestia da cui deriva, con il pericolo però… di essere peggio, o se non
altro, di divenire peggio del suo antenato…
Di più
non mi dilungo, ed ammiro, o meglio, compiango valori persi, principi andati
dalla navicella cui, con il mio amico Andrée, precipiteremo verso il ghiaccio
del progresso di una sconfitta, ma l’idealismo impone siffatto principio,
siffatta dottrina, siffatto Spirito, e questo accompagnato dal ‘libero
arbitrio’ inquisito, sicché nei futuri decenni e secoli a venire potremmo solo
rivelare e rilevare la disfatta e con essa la fine del principio nominato vita…
e con essa l’Anima-Mundi sconfitta…
Forse
proprio questa l’Eresia…
E che Dio
ci benedica…!
E’ noto che una gran parte della neve che copre le alte vette montuose
si converte in ghiaccio e per mezzo dei ghiacciai scende per le valli o sui
fianchi dei monti fino ad un livello assai più basso, ove cioè le condizioni
climatologiche sono incompatibili colla permanenza del ghiaccio.
Lo studio dei ghiacciai attuali appartiene propriamente alla geografia
fisica, tutta volta il geologo non deve ignorarne i fondamentali risultati per
essere in grado di riconoscere le tracce lasciate in molte località da
ghiacciai ora scomparsi e per farsi un giusto concetto della azione esercitata
sulla terra dai fenomeni così detti glaciali.
La forma tipica del ghiacciaio, è quella di un fiume che scorre in una
valle, seguendone le sinuosità, ora ampliandosi, ora restringendosi.
Le Alpi, i Pirenei, l’Imalaia ce ne offrono grandiosi esempi.
Risalendo un ghiacciaio, si osserva che ad una certa altezza non
risulta più di ghiaccio, ma di neve più o meno stipata di struttura granulosa, poi,
più in alto, questa diventa farinosa ed il ghiacciaio si confonde allora col
‘campo di neve’ che gli dà origine, il quale occupa generalmente un bacino più
o meno circoscritto. Alla parte inferiore di esso sgorga ordinariamente un
torrente dall’acqua torbida, bianchiccia, come lattiginosa, che suol essere
assai più grosso d’estate che d’inverno.
Il ghiaccio del ghiacciaio è pieno di bolle e di fessure ed inoltre
presenta dei crepacci trasversali e longitudinali che possono essere larghi
parecchi metri e più o meno profondi. Nella regione inferiore dell’alto nevato
ove questo confina col ghiacciaio ad alveo incassato si osserva d’ordinario un
‘crepaccio periferico’ più largo e profondo degli altri.
Il ghiacciaio sbarrando valli secondarie può dar origine a laghi o
laghetti ed interrompendo il corso di un torrente può provocare la formazione
di cadute d’acqua, cascate o cascatelle… Nelle regioni situate in prossimità
dei poli, come la Groenlandia e lo Spitzberg, i ghiacciai scendono fino al
livello del mare e quando questo è gelato depongono alla sua superficie i
detriti loro…(*) (2)
Nessun commento:
Posta un commento