CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

giovedì 5 aprile 2012

LA TALPA











NEGLI STESSI ANNI



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Passeggiarono per il parco e Smiley constatò con un sentimento prossimo alla
disperazione, che il recinto non era più pattugliato, né di giorno né di notte.
Dopo un giro, Haydon chiese di tornare alla baracca.
Lì sollevò un asse del pavimento e tirò fuori alcuni fogli di carta coperti di gero-
glifici. A Smiley ricordarono immediatamente il diario di Irina.
Seduto a gambe incrociate sul letto, Haydon li scorse uno per uno e, in quella
posa e con quella luce debole, il lungo ciuffo di capelli che cadeva quasi sui fo-
gli si sarebbe potuto credere che stesse indugiando nell'ufficio di Controllo, di
nuovo negli anni Sessanta, proponendo per la maggior gloria dell'Inghilterra un
certo colpo meravigliosamente allettante e perfettamente irrealizzabile.
Smiley non si diede la pena di scrivere niente perché entrambi sapevano benis-
simo che in ogni caso la loro conversazione veniva registrata.




















La dichiarazione cominciava con una lunga spiegazione, della quale Smiley
in seguito ricordò alcune frasi:
'Attraversiamo un'epoca in cui soltanto i problemi fondamentali contano....'
'Gli Stati Uniti non sono più in grado di fare la loro rivoluzione...'
'La posizione politica del Regni Unito, negli affari mondiali, non ha più alcun
rilievo né vitalità morale....'
Su molti di questi argomenti, in altre circostanze, Smiley avrebbe anche potuto
dichiararsi d'accordo: più la musica, era il tono che lo annoiava....
'Nell'America capitalistica l'oppressione economica delle masse è istituzionaliz-
zata a un punto tale che neppure Lenin avrebbe potuto prevedere...'
'La guerra fredda iniziò nel 1917 ma le battaglie più dure ancora ci aspettano,
mentre la paranoia dell'America agonizzante la porta a eccessi anche maggiori
.....all'estero....'
Parlava non solo del declino dell'Occidente ma anche della sua morte per cu-
pidigia e stitichezza. Odiava profondamente l'America, disse, e Smiley immagi-
nò che fosse vero.





















Haydon dava anche per scontato che i servizi segreti erano l'unica vera misura
della salute politica di una nazione, l'unica vera espressione del suo subconscio.
Alla fine arrivava al proprio caso.
A Oxford diceva, era stato sinceramente di destra e durante la guerra aveva
avuto scarsa importanza da che parte uno fosse schierato, fino a quando si
batteva contro i tedeschi. Dopo il 45, per un po' era stato soddisfatto del ruo-
lo della Gran Bretagna nel mondo, finché a poco a a poco aveva cominciato
a scoprire fino a che punto esso era invece insignificante.
Quando e come avesse avuto luogo questa scoperta rimaneva un mistero.
Nella conclusione storica della propria vita, non riusciva a indicare nessuna
occasione particolare: sapeva soltanto che l'Inghilterra era uscita dal gioco e
che la situazione non sarebbe mutata di una virgola. Si era spesso chiesto da
che parte si sarebbe schierato se si fosse mai giunti alla prova; dopo lunghe
riflessioni, alla fine aveva dovuto ammettere che se uno dei due blocchi aves-
se dovuto riportare la vittoria lui avrebbe preferito che fosse quello dell'Est.




















.....In seguito, si rifiutò di parlare del proprio reclutamento e dei suoi rapporti
di tutta una vita con Karla.
- Di tutta una vita?
ripeté Smiley, colpito.
- Quando vi siete conosciuti?....
Dal 1950 in poi, se bisognava credere a quel che diceva, Haydon aveva fatto
di tanto in tanto omaggio di qualche informazione. Quei suoi primi sforzi erano
stati limitati a quel che lui sperava avrebbe direttamente avvantaggiato la causa
russa nei confronti dell'America; era stato 'scrupolosamente attento a non for-
nirgli niente di dannoso per noi', spiegò 'o per i nostri agenti sul campo'.
L'avventura di Suez del 56 lo aveva alla fine persuaso dell'assurdità della situa-
zione inglese e della capacità degli inglesi di fermare il corso della storia senza
riuscire a offrire niente in cambio.
Lo spettacolo degli americani che avevano sabotato l'azione inglese in Egitto
aveva, paradossalmente, aggiunto un altro incentivo. Poteva dunque dire che
dal 56 in poi lui aveva lavorato a tempo pieno come talpa dei sovietici senza
alcuna remora.


























Nel 61 aveva ricevuto ufficialmente la cittadinanza sovietica, e loro lo contra-
cambiavano (medaglie, appalti, favori...). Al suo ritorno a Londra, Karla gli
aveva inviato Polly come assistente a tempo pieno, un bell'appartamento pro-
prio sopra il tuo Smiley.
Si rifiutò di discutere di apparecchi fotografici e di attrezzature speciali di
controlo, di remunerazione e di trucchi del mestiere del periodo precedente
l'entrata in funzione di Merlin; e intanto Smiley si rese conto che anche quel
poco che gli stava dicendo era scelto con cura meticolosa, partendo da una
verità più vasta e, forse, un tantino diversa.....
(John Le Carré, La talpa)














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