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& La storia al tempo delle pietre
Due
differenti modi o modus operandi di affrontare la Storia e la Vita che in essa
si cela in nome e per conto della Verità ricercata.
Due
(e più modi) differenti modi di porsi dinnanzi ad un dogma
profanato da un fanatismo religioso, per poi essere sottoposto ad ugual
indebito esercizio (da mastro di bottega nonché futuro albergatore) di chi con
ugual fanatismo ha costruito non più un ‘mito’, una ‘leggenda’, bensì un frutto
malsano per se e tutti coloro, che loro malgrado, lo seguirono (o peggio, lo
ispirarono nel proprio ed altrui ‘delirante delirio’) consumando un illecito
pasto offerto, non certo dalla Natura evoluta nell’umano che ne deriva o
dovrebbe, per ogni superba Opera seminata e cresciuta sopra una zolla formare
l’albero di una medesima linea evolutiva; bensì, un presunto frutto storico più
allucinato che illuminato, più falsario che apprendista ispirato…, innestato
nel concetto falsamente attribuito alla Storia e alla futura serra in cui
coltivato.
Mi
duole per tutti coloro che consumano cotal veleno!
Di
queste precedenti e successive distorte linee evolutive da ugual Germano ammiriamo
e preferiamo illuminare e saziare il palato, e la lingua che lo ispira, per
ogni penna salvata dall’ingorda lingua umana capace di misurare il divario fra
chi striscia e vola, quando il Germano,
un Essere che vola al di sopra della sua fluente bionda chioma per esser
mirato… da uno strano ariano!
E
la povera Oca mortalmente ferita!
Due (e più) differenti modi e moti coniugati sia con la Pietra, e la stessa, con zolla ove cresce medesimo Albero evolutivo per affrontare, e giammai profanare, Dogmatica e Dogmatismo (e Libero Arbitrio) presumibilmente ‘violentato’, non tanto da simmetrici e/o asimmetrici motivi teologici-dottrinali posti in un contesto di dominio, ove l’esercizio della Fede ‘regolato’ in funzione di un presunto principio, ereditato ed evoluto da un passato, più o meno rimosso e sicuramente repudiato, quindi abdicato ad un presente conforme ad uno Stato idoneo non solo alla via della Fede, bensì alla Legge, che dalla stessa precede e prosegue.
Sicuramente
se la vera Legge (alludiamo non per ultimo alla più nota del Tempio, quindi del
suo Verbo incarnato) fosse progredita
come gli anelli di un Albero donde il medesimo ugual frutto proibito della
Conoscenza severamente indistintamente punito da Sette, oppure ed
ancor peggio e simmetricamente al pari di chi l’avversa quindi Otto, distorto e
corrotto nella propria genetica, a beneficio di medesimo strano risultato, e
non solo logico matematico, di cui la numerata Storia gelosamente custodita
profanata, o arricchita, con strani artifizi, fors’anche graffiti, letta
conferita e condita con remote parentesi e altri e diversi avverbi uncinati.
La quale assomma come illogico risultato verso la strana equazione testé detta ed hor hora ripetuta ad ugual viandante incontrato con lo stesso zaino, a tutto vantaggio in nome e per conto del più noto Giamblico e l’intero e più umile Neoplatonismo, ove ricavato il Genio conflittualmente negato, forse perché proprio il Genio viene indebitamente sottratto ad ogni propria Natura, da qui il Genius Loci, successivamente affiorato in un Giano evoluto di uno strano mostro con due teste (come leggeremo circa il Cerbero di Otto) di cui in questi giorni riconosciamo l’opera indiscussa a guardia dell’Inferno ben seminato per ogni frutto in qual medesimo tempo perseguitato, ma quantunque sponsorizzato per il beneficio della guerra, ogni guerra che ne deriva nel suo materiale consumo al medesimo mercato (il risultato graduato e misurato secondo i meriti del mercato e non più ortofrutticolo danno la Germania al primo posto indiscusso, ovvero Otto vende il proprio Graal armato al povero Sette che l’attende proprio al di fuori dell’uscio della grotta…).
Ovviamente
ci sono molti modi di porsi dinnanzi al Giudizio della Storia come al suo
strano mercato ortofrutticolo!
Quindi
Albero (di Vita) da cui ognuno deriva (dal Nord al Sud di questo piccolo
cerchio nato dal Nulla di un apparente invisibile zero e il Linguaggio che ne
deriva giacché Nulla vedo e vedrai ancora…) abbiamo detto, qual dispensatore di
ordine civile morale nonché economico con cui seminare edificare, ed in ultimo
raccogliere, per ogni suo Ramo, per ogni zolla di Terra ben tutelata dal veleno
che la mortifica, oltre il dono della medesima ugual vita, anche il diritto di
partecipare alla stessa in tutte quelle forme ritenute idonee alla specie, ogni
specie con il Diritto di partecipare e consumare il suo prezioso frutto; ed -
in cui e per cui - l’intera esistenza terrena viene e veniva posta, o meglio
subordinata o codificata per ogni ‘mito’, per ogni ‘dogmatico dogmatismo’
interpretata e letta, e quindi corrisposta ed offerta (e giammai messa in
offerta a repentaglio del proprio principio), su ‘differenti’ gradi ‘morali’ e
‘valori’, seppur ‘differenti’ dai precedenti eppure ‘uguali’, qual unico
Sentiero percorso e da percorrere ancora almeno che non vogliamo sprofondare in
uno strano fungo da dove non faremo giammai più ritorno!
Seppure taluni scorgono differenza fra Oriente e Occidente fra Nord e Sud, in verità e per il vero, la Terra una sola cellula da cui nata ed evoluta l’intera nostra esistenza, a sua volta derivata da una secolare e più antica Natura posta alle segrete coordinate di un Universo ancor più vasto scrutato da un ‘oculo’ sicuramente più cieco da quando venne inventata la spessa lente di uno strano linguaggio; che sia un apparente atea pagana accezione con la sua Rima, o un dogma con la sua Preghiera, la verità immateriale come il genetico marchio di fabbrica che ci permette il Linguaggio, disconoscendo l’istinto da cui proveniamo qual muta Natura che dialoga ogni vera e più superba segreta Parola, nella distanza di chi non comprende cosa sia la sua vera Lingua e il potente boato della vita che fa rassomigliare quella muta Prima Parola al dio che ha creato l’intera Opera…
E
ad uno strano Linguaggio ci confina e subordina classificandoci come una prima
bestia!
Come tanti Sentieri in cui ammirare ugual dottrina alla sua chioma, alla sua ombra, per come medesima esistenza (o ugual antico Sentiero che ci conduce sino alla Cima) disciplinata e distribuita nell’ordine e apparenza su cui nutrire, quindi costruire, non tanto una civiltà di credenti e/o uomini e donne liberi evoluti da antenati ugualmente civili seppur pagani per cui ‘non credenti’; tutelandone o illuminandone (esaltandone il profilo e non solo al conio della moneta su cui fondata l’arbitrio e il Giudizio di una presunta civiltà) lo Spirito, o ravvivandone il dono della Fede a cui ognuno partecipa; bensì subordinare uguale, o diverso Ramo evolutivo, ad un dogmatico principio in cui l’universale Forma non riconosce lo stampo di provenienza per ogni successivo strano frutto raccolto confluito, o meglio delimitato, in un altrettanta strana moneta ugualmente circolare nella Forma, simile al suo pianeta ove coniato il presunto dono della ricchezza; mentre sappiamo, in verità e per il vero, reddito della stessa nominata ricchezza derivata da un diverso e più profondo principio connesso con la Terra a cui ognuno aspira per propria natura fino alle viscere della più profonda Coscienza e Anima che la ispira o dovrebbe, essendo diverso da una forma parassitaria di zecca!
Quindi non dando per scontato che prima o precedentemente l’anno zero dell’Avvento, ogni muta pietra zolla di nuda terra seminata da un uomo aiutato da una bestia e ogni cosa viva, all’oscuro dell’esigenza dell’Anima come dello Spirito, quindi del Libero Arbitrio, per come meglio conservarne l’indole genetica qual futuro marchio di fabbrica a cui oggigiorno ognuno, in verità e per il vero aspira, se non ispirato sicuramente come un èvo appena nominato, comandato e subordinato, evolvere ad un concreto formicaio per poi divenire vespaio… senza il miele di cui un tempo beneficiano gli Dèi…, ovviamente anche loro profanati da Otto il germano!
Quel marchio di fabbrica poco sopra detto hor hora lo leggiamo e coniamo come più solida moneta attentata dal velenoso fungo del progresso attraverso i futuri anelli di un Albero reciso da medesima Storia a beneficio di un eterno dogmatico rogo che al meglio la surriscalda e illumina, per ogni suo anello leggiamo e ancor meglio comprendiamo il nostro Sentiero, per ogni Elemento di cui abbiamo sempre beneficiato e da cui ispirati, e forse non più leggeremo in questa vile moneta odiernamente coniata in nome e per conto dell’inarrestabile progresso, e la vil puttana dell’inseparabile strana economia che lo comanda peggio di una Maddalena al servigio del suo eterno Lucifero, salvando ovviamente il vero Profeta che al suo conio fu sacrificato al teschio di uno strano dogmatico dogmatismo!
E
tutto ciò ha a che fare con la Libertà e non solo della profetica Parola illuminata
e corrisposta da un immateriale ugual medesimo dio; quindi e non solo di culto,
ma la Libertà che ogni singolo può all’interno di una presunta civiltà da
quando sceso da un ramo approdato ad una caverna, e poi ed ancora, posto su una
palafitta, per poi approdare al castello e alla sua pietra, quindi la società
comunitaria soggiogata dal vincolo della Libertà, più o meno vilipesa più o
meno difesa o tutelata.
Quella stessa Libertà che esprime e per sempre esprimerà il suo credo, la sua promessa, il suo cordone ombelicale, la sua riconoscenza, talvolta nominata Grande Madre poi Madonna, nei confronti di medesima ugual Natura donde ogni Essere Umano, più o meno consapevole del vincolo, l’antico patto da cui deriva rinnovandone inconsciamente la Memoria (genetica) quasi fosse un istinto.
Un
Filosofo più che Teologo la nominò e coniò al negativo per questo fu detto
cattivo maestro, in realtà il suo Pensiero il suo Linguaggio si rifacevano ad
un primo linguaggio, donde appunto nato il pensiero e in qual tempo la
negazione dello stesso, in quanto Nulla vediamo in quel lontano cielo riflesso
su di un oceano troppo vasto ed infinito!
E
tutto ciò si è scontrato con la ricchezza con cui ogni Essere deve fare i conti
con la materia. La totale radicalizzazione del divario ha portato ha forme
antiche di svincolarsi dalla stessa, ovvero da quando nato il Linguaggio. La
genetica dello stesso contiene il seme di questa dualità da cui nata ogni forma
espressiva e successivamente la Parola, per cui la strada lunga compie e
compirà sempre medesimi tornanti per ogni Montagna, sia questa affrontata in
una costante naturale salita evolutiva, che in perenne discesa volge, o peggio
sprofonda, in medesima caverna.
Non mi dilungo ulteriormente ma per esprimere la Vita come ben ha espresso ed esprime ancora il genio di Pavel Florenskij apporterò due validi esempi di affrontare lecitamente la Storia…
(Giuliano)
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