CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

giovedì 16 aprile 2020

CAMBIAMENTI CLIMATICI IN MONTAGNA (10)







































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127 anni fa' (9/8)


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Tempo della degenerazione (11)




   













(anche in formato fotoblog...)













La criosfera (compresi neve, ghiacciai, permafrost, lago e fiume di ghiaccio) è un elemento integrale delle regioni di alta montagna, che ospitano circa il 10% della popolazione mondiale.  Molto diffuso i cambiamenti della criosfera influenzano i sistemi fisici, biologici e umani nelle montagne e le pianure circostanti, con impatti evidenti anche nell’oceano. Sulla base del 5° rapporto di valutazione dell’IPCC questo capitolo valuta nuove prove su recenti osservazioni e proiezioni dati in riferimento ai cambiamenti nella criosfera con conseguenti impatti associati a rischi e misure di adattamento relative ai sistemi naturali e umani.

Le osservazioni mostrano un generale declino della neve a bassa quota nei ghiacciai e permafrost  a causa dei recenti cambiamenti climatici di questi ultimi decenni. La durata della copertura nevosa è diminuita in quasi tutte le regioni, soprattutto a quote più basse, in media di 5 giorni per decade, con un probabile intervallo compreso tra 0 e 10 giorni per decade.




Neve a bassa quotala profondità e l’estensione sono diminuite, sebbene la variazione di anno in anno sia alta. Cambio di massa dei ghiacciai in tutte le regioni montane (escluso l’Artico canadese e russo, Svalbard, Groenlandia e Antartide) era molto probabile -490 ± 100 kg m –2 anni –1 (-123 ± 24 Gt anno –1 ) nel 2006–2015. I bilanci di massa medi regionali sono stati probabilmente i più negativi (meno di -850 kg m –2 anni –1 ) nelle Ande meridionali, nel Caucaso e nelle Alpi/Pirenei europei, e il meno negativo nelle alte montagne dell’Asia(-150 ± 110 kg m –2 anni –1 ), ma le variazioni all’interno delle regioni sono notevoli. Tra 3,6 e 5,2 milioni di km sono oggetto di permafrost nelle undici regioni di alta montagna trattate in questo capitolo corrispondente al 27–29% dell’area permafrost globale.

Le misurazioni sparse e distribuite in modo non uniforme mostrano un aumento nella temperatura del permafrost, ad esempio, entro 0,19ºC ± 0,05ºC in media per circa 28 località in Europa, Alpi, Scandinavia, Canada e Asia negli ultimi dieci anni. Altre osservazioni rivelano una diminuzione dello spessore del permafrost e una perdita di ghiaccio nel terreno.




Il declino del ghiacciaio, della neve e del permafrost ha alterato frequenza, entità e posizione della maggior parte dei rischi naturali correlati. I pericoli sono aumentati a causa dell’aumento della popolazione e del turismo socioeconomico. Ritiro del ghiacciaio e il disgelo del permafrost hanno ridotto la stabilità dei pendii e l’integrità dell’infrastruttura dell’ecosistema.

In alcune regioni sono aumentate le valanghe che coinvolgono neve fresca e le inondazioni pioggia-neve sono diminuite a basse altitudini in primavera e aumentate ad alte quote in inverno. Il numero e l’estensione degli incendi sono aumentati negli Stati Uniti occidentali in parte a causa della fusione di neve precoce. I cambiamenti nella neve e nei ghiacciai hanno cambiato la quantità e stagionalità del deflusso nel fiume dominato dalla neve alimentata dai bacini dei ghiacciai con impatti locali sulle risorse idriche anche per uso agricolo.




Flusso invernale idrico è aumentato negli ultimi decenni a causa di maggiori instabili precipitazioni associate ad eventi estremi, in calo, invece pioggia stagionale. In alcuni fiumi alimentati da ghiacciai, estivi e annuali il deflusso è aumentato a causa della fusione del ghiacciaio intensificata, ma è diminuito dove il ghiacciaio si scioglie, e l’acqua si è ridotta man mano che l’area del ghiacciaio si restringe.

Diminuzioni sono state osservate soprattutto nelle regioni dominate da piccoli ghiacciai, come le Alpi europee. I Ghiacciai risentono dei cambiamenti nella ritirata e nella copertura nevosa che hanno contribuito a riduzioni localizzate nelle rese agricole in alcune regioni di alta montagna, tra cui l’Hindu Kush in Himalaya e le Ande tropicali.

La composizione e l’abbondanza delle specie sono notevolmente cambiate negli ecosistemi di alta montagna negli ultimi decenni, in parte a causa di cambiamenti nella criosfera. Habitat per lo stabile insediamento di specie sono stati modificati da una ridotta copertura nevosa, a causa del ritiro dei ghiacciai con lo scongelamento del permafrost.




Riduzioni del ghiacciaio e copertura nevosa hanno modificato direttamente la struttura sociale ed economica di intere comunità montane a causa della conseguente variazioni di risorse idriche. La copertura nevosa ha ridotta negativamente influenzando l’idoneità riproduttiva di alcuni ecosistemi dipendenti dalla neve come specie vegetali e animali, tra cui predatore e preda in reciproca relazione e dipendenza. Migrazione verso alte altitudini di talune specie, principalmente a causa del riscaldamento, e in misura minore, a causa di cambiamenti legati alla criosfera; e viceversa, a valle per necessità legate alle sopravvivenza durante il periodo invernale, alterando valori e rapporti preesistenti, in maniera evidente in questi decenni.




Per chi fosse interessato ai dati aggiornati trova ampia disponibilità presso tutti i più accreditati non meno che ignorati organi governativi di stato (& privati) dal Nord al Sud di questo martoriato pianeta.

Non penso di dovermi dilungare più a lungo, ignorando ogni vasto e più attuale ‘pandemico’ problema e riflettendo di conseguenza, con maggior tempo e rigore con-cause regolatrici di economici flussi precipitare, quindi mortificare corpo Anima e Spirito in ugual abisso depressivo. Semmai con l’ausilio di ugual Ragione (e chi al meglio la governa specchio ed…) riflettere meditare approfondire, e non certo, come in uso al politico (non ancora al proprio turno reclamare solito ed insolito potere che logora più della febbre per chi non l’avesse ancora… giacché proprio di Logica Intelletto e dovuta Intelligenza difetta per ogni più vasta comprensione che non sia economico balsamo miracoloso da spacciare in formula qual unguento al popolo, dacché a lui riconducibili pesti morti e drammi distribuiti e mal prevenuti per ogni guerra compiuta o da compiersi ancora, non meno di proclami ciarlati legati e/o progressivi in uso alla futura ‘corte’ reclamare potere con correnti accordi disaccordi intrighi ed infamie, giacché il ‘non averlo’ logora ancor di più la poltrona più della peste spacciata con cura…); bensì rivolgendomi all’uomo di Scienza sia essa teologica che matematica derivata (come direbbe il buon Giamblico), giacché la vera saggezza seminata nel saper governare non solo la Terra, cresce e prospera dalla innata, non tanto inopportuna predisposizione ecologica, ma nella dovuta comprensione universale del reciproco rapporto fra Terra e pianta d’ogni pianeta, studiata meditata appresa all’ombra dell’eterno breve respiro… così come fu’ all’inizio d’ogni Scrittura.




Se volessimo ragionare procedendo per comparti stagni (per isolati campi con amazzoni boschi bruciati infranti viaggi a catena in cima alla Terra sperando più veloce Via) ci troveremmo imbarcati e successivamente affogati in pantani e letami, non meno che   moderni sommergibili, ma di certo non su una nave, sia questa una Boreal o una Fram facenti parte della nostra ed altrui Storia, la quale non possiamo e dobbiamo ignorare…

…Ed ove tutti, nessuno escluso, viaggiamo e non solo navighiamo con i moderni Elementi in uso (mi dicono irrimediabilmente inquinati anche quelli), grazie all’ausilio dei semplici antichi Principi, eternamente ‘connessi’ ed in eterna armonia, almeno così èra…




Sulla base di questi attendibili studi (riportati quantunque ignorati), dicevo, regna altresì una elevata certezza e non solo matematica, nel fatto rilevato se pur il rilevarlo (ripeto a me stesso… ‘meco’ medesimo in amletico dramma all’atto Primo neppure recitato, per i successivi Atti e Scene in attesa d’esser interpretati nel Grande Finale… Attendiamo! Riserverà grande sorpresa al Teatro dell’eterno dramma divenuto scommessa, esulando da ogni più certo ed accreditato calcolo che non sia moneta interpretata e sottratta se pur difesa; ignorata nel profondo ruolo se pur magistralmente interpretata da ognun bramata con vasta elevata dotta argomentazione d’opportuna economica Scienza al Sipario d’ogni teatro, nella confusione e contesa della Scena finale che ne ‘deriva’, non del tutto compresa se pur applaudita come ben interpretata dalla spiaggia fin alla più elevata Cima, per ciò che distingue e fonda calco e forma, conio ed araldo d’ogni più elevata Terra… degna d’una moneta… rappresentare l’Atto Finale della Scena al Golgota con cui scritta ‘ogni ed altrui’ Via… Forse le monete come le Vie eterne… nella contesa per Colui che perì in nome e al soldo della stessa...) può apportare più danno che beneficio così come Cristo e Criosfera, i quali termini se pur differiscono ci suggeriscono una più probabile lingua comune come Creato e Creatore ed i quali  intendono la Natura e ciò che da lei, al meglio o al peggio, evoluto o involuto nel graduale abisso ben documentato quantunque ignorato, donando al popolo affamato e deluso la vecchia formula del ‘capro-espiatorio’ (e non solo del noto Girard), e non certo più nobile elevata Verità: la mela meglio non consumarla neppure se cotta al forno come ogni anziano perito in ugual non gradita prematura evaporata cottura…  




Ritornando al motivo della presente valutazione dell’ambiente montano, mi giungono alla mente più profonde considerazioni da quella Terra che un Tempo apparteneva di comune concerto allo Spirito, ed ove nell’odierno il Virus della politica associato ad una errata interpretazione della materia, ha rimosso, come e peggio di un fattore pandemico, ogni più antica dismessa spirituale conoscenza.
                                                         
…Se pur il Principio riconosciamo Unico appartenente a quel Dio per sempre dimenticato a causa del Teatro, soldo della moneta ben interpretata ma di certo poco compresa.

Così in ricordo di ciò che rimane della Terra volgo e pongo gli occhi in alto e non contraddicendo il mio Spirito lo elevo con i potenti strumenti da cui il Primo piede sulla Luna (ma ora ben fermo sulla Terra), questa volta non approdiamo (con la Nasa) sul craterico suolo della nostro satellite, semmai grazie (alla stessa Agenzia che costantemente se pur ignorata monitora la Terra dando ottimi risultati altrettanto ignorati), rimembriamo in senso semplice le alte vette dismesse regno di Dèi quanto un Dio troppo spesso dimenticato…   

Quindi per riprendere là ove mi sono interrotto guardiamo le Montagne non solo come cose Vive, Viventi, ma anche come irrinunciabili risorse e non solo di Bellezza e benessere ispirare l’Anima Mundi persa.

Preghiamole e veneriamole come Dèi!  

Sì! Come Dèi, e cerchiamo di amarle non meno di rispettarle, i dati ci confermano che non solo ghiacciai periranno per più rapide rotte e mète commerciali, ma anche le vaste stratigrafiche Evoluzioni indispensabili al corretto svolgimento della Vita e con essa… ogni… ricchezza alla deriva…




  Sviluppare un senso di responsabilità universale – della dimensione universale di ogni nostra azione e dell’uguale diritto di tutti gli altri alla felicità e a uno stato di non sofferenza – significa sviluppare un atteggiamento tale che, quando si presenta l’occasione di essere utili agli altri, piuttosto che accontentarci di soddisfare i nostri interessi limitati, non esitiamo a coglierla.

Dalai Lama

Esseri senzienti, umani e no.

Riassumo a beneficio del Dalai Lama il dibattito filosofico che si è aperto con l’entrata nell’Antropocene. All’epoca in cui fu costruito il Magdalen College, che fa da cornice alla nostra intervista, il rinascimento poneva l’umanità al centro del progetto di Dio. Università come Oxford vennero erette per onorare il pensiero umano trionfante e la trasmissione delle sue opere più alte. Ma l’era dell’umanità va di pari passo con una nuova messa in discussione della gerarchia delle specie viventi. Inumano, transumano, post-umano… tutte parole che hanno fatto la loro comparsa via via che la scienza continuava a lavorare al superamento della nostra condizione. Mentre fino al secolo scorso il primato degli esseri umani in seno alla natura non veniva contestato, oggi gli stessi confini della coscienza sono divenuti fluidi.





Pongo queste domande al Dalai Lama:

‘Dove tracciare la linea di demarcazione tra umano, animale e vegetale? Tra coscienza e natura?’.

‘Pensare senza cervello è la prerogativa delle piante’, così recita per esempio l’aforisma che ho tratto dalla lettura delle opere di Francis Hallé, un celebre botanico francese che ha descritto una natura vergine in cui l’intelligenza delle piante non sbaglia mai, pur senza passare da un organo specificamente dedicato all’elaborazione delle informazioni.

Aggiungo che in Occidente, per sincerarsi della nostra umanità, i filosofi illuministi avevano escluso i non umani dalla società, disciplinata da accordi e contratti: ‘Eredi di questo sistema di pensiero, abbiamo definito tutto ciò che non è noi in termini negativi, come il non umano, che comprende la Biosfera, sia animale sia vegetale. Ma queste certezze stanno vacillando. Oggi molti antropologi sottolineano l’urgenza di rinnovare la nostra comprensione delle interazioni tra umani e non umani e, nel contesto della crisi ambientale, l’opinione pubblica sembra ricettiva alle loro argomentazioni.

Diverse forme di vita non sono percepibili dai sensi, ma se ne può sentire la presenza, come riferiscono buddhisti e cristiani parlando di angeli, la cui natura e il cui contatto rimangono però misteriosi. Parecchi anni or sono, con Francisco Varela ci siamo posti il problema di come definire il concetto di essere senziente. E, al termine di una lunga conversazione, abbiamo convenuto che l’espressione si riferisce a qualsiasi organismo vivente che abbia la capacità di muoversi in autonomia da un punto A ad un punto B. Si tratta di un movimento deliberato, non indotto da un fattore come l’attrazione magnetica, ma legato a una motivazione. Se c’è motivazione, c’è desiderio, e quindi emozione e dunque consapevolezza…

Consapevolezza di qualcosa di vivo…










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