Prosegue in:
Il Primo Dio (2)
Potrei morire dopo tanta bellezza, camminando
silenzioso, sconfitto sulla cresta di un baratro. Ciò che vedono ed hanno
visto, desiderato e compiuto. Ma nelle tante morti, mi sia concessa non una
poesia, ma un grido. Cercavo solo simmetrie
uguali in ‘segmenti’ e ‘perpendicolari’ di verità universali, che compongo
sulla carta, attraverso l’apparente nulla delle parole. Muto di nuovo osservo,
tutto potrebbe essere lì davanti a noi nel minuscolo evento della vita,
divenuta visione in una spirale che ho ammirato in una primavera di migliaia di
anni fa’.
Ora, seduto, immobile, non so più cosa sia
questo segmento che attraversa il Viaggio in questo Universo da qualcuno nominato Tempo. Il sole mi accarezza
il viso, i ricordi scaldano lo spirito.
Questa natura il nostro Dio la esalta e la
suscita, con i suoi movimenti regolari quando si avvicina, e la fa diminuire e
estinguere quando si allontana: per meglio dire, la vivifica continuamente con
il suo movimento e con l’infusione del suo spirito vitale, mentre il suo
allontanarsi e il suo volgersi altrove è causa di distruzione per gli esseri
corruttibili …..Il mondo intelligibile forma un’unità assoluta che preesiste da
sempre a ogni essere e che, nella sua unità,
abbraccia insieme ogni cosa. In che modo? Nel suo insieme l’universo non è
forse un essere vivente, ripieno nella sua totalità di anima e di intelligenza,
perfetto per la perfezione delle sue parti?
(Giuliano l’apostata, A Helios re)
Spesso coloro che hanno sfiorato ‘verità’
popolano mondi invisibili. Mi sussurrano un frammento di eternità a loro spesso negata al sole di una vita breve,
come il sorgere e morire di una stagione. Mi scrutano silenziosi mentre cerco
di porre in essere una immagine reale di un
significato: una probabile dimensione, non realtà acerrima nemica della
verità. Cerco frammenti scavando come un primitivo nella caverna dei ricordi.
Poi, come un archeologo li elevo alla realtà di una vita eterna ed infinita da
dove provengono prima di cadere nella prigione della materia riflessa nel
divenire di tante anime prigioniere che sembrano ascoltare ma non udire,
leggere ma non capire, parlare ma non spiegare.
Che il rogo, limite terreno del divenire, non
mi uccida ancora una volta.
Non bisogna dunque cercare, se estra il
cielo sia loco, vacuo o tempo; perché uno è
il loco generale, uno il spacio immenso che chiamar possiamo liberamente
vacuo; in cui sono innumerabili ed infiniti globi, come vi è questo in cui
vivemo e vegetamo noi. Cotal spacio lo diciamo infinito, perché non è raggione,
convenienza possibilità senso o natura
che debba finirlo: in esso sono infiniti mondi simili a questo, e non
differenti da questo; perché non è
raggione né difetto di facultà naturale, dico tanto potenza passiva
quanto attiva per la quale, come in questo spacio circa noi ne sono,
medisimamente non ne sieno in tutto l’altro spacio che di natura non e’
differente ed altro da questo.
(G. Bruno, De l’infinito, universo e
mondi)
C’è tuttavia qualcosa di molto fuorviante
nell’immagine delle stelle come una collezione di entità separate, perse,
ognuna per conto suo, nelle profondità infinite dello spazio. Nonostante le abissali distanze che le
separano, un individuo-stella è una cosa altrettanto inusuale nel nostro
universo quanto lo può essere un individuo-albero. …..Le stelle non vivono per
sempre, nascono e muoiono. …E le galassie sono la forma primaria di
organizzazione della materia del nostro mondo. ….La durata della vita di una
stella decresce al crescere della massa in modo quasi altrettanto rapido: varia
con l’inverso del quadrato della massa. ….Con l’esplosione, la stella
restituisce anche la maggior parte della sua massa al mezzo interstellare. ...In
fine, sono proprio queste stelle massicce che diventeranno buchi neri. …La
sostanza della velocità di rotazione delle stelle di un disco di una galassia a
spirale è una delle scoperte scientifiche più straordinarie degli ultimi 50
anni ...Tipicamente, qualcosa come l’80 o il 90 per cento della materia di una
galassia si trova diffusa al di là del disco e non si presenta sotto forma di
stelle e gas visibili. ….La materia oscura come viene chiamata, potrebbe essere
costituita da antiche stelle ormai consumate, o da buchi neri, o da polvere
molto fredda, o da qualche combinazione di tutti questi ingredienti. …Per
riuscire a vedere i processi chimici del mezzo interstellare come l’analogo dei
processi che avvengono nella nostra atmosfera, bisogna pensare a diecimila anni
come se fosse un secondo. …Più precisamente è meglio vedere il mezzo
interstellare non solo come l’atmosfera del disco della galassia a spirale, ma
come la sua atmosfera, il suo oceano, le
sue calotte polari, tutto mescolato insieme. Infatti, come l’acqua sul nostro
pianeta, il mezzo interstellare consiste di nubi di materia presente in fasi
diverse, fasi analoghe al ghiaccio, all’acqua, al vapore. …..Una galassia è
dunque un sistema in cui i processi di formazione delle stelle hanno luogo di
continuo: fanno parte integrante di un ciclo di energia e di materia
apparentemente stabile. ….In realtà è molto vicina ad un ecosistema.
(L. Smolin, La vita del cosmo)
Io dico l’Universo – tutto infinito –
perché non ha margine, termino, né superficie: dico l’universo non essere
totalmente infinito, perché ciascuna parte che di quello possiamo prendere, è
finita, e de mondi innumerabili che contiene, ciascuno è finito. Io dico Dio –
tutto infinito – perché da se esclude ogni termine ed ogni suo attributo è uno
ed infinito; e dico Dio – totalmente infinito – perché tutto lui è in tutto il mondo , ed in
ciascuna sua parte infinitamente e totalmente: al contrario dell’infinità de
l’universo, la quale è totalmente in tutto, e non in queste parti (se pur, riferendosi all’infinito, possono
esser chiamate parti) che noi possiamo comprendere in quello.
(G. Bruno, De l’infinito, universo e
mondi)
Per non indugiare oltre sullo stesso
argomento, come sappiamo, Helios, determinando il solstizio d’inverno e quello
d’estate, è il padre delle stagioni e, poiché non abbandona mai i poli, è
l’Oceano, signore di una duplice sostanza. Saremo forse ancora oscuri nelle
nostre parole, visto che anche Omero disse prima di noi: ‘L’Oceano che diede
origine a tutte le cose ….’.
(Giuliano l’apostata, A Helios re)
…..E dall’Oceano
dove sono nato viaggio per ritornarvi.
Ora nella sua quiete ciò che più mi preme è
dar vita e forma a questo scritto nella disordinata apparenza che accompagna il
normale vivere. Questi Viaggi iniziati e non portati mai a termine, Viaggi
senza ritorni sospesi in una oscura geografia, dove, pur toccando tutte le cime
è come se mi trovassi sempre ai piedi della vetta. Forse perché la vetta sono
io.
IO, quella scura montagna fatta di roccia e
ghiaccio, liscia e difficile, ricolma di strapiombi, piena di insidie, dove il
tempo non è mai certo e sempre pronto per qualsiasi cambiamento. Illudendolo di
una possibile conquista. Solenne nel silenzio scruto infinito e consistenza,
composta di milioni di anni di storia geologica stratificata e ammassata per il
piacere di chi poi, venne e fuggì....
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