CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

lunedì 18 marzo 2013

AVI (39)












Precedente capitolo:

Avi (38)

Prosegue in:

Avi (40) &

Avi (41)







(Riprendiamo là dove abbiamo lasciato l'intera vicenda...
non del tutto narrata, perché invisibile la trama giammai
svelata.....)



..Subito dopo volammo nell'aria sopra il 'triste' villaggio,
nel vento gelido, e ben presto atterrammo in uno spazio
dietro il monastero.
Era un posto deserto, salvo che per la presenza di una
donna vestita con abiti leggeri e sbiaditi, seduta sul ter-
reno gelato e legata a un palo con una catena attorno al-
la vita.
Non riusciva neanche a tener su la testa, per via del tor-
pore e del gelo nelle ossa. Era davvero uno spettacolo
pietoso, nell'alba incerta e nel silenzio, con il vento leg-
gero che le fischiava piano piano attorno e i mulinelli di
neve farinosa che turbinavano e giocavano a inseguirsi
l'un l'altro sulla terra scura.




44 si rese visibile, e restò lì in piedi, a guardarla dall'alto.
Lei alzò la testa, con l'aria stanca, e quando si accorse
che c'era qualcuno con un viso gentile, disse suppliche-
vole:
- Abbiate pietà di me! Sono così stanca, ho tanto fred-
do, e la notte è stata così lunga, così lunga! Accendete
il fuoco e mettete fine alle mie miserie!
- Ah, poveretta, io non sono il boia, ma dimmi che co-
sa posso fare, e lo farò.
La donna indicò un mucchio di fascine e disse:
- Quelle sono per me, ma qualcuna può essere usata
per riscaldarmi, non si accorgeranno di nulla, ce ne sa-
ranno abbastanza per bruciarmi, oh, altro che abbastan-
za, questo povero corpo è così arido e secco.  Siate
buono con me!
- Il tuo desiderio sarà esaudito,
disse 44, portando davanti alla donna una fascina e
dandole fuoco con il contatto di un dito.




La fiamma si alzò crepitando, la donna allungò le mani
magre verso il fuoco, e nei suoi occhi c'era un'enorme
gratitudine.
Era penoso vedere come trovasse conforto e gioia pro-
prio bruciando quella legna che era lì per infliggerle una
morte terribile!
Poi la donna alzò lo sguardo e disse tristemente:
- "Siete così buono con me, tanto buono, e io sono tan-
to sola. Non sono cattiva....non dovete pensare che so-
no cattiva, sono solo povera e vecchia, e dal dolore ho
perso la ragione ormai da tanti, tanti anni.




Dicono che sono una strega; è stato il prete, Adolf, a
prendermi e a condannarmi.
Ma io non lo sono, no, Dio non voglia!
Voi non credete che sono una strega vero?
Ditemi che non pensate questo di me".
- No, davvero.
- "Grazie delle vostre buone parole!..Per quanto tempo
ho girato senza una casa...tanti anni!..Una volta avevo
una casa, non so più dove, e poi avevo quattro figlie dol-
cissime e un figlio maschio, erano così cari!
Il nome....il nome....ho dimenticato il loro nome.
Saranno morti, adesso, poveri piccoli, dopo tutti questi
anni....Se aveste visto il mio figliolo! Ah era così buono,
era un pittore....




faceva dei quadri così belli! Una volta ha salvato la vita
a un uomo...o forse era una donna...una persona che sta-
va morendo annegata in una crepa di ghiaccio.....".
A questo punto si perse in un groviglio di ricordi (una fat-
toria ...delle sorelle...un reverendo....e una ...matta...)
confusi, e si mise a scuotere la testa borbottando e mor-
morando fra sé e sé.
Io sussurrai ansiosamente nell'orecchio di 44:
- La salverai vero? Lo dirai al prete, e quando saprà chi
è lei, di sicuro la libererà e la riporterà alla sua famiglia,
Dio sia lodato!




- No,
rispose 44.
- No? Come no?
- Dall'inizio di tutti i tempi questa donna è destinata a
morire sul rogo in questo giorno.
- E tu come lo sai?
Non mi rispose. Aspettai ancora un po', mentre la mia
angoscia cresceva, e poi dissi:
- Ma io almeno parlerò! Io racconterò tutto. Adesso mi
faccio vedere e...
- Non è scritto così,
disse lui.
- Quello che non è predestinato, non succederà (nep-
pure se provi qualsiasi artifizio...).
E dicendo questo portò alla donna un'altra fascina....




Improvvisamente un tipo tarchiato uscì dal monastero,
corse verso di lui e gli strappò la fascina di mano, dicen-
dogli in malo modo:
- Vecchio scemo intrigante, stai attento a quello che fai!
Prendi la fascina e riportala indietro.
- E se non la riporto?
Il tizio andò su tutte le furie per essere stato trattato così
da un poveretto di umile aspetto, e cercò di colpire 44
alla mascella con un pugno poderoso.....
(naturalmente la 'storia' continua.....)
(M. Twain, N. 44. Lo Straniero.....)












Nessun commento:

Posta un commento