CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

giovedì 24 novembre 2016

L'HOMUNCULUS (5)








































Precedenti capitoli:

Lettera a un bambino (1) &  (2)















in riferimento allo specifico contratto matrimoniale:

Mentre nascevo...

Prosegue in:

L'homunculus (6/1)













…Prima di addentrarmi in successive narrazioni…

(le quali come specificato all’araldo del Primo Passo di codesto sofferto e periglioso cammino, sempre in compagnia, oltre che del fido ronzino anche di una ‘eletta’ e poco raccomodabile schiera a cui poco è gradita sia la Rima che la sofferta Opinione espressa, giacché debbo specificare sia all’asino del fedele cammino sia al suo solerte allevatore, taluni sentieri percorsi… talché mi sembra obbligo ‘morale’ quanto ‘storico’ per l’acuto suo acume o intelletto, dono di un creatore di cui fece così raro tesoro nell’ingegno suo posto, questo par sottointeso non meno del ‘verbo’…, specificare, come qui dico e ripeto, il bivio là ove è solito segnalarlo o fors’anche impalarlo di una buona e costante ‘segnaletica’…: croce la qual accompagna sempre il sofferto cammino di chi Eretico per sua nobile e discreta e non meno umil Natura… Ad indicare così l’intento di chi esce dal Sentiero maestro specchio del devoto ma poco illuminato ingegno: fedele ronzino asino per sua nobile e diletta natura ‘carico’ del popolo che bela e lavora ed ogni tanto, o fors’anche troppo spesso, impunta lo zoccolo malfermo al bivio di un carico trascinato e sofferto o solo indeciso giacché sempre mulo del padrone a cui il devoto lavoro nobilita la ‘pentola’ caricata ad ogni ora dell’eterno giorno della sua ed altrui Storia priva di qualsivoglia giusta Memoria… E più non dico…)….




Volli esaminare il ‘contratto matrimoniale’ di mia madre, per soddisfare il lettore e me stesso su quei punti che esigevano un chiarimento; ebbi la fortuna di capitare sull’argomento che cercavo, dopo aver letto senza interrompermi soltanto un giorno e mezzo, mentre temevo di impiegarci almeno un mese…
Il che mostra in modo evidente che, quando uno si accinge a scrivere una storia, foss’anche soltanto quella di Pollicino con i suoi compagni o compari, conosce quanto i suoi calcagni gli ostacoli e i pasticci, in cui s’imbatterà cammin facendo, o i salti mortali che sarà costretto a fare tra una digressione e l’altra (giacché l’opinione è sempre poco gradita come la verità per ogni via…), prima di terminare o iniziare il Sentiero, o, come meglio si aggrada alla lingua e palato di un ‘illuminato’ destino di un popolo il qual ha confuso pentola e pendola alla eterna cucina della sua ed altrui gola la qual nominano talvolta ‘politica’ talvolta pasto gradito e ben saporito all’osteria ove il passo ed il cammino poco gradito… Ma io carico lo Spirito e con questo la ‘pentola’ augurando al suo ingordo ventre ‘buon appetito’ sempre e sottointeso di aver cura dello stomaco con cui nutre l’ingegno pur non essendo neppure quella nobile donna la qual mirava Spiriti invisibili presso la sua dimora… ma forse questa è tutt’altra ‘materia’… al cospetto di chi danza un altro e diverso tempo della Storia…




…Uno storiografo potrebbe trascinare la sua storia come un mulattiere trascina il suo mulo, dritto filato, senza mai sostare per esempio da Roma a Loreto, e senza mai voltare (né pagina né rigo privato del devoto inquisitore… della storia…) né a destra né a sinistra; allora forse potrebbe riuscire a prevedere l’ora in cui pensa di terminare il Viaggio. 
Ma un tal comportamento, moralmente parlando, è impossibile perché, se è una persona dotata di un po’ di Spirito, devierà almeno cinquanta volte dal cammino diritto per unirsi durante il Viaggio, ora ad una compagnia ora ad un’altra, e codesto inconveniente, se così vi piace nominarlo, non potrà essere evitato. Sempre nuove vicende e nuovi avvenimenti (e non certo i soliti che la sofferta e limitata Memoria ci riserva nell’ortodossa mulattiera di codesta via…) lo solleciteranno e non potrà stare a lungo fermo a guardarli, ma, prima o poi, prenderà il volo se ancora sa volare…
Avrà inoltre
situazioni da armonizzare,
aneddoti da cogliere,
dediche da redigere,
racconti da legare assieme,
tradizioni da vagliare,
personaggi da presentare,
panegirici da affiggere alla porta,
barzellette e buffonate: tutti obblighi da cui, naturalmente, sono esclusi tanto l’uomo o l’homunculus che il suo mulo…

E, per finire, vi sono pezzi d’archivio da esaminare a ogni passo, che l’amore di giustizia ogni tanto esige che si leggano. In breve, non si arriva mai alla fine di un tal lavoro… Da parte mia, dichiaro d’aver impiegato ben sei settimane (e cercavo di fare tutto a gran velocità come i tempi moderni richiedono) per narrarvi e porre all’attenzione del prezioso palato di codesti nobil-uomini quanto avete letto sinora e, notate, non sono ancora nato: INTENDO DIRE COME PRECEDENTEMENTE ESPRESSO che ho potuto dirvi ‘quando’ ciò accadde, ma non ‘come’; lo vedete anche voi che la cosa è ben lungi dall’essere realizzata… 

















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