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L'arte della menzogna (politica...) (2)
Mi sono lasciato persuadere dall’insistenza di alcuni amici a
interrompere il lavoro iniziato in uno scritto precedente per dedicarmi alla
stesura di un saggio sull’arte della menzogna politica.
Ci è stato insegnato che ‘il Diavolo è il padre delle menzogne,
bugiardo sin dal principio’; non v’è dubbio, quindi, che l’invenzione è antica
e, quel che è peggio, il suo primo impiego fu puramente politico, volto a
minare l’autorità della verità (sovrana e non) e a indurre una terza parte dei sudditi alla
disobbedienza.
Per questa ragione il Diavolo venne cacciato dal Paradiso dove
rivestiva la carica di vicerè di una grande provincia occidentale e fu ridotto
a esercitare il proprio talento in regioni inferiori, fra spiriti caduti o
poveri illusi che tenta costantemente di indurre al suo stesso peccato. E così
sarà fintanto che resterà incatenato in questo abisso senza fondo.
Sebbene sia il padre della menzogna, al pari di altri grandi inventori,
la sua reputazione è stata con il tempo adombrata dalle continue migliorie
apportate da altri alla sua arte. Nonostante le rigorose ricerche, non ho
rinvenuto nell’antichità il nome di colui che per primo elevò la menzogna al
rango di arte e l’adatto alla politica; pertanto la considerò secondo il
sistema moderno è così come è stata coltivata in quest’ultimo ventennio nelle regioni
meridionali della nostra isola.
Raccontano i poeti che quando i giganti furono spodestati dagli Dèi, la
Terra per vendicarsi produsse la sua ultimogenita, ‘Fama’. E la favola viene
così interpretata: quando, all’interno di una nazione si placano i tumulti e le
sedizioni, maldicenza e menzogna si diffondono in abbondanza.
Sulla base di quanto detto, la menzogna all’interno di uno stato
costituisce l’ultimo appiglio di uno schieramento terreno sconfitto e ribelle.
In questo i moderni hanno introdotto grandi innovazioni, servendosi di
quest’arte per acquisire e mantenere potere e per attuare una vendetta in caso
di perdita, agendo come fanno le bestie per procacciarsi il cibo quando sono
affamate o quando azzannano chi li attacca.
Ma non si può sempre applicare questa genealogia alla ‘menzogna
politica’; desidero pertanto raffinare il concetto attraverso alcune notizie
sulla sua nascita e i suoi avi. Una menzogna politica è spesso il frutto della
mente di uno statista licenziato e viene trasmessa per essere alimentata e
vezzeggiata dalla gente.
Alle volte viene al mondo in forma di mostro e poi ‘messa a punto’,
altre volte nasce completamente formata e viene deturpata nella messa a punto. Accade
che venga alla luce secondo le regole e che necessiti tempo per maturare, come
un neonato; accade anche che venga al mondo già nel suo pieno splendore e si
sciupi con il tempo.
A volte vanta nobili natali e a volte è figlia di un agente di borsa.
Da una parte strilla forte quando il grembo si apre, dall’altra viene al mondo
con un sussurro appena accennato. La menzogna che in questi giorni assorda metà
regno con il suo fragore, ancora troppo tronfia e grande per rivelarci il
marchio dell’autore, io la ricordo quando era ancora un sussurro il vagito di
un infante.
Concludendo, quando viene al mondo come un innocente neonato, senza
pungiglione, questo mostro nasce morto e quando perde il pungiglione, muore.
Non c’è quindi da stupirsi che un infante dalla nascita così prodigiosa venga
destinato a grandi avventure elevandosi, per l’appunto, al ruolo di custode
spirituale di uno schieramento con un potere ‘generazionale’.
La menzogna riesce a conquistare regni senza fare la guerra e talvolta
proprio perdendone una; può dare e togliere lavoro, può ridurre una montagna a
un mucchietto di terra e fare di un mucchietto di terra una montagna. Ha
presieduto per molti anni ai comitati delle elezioni: riesce a fare di un moro
un bianco, di un ateo un santo e di un dissoluto un patriota; può fornire
informazioni segrete ai ministri stranieri e accrescere o rovinare la
reputazione di una nazione.
La menzogna è una dea che si libra nell’aria con un enorme specchio per
poter abbagliare le folle e mostrare, a seconda dell’inclinazione, la loro
rovina nel loro interesse e il loro interesse nella loro rovina. In questo
specchio si riflettono e rifletteranno i vostri più cari amici ornati di abiti
cosparsi di flower-de-luces e con una tiara in capo: alle loro vesti vedrete
appese catene, collane e zoccoli di legno.
I vostri peggiori nemici li vedrete con la cornucopia in mano, adornati
con le insegne della libertà, della proprietà, dell’indulgenza e della
moderazione. Le sue ampie ali, come quelle di un pesce volante, funzionano
soltanto se tenute umide; per questo le immerge nella melma e, levandosi di
nuovo in volo con rapidi colpi, getta fango negli occhi della moltitudine, per
poi calarsi nuovamente nella melma e rifocillarsi.
(Prosegue....)
(Prosegue....)
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