CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

mercoledì 5 febbraio 2025

LA SCENA ITALO-AMERIKANA (5)

 










Precedenti PC 


Prosegue con Vista 


(completa) 


(dedicato a mio fratello) 







Prosegue la navigazione 


verso Nord  


No! non ora john!  (7) & (8)







Se gli altri erano del tutto assenti, non era colpa loro; e, sebbene in una seduta mattutina riuscissero a divorare trenta piattini di cibi folli e demenziali (oltre il ‘principio’ della bustarella che ne permette il costante consumo), questa è pur sempre una legge che, in gran parte del paese, sembrava non contemplare alcuna differenza di applicazione quanto ad età o sesso, condizione o costituzione; dunque, per farla breve, non c’era stata volontà, da parte loro, di monopolizzare il caso sociale*.

 

[*Quanto diverso sarebbe stato quest’ultimo (‘caso sociale’ a cui nostro malgrado assistiamo in questa tortura su cui fondato ed ispirato questo stato rappresentato), e quanto diverso il suo effetto generale sulla ‘scena’ dell’umanità intera, se solo vi fosse stata una giusta e più equilibrata proporzione di altre e più elevate presenze - e non solo e più umane - ma inerenti al più vasto mondo donde la Natura della ‘scena’, presumibilmente accettata come umana – rimossa e privata della dovuta e più onesta ‘democrazia’; essendo del tutto disumana, giacché interpretata dal costume dell’odierna tirannia; rappresenta, o vorrebbe, prefigurare la ‘propria’ ed ‘altrui’ discendenza; o più certa decadenza (per non nominare decenza inscritta nell’assolutistica e più moderna efficace deficienza) per ogni costume di ‘scena’ adottato (& non solo amerikano)  e rapportato all’umana scienza dell’ideale rimosso da ogni, e ripeto meco medesimo, democratico principio.

 

Ogni ‘ideale’ accompagnato dalla simmetrica ‘dignità’ e/o ‘realtà’ che non più lo rappresenta, ma fonda la rimossa coscienza interpretativa nel concetto e mito di medesima uguale esistenza (giacché ogni ‘regalità’ donde deriva l’atto interpretativo, e non solo in Ragione della vita, ben cogitato nonché rettamente ispirato, nonché applaudito, dal più noto famigerato populismo) che lo  contraddistingue, elevandolo e in qual medesimo tempo, sprofondandolo, per ogni piccolo o grande paese (e paesino) ‘interpretato’ in volgare ragion di stato.

 

Seppur rimosso, e ci ripetiamo, per ogni Anima morta seppur ancor in Vita, ogni volta che a Lei ci rivolgiamo, rimembrandone il dismesso principio su cui fondata ogni antica ‘idea’ in Ragione del vero e più sano ‘progresso’ dell’intera Natura donde deriva l'arte evolutiva dell’intera esistenza e la dovuta stratigrafica coscienza di Natura che lo avvia, la quale la rende Infinita - e non più a breve scadenza - ad uso e consumo d’un venditore di stato privato d’ogni coscienza.

 

E non più e solo della fallace moneta che lo ispira, nella propria ed altrui villania così edificata, ovviamente, da ogni superiore ‘idea’ o ‘principio’ della stessa ispirato dalla morte Natura, in Ragione e Principio della Vita dell’uguale esistenza che ci è permessa, e che al meglio lo ispira nella dignità della ‘replica’, avendone rimosso il principio con un artifizio algoritmico.

 

Cosicché in ultimo - a sipario calato - ogni idea che fu rettamente nonché magistralmente pensata, possa subire censura interpretativa, affinché Ognuno, Nessuno escluso, ovviamente, possa pensarla o edificarla ancora come fondamento in onore d’ogni odierna natura morta (ri)proposta: pensi e rimembri una diversa discendenza di questa orribile scena mal rappresentata quanto presumibilmente ‘cogitata’ senza Ragione alcuna, dacché affidata alla scienza ricreativa d’una macchina che dispensa morte in vita!

 

Fra una scena americana e l’europa che l’osserva a scena aperta!

 

Altre figure e personaggi muoversi su questa ‘scena italiana’ adottata, ammirare un’america dimenticata; esemplari di altre professioni, di altre e più profonde responsabilità; dispensatori di più elevati ideali - giacché ogni forma d’ideale perito fors’anche ‘mai’ o ‘mal’ interpretato - o ben tradotto e adeguatamente compreso nel conio originario a danno, ovviamente, di qualsiasi moneta successivamente tradotta e dispensata, come mal interpretata, ed ovviamente, privata del valore su cui si base la vera e più certa ricchezza.

 

Ma appunto di ricchezza e i tutori della stessa ingorda pretesa assistiamo con rammarico e disgusto a questa nuova scena approdata e recitata, con altrettanta magistrale ingorda nefandezza su cui ispirata la memoria di medesima visione alla carrozza che cammina e giammai corre….

 

Dal venditore di questo stato mal rappresentato e/o recitato, sicuramente egregiamente divorato: scrittori e/o suggeritori dell’anima quanto ciò di cui rimasto dell’antico spirito ubicato nella perduta dismessa coscienza di questo tempo distorto e corrotto la rimembrano ancora ed ancora…. Affinché non se ne smarrisca memoria…

 

(Giuliano)

 

Nessun tipo di persona riesce ad eccellere, meno che mai ad essere davvero piacevole – questo era il monito – se la sua educazione non è a qualche livello il risultato di un contatto con altri tipi, di una consapevolezza della loro esistenza, e, in quel senso, di un certo rapporto con loro.

 

Questa educazione può facilmente trascendere, in cento momenti diversi, gli insegnamenti della grande scuola di mattoni, nonostante tutte le sue pretese di universalità.


L’ultima sostanza distribuita dal grande mestolo di legno – maneggiato – lì, con tanto fervore – è sempre il prezioso agrodolce del senso delle giuste proporzioni; pertanto, non riuscire ad assaporarlo, seduto al tavolo della civiltà, è come provare la sensazione di essere irrimediabilmente esclusi dal banchetto. Non si riesce a percepirlo quando il suo effetto non dà risultato: quando, cioè, ciascuno, in modo del tutto sconsolante, ci appare ‘a caccia’ di un unico obiettivo, e quindi non solo inconsapevole delle priorità e dei valori assenti, ma come conseguenza diretta, relegato e costretto nel mero, elementare ambito della sua particolare situazione.

 

Riuscii a convincermi, in breve, che il problema che avevano questi miei amici italo-americani non consisteva affatto nel loro essersi, per così dire,  caparbiamente gonfiati a dismisura, tanto da costituire quella sorta di estrema efferatezza che erano apparsi sulle prime; ma che, al contrario, ciò che mancava loro era semplicemente una forma (che procedeva oltre le ragioni dello stomaco in ragione dell’appetito), uno sviluppo e soprattutto un rapporto: un rapporto con un qualunque, misericordioso termine qualificativo tra quelli della grande proporzione sociale.

 

Erano fuori posto sia nel concetto di Storia che della dovuta Memoria così rappresentata, o meglio, inscenata… 

(James)







Nessun commento:

Posta un commento