Prosegue in:
Cosa è la ragione? (2)
…A questo punto Dirac che, appena venticinquenne, non apprezzava
appieno la virtù della tolleranza.
‘Non capisco perché mai stiamo a
parlare di religione?’, disse….
Infatti…, giacché l’intento è ora quello di superare i motivi di una
disquisizione antica, in quanto Dio ci appartiene più o meno come comune
denominatore principio della vita,
quindi anche colui che si professa ateo in realtà condivide nel paradosso
‘enunciato’ un proprio Dio del quale nutre timore soggezione e doveroso
rispetto in seno alle leggi da Lui stabilite e studiate (anche se poi vengono
applicate per fini avversi alla logica di un probabile Creatore o programmatore
per attenersi al linguaggio confacente dello scienziato), così,
simmetricamente, il credente spesso cade nelle ragioni opposte che motivano il
suo credo in disaccordo con i principi del Dio pregato, le infinite guerre
negli Orrori ed Errori di avversi fronti tra fede ortodossa ed Eretica dimostrano
la veridicità del principio predicato tradito e troppo spesso umiliato, ragioni
di un falso Creato così inutilmente pregato.
Una cosa mi sembra importante con tutta l’umiltà di colui che non
esprime difficile Parola o Rima circa l’argomento (religioso) motivato, e del
quale, come principio ho abdicato ogni mio pensiero senza commento alla
letteratura eterno giudice del difficile confronto. Giacché troppi uccisi
tormentati cacciati perseguitati torturati… ed al diritto della vita
sacrificati in eterne disquisizioni processi confronti guerre e morti su
opposti fronti. Ragion per cui l’intento decade quando la crosta su cui
poggiamo ogni motivo e confronto brucia Apocalisse senza diritto di Parola al
tribunale della Storia, perché l’uomo ateo o religioso con o senza Dio sta
distruggendo il ‘Principio’…(al dottor ‘Stranamore’ suggeriamo altro intento
che non sia la fine di ogni logica disquisizione al porto della ragione
distribuito… per superiore motivo e principio).
Dalla fisica sono approdato per successione di gradi alla metafisica,
cioè da Dirac a Checov, onde per cui ho seguito un criterio logico proprio
dello Spirito per svelare i motivi di un ‘credo’ che appartengono
indistintamente al codice genetico di ogni individuo, sia esso codificato dal
cervello sia esso codificato dal cuore.
La Ragione cosa impone? Quale procedimento logico per svelare i motivi
che possono unire giammai dividere intenti con il fine di spiegare scoprire e
sempre migliorare la vita, mai nel senso unico cui la materia destina la
capacità propria di sovrintendere due principi per propri fini. Il nostro
secolo rischia questo paradosso scritto nel collasso di cui il Principio porta
alla manifestazione dei ‘perché’, senza i ‘perché’ non potremmo confrontarci su
opposte argomentazioni. Senza i ‘perché’ motivati dal grado della probabile
virtuale o certa evoluzione, non potremmo domandarci del nostro Sé originario e
riflesso. Senza la vita la quale evolve i ‘perché’ dall’alba della ragione non
potremmo motivare ogni valida disquisizione, ogni valido motivo, ogni valido
principio.
Il nostro secolo si sta avviando verso il baratro pre-figurato di
‘eventi’ ed ‘immagini’ delle quali godiamo disastri scritti (o tacitati) nella
Storia, un cancro assente alla democrazia estraneo alla religione e contrario
al principio del libero arbitrio, convergente in realtà uniformate e adatte per
quella unicità di intenti e pensiero estranei all’uomo ed alla vita, così come
disquisita dal teologo quanto dallo scienziato con retto saggio e sano
principio. Quel cancro che può chiamarsi ‘dittatura’ palese e non, scritta
quale motivo unificatore (vie infinite che corrono fra genti e popoli di cui lo
Spirito si nutre in ragione della materia che sazia così come pensano la vita,
quando la via, in verità, diversa ed ora più smarrita all’Anima sofferta per
questa falsa ‘dottrina’), che di certo livella ogni intento di sana concezione
dell’essere scritto nella morale di intenti finalità e principi evoluzionistici
propri della vita e di cui ogni ‘forma’ animata e non, indistintamente
appartiene.
…E di cui, tanto il razionalista e scettico scienziato quanto il
moderno teologo debbono fare saggia e dovuta meditazione disquisizione ed
unione di intenti nella ragione dei propri motivi… In quanto la dittatura
(palese e non) disconosce morale e
diritto di ogni logica scritta nel libero arbitrio, opponendo motivi e principi
i quali pensa crede e rende virtualmente superiori (rispetto ai reali cui
evoluti nei secoli dalla Natura formati), così l’economia la quale cresce sul
solido humus culturale a lei confacente e congeniale desiderato e agognato del
‘monolitico’ e piatto mare di intenti e principi di rosso o nero vestiti, cieca
dinnanzi alle urgenze vitali dell’essere ed appartenere alla vita, oppone tutte
quelle logiche di presunte superiori urgenze lussi benefici traguardi ricchezze
e via dicendo.
Non possono regnare urgenze quando le risorse vengono meno, o peggio
quando l’uomo ne abusa indiscriminatamente. Un sano economista un retto
scienziato un saggio teologo, possono convenire che il miglior credito della
Terra nei confronti della capacità di saper creare ricchezza del corpo quanto
dello Spirito regna nei suoi principi regolatori. Millenari motivi, direbbe lo
scienziato quanto il religioso, e di questo convergono ad uguale principio.
E di e su questo, abbiamo ancora tanto da imparare studiare e pregare!
(Nella visione economica convenzionale, il consumo rappresenta la via
al benessere umano. Più si ha e più si è considerati ricchi. Si ritiene che al
crescere dei consumi corrisponda un miglioramento del benessere. Questo punto
di vista riesce a spiegare molto bene il motivo per cui il perseguimento del
maggior prodotto interno lordo (‘pil’) sia diventato uno degli obiettivi
politici fondamentali di quasi tutti i paesi.
Un ‘pil’ in aumento simboleggia un’economia robusta e fiorente, più
potere di spesa, vite più ricche e soddisfacenti, più sicurezza familiare,
scelta più ampia e maggiore spesa pubblica. I mercati finanziari si rallegrano
per l’ascesa dell’ ‘uccello d'oro’ dell’India e la sua classe di consumatori; e
la robusta economia cinese ha portato a un senso di ottimismo nel mercato
ugualmente straordinario. Però, l’economia è rimasta quasi intenzionalmente
silenziosa sul fatto che la gente apprezzi o meno determinati beni e
servizi.
Il modello ‘utilitaristico’ è diventato così popolare che gran parte
dei libri di testo di economia quasi non parlano delle sue origini e men che
meno mettono in discussione la sua veridicità. Tutto quello che gli economisti
sanno dire a proposito dei desideri delle persone deriva da ciò che
deducono dai comportamenti di spesa. Se la domanda per una particolare
automobile, elettrodomestico o strumento elettronico è alta, sembra chiaro che
i consumatori, in generale, preferiscono quella marca anziché un’altra.
I motivi dietro a tale scelta rimangono oscuri all’economia.
Fortunatamente, altre aree di ricerca, quali la psicologia del consumo,
il marketing, e la ricerca motivazionale, hanno sviluppato un bagaglio di
conoscenza decisamente più ampio. Questa ‘scienza del desiderio’ si è occupata
principalmente di aiutare i produttori, dettaglianti, venditori e pubblicitari
a progettare e vendere prodotti che i consumatori compreranno. Una minima parte
della ricerca si preoccupa esplicitamente dell’impatto sociale e....
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