CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

domenica 24 febbraio 2013

STREGONI (con la chitarra) (3)











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Carlos Castaneda (2)

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Stregoni & asimmetrie (...non sono Mozart..) (4)







Sono state avanzate molte proposte riguardo alle possibili 'radici
africane' della musica chiamata blues.
I blues in quanto letteratura orale - sebbene studiati da diversi a-
utori riguardo alla loro funzione di cronaca sociale e storica, al lo-
ro valore letterario e alle loro strutture compositive - sono rima-
sti piuttosto negletti riguardo al loro retroterra africano in termi-
ni di contenuti, fraseologia e psicologia.
Finora il retroterra africano del blues in quanto letteratura orale
è stato studiato soprattutto rispetto a un ambito specifico della...
'magia' e del 'voodoo', ivi compresa la questione della diffusa pre-
senza del 'diavolo'.




Una tesi basilare di Finn e Spencer che il blues in quanto 'musica
del diavolo', come veniva popolarmente chiamata, dimostra un
processo di reinterpretazione delle figure religiose di 'Esù e Leg-
ba', rispettivamente 'yoruba e fo'.
Il bluesman è visto come un sacerdote 'voodoo' camuffato ed
...anche come uno 'sciamano'. Per quanto affascinanti possano
essere queste congetture, la mia personale esperienza sul cam-
po tra i Fo in Togo e Dahomey e tra gli Yoruba in Nigeria mi ha
insegnato a trattenermi di fronte al piacere delle associazioni
 a ruota libera.




Nella tradizione, 'Esù e Legba' non hanno le connotazioni nega-
tive che ha il concetto di 'diavolo'.
Le sculture di fango Legba che si possono rinvenire nei cortili di
molte abitazioni nel Dahomey e nel Togo hanno la funzione di met-
tere in guardia i residenti, per mezzo dei sogni, contro ogni peri-
colo imminente di malattia, e perfino di morte prematura, causa-
to da stregoneria.
...Probabilmente nessuno sosterrebbe che tutte quelle tradizioni
religiose africane variamente stigmatizzate dai cristiani come 'co-
se del diavolo' debbano essere sopravvissute in fondo alla mente
dei cantanti blues.




Ma allora perché prendere proprio 'Esù e Legba' che incorpora-
no idee religiose provenienti solo da un'area culturale delimita-
ta dell'Africa occidentale?
Le idee religiose 'yoruba e fo' hanno avuto sicuramente una evi-
dente estensione nei Caraibi ed in Brasile ma scarsa presenza
negli Stati Uniti del XIX secolo.
Persino in Louisiana il concetto di 'vodu', importato insieme agli
Haitiani, venne presto reinterpretato e trasformato in qualcosa
di molto differente, chiamato popolarmente 'voodoo'.
Il 'diavolo' si badi bene... è un'antica figura religiosa appartenen-
te al Mediterraneo e al Medio Oriente, molto importante nel Cri-
stianesimo...e nell'Islam....




E' certamente possibile scoprire nelle liriche blues parallelismi
con stili di pensiero africani.
Essi si ritrovano nella struttura e nel modellarsi delle idee simbo-
liche, in certe preferenze tematiche e, contrariamente a quanto
sostenuto in molta letteratura, nella 'non' preoccupazione del
blues nei confronti della religione.
'Dove andrò quando morirò, nessuno può dirlo', così Son Hou-
se esprimeva nel 1930 il suo rifiuto delle speranze della gente
per bene in una vita ultraterrena. House aveva abbandonato la
sua predicazione all'incirca nel 1927 per diventare un cantante
blues, sebbene rimanesse sotto una certa influenza di creden-
ze cristiane.




Robert Johnson (911/938) è stato indicato come un bluesman
i cui testi 'alludevano o si riferivano direttamente a temi come
la stregoneria e/o il soprannaturale in circa i due terzi delle sue
canzoni registrate'.
Era così perché l'ansia, i sensi di colpa e la paura della vendet-
ta degli altri attraverso i 'malefici' furono psicologicamente de-
terminanti nella sua vita breve ed errabonda. Cominciarono a
spargersi credenze popolari che avesse 'fatto un patto con il
diavolo'.




In realtà il 'patto con il diavolo', preferibilemte presso un qual-
che incrocio a mezzanotte, è un tema ben noto dell'occulto, che
attraverso la letteratura orale europea si può fare risalire fino
al Romanticismo ed olte, è proprio delle parallele concezioni afri-
cane evolversi in modo differente e non mostrare concetti bipo-
lari estremizzati come quello del 'diavolo' contrapposto a 'Dio'.
In Africa l'idea che un musicista faccia un patto con un perico-
loso essere spirituale in cambio di capacità musicali straordina-
rie è ben documentata.
E' perfino comune credere che nessuno possa sviluppare abili-
tà straordinarie o avere grande fama senza una qualche 'medi-
cina' o un rapporto segreto con il soprannaturale.




...Mentre i concetti di 'blue', 'blue devil' e così via erano utiliz-
zati nella lingua inglese almeno fin dal tardo XVIII secolo, con
riferimento a specifici stati d'animo, non si conosce chi abbia
applicato per primo il termine 'blues' al nuovo genere e se si
trattasse di persona interna o esterna alla comunità.
I testi dei blues, con le loro lamentele e il loro intenso linguag-
gio simbolico, suonano a volte come citazioni dal diario di un
paziente affetto o reduce da depressione clinica. Per motivi
psicologici, quindi non avrebbero mai potuto emergere nell'-
atmosfera sociale 'benestante' e 'rilassata' di New Orleans,




né probabilmente nel XVIII secolo prima dello sviluppo del-
le piantagioni intensive di cotone.
Come la Louisiana rurale, anche la società di New Orleans
era altamente stratificata, ma si trattava di una stratifi-
cazione articolata che in fondo permetteva una qualche
mobilità sociale, mentre la società delle piantagioni era
essenzialmente bipolare.








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