CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

giovedì 11 giugno 2015

IL PRIMO DIO











































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Il Primo Dio (2)













Potrei morire dopo tanta bellezza, camminando silenzioso, sconfitto sulla cresta di un baratro. Ciò che vedono ed hanno visto, desiderato e compiuto. Ma nelle tante morti, mi sia concessa non una poesia, ma un grido. Cercavo solo simmetrie uguali in ‘segmenti’ e ‘perpendicolari’ di verità universali, che compongo sulla carta, attraverso l’apparente nulla delle parole. Muto di nuovo osservo, tutto potrebbe essere lì davanti a noi nel minuscolo evento della vita, divenuta visione in una spirale che ho ammirato in una primavera di migliaia di anni fa’.
Ora, seduto, immobile, non so più cosa sia questo segmento che attraversa il Viaggio in questo Universo da  qualcuno nominato Tempo. Il sole mi accarezza il viso, i ricordi scaldano lo spirito.

Questa natura il nostro Dio la esalta e la suscita, con i suoi movimenti regolari quando si avvicina, e la fa diminuire e estinguere quando si allontana: per meglio dire, la vivifica continuamente con il suo movimento e con l’infusione del suo spirito vitale, mentre il suo allontanarsi e il suo volgersi altrove è causa di distruzione per gli esseri corruttibili …..Il mondo intelligibile forma un’unità assoluta che preesiste da sempre a ogni essere e che, nella  sua unità, abbraccia insieme ogni cosa. In che modo? Nel suo insieme l’universo non è forse un essere vivente, ripieno nella sua totalità di anima e di intelligenza, perfetto per la perfezione delle sue parti?
(Giuliano l’apostata, A Helios re) 

Spesso coloro che hanno sfiorato ‘verità’ popolano mondi invisibili. Mi sussurrano un frammento di eternità a loro spesso negata al sole di una vita breve, come il sorgere e morire di una stagione. Mi scrutano silenziosi mentre cerco di porre in essere una immagine reale di un  significato: una probabile dimensione, non realtà acerrima nemica della verità. Cerco frammenti scavando come un primitivo nella caverna dei ricordi. Poi, come un archeologo li elevo alla realtà di una vita eterna ed infinita da dove provengono prima di cadere nella prigione della materia riflessa nel divenire di tante anime prigioniere che sembrano ascoltare ma non udire, leggere ma non capire, parlare ma non spiegare.
Che il rogo, limite terreno del divenire, non mi uccida ancora una volta.




Non bisogna dunque cercare, se estra il cielo sia loco, vacuo o tempo; perché uno è  il loco generale, uno il spacio immenso che chiamar possiamo liberamente vacuo; in cui sono innumerabili ed infiniti globi, come vi è questo in cui vivemo e vegetamo noi. Cotal spacio lo diciamo infinito, perché non è raggione, convenienza possibilità  senso o natura che debba finirlo: in esso sono infiniti mondi simili a questo, e non differenti da questo; perché non è  raggione né difetto di facultà naturale, dico tanto potenza passiva quanto attiva per la quale, come in questo spacio circa noi ne sono, medisimamente non ne sieno in tutto l’altro spacio che di natura non e’ differente ed altro da questo.
(G. Bruno, De l’infinito, universo e mondi)

C’è tuttavia qualcosa di molto fuorviante nell’immagine delle stelle come una collezione di entità separate, perse, ognuna per conto suo, nelle profondità infinite dello spazio.  Nonostante le abissali distanze che le separano, un individuo-stella è una cosa altrettanto inusuale nel nostro universo quanto lo può essere un individuo-albero. …..Le stelle non vivono per sempre, nascono e muoiono. …E le galassie sono la forma primaria di organizzazione della materia del nostro mondo. ….La durata della vita di una stella decresce al crescere della massa in modo quasi altrettanto rapido: varia con l’inverso del quadrato della massa. ….Con l’esplosione, la stella restituisce anche la maggior parte della sua massa al mezzo interstellare. ...In fine, sono proprio queste stelle massicce che diventeranno buchi neri. …La sostanza della velocità di rotazione delle stelle di un disco di una galassia a spirale è una delle scoperte scientifiche più straordinarie degli ultimi 50 anni ...Tipicamente, qualcosa come l’80 o il 90 per cento della materia di una galassia si trova diffusa al di là del disco e non si presenta sotto forma di stelle e gas visibili. ….La materia oscura come viene chiamata, potrebbe essere costituita da antiche stelle ormai consumate, o da buchi neri, o da polvere molto fredda, o da qualche combinazione di tutti questi ingredienti. …Per riuscire a vedere i processi chimici del mezzo interstellare come l’analogo dei processi che avvengono nella nostra atmosfera, bisogna pensare a diecimila anni come se fosse un secondo. …Più precisamente è meglio vedere il mezzo interstellare non solo come l’atmosfera del disco della galassia a spirale, ma come la sua  atmosfera, il suo oceano, le sue calotte polari, tutto mescolato insieme. Infatti, come l’acqua sul nostro pianeta, il mezzo interstellare consiste di nubi di materia presente in fasi diverse, fasi analoghe al ghiaccio, all’acqua, al vapore. …..Una galassia è dunque un sistema in cui i processi di formazione delle stelle hanno luogo di continuo: fanno parte integrante di un ciclo di energia e di materia apparentemente stabile. ….In realtà è molto vicina ad un ecosistema.
(L. Smolin, La vita del cosmo)




Io dico l’Universo – tutto infinito – perché non ha margine, termino, né superficie: dico l’universo non essere totalmente infinito, perché ciascuna parte che di quello possiamo prendere, è finita, e de mondi innumerabili che contiene, ciascuno è finito. Io dico Dio – tutto infinito – perché da se esclude ogni termine ed ogni suo attributo è uno ed infinito; e dico Dio – totalmente infinito – perché  tutto lui è in tutto il mondo , ed in ciascuna sua parte infinitamente e totalmente: al contrario dell’infinità de l’universo, la quale è totalmente in tutto, e non in queste parti  (se pur, riferendosi all’infinito, possono esser chiamate parti) che noi possiamo comprendere in quello.
(G. Bruno, De l’infinito, universo e mondi)

Per non indugiare oltre sullo stesso argomento, come sappiamo, Helios, determinando il solstizio d’inverno e quello d’estate, è il padre delle stagioni e, poiché non abbandona mai i poli, è l’Oceano, signore di una duplice sostanza. Saremo forse ancora oscuri nelle nostre parole, visto che anche Omero disse prima di noi: ‘L’Oceano che diede origine a tutte le cose ….’.
(Giuliano l’apostata,  A Helios re)

…..E dall’Oceano dove sono nato viaggio per ritornarvi.
Ora nella sua quiete ciò che più mi preme è dar vita e forma a questo scritto nella disordinata apparenza che accompagna il normale vivere. Questi Viaggi iniziati e non portati mai a termine, Viaggi senza ritorni sospesi in una oscura geografia, dove, pur toccando tutte le cime è come se mi trovassi sempre ai piedi della vetta. Forse perché la vetta sono io.

IO, quella scura montagna fatta di roccia e ghiaccio, liscia e difficile, ricolma di strapiombi, piena di insidie, dove il tempo non è mai certo e sempre pronto per qualsiasi cambiamento. Illudendolo di una possibile conquista. Solenne nel silenzio scruto infinito e consistenza, composta di milioni di anni di storia geologica stratificata e ammassata per il piacere di chi poi, venne e fuggì....




















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