Precedenti Sentenze!
Prosegue con l'attuale
sconcertante
È proprio questo
modo di convincere
che manca al
dogmatico, e i
risultati sono sotto
i nostri occhi.
Spesso, infatti, anche
chi si asciuga
la bocca in
preda alle chiacchiere
non è affatto
convinto quando discute
di insignificanti differenze
dogmatiche o rituali,
di divieti e
modalità di culto.
Ripeto: né
il superamento delle
carenze specifiche della
dogmatica, né il
riconoscimento di essa
come un tutto
unitario sono di
per sé sufficienti.
Ci sono altre
circostanze, più gravi…
La vita scorre secondo leggi diverse da quelle della nostra fede, e la fede (e aggiungo la fede per ogni forma spirituale o materiale per come concepita e svelata nonché vissuta medesima esistenza) va oltre la vita.
Naturalmente, per vita intendo qui qualcosa di completamente diverso dai movimenti economici e politici.
No!
Ci sono
strati spirituali molto
più profondi – le
emozioni più intime
provenienti dalle profondità
insondabili dello spirito
– che si
trovano al di
fuori di ciò
che la fede
ci insegna. Un’altra
questione è se
i torrenti della
vita riescano a
non traboccare attraverso
gli stagni dello
pseudo misticismo e le
sabbie dello sterile
positivismo. Ma il
fatto è che
la vita, anche
quella puramente interiore,
morale e religiosa,
si è scavata
la strada attraverso
altri campi.
Le
onde turbolente dell’inarrestabile torrente
erodono le rive,
dissotterrano le radici,
sradicando le querce
millenarie. E nel
suo vertiginoso passaggio,
il torrente porta
con sé i
tronchi degli edifici
crollati, gli oggetti
domestici e i
tesori di famiglia...
Separandosi da tutto ciò che è vivo, da tutto ciò che è intimo, da tutto ciò che è vicino e infinitamente caro all’anima umana, da tutto ciò che annega il cuore nel desiderio di lontananza, eliminando l’aroma misura dell’esperienza religiosa personale, il sistema di concetti religiosi ha cessato di essere convincente per coloro che lo rifiutano e attraente per coloro che lo accettano.
Non è
appropriato parlare qui di credenti
e non credenti
come sinonimi di
ortodossi e non
ortodossi, rispettivamente. Perché
oggi ci sono ‘atei’ credenti,
così come ci
sono ‘ortodossi senza
fede’.
Questi ultimi, privi di coerenza religiosa, sono pronti, con una ottusa deferenza, ad accettare qualsiasi schema che abbia un’impronta nota, purché non si appesantiscano con uno sforzo cerebrale, e confessino qualsiasi cosa in anticipo se porta la scritta ‘Avec approbation et privileges du Roi’, che si tratti del Simbolo della Fede o delle aberrazioni di non so chi; allo stesso modo, i primi [credenti ‘atei’], lacerati dall’angosciante necessità di dare forma al fuoco della vita spirituale ed essendo totalmente incapaci di utilizzare a questo scopo gli schemi già esistenti, non li vogliono e non possono accettarli ciecamente, come schiavi, senza vedere la verità.
E se
dalla bocca di
un ‘ortodosso’ possiamo
talvolta udire, direttamente
o indirettamente, l’affermazione cinica:
‘Non ho nulla
a che fare
con Dio, l’importante
è il culto’,
dalle labbra di
un ‘ateo’ uscirà,
in un’altra occasione,
la vergognosa confessione
di aver bisogno
di Dio e
solo di Dio,
e tutto il
resto sono solo
lustrini colorati e
lucentezza superficiale.
E l’osservazione di Lev Tolstoj secondo cui molti non credono nei dogmi, ma nel fatto che dobbiamo credere in essi non è priva di fondamento. Una forma vuota e mortificata non porta in sé la verità interiore e quindi diventa un idolo. Qui, né l’ornamento filigranato dei concetti dogmatici, né la profondità del contenuto del sistema, né la tradizione ci sono di alcuna utilità.
Il sistema
è diventato irrimediabilmente noioso
e del tutto
poco convincente per
la maggior parte
delle persone, e
spesso anche per
coloro che riconoscono
pienamente il Vangelo.
Ma sarebbe troppo
affrettato biasimare coloro
che ammettono sinceramente
la loro perdita
di fede. È
molto più corretto
indagare se non
vi siano elementi
dello stesso orientamento
in molti degli
altri che non
si staccano e,
riconoscendo la triste
verità, chiarire la causa
di questa freddezza.
Solo rimuovendo la causa saremo in grado di guardare attraverso il prisma della vita reale il sistema dei dogmi - questo tessuto di pizzo di cristalli, coagulato nel corso di molti secoli, dalle emanazioni più fini e profumate dell’anima verso il cielo, nella freddezza purificatrice della mente.
La dogmatica
è stata sostituita
dal dogmatismo: ecco
la soluzione all’enigma
della nostra freddezza
di fronte alle
meravigliose forme della
dogmatica, ma per
noi inanimate. Nella
coscienza contemporanea, la
dogmatica ha cessato
di essere connessa
a sentimenti vivi e percezioni
autentiche. Corpo e
anima, nell’attuale Weltanschauung religiosa,
si sono distaccati
l’uno dall’altro.
Ci siamo presi cura solo di noi stessi, non volendo mai abbandonare il nostro punto di vista per un momento, e, alla fine, abbiamo dimenticato come siamo arrivati a quel punto. Non è difficile capire perché gli altri non riescano a trovare l’ingresso della grandiosa cattedrale gotica, meravigliosa nella sua interezza e nelle sue parti, ma senza gradini e senza portico.
Le innumerevoli
finestre si oscurano
e si coprono
di ragnatele, mentre
il passante, toccandole
timidamente, prosegue il
suo cammino verso
la cappella di
casa sua. E i fedeli,
ignari dell’uscita dalla
propria chiesa, pallidi
e senza vita,
passano davanti alle
grandiose colonne, guardano
attraverso le monofore
e, dalle loro
labbra anemiche, invece
di preghiere, mormorano
anatemi ai passanti
per strada, che
forse vorrebbero –
e questo accade
così spesso. a
sua volta, per
entrare in chiesa
a pregare.
Invece dell'aiuto reciproco e della conoscenza di sé, invece del lavoro spirituale collettivo, ci imbronciamo con coloro che non sono in grado di rompere le nostre noci pietrificate…
Continua il
suo viaggio, abbandonato
al suo destino.
Oppure voltiamo le
spalle ai tesori
inestimabili accumulati dalle
generazioni passate, invece
di prendere su
di noi il
peccato accumulato e,
con le autentiche
braci della conoscenza
di Dio, sciogliere
il ghiaccio che ha incatenato
i grandi edifici
dei Santi Padri,
dei nostri antenati,
che hanno avuto
la santa audacia
di scrivere sopra
il portale: ‘Al
Dio Conosciuto’.
Sì, le
tradizioni dei Santi
Padri del dogmatismo
sono dimenticate, gli
insegnamenti degli antichi
filosofi russi sono
dimenticati, che costruirono
chiese dedicate a
Santa Sofia –
alla saggezza divina,
e volevano adorare
‘il Dio Conosciuto’.
Cosa deve fare quel passante?
Dove sono
i soldati della
chiesa?
Dove sono
i guardiani?
Quale parola
magica aprirà le
porte del grandioso portale?
Saremo, all’inizio, chiari e convincenti con chi proviene da altri campi; rinunceremo a sonnecchiare dolcemente alle approvazioni meccaniche, spesso accompagnate da sorrisi profetici, dei nostri compagni di pensiero; abbandoniamo la stupida abitudine di iniziare lo studio da situazioni dogmatizzate!
Perché non
solo queste situazioni
non sono affatto
vincolanti finché non
vengono dimostrate con
un metodo o
con l’altro (intendendo
il verbo ‘dimostrare’
nel suo senso
più ampio), ma
sono anche totalmente
incomprensibili, perché sono
costituite da termini
che, nelle condizioni
di tale esposizione,
non hanno alcuna
reale consistenza.
Prima di discutere con chiunque, non dobbiamo solo definire i nostri termini (questo, per ultimo), ma dobbiamo prima di tutto spiegarli, cioè riempire i termini di contenuto vivo e concreto, riferirci alle situazioni vissute dalla persona con cui stiamo parlando o aiutarla a sperimentarne di nuove, contaminarla con le nostre esperienze migliori, condividere con lei il nostro sovrappiù.
Otteniamo così
una costruzione fatta
di parole, un’argomentazione fatta
di parole, completata
da un muro...
fatto di parole.
E mentre,
immersi nel flusso
di parole, celebriamo
la nostra vittoria,
immaginando di aver
fatto chissà cosa,
di aver dimostrato
chissà cosa al
nostro avversario, di
averlo messo con
le spalle al
muro con chissà quali
mezzi, lui rimane completamente indifferente
e insensibile alla
sconfitta subita.
Il muro
contro cui è
stato messo è,
per lui, tessuto
di fumo!
…Ma separati dalla vita dello spirito, teorie e sistemi rimangono sospesi nell’aria, e i colori vivaci delle emozioni sbiadiscono – proprio come i colori di alcune creature marine trascinate a riva dal loro elemento materno sbiadiscono – lasciando dietro di sé una massa grigia e opaca di schemi caduti.
L’interdipendenza delle
nozioni, la loro
topografia relativa, facilmente
osservabile nell’organismo vivente
della contemplazione dell’universo, si
aggroviglia nelle ossa
avvizzite e senza
vita. Allo stesso
modo, le infiorescenze
cristalline delle meduse
trascinate a riva
sbiadiscono sugli scogli
delle rive.
Cosa direste
di alcuni calcoli
matematici che non
hanno né inizio
né fine?
Se eseguite meccanicamente una certa sequenza di azioni, senza conoscere lo scopo dell’intera opera, quali siano i dati che ne risultano, cosa rappresentino i segni intermedi, allora l’intera opera vi sembrerà totalmente poco convincente, sebbene non troviate in nessun momento la forza di resistere alla successione dei calcoli.
In altre parole,
non solo non
siete in grado
di dimostrarne la
falsità, ma non
ne vedete affatto
la verità.
Lo stato
attuale della dogmatica
è, nella migliore
delle ipotesi, proprio questo: basandosi
meccanicamente sull’autorità della
Sacra Scrittura e
della Sacra Tradizione
e (nelle condizioni
più favorevoli) non
offrendo alcun motivo
di protesta contro
di essa, la
sua veridicità rimane,
per lo più,
invisibile.
La forza convincente dell’argomentazione risiede proprio nella sua forza probatoria, che non diventa mai una semplice argomentazione, che passa sempre da un punto all’altro grazie al solido fondamento di ciò che è stato sperimentato e che si astiene dal dilagare attraverso le sfere dell’immaginario arbitrario – di ciò che è solo pensabile, ma mai realmente vissuto.
È proprio questo
modo di convincere
che manca al
dogmatico, e i
risultati sono sotto
i nostri occhi.
Spesso, infatti, anche
chi si asciuga
la bocca in
preda alle chiacchiere
non è affatto
convinto quando discute
di insignificanti differenze
dogmatiche o rituali,
di divieti e
modalità di culto.
Ma quante
idee fondamentali, un
tempo questioni vitali,
sono diventate estranee
alla coscienza della
maggior parte delle
persone, essendo conservate
nei teologi solo
per farci ricevere
brutti voti (quando
siamo a scuola),
o per essere
accusati di incredulità
- non ha
senso parlarne.
La nozione di male, ad esempio, è scomparsa dall’orizzonte spirituale e la presentazione del male come insufficienza del bene induce influenze pelagiane in tutte le relazioni del mondo, sebbene, nelle discussioni, questo semi-pelagianesimo o pelagianesimo nascosto sia coperto dall’assurda ripetizione dell’insegnamento della Chiesa.
Con ancora
maggiore certezza possiamo
affermare che l’intera
costellazione di idee
escatologiche si presentano
alla maggior parte
delle persone come
utili solo per
smascherare i socialisti
di qualsiasi tipo,
per dimostrare l’impossibilità di
un ordine sociale
ideale sulla Terra...
Potremmo fare
innumerevoli esempi di
questo tipo. Ma
non è di questo che
stiamo parlando. Non
avendo alcun supporto
psicologico, diventiamo completamente
impotenti di fronte
alla pressione di
altre concezioni infantili
e ingenue sul
mondo, per non
parlare della totale
incapacità di agire
sui nostri simili.
‘I consigli’, ha detto da qualche parte V.V. Rozanov, ‘possono essere sia stupidi – quelli che derivano dalla disposizione di chi dà il consiglio, sia intelligenti – quelli che derivano dalla situazione di chi chiede il consiglio...
I primi, che
ho definito poco
intelligenti, derivano dalla
meschinità dell’anima, dall’egoismo
illimitato, sordo a
tutto, e dall’istinto
di infinite, diciamo,
espansioni dell’anima: il
consigliere vorrebbe espandersi
con la sua
anima e soffocare
la diversità di
tutte le altre
anime.
La seconda categoria di consigli, quelli saggi, scaturiscono dall’insolita chiaroveggenza del consigliere, dalla sua umiltà d’anima e dall’interesse illimitato per le miriadi di altre anime e vite...
Ogni sistema concettuale mira a ordinare il flusso delle esperienze, a formalizzarlo e scomporlo, a dargli ordine e stabilità. In questo senso, è come un consiglio; anche la dogmatica è come un consiglio.
Le parole
di Rozanov su
consigli e consiglieri
sono ampiamente applicabili
alla dogmatica e,
secondo la sua
terminologia, la nostra
dogmatica dovrà essere
definita un sistema
di consigli stupidi.
Il nostro
dogma è inutile.
Siamo noi che non sappiamo come utilizzare i tesori inestimabili accumulati dalle generazioni passate, non sappiamo come trasformare in carne e ossa la creazione concentrata di tanti secoli; sì, non lo sappiamo, perché abbiamo dimenticato come avvicinarci al tesoro incantato che vediamo ma non possiamo toccare.
Non propongo una nuova verità al posto di quella vecchia, ma rivendico un nuovo posto per la vecchia verità, perché quello spazio di coscienza in cui questa verità dovrebbe essere collocata è occupato da spazzatura.
Rozanov: prosatore
russo dell’‘Età dell’argento’.
Secondo le memorie di N. Berdyaev, ‘era una delle persone più insolite e originali che abbia mai incontrato. [...] L’ho letto con entusiasmo. Aveva un dono letterario straordinario, uno dei più grandi doni della prosa russa. [...] Tutta la sua vita era avvolta da una sensualità mistica’.
(P. Florenskij; non ti dimentichiamo e sei sempre vivo nei nostri cuori come negli eterni Spiriti della Memoria)
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