CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

sabato 8 ottobre 2022

SANNO REALMENTE BADARE A LORO STESSI?! (ovvero, Il Sentiero...) (8)

 










Precedenti capitoli: 


dell'Uomo venuto 


dal freddo (5/7) 


Prosegue lungo 


il Sentiero (9)






 

 

Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo sul rispetto dei diritti e delle libertà, saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto.

 

Le parole a Repubblica della ministra degli Affari europei francese Laurence Boone – appena entrata a far parte del governo di Elisabeth Borne, che si era espressa in modo simile il giorno dopo le elezioni – rischiano di far scoppiare un caso diplomatico ai livelli più alti. La prima reazione, com’è comprensibile, arriva dalla Premier in pectore, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: ‘Voglio sperare che, come spesso accade, la stampa di sinistra abbia travisato le reali dichiarazioni fatte da esponenti di governo stranieri, e confido che il governo francese smentisca immediatamente queste parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’Unione Europea. L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero è finita, credo sia chiaro a tutti, in Italia e in Europa’,

 

….attacca in una nota durissima. 

 

La Storia, in verità e per il vero, ci insegna tutt’altra cosa…. in questo difficile Sentiero…. 


 



Il Tomo ‘rappresentato’ entro e fuori la Biblioteca ne configura il Fotogramma d’una grande celata sequenza la quale si snoda nei Secoli, e per chi sa intenderne e decifrarne l’invisibile Rima e Poesia scritta nella Trama della Storia, non sempre affine all’umana Ragione o tradotta secondi i canoni dall’umano intendimento (veicolati da un Pontificio ad uno Stato), in quanto ‘oscura’ l’immagine nello sviluppo della ‘materia’, sarà altresì in grado di Rilevare e intenderne il Dio pregato scritto nella Sua immutata Natura, e per questo per sempre Inquisito.

 

E il quale per sua Spirituale Infinita Natura difficilmente applaudito dalla unanime ‘dottrina’ del Verbo della materia, se non in ciò che appare ed in  cui questa si sviluppa, e nella luce della Vita definirne i visibili contorni, abdicando all’oscura caverna il segreto dell’intera Filosofia…

 

Ragion per cui raccogliere un singolo Frammento, un singolo Brandello di Coscienza vilipesa e inquisita null’altro che confermare la volontà della Ragione quanto della Verità braccata. Giacché hora più di ieri patisco ed ancora patirò in ragione della visibile e godibile materia i veri tormenti della patria in perenne dispiegamento dell’immagine ma non nella sostanza offerta…




Stessi identici tormenti i quali solo la secolare Inquisizione - non mutata – nel proprio immutato svolgimento concede ai nemici della Ragione. Semmai possiamo ragionevolmente dire mutata nelle proprie evoluzione pur mantenendo uguali procedure ed atti. Non vuol essere una offesa a questa patria così intenta nella propria persecuzione verso l’incompresa Eresia, semmai mio intento lasciare la possibilità che un domani se ne possa raccogliere la Testimonianza (affine alla negata inquisita Verità) per il bene d’ognuno affinché ciò - che profondamente celato ed occultato - nelle false biografie fornite dall’inquisizione possa essere riletto.

 

Così come la nota ricercatrice universitaria non men del Prosperi, hanno dedicato e dedicano ancora i preziosi studi, ed altresì non permettendo che altri - ed altri ancora - quali infinite schiere di Saggi Faggi (cui il Genio impone la più certa Opera ispirata esposta alla fotosintesi della Storia) possano subire le ingiurie promosse al costante Rogo delle gratuite calunnie offerte qual pane quotidiano dispensate dalla Legge del branco, in nome e per conto di - innominati protetti altolocati – delatori uniti in ogni luogo ove promuovono e dispensano falsi Ideali in falsa Ragione, specchio e riflesso d’un malato - e non certo - rinnovato o dedotto Intelletto (dalla Natura nato)!

 



L’umiliazione dell’isolamento accompagnata dell’accanimento psicologico del controllo della coscienza, e con essa, dell’Anima di quel Primo Dio disceso nella mia quanto quella di molti altri (umani e non) che quotidianamente patiscono le torture d’una società sposata ad una e più ortodossie le quali pretendono interpretare ed incarnare il messaggio di colui che è stato sacrificato all’abominio della croce in cima ad un Teschio…

 

Non sono superate nel più feroce accanimento e con esso la pretesa di ‘curare’ la ‘visione’ di una realtà diversa della ‘materia’ da loro ‘universalizzata’ nell’interpretazione della ‘Parola’ e con lei il ‘Verbo’ di un probabile Dio. La quale invisibile ed imperscrutabile circoscritta dall’umano limite terreno cui l’uomo destinatario e depositario, almeno in questa vita,  quale suo ‘infallibile custode ed interprete’, cela, in verità e per il vero, ben altro significato quanto fin qui svelato dalle ortodosse teologie tradotte e coniugate a moderni scientifici accadimenti.




Ragione per cui, come quel Profeta che pretese parlare di un diverso Regno nel Tempio e Tempo della loro ‘materia’, e con esso di un diverso Dio, quanto da loro ‘pregato’ e ‘custodito’ come il dono o meglio la ‘presunzione’ di interpretarne il ‘senso’ e con esso il ‘fine’…,  Straniero al loro divenire: narro e interpreto la verità celata e occultata dei tanti Eretici e non, che perseguendo ugual intento, nei secoli passati e mai dimenticati, e di cui incarno l’Anima giammai morta al Rogo dell’altrui intolleranza terrena, ravvivandone e svelandone la celata Parabola di una e tante verità giammai sepolte al calvario del Teschio crocevia di questa nuova Storia inquisita. 

 

…O ancor meglio quella di ‘censore’, non evocò a lungo immagini di polizieschi intenti a lottare contro la libertà di espressione, ma fu piuttosto (inganno dell’umano ingegno…) prerogativa di uomini di studio apprezzati per la moderazione e l’apertura, i quali erano spesso in grado di esprimere giudizi sul valore letterario del testo.

 

Nella Venezia di metà ’500 prestarono la propria opera come ‘revisori di libri’ per i Riformatori dello Studio di Padova alcuni dei letterati più prestigiosi come Lodovico Dolce, Francesco Sansovino, Paolo Manunzio, Carlo Siconio. Lo stesso avvenne anche altrove. Lo scrittore toscano Francesco Redi, consultore nel XVII secolo dell’Inquisizione fiorentina, non trascurava considerazioni sulla lingua e sullo stile dei libri che doveva controllare. Simile era il comportamento in Spagna di illustri letterati come Lope de vega, censore per il Sant’Uffizio dal 1607 al 1635, e di Pedro Calderòn de la Barca dal 1635 al 1681, i quali, oltre alle formule consuete con cui licenziavano le opere sottoposte, fornivano giudizi circa la qualità dello scritto e dell’autore (la nascita della moderna ‘critica’?).




Un giudizio sull’opera, indipendentemente da qualsiasi valutazione circa l’ortodossia cattolica della stessa è elemento corrente nell’idea di ‘censura’ che predomina lungo tutto l’arco temporale della nostra ‘civiltà’*.

 

* Abominio razionalistico interprete dell’irrazionale coincidevano al crocevia dell’umana Storia terrena: gli intelletti andavano educati catalogati controllati qualificati indirizzati schedati, e se ciò non bastava, isolati o convogliati presso quelle pratiche di ‘esorcizzazione’ e ‘controllo del Pensiero’, patologie ‘malate’ dell’anima e della coscienza che lo avevano partorito. Manuali famosi come il ‘Martello delle streghe’, oppure il meno conosciuto ma ugualmente efficace ‘Bacolum Demonum’, erano e sono ancora i progenitori di quella ‘scienza psicanalitica’ che trascura la comune nostra ‘antropologia’ per veicolare il cosiddetto ‘indemoniato’  verso il retto e comune pensiero; e di conseguenza ridurne e sminuirne il senso teologico-divino che intrattiene e intratteneva per il tramite della Natura.

 

Oppure i diversi aspetti della stessa (Natura) quanto il pensiero artistico di una diversa visione del reale che tale rapporto suscita.., assoggettati e costretti ad una prassi dialettica convogliata nella nuova fede della dottrina terapeutica (affine all’economia in cui l’unanime fine scritto nella Storia - specchio di se medesima - consiste nell’annullare i secolari rapporti genetici dalla crosta sino alle più alte cime della stratosfera che la Natura e la sua evoluzione detta  determina e ordina per chi sa leggerne ed interpretarne a mo’ di Sciamano o Profeta l’Opera intera), sia essa convogliata nel credo e nella pratica ortodossa di una preghiera-confessione-pentimento, sia essa nella prassi medico-terapeutica assoggettata alla dottrina - più o meno ortodossa - di un ugual dottore della mente (veicolato dalla teologia alla nuova prassi medica, con il calcolato ugual medesimo fine per il conseguimento della Storia tradotta ai canoni immutati dell’Inquisizione).




La violenza psicologica come quella fisica con l’intento di ‘educare’ una costante che evidenzia i caratteri comuni ed accomuna i fini di una società cosiddetta evoluta, ancor oggi con amarezza ne traccio i celati ‘graffiti’ di questa verità nell’esilio cui l’umano sapere mi ha costretto e destinato, per raccogliere uguali ed invariati patimenti e torture per poi proiettarli nei ‘fotogrammi’ dell’arte scoprendo come uno Sciamano [e non più cristiano in quanto Viaggio a ritroso nel suddetto Tempo…] ciò che provo - e ho già provato - e purtroppo, proverò ancora, come il male offerto dall’uomo alla Natura intera.

 

E ciò che la ‘gnosi’ del mio Dio cerca è già stata tracciata nel Tempo infinito al loro Creato, mano della memoria anima incarnata scopro un diverso Tempo nella materia da loro narrata, e nella ‘santità’ della loro Storia per sempre conservata lascio testimonianza dell’invisibile dottrina inquisita e bruciata. Come me, molti altri hanno perso ogni avere nel rogo della civile intolleranza. Come me, molti altri hanno dovuto subire la tortura del controllo della coscienza e con essa, per mano di insospettati aguzzini al soldo della moderna e superficiale materia…, della privazione del proprio Credo.

 

Gli intelletti andavano educati o, meglio ancora,   utilizzando un termine dell’epoca, coltivati. Lo scrisse esplicitamente uno dei maggiori biografi di fine ’500, il gesuita Antonio Possevino, in un libro la cui traduzione italiana suonava appunto ‘La Coltura degli ingegni’, che trattava di scuole, di libri e del loro uso. Come si coltivano le piante, si doveva agire sugli intelletti umani.




Ha affermato Adriano Prosperi nel 1997 che ‘nella mente e nei concetti di questi uomini del tardo ’500 è ben fisso il principio che gli intelletti debbano essere sorvegliati, educati, diretti, magari intervenendo con operazioni dolorose come il tagliar via certi modi di pensare dannosi e pericolosi, soprattutto facendo crescere la pianta dell’umano (non certo divino) intelletto in direzioni giuste’.

 

E se ci illudiamo, come già detto, che al contrario questa prassi nel contesto del moderno vivere sia superata, avremmo commesso un grave errore di valutazione ‘storica e sociale’: ugual intenti (ed ancor più sofisticati) del controllo del Pensiero sono tratti comuni nel ‘formicaio’ del ‘terreno cantiere’, ‘coltivati’ a beneficio della universale moderna ‘materia mediatica’, che al contrario di ciò che in realtà è, si palesa come il miglior terreno dove coltivare tutti quegli istinti repressi e non manifesti dell’essere, e di conseguenza apparire, tradendo ogni sano principio filosofico di conoscenza e volontà dell’umano ingegno, e sacrificando all’altare della ‘velocità’ e della ‘conquista’ ogni possibile traccia di quel Divino cui la Natura è il solo e vero tramite.

 

Pur nel senso interpretativo del rovesciamento schematico cui siamo ‘accademicamente’ portati a percepire non meno dello studiare un certo ‘dualistico’  Eretico verbo, l’universale sapere cui in maniera genetica siamo portatori da quando evoluti in milioni di anni nella ‘geologia’ della nostra psiche quanto della nostra struttura fisica, simmetrico e per nulla diverso dall’Universo che l’ha ‘volontariamente’ o ‘involontariamente’ partorita nell’Anima Mundi cui siamo ‘oracolarmente’ o  ‘gnosticamente’ partecipi.

 

Non vi era spazio per la libertà (nel paradosso sopra espresso ugual intenti si profilano nel nostro moderno contesto sociale…) in simile concezione, tanto meno nella libertà di scelta, anche nelle miriadi offerte di libera espressione e scelte riflesse negli odierni valori civili, in realtà e verità non regna nel nuovo Impero quanto venduto o svenduto al libero mercato della moneta che fa rima con ricchezza; le nuove Corporazioni feudali costantemente seminano e coltivano ugual albero per convergere in medesimi intenti culturali, che poi divergano nell’apparenza dell’inganno offerto. La verità rilevata ‘regna perisce e soffre’ come le passate Eresie cui la Storia saprà purgarne o controllarne l’efficacia alla materia del loro… (secondo) Dio sottratto all’immateriale Spirito.


(Prosegue)









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