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Prosegue con...
Casy il Predicatore (dedicato a W.G.) (16) &
La testa d'albero (17)
Salve!
Mi ha chiamato il ‘produttore’ per documentare l’orrore, in questa
remota Regione, ora solo depressa Regione per cause ‘interne’, in cui il
Governatore ancorato…
Per ‘interne’ Ragioni di Stato…
Qui in tal luogo posso in tempo reale, qual inviato speciale di Innominati,
rendere di pubblico dominio l’orrore nelle alte valle bergamasche.
Ad aggiungersi al dramma, la precoce scomparsa d’un più che noto
cicloturista, dopo un ‘bagnetto’ non del tutto digerito con l’amico idraulico
giù al nord di ben altro confino…
Dicevo, nel campo ove dimoro, l’orrore il costante depresso orrore
va’ narrato per queste desolate lande e valli bergamasche, ove rifugiati
esiliati esalano l’ultimo disperato rotto dopo l’ennesima bottiglia giusto per
affogare la desolata disperazione del proprio ed universale Governatore alla
poltrona assiso in procinto di fare del Campo esempio universalmente
riconosciuto qual esiliato ricovero per tutti i nomadi di questa omerica
terra….
Mamme e bambini, viaggiatori e rappresentanti di commercio uniti,
venditori di muri edili riuniti in bagnetti e future cooperative, muratori
disoccupati chiamare fratelli oltre’alpe per l’abbraccio e un misero tozzo di
pane, ex graduati ex gladiatori ex celebrolesi di guerra con solo la penna neppure
il cappello rimembrare l’antica caccia, biondi fanciulli in preda alla costante
morsa della fame urlare ed imprecare e bestemmiare la Madonna, cacciatori e
pescatori in cerca dell’ultima preda giusto per saziare il cancro di ugual
inappagato appetito, bianchi color latte piangere al bancone alla briosce
preferita giacché gli è stata promessa solo quella, poppanti e lattanti
deambulare senza tempo e confino in frasi suggerite dall’appetito di qualcuno, raccoglitori
di frutta scondita pagata pochi centesimi alla libbra e casetta: il nero
raccoglie consenso, giovani ed anziani bivaccare fuori dal bar preferito e
cacare il breve suggerito comizio non più armistizio, il Governatore vilipeso giacché
non regna il giusto alcolico consenso, direttici da campo future Kapò
annunziare depressa depressione braccata e suggerita nell’ultimo digitale
modello da campo, giovani ubriachi tentano di scavalcare la staccionata e
confino fino al bagnetto del vicino, gli edili disoccupati riuniti in fila al
passo dell’oca vicino alla loggia sperare in miglior campo quando lui…
l’Innominato sarà Governatore di Stato…
Tutti uniti dal motto contro un solo (un solo nemico) e ogni Dio!
In questa stagione dell’anno, quando nelle vaste
coltivazioni della California arriva il momento del raccolto – grappoli d’uva
rigonfi, prugne, mele e lattuga e il cotone che matura in fretta – le nostre
strade pullulano di lavoratori migranti, un gruppo di raccoglitori nomadi,
colpiti dalla povertà e spinti dalla fame e dallo spettro della fame a vagare
di campo in campo, di raccolto in raccolto, su e giù per lo stato, inoltrandosi
un bel po’ nell’Oregon e per un breve tratto nello stato di Washington.
Ma è la California a ospitare e a richiedere la
maggior parte dei nuovi nomadi.
In questi articoli verrà effettuato uno studio
sintetico di questi vagabondi.
Ci sono almeno 150000 migranti senzatetto che
percorrono lo stato in lungo e in largo, e si tratta di un esercito abbastanza
numeroso da meritare l’attenzione di ogni abitante della California.
Il viaggiatore di passaggio a cui capita di
assistere agli spostamenti dei migranti sulle strade principali, li trova
misteriosi, perché d’improvviso le carreggiate si riempiono di bagnarole
scoperte cariche di bambini e di biancheria sudicia, di utensili da cucina
anneriti dal fuoco.
I carri merci e i vagoni aperti che avanzano sui
binari sono carichi di uomini. E poi, altrettanto d’improvviso, questa gente
scompare dalle strade principali.
Nelle vie secondarie e lungo i fiumi vicini, dove
c’è poco passaggio, sono sorti gli accampamenti squallidi e sporchi dei
vagabondi, e i frutteti si riempiono di raccoglitori, tagliatori ed
essiccatori.
La peculiarità dell’agricoltura californiana
richiede la presenza di questi migranti e li obbliga a spostarsi. Pesche e uva,
luppolo e cotone non possono essere raccolti da braccianti stanziali. Per
esempio, un grande pescheto che durante tutto l’anno richiede il lavoro di
venti uomini, ne richiederà ben duemila per il breve periodo della raccolta e
del confezionamento.
E se la migrazione di questi duemila non avviene,
se dev’essere rimandata anche solo di una settimana, il raccolto marcirà e
andrà perduto.
Pertanto, troviamo strano l’atteggiamento che
viene tenuto in California nei confronti della categoria che fa funzionare la
nostra agricoltura. I migranti sono necessari, e sono odiati.
Quando arrivano in una regione, incontrano l’avversione
che i residenti dispensano da sempre al forestiero, all’estraneo.
L’odio per lo straniero è presente lungo tutta la
storia umana, dai villaggi primitivi fino al nostro sistema agricolo
industriale altamente organizzato.
I migranti sono odiati per diversi motivi: sono
persone sporche e ignoranti, portano malattie, richiedono una maggiore presenza
delle forze dell’ordine, fanno aumentare le tasse per l’istruzione scolastica
all’interno di una comunità e, se gli viene consentito di organizzarsi, possono
mandare a monte le colture stagionali semplicemente rifiutandosi di lavorare.
Non vengono mai accolti in una comunità o nella
vita comunitaria.
Vagabondi di fatto, non è mai concesso loro di
sentirsi a casa dove sono richiesti i loro servizi.
Vediamo ora che tipo di persone sono, da dove
vengono e quali sono le rotte dei loro vagabondaggi.
In passato appartenevano a razze diverse, erano incoraggiati
a venire in California e spesso introdotti come manodopera a buon mercato; erano
tutti stranieri, e per questo venivano ostracizzati, segregati e ammassati come
bestie. Se solo provavano a organizzarsi, venivano rimpatriati o arrestati, e
non avendo dei rappresentanti nessuno prestava attenzione ai loro problemi.
Negli ultimi anni, però, i migranti stranieri
hanno iniziato a organizzarsi, e dopo questo campanello d’allarme in molti sono
stati rimpatriati, perché si era formato un nuovo bacino dal quale ricavare una
gran quantità di manodopera a basso costo.
Nel Midwest la siccità ha spinto le popolazioni
rurali dell’Oklahoma, del Nebraska e di intere zone del Kansas e del Texas a
migrare verso ovest.
Le loro terre sono devastate e non potranno
tornarvi mai più.
A migliaia stanno attraversando le frontiere a
bordo di auto vecchie e sgangherate, sono bisognosi, affamati e senza una casa,
pronti ad accettare una paga qualunque pur di mangiare e nutrire i propri
figli.
E questa è una novità per la manodopera migrante,
perché in genere i lavoratori stranieri venivano introdotti senza i loro figli
e senza nulla di ciò che rimaneva della loro vecchia vita.
Di solito arrivano in California dopo aver speso
tutti i soldi per il viaggio, al punto di vendere, durante il tragitto,
coperte, utensili e i loro attrezzi da quattro soldi per comprare la benzina.
Arrivano frastornati e abbattuti, in genere mezzi
morti di fame, e hanno una sola necessità da soddisfare immediatamente, quella
di trovare un lavoro con una paga qualunque per dare da mangiare alla famiglia.
E in California c’è un solo settore che li possa assorbire.
….Non avendo diritto ai sussidi, sono costretti a
diventare braccianti nomadi…
(J. Steinbeck, Nomadi)
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