CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

lunedì 17 giugno 2013

LA 'TESTA' DELL' UOMO ELEFANTE













Prosegue in:

la testa dell'Uomo Elefante (2)











Il dottor Treves mise per iscritto, dopo molti anni, i suoi ricordi
sull'Uomo Elefante, sembra fosse interessato non solo a presen-
tare la propria testimonianza in nome del culto vittoriano del sen-
timentalismo, ma a rispondere a certe accuse rivoltegli in occasio-
ne della morte di Merrick.
E' difficile capire in che cosa consistessero con precisione queste
accuse dal circospetto 'Rapporto dell'inchiesta del coroner' appar-
so sul Times il 16 aprile 1890.




'Il coroner ha detto che il defunto era stato presentato al pubblico
come curiosità e che, quando è sopravvenuta la sua morte, si è
deciso per ragioni prudenziali di svolgere questa inchiesta'.
Fu presumibile per proteggere Merrick dai suoi sfruttatori che Tre-
ves lo fece ricoverare nell'ospedale di Londra e che il dottor F.C.
Carr Gomm, direttore di questa istituzione, raccolse con una sot-
toscrizione pubblica una somma sufficiente a farvelo rimanere.




Tuttavia venne esibito anche in seguito, con la supervisione del
dottor Treves, in vari congressi medici e costretto a mostrare le
proprie 'nudità' per amore della scienza e del progresso, come a-
veva fatto sapere in precedenza per il profitto del suo impresario.
Comunque, poiché il coroner stabilì che era morto nel proprio
letto per cause naturali, l'unico tribunale che avrebbe potuto con-
testare il comportamento di Treves era la sua stessa coscienza.
Ma anche davanti a un giudice così spietato, egli avrebbe potuto
invocare come circostanza attenuante il fatto che i rapporti da
lui preparati per questi congressi sono la sola testimonianza at-
tendibile a nostra disposizione di quello che era l'aspetto dell'Uo-
mo ..... Elefante nei suoi ultimi giorni.....




Sono redatti nel linguaggio neutro della 'teratologia' e di conse-
guenza non è facile capire basandosi soltanto su di essi, che cosa
avesse fatto di Merrick la meraviglia della sua epoca (visto che an-
che il dottor Treves in fin dei conti adoperò, come precedentemen-
te altri, il povero Uomo Elefante...): 'alcune esostosi congenite del
cranio; abbondanti escrescenze papillomatose e grandi masse pen-
dule con riferimento alla pelle (colore, origine, gen...), grande allar-
gamento dell'arto superiore destro, interessante tutte le ossa'.




A un certo punto, tuttavia, Treves si interrompe per spiegare l'ori-
gine del nome (forse è più corretto dire.. dei nomi...) mitologico
di Merrick: 'Per la massiva deformazione del capo e per le ampie
aree coperte da escrescenze papillomatose, il paziente è stato chia-
mato 'l'Uomo Elefante'; e più avanti ci conferma che 'Merrick attri-
buiva la propria condizione a uno choc subito dalla madre quando,
(un lontano 11 settembre, ma forse ancor prima...) poco prima che
lui nascesse, venne buttata a terra da uno elefante in un circo'.




Era in quella maniera che Merrick poteva affrontare ciò che altri-
menti gli sarebbe parso mostruosamente inspiegabile; come parla-
re di 'esostosi congenite' e di 'escrescenze papillomatose' era la
soluzione data dal dottore al medesimo problema.
Ma il loro linguaggio antimitologico non dà idea dell'attrazione e
insieme della ripugnanza suscitata dal suo aspetto, l'aspetto per in-
tenderci dell'Uomo Elefante, che gli rendeva impossibile uscire per
strada senza essere circondato dalla folla (e senza neppur impedire
che la stessa folla da baraccone, divenisse la nuova ed inaspettata
ricchezza....del dottor...).




In questo senso non ci aiutano molto nemmeno le diagnosi succes-
sive che definirono la sua malattia congenita 'iperostosi generalizza-
ta con pachidermia' o 'neorofibramatosi multipla' (tumori sparsi nei
nervi ed ovunque dal cranio alla pelle).
Ma nel suo ultimo saggio su questa 'delicato' tema, destinato al let-
tore generico (ricordiamo che il dottor Treves gode di cospicue sov-
venzioni dall'ospedale cui dipende, nonché dallo Stato stesso..., ra-
gione per cui il saggio destinato ad un volgo inesperto tendeva a tra-
scurare molti più particolari, di quanto in realtà il bravo dottore vole-
va svelare....).
Comunque il dottor Treves enuncia l'Uomo Elefante in questi termi-
ni:




"La sua caratteristica più impressionante è la testa enorme e defor-
me. Dalla fronte sporgeva una grande massa ossea simile a una pa-
gnotta, mentre dalla nuca penzolava un sacchetto di pelle spugnosa
con l'aspetto di un fungo, la cui superficie ricordava un cavolfiore
bruno.... L'escrescenza ossea sulla fronte gli occludeva quasi com-
pletamente un occhio.  La circonferenza del capo non era inferiore
a quella media della vita di un uomo. Dalla mascella superiore spor-
geva un'altra massa ossea. Usciva dalla bocca come un moncherino
rosa, rovesciando il labbro superiore e riducendo la bocca stessa a
una mera apertura sbavante.... Il viso non era più espressivo di un
blocco di legno nodoso....".
(Prosegue....)









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