CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

giovedì 3 gennaio 2019

IL POTERE DELLE PAROLE ovvero il tordo beffeggiatore (39)














































Precedenti capitoli:

Il potere delle parole (37)  &  (38)

Prosegue in:

Il tordo beffeggiatore (40)















Dal precedente all’odierno qual breve racconto  rinnovato introduciamo e non certo un messaggio tele-comandato… Solo il potere della Parola evocata da chi della guerra e l’indiscutibile propria ed altrui paradossale condizione riflessa nel motivo della vita qual ugual diritto ne hanno fatto tesoro e Memoria per raccontare la Genesi di una Storia antica finalmente evoluta, almeno gli altri tutti coloro cioè che preferiscono primordiale involuta prima icona… ciarlano e comunicano… circa diritto e storia confusa… All’incrocio di fuoco da medesime sentinelle aggredito e presidiato quantunque evolute non sia mai detto il contrario… proponendo immediato pubblico riconoscimento nell’eroico gesto a tutela dell’Impero…

…Dell’invisibile meccanica iper-connessa Sentinella a guardia dell’altrui cogitante favella… 

...Nobili signori generali politici ed ognuno indistintamente da un prode conquistatore di Terra e ricchezza qual avo rimembrato approdato [e qui con noi di nuovo riuniti] alla riva di ogni civiltà antica e moderna fondare senza il Tempo necessario (giacché il Pensiero conosce una diversa Genesi in quanto riflesso e specchio di ciò che, e   per l’appunto, - più Elevato – e successivamente -  direttamente connesso con un più certo duraturo Superiore Universale Spirito di medesima Terra [apparentemente] conquistata nell’Anima Mundi celebrata e da ogni popolo nazione ed essere dalla pietra all’Albero al verme - che dal Fiume osserverà la riva desiderata e ugualmente pregata ed offesa - conservarne - tanto nella coscienza quanto nella Memoria [se ancor rimasta] così come nella genetica il Sogno evocato ‘istinto e rito’ della Parola sinonimo di Vita difesa e  tramandata… Chi di questa ne conserva, per l’appunto, giusta retta e saggia dovuta Memoria… E non sia mai detto ‘pittogramma’ incompiuto di chi di ugual Sogno facendosi beffa del prossimo predica sognando il prossimo ed un diverso misfatto offendendo predicato e atto nell’immaginario onirico conquistato del falso offerto e promesso… Infatti vien da sé qual condizione necessaria e sufficiente per più nobile e duratura conquista per ogni materiale materia dedotta cedere all’impulso donandosi completamente all’umano istinto così arricchito [ricco di mondo o viceversa povero di questo] e di conseguenza evoluto, e, in celata velata tollerante aggressiva democratica violenza tradotto confondere e sottomettere tacitando quel Pensiero con-Diviso fra Coscienza e Ragione da cui ogni presunta civiltà nata e fondata… Digos permettendo…) e senza mai superare il vero ed invisibile Fiume da cui un più profondo Sogno dimenticato, oppure peggio, mai sognato, trasformato e barattato per letargo, o ancor peggio una preghiera, e da cui Ragione ed Intelletto cogitando e legiferando pensano o vorrebbero nella falsa pretesa coniata di aver fondato l’araldo… della Storia numerata fedele al Tempo così e sempre celebrato con medesimi Nobili Signori Dame Generali figli imbecilli e nuovi prodi conquistatori dell’inutile della Terra offesa ed aggredita…




(Colgo l’occasione per l’Opinione da taluni apprezzata da altri perseguitata giacché non con-Divisa… a quella concederemo l’onore della medaglia nonché della mostrina da appendere in tinta con l’abito e s’intende della Divisa così in vista…)

…Approdato a codesta pedante premessa e per taluni tremenda offesa… proseguo l’Introduzione non gradita ricordando che la Democrazia impone nel Diritto dell’esercizio del Libero Italico Arbitrio così come dell’universale semper-eterno telecomando  di poter, senza offesa alcuna, cambiar miracolo e connettersi se solo possono e vogliono ad altro blog canale fiume torrente e autostrada e così facendo aver assicurato il Paradiso donde la vista con vasta area Promessa con annessa prestigiosa stazione di servizio ove se presentata la certificata domanda in carta bollata sarà (ri)fornito oltre del  gettone extra soglia anche di breve duratura paghetta così da poter rimanere sdraiati sul ciglio di medesimo Fiume or ora celebrato sottratto da qualsiasi sgradita scura vista con il tempo necessario e sufficiente per presiedere - da premiata Sentinella - al naufragio precipitato del ponte dell’intera Terra percorsa e conquistata e non sia detto in ragione del Sismi o vulcanico nuovo antico accidente ma solo il dovuto conto del Sogno ridestato o peggio non ancor sognato… alla somma promessa d’un eterno bilancio falsato, in genere il gatto accompagnato sempre dalla volpe dell’antica favola da ogni regime con fascista annesso e connesso…





…Il tempo, un piacevole pomeriggio domenicale all’inizio dell’autunno del 1861.

…Il luogo, il cuore di una foresta nella regione montuosa della Virginia sud-occidentale.

Troviamo il soldato semplice Grayrock, dell’esercito federale, comodamente seduto ai piedi di un grosso pino, cui è appoggiato, con le gambe stese lungo il terreno, il fucile di traverso sulle cosce, le mani (intrecciate affinché non cadano lungo i fianchi) abbandonate sulla canna dell’arma. Il contatto della nuca contro l’albero ha fatto sì che il berretto gli sia sceso sugli occhi, quasi nascondendoli; chiunque lo vedesse direbbe che stia dormendo. Il soldato semplice Grayrock non dormiva; se l’avesse fatto avrebbe messo a repentaglio gli interessi degli Stati Uniti, perché si trovava molto lontano dalle linee ed era soggetto alla cattura e alla morte per mano del nemico. Inoltre, aveva uno stato d’animo poco incline al riposo. La causa della sua agitazione era la seguente: durante la notte precedente aveva prestato servizio di guardia di picchetto, ed era stato appostato come sentinella proprio in quella foresta.




…La notte era limpida, sebbene senza luna, ma nell’oscurità della foresta era buio pesto…

La postazione di Grayrock si trovava considerevolmente lontano da quelle situate alla sua destra e alla sua sinistra, poiché i picchetti erano stati disposti a una distanza inutile dall’accampamento, rendendo la linea troppo lunga perché le truppe distaccate potessero occuparla. La guerra era appena iniziata e gli accampamenti militari pensavano erroneamente di essere meglio protetti, durante la notte, da linee sparute che si estendevano a grande distanza verso il nemico, piuttosto che da linee più consistenti e ravvicinate. E di sicuro, dovevano essere avvisati il prima possibile dell’avanzata del nemico, poiché a quei tempi avevano l’abitudine di svestirsi – e questa era la cosa meno marziale che potessero fare.

La mattina di quel memorabile 6 aprile, a Shiloh, quando molti dei soldati di Grant vennero trafitti dalle baionette dei Confederati, erano nudi come civili; ma, bisogna riconoscere, non a causa di un difetto nella disposizione dei picchetti. Avevano commesso un altro tipo di errore: non avevano picchetti. Forse questa è una digressione inutile. Non ho intenzione di indirizzare l’interesse del lettore sul destino di un esercito; in questa sede dobbiamo prendere in considerazione quello del soldato semplice Grayrock.




Quel sabato notte, dopo essere stato lasciato in quella postazione solitaria, era rimasto immobile per due ore, appoggiato al tronco di un grosso albero, a fissare l’oscurità davanti a sé e intento a scorgere oggetti conosciuti, poiché si era appostato nello stesso luogo durante il giorno. Ma ora era tutto diverso: non vedeva nulla nei particolari, ma solo gruppi di oggetti, i cui contorni, che non aveva osservato quando avrebbe potuto vederli nella loro interezza, ora gli apparivano estranei. Gli sembrava che non fossero mai stati lì. Tra l’altro, un paesaggio fatto solo di alberi e sottobosco manca di nitidezza, è confuso e privo di punti di riferimento su cui l’attenzione possa trovare un appiglio. Se si aggiunge l’oscurità di una notte senza luna, non basteranno una profonda intelligenza innata e un’educazione cittadina per mantenere il senso dell’orientamento.




E fu così che il soldato semplice Grayrock, dopo aver vigilato con attenzione sui luoghi che gli stavano davanti e dopo aver perlustrato con imprudenza l’ambiente circostante a malapena visibile (camminando in silenzio intorno al suo albero), perse la bussola, pregiudicando seriamente la sua utilità di sentinella. Smarritosi nella sua postazione, incapace di dire da quale direzione avrebbe dovuto aspettarsi l’arrivo del nemico, e in quale si trovasse l’accampamento addormentato della cui sicurezza era responsabile anche a costo della vita; consapevole, anche, dei molti altri aspetti imbarazzanti della situazione e dei fattori che riguardavano la sua stessa incolumità, il soldato semplice Grayrock si sentì profondamente turbato.

E non ebbe nemmeno il tempo per riprendersi, poiché, quasi nel medesimo istante in cui si rese conto di quanto fosse imbarazzante la situazione in cui si trovava, udì un fruscio di foglie e uno schianto di rametti spezzati e, voltandosi con il cuore in gola nella direzione da cui proveniva il rumore, scorse nell’oscurità il profilo indistinto di una figura umana.

‘Alt!’,

…gridò il soldato semplice Grayrock, con la perentorietà impostagli dal dovere, ribadendo l’ordine con il brusco scatto metallico del fucile armato.


‘Chi va là?’. 














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