Prosegue
nel Campo di Marte,
...ovvero,
(colgo altresì l'occasione
per ringraziare il buon
Davide per i deliziosi
asparagi!)
Pur non
essendo un giornalista ma un semplice scrittore autodidattica di validi
principi democratici rivolti per l’Ambiente e non solo…
(sottintendendo
anche Ambiente sociale ove determinate ‘idee’ maturano quando vengono coltivate
ed incentivate, le potremmo definire con Ragione; ovvero: quando la Ragione
illumina l’Intelletto in forza della Memoria, quando viene a mancare questa
prerogativa e/o funziona ad intermittenza e/o in carenza intesa come deficienza
assolutistica, e si fa forza di un intelletto privo di ragione, e lo si coltiva
in serra algoritmica dota dell’ultimo modello di Suv alla moda, abbiamo le note
demenziali idee dinastiche condite con desolanti svastiche stranamente
associate a rabbini rampanti e privi di scrupoli ed ideali [che iddio Uno ci
privi della vista da tal mostri derivati]; alternate ed associate a desolanti
pensieri inumani; un esempio per ciò detto l’invasione da parte del tiranno
[ogni tiranno] d’una vasta terra in ragione del dominio, cosa non estranea al
mondo animale pascolato sino alle sabbie della martoriata Palestina in forma di
dromedario; ma da quest’ultimi da dove evoluti (mentre pregavamo un bambino su
una culla essendo divenuti cristiani nella forma in crescita, in compagnia d’un
somaro e una vacca sua amica intima) - come anche Plutarco aveva notato in un
remoto antico trascorso passato… (- forse mi nominavano pagano -), determinate
arbitrarie licenze così organizzate in ragione e motivo d’una falsa Storia
[come poco sopra accennavo] e non certo evolutiva, mai avremmo immaginato il
futuro condimento per ogni fiera da qui fino alla Macedonia; giacché corre
distanza e frattura nonché divergenza, fra Storia evolutiva e Storia sociale
intesa come umana riflessa in ugual medesima arte evolutiva; anche la Terra
conosce le sue fratture, ma in esse ha maturato la stabilità geologica da cui
la crosta, certamente se nella stratigrafica Terra avesse regnato una diversa
simmetria ‘evolutiva’ non saremmo sprofondati nell’abisso della stessa
confondendola per un più nobile paradiso, con un diverso destino ove poter
consumare un cocktail in attesa del residence preferito senza abuso di dominio;
mentre ognuno per ogni specie vivente muore a cielo aperto; certamente avremmo
avuto un diverso destino, un diverso margine di destino non ‘privati’ della
dismessa capacità intellettiva umana; subordinata cioè, molte volte o troppo spesso - da una
macchina…; la qual macchina del tutto artificiale anche quando ci aiuta
nell’Ambiente in cui lavoriamo monitoriamo, e in ultimo, usiamo per ogni scopo
scientifico al fine d’un più nobile uso dell’intero Ecosistema e il sano
Intelletto da Lei nato, viene privata della capacità lavorativa d’un saggio
programmatore che a codesto punto dell’Arte evolutiva divine disoccupato ed
abusivo a tempo indeterminato [avendogli sottratto la capacità di fare uso del
dovuto sano dono di Ricerca]; certamente abbiamo conosciuto altri e più
distinti Abusi & Soprusi d’Intelletto fino all’ultimo piano quinquennale
del Soviet Supremo, e/o EDILIZIO UNITO d’ogni Impero fraudolentemente istituito
& giammai estinto; dai tempi cioè, quando andavamo in ‘colonia’ e ci èra
permesso di fare il bagno; ma mai, ora che siamo adulti, avremmo immaginato la
catastrofe con un fine che non sia quello utilitaristico, il quale corre e
sfreccia come un razzo da qui ad un accecato cratere della Luna per salvare
qualcuno digiuno confondendo ed annebbiando l’occhio d’ogni disgraziato al
piano di sotto; accompagnati dalla paternale solenne preghiera di non ingombrare
la spiaggia all’ultima trivella da qui fino alla bianca balena d’alto mare; ma
ora mi dicono dato il doppio utilizzo nominata Campo di Marte. Sappiamo come
finì la contesa! Achab non la rimembra, solo l’astronauta che sedeva non
lontano dalla sua cabina ne rammenta l’urlo mentre affogava trascinato da una
montagna intera, o forse una Balena… Non ricordo!)
...lui che essendo un isolato mostro in assolutistica pascolata deficienza e si consuma su un diverso piano tariffario allorquando l’algoritmo gli suggerisce cosa è bene pensare e quando pensare, mentre ogni Argonauta approva il periglioso Viaggio riconoscendo la mostruosità della mole ben ripetuta per ogni Parabola in suo onore [su questa isola abbiamo la sua fortuna, in altre isole o zone pedonali è bene non avventurarsi]; affinché l’abominevole idiozia riparata in grotta possa sbarcare fino al più vasto oceano di marte e fondare la vita algoritmica; negli intervalli si raccomanda l’altrettanto abominevole risalita fino allo Yeti, l’ultimo disadattato padano derivato dall’incrocio con la dèa melona in amore con salvino un dio dionisico…
Negli
intervalli si raccomanda del buon prosciutto o della carne viva e ben condita!
Nei tempi
supplementari si prega di pregare gli idoli dispensati!
(Giuliano)
Sui media italiani la crisi climatica continua ad avere scarsa visibilità, mentre aumentano le pubblicità delle aziende inquinanti responsabili del riscaldamento globale, che in questo modo esercitano un’influenza pericolosa sul mondo dell’informazione.
Siamo
convinti che la crisi climatica meriti la massima attenzione attraverso
un’informazione libera, completa, onesta e trasparente, e che possa offrire a
cittadini e politici gli strumenti necessari per comprendere e affrontare la
gravità della minaccia, favorendo l’adozione di soluzioni per mitigare il
riscaldamento del Pianeta e proteggere la vita di miliardi di persone.
Per questo
abbiamo deciso di dare vita alla coalizione “Stampa libera per il clima”:
un’iniziativa promossa da Greenpeace Italia nell’ambito della campagna
“Stranger Green” per creare una rete di testate giornalistiche che affronti in
maniera ampia e onesta la crisi climatica, contro il proliferare del
greenwashing.
Cosa
chiediamo alle testate italiane
Per
assicurare un’informazione libera da condizionamenti, chiediamo alle direttrici
e ai direttori responsabili delle principali testate italiane di rendere
pubblica ogni forma di finanziamento proveniente dalle aziende dei combustibili
fossili, incluse quelle derivanti dalle loro pubblicità.
Chiediamo,
inoltre, di impegnarsi pubblicamente a dare alla crisi climatica l’attenzione e
la copertura giornalistica che merita una delle emergenze più importanti della
nostra epoca, senza omettere le responsabilità dell’industria dei combustibili
fossili né l’attuale inazione della politica.
Chiediamo
infine un impegno pubblico per ridurre o eliminare progressivamente ogni
finanziamento proveniente dall’industria fossile.
Come
aderire alla coalizione: 5 criteri per un’informazione libera
Per entrare
a far parte della coalizione “Stampa libera per il clima” occorre rispettare
cinque criteri:
Copertura
mediatica: dedicare la massima attenzione alla crisi climatica, dandole lo
spazio che merita un’emergenza a cui occorre reagire con urgenza.
Cause e
responsabili: menzionare i combustibili fossili in almeno metà degli articoli o
dei servizi in cui si parla delle cause della crisi climatica, senza omettere
le gravi responsabilità dell’industria del gas e del petrolio.
Voce delle
aziende inquinanti: ridurre lo spazio offerto alle aziende inquinanti nel
discorso mediatico sulla crisi climatica, la cui voce tra i soggetti che
parlano del clima non deve superare quella degli esperti. Nessuno spazio deve
essere più concesso ai negazionisti del riscaldamento globale.
Trasparenza:
rendere pubblico in modo trasparente ogni finanziamento proveniente dalle
aziende dei combustibili fossili.
Finanziamenti:
assumere pubblicamente l’impegno, nei tempi e nei modi stabiliti dalla testata,
a ridurre progressivamente o a eliminare ogni forma di finanziamento
proveniente dall’industria dei combustibili fossili, incluse le inserzioni
pubblicitarie.
Se sei una
testata giornalistica e vuoi diventare parte della colazione contribuendo a
un’informazione libera, completa, onesta e trasparente sulla crisi climatica,
puoi sottoscrivere l’impegno della “Stampa libera per il clima” contattando
l’ufficio stampa di Greenpeace Italia a questa email:
ufficio.stampa.it@greenpeace.org
La nostra
coalizione “Stampa libera per il clima” prende ufficialmente forma con
l’adesione delle prime testate giornalistiche italiane che hanno scelto di
impegnarsi per una corretta informazione sul clima, libera dai finanziamenti (e
dai condizionamenti) delle aziende dei combustibili fossili.
Queste
prime adesioni mostrano che un’informazione libera dai condizionamenti delle
aziende fossili è possibile anche in Italia. Siamo certi che altre testate si
uniranno presto!
La
dipendenza economica di giornali, radio e tv dalle aziende inquinanti è molto
più estesa di quanto si creda, e questo costituisce un pericolo non solo per
l’informazione sul clima, ma anche per la democrazia.
Le prime testate libere per il clima (aggiungo: non in linea con la segreteria!)
Ecco le
prime testate che hanno sottoscritto il nostro impegno:
Il Fatto
Quotidiano e ilfattoquotidiano.it
Altreconomia
Greenreport
Nextville
Qual Energia
Radar
Magazine
Tele Ambiente
Valori
Green Me
Politicamente
Corretto
Il Salvagente
GustoH24
The Map
Report
envi.info
La città
invisibile
Fuori
binario
EconomiaCircolare.com
Ethica
Societas
Terra Nuova
FADA
ISDEnews
lavialibera
I direttori e le direttrici delle testate firmatarie si sono formalmente impegnati a ‘offrire un’informazione libera, completa, onesta e trasparente, senza omettere le responsabilità dell’industria dei combustibili fossili e l’inazione della politica, né la disponibilità di soluzioni per una rapida transizione verso le fonti rinnovabili’. Le testate firmatarie si sono inoltre impegnate a rifiutare o eliminare progressivamente ogni forma di finanziamento dell’industria dei combustibili fossili, principale responsabile della crisi climatica che stiamo vivendo.
L’iniziativa
si ispira a un analogo impegno preso alcuni anni fa dal quotidiano inglese The
Guardian, tra i più letti e influenti del mondo, diventato un punto di
riferimento per l’informazione sul clima.
Siamo
convinti che solo un’informazione libera può offrire a cittadini e politici gli
strumenti necessari per comprendere e affrontare la gravità del riscaldamento
globale, che minaccia la salute del pianeta e la vita di miliardi di persone.
Per questo oggi rivolgiamo anche un appello al resto del giornalismo italiano affinché si affranchi dal ricatto economico esercitato dalle aziende del gas e del petrolio attraverso le loro “generose” pubblicità infarcite di greenwashing.
(Greenpeace)
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