CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

mercoledì 28 agosto 2019

FOLLE FOLLIA (7)



















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Prosegue nella...

















Seconda Parte (8)























& Nell'autodifesa d'un folle! (9)













Ho sentito un commento del postino sulla morte del (traditore) Brown:

‘E’ morto da folle’.

Avrei voluto rispondere a costui:

‘’Non visse certo da folle ed è morto proprio come ha vissuto?’.

Alto tradimento!....

…E da dove nasce il tradimento?




Non posso fare a meno di pensare a voi come meritate, governi.

Pensate di poter essiccare le fonti del pensiero?

Quell’alto tradimento che è quaggiù resistenza alla vostra tirannide (mascherata da logica e non priva di saccenza come l’inutile e volgare scienza) trae le proprie ed altrui origini e fu addirittura ordinato, in primissimo luogo da quel potere che crea e ricrea l’uomo per l’eternità.




Quando voi vi impadronite di uno (sempre e solo un sol uomo) di questi ribelli, non ottenete altro che commetter colpa dacché non riuscirete a colpire la Fonte.

Mi avvilisce ascoltare i rilievi dei vicini privi di cuore che parlano di Brown con disprezzo perché ha fatto ricorso alla violenza, ha resistito al governo, ha gettato via la sua vita stessa!

Di grazia, sono essi che hanno gettato via la loro vita – si tratta di gente che loderebbe colui che dovesse slanciarsi da solo contro una banda di ladri e di assassini.

L’animo loro non è all’altezza della situazione.




Sono le stesse identiche persone che quotidianamente difendono (e attentano) la cosiddetta pace della loro (non meno dell’altrui) comunità con costanti ugual atti della piccola e grande violenza adottata.

Pensate al manganello e alle manette del poliziotto, alla calunnia adoperata qual principio d’offesa in difesa della violenza - costante violenza - adoperata e non gradita.

È questo il modo in cui essi difendono se stessi e i nostri pollai e conservano la violenza nella presunta civiltà raggiunta, non per ultimo lo schiavismo.




Ecco un tiranno che aggioga milioni di schiavi:

‘giunge un folle liberatore, ma se egli dovesse cadere non vivrà per sempre?’.

Le osservazioni dei miei vicini sulla morte del ‘traditore’, tranne rare eccezioni, ciarlano come segue:

‘e’ evidentemente pazzo!’,

‘E’ morto da sciocco’,

‘Gli sta bene’,

‘Vada in un altro stato, qui non è gradita la sua compagnia…’.




…E così vanno avanti conducendo un’esistenza sana e ben curata vigile contro ogni follia - contro ogni cane che abbaia all’uscio della propria apparente e sana democrazia non certo coinvolta e per sempre assolta dalla vera violenza quotidianamente esercitata… e certo non solo sullo schiavo…

Leggendo un po’ di Plutarco comprendo quanto distanza dalla bestia, pur uomo retto cibarsi di questa…

E quante gesta eroiche essi coltivano entro l’ordinato composto cancello nel cortile ben recintato ove vige disciplina e motto, e mai sia detto porcile, così da potersi distinguere e ‘anagraficamente’ numerare patrioti di azioni audaci.




Quante ne ho viste di queste azioni audaci accompagnate da imboscate, da massacri, da inutile violenza, da calunnia, in nome del loro senso di disciplina e vile natura.

I nostri veri nemici, i veri pazzi sono in mezzo a noi, si vestono con comportamenti più che normali, eppure celando la vera follia…

Non v’è quasi una casa che non sia divisa internamente, giacché il nostro nemico non è il torpore, l’inerzia (così del cuore come della mente), la chiusura mentale – effetti del vizio – che ingenerano timore e superstizione e sana persecuzione, retta oserei direi persecuzione, non meno dello schiavismo d’ogni tipo.

Maschere su di un manichino, con il fegato e l’intestino al posto del cuore; una chiesa che, finché esiste, non smetterà di scomunicare non men di additare Cristo.




Un gregge di bruta pecunia, dalla pelle dura e più scura dello schiavo nominato, la quale non conosce un Uomo per simpatia e vero valore, si affretta verso casa di ritorno dalle combriccole elettorali entro cavernose taverne, oppure nel miglior caso, dalle chiese; si affrettano a tornare ai loro recinti con dentro castelli d’indolenza forse per coltivare e cullare quivi la propria follia la propria vigliaccheria, l’ultima falsa testimonianza, in compagnia d’infantili poppanti urlanti cavalieri accompagnati da draghi.

…E tutti abbaiare contro cani e lupi scomposti frammentati sogni d’infantile memoria infangata, curata e purgata dall’ultima scienza coltivata, in ugual identico divano ove la mamma fu violentata dal tiranno di turno, così il frutto genera l’albero non meno dell’araldo genealogico, finché non si compirà antico incesto in nome d’Edipo… (tiranno)!




…Un popolo intero rimarrà per secoli attaccato alla falsa memoria del suo Arturo, o di qualsiasi altro nuovo eroe immaginario sovrano (mai sia detto tiranno), che forse non ha mai tratto l’arma della saggezza ben conficcata nella Natura e da questa trattenuta, così da non cedere al falso istinto coltivato, oppure ancor peggio, curato, dimenticando i veri eroi…

Circa duemila anni or sono Cristo fu crocefisso, e se dovesse volgere di nuovo la sofferta eterna luce di questa Stella verso la nostra misera Terra, egli di certo verrebbe accusato di essere folle, sviato, in errore…

Calunniato!

Deriso!

Umiliato!

Perseguitato!



…Folli!

…Pazzi ogni giorno: un padre e sette figli, e accanto a loro tanti altri uomini – almeno tanti quanti i dodici discepoli – tutti improvvisamente colpiti dalla follia; mentre un tiranno sano continua a mantenere, con una presa ancor più ferma, i suoi sudditi come schiavi, e milioni di altri non meno animali (dei maiali) difendere il loro tramezzino al bacon, il cappuccino, il rum… d’ogni mattino…

(H.D. Thoreau)

  












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