SENZA NUMERO E/O APPOSTAMENTO FISSO
Il debito
che ho contratto con tutte queste specie alate, qual Anime che transitano mi
studiano osservano e comprendono, ancor meglio di ogni uomo armato di Ragione e
improprio sentimento verso ogni specie non dotate dell’Intelletto, per come
viene specificato da un essere terreno transitato all’ultimo Secondo della
grande migrazione…
Deve essere
onorato!
Prevedendo
ogni mio movimento, mi salutano e danzano d’intorno, dall’Alba sino al
Tramonto, all’inizio del lento cammino quando caddi su questa crosta di Terra per
strisciare come una serpe… poi ‘evoluto’ sino alla Cima d’un arbusto… e da lì
verso un antico Cantico a Cielo aperto, ove una diversa previsione mi confina
nel deserto senza possibilità di dimora…, dacché chi mi fissa e punta un
invalido di retto pensiero veicolato e dotato da un mobile carrozzino ed
illuminato al fosforo d’un mobile marchingegno in attesa di più nobile
pensione!
Solo per ricordarmi tutte le vite passate e migrate verso uno strano e diverso orizzonte…, ove i fuochi sulfurei d’uno strano inferno a ciel sereno mi ricordano il difficile invalido passo ma non certo evolutivo…, conferito dalle Ragioni del più forte con diritto d’accompagno; almeno così sentenzia una scienza in assenza d’ogni simmetria inerente ad una diversa e più povera Filosofia…
…Ove poter
scorgere, senza riserva di coscienza alcuna più simile alla bestia, il vasto
regno della morte, ed ove ogni guerra prospera senza motivo alcuno in difetto
evolutivo privato d’ogni coscienza - e mi dicono - amministrata da Leonardo il santo armato del
giorno, primo azionista dell’assoluto, il quale in stretto gergo o dialetto
padano dalla Sicilia fino a Bergamo, disarma ogni armato in difetto o accesso
di difesa affinché il Regno della prospera confusione vicino al Mercato del
Tempio possa essere adorata inalata e prepagata a tempo pieno &
indeterminato; comprensiva d’un esteso incalcolato azionariato dell’istinto con
eterna salvezza la quale per sua ed altrui caratteristica, pone differenza
nella logica del (con)dominio assolutistico così da fondare nuovi imperi e
sorvolare lo grande mare fino alla Gerusalemme da liberare o miniare…
Dipende molto dalla corrente trascritta ed interpretata dall’Amministratore unico delegato e compartecipato!
& talvolta recluso in
convento per nessun peccato aver arrecato!
Giacché il
più forte in difetto e/o carente di ragione, anche su codesta interpretazione
fra Ragione e Forza motore da opporre giusta e più equa interpretazione, questo
vien detto e ripetuto dal miniato copione, ed ogni inutile forza prossima
all’idiozia privata del principio della vita ritenuta forza istintuale della conservazione,
a cui il progredito Progresso volge lo sguardo inorridito,… merita una più
severa punizione!
Questo
viene ripetuto dall’intero Convento senza Nessun Dio pregato!
Nessuno,
infatti, in cotal Paese l’ha pur venerato!
Ed ogni Arte evolutiva sempre votata e adorata dalla sera fino alla mattina, precipitata nell’Abisso d’un primordiale mare di Tetide senza possibilità di poter riemergere e strisciare dalla sabbia d’uno strano deserto con il Mare premiato e mascherato dalla celebre gondola d’oro, solo per poter proseguire il cammino verso l’istinto d’una Luce offuscata da una strana nebbia in compagnia del bagnino in odore di morte; giacché l’Argonauta mobile l’osserva e studia in dote del più preciso siluro… su cui stipulare contrattare per poi ancora ed ancora navigare sul noto vello d’oro!
Il miglior yacht
o racket… del porto!
Così
abbiamo scoperto ogni ‘corrente’ prossima all’Elemento inerente al circolo
della vita, come ogni sangue che pulsa da una Mente divina, aver mutato il
proprio principio, grazie all’arte intellettiva attribuita all’esclusiva esclusività
a favore dell’ ‘umano’ dominio, ogni Principio di questo breve frammento
conferito all’ultimo o Secondo dio, irrimediabilmente mutato, giacché
comprendere il Suo (muto e primo) Linguaggio, che alto vola e migra per
principiare la vita puntata da un piccolo paesino in odor d’ipocrisia
assolutistica mascherata da democrazia…
Volgere e procedere al contrario…, per punire l’umano dell’ingordo appetito, di cui si nutre un insaziabile intelletto senza possibilità di linguaggio alcuno, pur dimostrando una ampia gamma o spettrale illuminata dissonanza & Vista fra la lingua e il principio che muove ugual mandibola; sicuramente l’istinto di sopravvivenza di questo essere dall’immenso cogito intellettivo corrotto dal vizio ben differente da colui che canta a squarciagola implorando un digiunato intervento, per non dire profetico miracolo perseguitato dal santo del giorno!
Ma in
codesto Paese a voi narrato ogni Profeta severamente punito calunniato e, se
poi appiedato e digiuno, seviziato a tempo pieno e continuato dal resto
dell’umano branco in difesa del più forte piatto giorno, ovvero e votato da
santi stomachevoli patriarcali stomaci senza fondo alcuno!
Per gli
evasi si raccomanda il precompilato e di evadere con il resto del branco
affinché la razza del più forte accompagnata dal santo commercialista del
giorno possa conquistare più salda e ferma ragione!
Giacché ogni Saggio che s’ispira ad un antico Linguaggio non ancora coniato al soldo della zecca, sarà per sempre punito perseguitato e vaccinato dal medico di turno così da divenire ‘curato’ di campagna esposto al soldo e più nobile pasto dell’insaziabile carnivoro parlamentare appetito d’un armato (seppur proverbialmente dato per disarmato) e più evoluto ‘orango’; con una gola troppo oscura e profonda con cui allietare commensali e cortigiani; mossa da un ‘passo’ altrettanto oscuro volgere verso la ‘cima’ del male assoluto conferito dal benevolo e famigerato voto di scambio, detto anche evolutivo con l’ausilio del Golem di turno; mentre divora con indistinguibile appetito ogni Profeta assiso al proprio Pensiero e/o retto Ramo evolutivo; il quale alto vola in un cielo sereno prossimo al paradiso ove nato e da cui ispirato ma non ancora perito…
O del tutto
digerito in Compagnia d’un Falcone e un povero Borsellino!
Udire le
mirabile profetiche calunnie ove ogni (monte del) Teschio, o il resto di ciò
che rimane del passo prossino al calvario, non dopo aver superato il noto
‘ponte del diavolo’, potrà esser ammirato nonché promesso con soavi preghiere
così da potersi distinguere da colui che canta vola e predica ma privo di
Linguaggio; e chi invece - pur abbondandone - ne difetta per ogni Dio
oltraggiato soavemente e beatamente pregato, accompagnato da infarcite parole
colme di mirabili e satolle avventure condite con ricchi spiedini ancora vivi,
mentre narra i prodigi del proprio proclamato intelletto: linguaggio ricavato nonché
coniugato, da miracolosi artifizi conferiti dalla somma del nuovo algoritmo
alato, il quale contiene l’intero spartito senza l’antico difetto di dover
Pensare prima ancor di parlare.
Così da poter lavare e purificare ogni Intelletto ancor pensante e danzante volgere verso il puntato Cielo!
Si può
divorare e pregare a tempo pieno e indeterminato senza l’antico difetto di
dover pensare, ma che dico, la fatica di pensare a ciò che viene masticato e
detto.
A codesto
illustrissimo palato dedichiamo la Rima tradotta allor quando anche il misero Francesco
ne scoprì il cantico, di colui che lo nutriva alto su di un ramo e di lui ne
fece un Santo.
Al diavolo
da basso raccomandiamo, assieme a tutto il male che genera e da cui generato,
derivato dal suo e non più nostro Paese, di astenersi per quanto possibile
dalla beata volgare bestemmia accompagnata dalla calunnia d’ogni giorno,
conferita dal limitato intelletto con uso di parola, accompagnata anch’essa dall’oscuro
fraseggio, in quanto c’è differenza e stile di grammatica nonché dell’intero
spartito su cui porre differenza e nota…
Su cui incidere il nostro antico ‘geroglifico’ più simile ad una preghiera antica...
A questo orango e all’intera sua ‘ammazzetata’ prole vorrei dedicare questo mio breve Frammento, affinché ne faccia tesoro!
E a
Monopodio e all’intero suo Governo raccomandiamo più decoro…
DA
BERGAMO A ROMA
Bergamo terra
di preti: siamo in terra di preti: ignoranza, superstizione, degrado, miseria, indolenza
e perpetua disutilità senza alcuna aspirazione; il tutto condito di felicità,
allegria e appagamento. Eppure, è quel che ci vuole per questa gente, ci siamo
detti con convinzione. Ne godano pure, insieme agli altri animali, e voglia il
cielo che nessuno li molesti.
Quanto a
noi, non ce l’abbiamo affatto con questi pulci.
Abbiamo
attraversato le città più strane e buffe che si possano sognare, legate ai loro
costumi, intrise dei sogni di età antiche, del tutto ignare che il mondo gira,
e anche del tutto indifferenti a che giri o non giri.
La gente non ha niente da fare se non mangiare e dormire, dormire e mangiare. Si danno un po’ da fare solo quando un amico dà loro una mano a stare svegli. Non sono pagati per pensare, non sono pagati per preoccuparsi dei problemi del mondo. Eppure questa gente né rispettabile, né valente, né colta, né saggia, né brillante conserva per tutto l’arco della sua stupida vita una pace che va al di là di ogni comprensione.
….Ci si
chiede come possano uomini, degni di questo nome, accettare di essere così
degradati e così felici.
Ci sono
molte cose che non capisco in quest’Italia, ma quel che meno capisco è come un
Governo alla bancarotta possa avere così monumentali stazioni e così
meravigliose strade. La strada, in effetti, è dura come il diamante, dritta
come il fuso, liscia come un pavimento e bianca come la neve. Quando è buio e
altro non si vede, sempre si vedono le bianche strade d’Italia come di Francia.
Pulite, che ci si potrebbe mangiare sopra senza tovaglia. Ed infatti ci
mangiano sempre & niente pedaggi.
Questa Civitavecchia è il più bel ricettacolo di lordura, putredine e ignoranza che abbiamo finora incontrato, se si eccettua quella suburra africana chiamata Tangeri, che in effetti le assomiglia.
La gente
vive in strade larghe due metri, dove c’è una puzza particolare, non proprio gradevole.
Sarebbe peggio se le strade fossero più larghe: così come sono, infatti,
contengono il massimo di puzza che una persona può sopportare, e naturalmente,
se fossero più larghe, ne conterrebbero di più, e allora la gente morirebbe.
Le strade
sono selciate e ricoperte da un tappeto di gatti morti, stracci, resti di
verdura marcia e scarpe vecchie, il tutto fradicio di acqua sporca, e la gente
sta seduta su sgabelli e si diverte a guardare. In generale sono indolenti,
hanno pochi passatempi, lavorano, non duramente, due o tre ore al giorno, poi
staccano e acchiappano mosche.
Questo non richiede alcun talento, in quanto devono solo prenderle, e se ne mancano una prendono la successiva. Tanto, è lo stesso, non hanno preferenze: quella che prendono è quella che cercavano. […]
Sono
sporchi di faccia, persona e abbigliamento.
Disprezzano
chi porti una camicia pulita. Le donne passano metà della giornata a lavare i panni
al lavatoio pubblico, ma probabilmente sono i panni di qualcun altro. O forse
hanno un vestito che lavano e uno che indossano, e non ne mettono mai uno che
sia stato lavato. Quando hanno finito di lavare, siedono lungo la strada e
allattano i cuccioli, neonati più bestie che umani.
Ne nutrono
uno alla volta, e intanto gli altri si grattano la schiena contro lo stipite
della porta, e sono contenti.
Questa regione
appartiene allo Stato Pontificio.
A quanto pare, non hanno scuole, e hanno un solo biliardo. L’istruzione è molto bassa. Degli uomini, qualcuno si fa prete, qualcuno militare, gli altri fanno i ciabattini.
A Roma se
un ricco muore in peccato, è dannato, in quanto non può comperare la salvezza
pagandosi delle messe. Là, essere ricco non serve gran che, per quanto riguarda
l’altro mondo. Invece, serve molto in questo mondo: infatti un uomo, se è
ricco, riceve grandi onori e può diventare legislatore o governatore o generale
o senatore, anche se è ignorante come un ciuco, proprio come i nobili nella
nostra cara Italia, i quali occupano tutti i posti importanti, anche quando
sono dei nobili idioti sin dalla nascita.
[…] C’è
gente che porta certi occhi di vetro, attraverso i quali immagino che si vede
bene, perché altrimenti non li porterebbero. Qualcuno porta in bocca denti
fatti dalla mano sacrilega dell’uomo. […]
A San Pietro naturalmente facciamo la salita fino alla cima del duomo e alla dorata cupola di rame che ne forma la sommità. C’è spazio per una dozzina di persone se si stringono, e sembra di essere in un forno. Prima di noi devono essere passati di lì alcuni di quelli che amano scrivere i loro nomi nei posti importanti – direi un milione o due.
Dalla
cupola di San Pietro vediamo molte cose interessanti, ultima tra le quali,
proprio ai nostri piedi, il palazzo che fu un tempo la sede dell’Inquisizione.
Come sono cambiate le cose dal tempo antico a oggi! Diciassette o diciotto
secoli fa, i Romani ignoranti usavano mettere i cristiani là nell’arena del
Colosseo e per spettacolo farli assalire dalle belve. Questo aveva anche uno
scopo didattico: insegnare al popolo ad avere orrore e paura della nuova
dottrina che insegnavano i seguaci di Cristo. Le bestie in un batter d’occhio
facevano a pezzi le vittime e le trasformavano in poveri corpi mutilati.
Ma quando i cristiani andarono al potere, e quando Santa Madre Chiesa dominò sui barbari, essa con mezzi diversi mostrò loro che erano in errore. Li misero in questa gradevole Inquisizione e spiegarono loro che il benedetto Redentore è gentile e pietoso verso tutti gli uomini, e li esortarono ad amarlo, e per persuaderli ad amarlo e onorarlo fecero tutto quel che potevano, ad esempio, torcendogli i pollici con dispositivi a vite, poi strappandogli la carne con delle tenaglie (arroventate, perché è più confortevole nei climi freddi), poi scorticandoli vivi un poco, e infine arrostendoli pubblicamente.
Riuscirono
sempre a convincere quei barbari. La vera religione, amministrata
correttamente, come sapeva Madre Chiesa, è certo un balsamo, e persuade
meravigliosamente.
C’è una grande differenza tra dare la gente in pasto alle belve e stimolarne i migliori sentimenti in una Inquisizione. Uno è metodo da barbari degradati, l’altro da gente illuminata e civilizzata. Questa allegra Inquisizione esiste ancora ed a loro dedichiamo questo Passo…
(M.
Twain)
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