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Brevi riflessioni sull'anatema di Ernulfo (11)
‘Ecco
perché’,
…continuò
mio padre con la più Cervantina gravità,
‘io ho la
maggior venerazione del mondo per quel gentiluomo il quale, diffidando della
propria discrezione su questo punto, si sedette e compose (cioè a suo agio)
opportune formule d’imprecazioni adatte a tutti i casi, dalla più bassa alla
più alta provocazione, che potessero accadergli; le quali formule, dopo averle
ben considerate ed essersi inoltre convinto che avrebbe saputo attenervisi,
egli tenne sempre vicino, a portata di mano, sulla mensola del camino, pronte
all’uso.
‘Non ho mai
saputo’,
…rispose il dottor Slop,
‘che una
cosa simile fosse mai stata escogitata e tanto meno messa in atto’.
‘Vi chiedo
scusa’,
rispose mio padre;
‘ne stavo leggendo una, sebbene non usandola, a mio fratello Tobia stamane, mentre egli versava il tè. È qui sulla mensola sopra la mia testa; ma, se ricordo bene, è eccessivamente violenta per un taglio al pollice.
‘Neanche
per idea’,
esclamò il dottor Slop.
‘Il diavolo
si porti quell’imbecille!’.
‘Allora’,
…rispose mio padre,
‘è a vostra
disposizione, dottor Slop, ma a condizione che la leggiate ad alta voce’.
E così dicendo, si alzò e, presa dalla mensola una formula di scomunica della Chiesa di Roma, una copia della quale mio padre (curioso com’era nelle sue collezioni) s’era procurato dal registro della chiesa di Rochester, scritta dal vescovo Ernulfo, con la massima affettata serietà nello sguardo e nella voce, che avrebbe potuto lusingare lo stesso Ernulfo, egli la pose nelle mani del dottor Slop.
Il dottor
Slop si fasciò il pollice con la cocca del suo fazzoletto e, con una smorfia,
pur senza alcun sospetto, lesse ad alta voce come segue, mentre lo zio Tobia
fischiettava Lillabullero quanto più forte possibile, per tutto il tempo.
Textus de Ecclesia Roffensi, per Ernulfum
Episcopum…
‘Per
l’autorità di Dio Padre Onnipotente, del Figlio e dello Spirito Santo, e dei
Santi Canoni e della immacolata Vergine Maria, madre e patrona del nostro
Salvatore. Credo che non sia necessario’,
…disse il dottor Slop, lasciando cadere il foglio
sulle ginocchia e rivolgendosi a mio padre,
‘Ciò è
contrario ai patti’,
…rispose mio padre,
‘inoltre,
c’è qualcosa di tanto bizzarro, specialmente nell’ultima sua parte, che mi spiacerebbe
perdere il piacere di una seconda lettura’.
Al dottor
Slop non faceva affatto piacere, ma poiché lo zio Tobia in quel momento si
offrì di smettere di fischiettare e di leggerla egli stesso a loro, il dottor
Slop pensò che tanto valeva leggerla sotto la copertura del fischiettare dello
zio Tobia, piuttosto che tollerare che lo zio Tobia la leggesse da solo. Così,
sollevando il foglio all’altezza della faccia e tenendovelo perfettamente
parallelo per nascondere la sua contrarietà, lesse ad alta voce come segue,
mentre lo zio Tobia fischiettava Lillabullero, sebbene non così forte come
prima:
Noi lo scomunichiamo e lo anatemizziamo, e dalla soglia della Santa Chiesa di Dio Onnipotente lo isoliamo, affinché possa essere tormentato, ceduto e consegnato con Dathan e Abiram e con coloro che dicono al Signore Iddio: Allontanati da noi, non desideriamo conoscere nessuna delle tue vie. E come il fuoco è estinto dall’acqua, così sia estinta la sua luce per sempre, a meno che non si penta ed espii (per essi).
Amen!
Lo maledica il Padre che creò l’uomo.
Lo maledica
il Figlio che soffrì per noi.
Lo maledica
lo Spirito Santo che ci fu dato col battesimo. Lo maledica la Santa Croce che
Cristo ascese, trionfando sui nemici per la nostra salvezza. Lo maledica la
santa ed eterna Vergine Maria, madre di Dio. Lo maledica San Michele,
patrocinatore delle sante anime.
Lo
maledicano tutti gli angeli e arcangeli, principati e potestà, e tutti gli
eserciti celesti.
[‘I nostri eserciti bestemmiavano terribilmente nelle Fiandre’,
esclamò lo zio Tobia, ‘ma era nulla al confronto. Per parte mia non avrei cuore
di maledire così neppure il mio cane.]
Lo maledicano San Giovanni il Precursore e il Battista, e San Pietro e San Paolo, e Sant’Andrea, è tutti gli altri apostoli di Cristo riuniti, tutti gli altri discepoli e i quattro evangelisti che con la loro predicazione convertirono il mondo intero.
Lo maledica
la santa e meravigliosa schiera dei martiri e dei confessori che per le loro
sante opere sono bene accetti a Dio Onnipotente.
Lo maledica
il santo coro delle sante vergini, che per la gloria di Cristo hanno
disprezzato le cose del mondo. Lo maledicano tutti i santi, che dal principio
del mondo fino alla fine dei secoli sono stati amati da Dio. Lo maledicano i cieli e la terra e tutte le
sante cose che sono in essi.
Sia maledetto dovunque si trovi, o in casa, o nelle stalle, o nel giardino, o nei campi, o sulla via maestra, o sul sentiero, o nel bosco, o nell’acqua, o in chiesa.
Sia
maledetto in vita e in morte.
[ A questo punto lo zio Tobia, approfittando di una minima
nella seconda battuta della sua melodia, mantenne fischiettando una nota continua
fino alla fine della frase, mentre il dottor Slop continuava, con la sua
divisione di maledizioni che si moveva ai suoi ordini, come un basso continuo.
]
Sia egli
maledetto mangiando, bevendo, affamato, assetato, digiunando, dormendo,
sonnecchiando, vegliando, camminando, sostando, sedendo, giacendo, lavorando,
riposando, pisciando, cacando, flebotomando!
Sia egli
maledetto in tutte le facoltà del corpo!
Sia maledetto internamente ed esternamente! Sia maledetto nei capelli del capo! Sia maledetto nel cervello e nella sommità del capo…
[ ‘Questa è una triste maledizione’, disse mio padre.]
Nelle
tempie, nella fronte, nelle orecchie, nelle sopracciglia, negli occhi, nelle
guance, nelle mascelle, nelle narici, nei denti incisivi o molari, nelle
labbra, nella gola, nelle spalle, nei polsi, nelle braccia, nelle mani, nelle
dita!
Sia
maledetto nella bocca, nel petto, nel cuore e nei precordi e più giù fino allo
stomaco! Sia maledetto nelle reni e nell’inguine…
[ ‘Non lo voglia Dio in cielo!’ disse lo zio Tobia.]
Nelle
cosce, nei genitali nelle anche, nelle ginocchia, nelle gambe, nei piedi e
nelle unghie dei piedi! Sia maledetto in tutte le giunture e articolazioni
delle sue membra, dalla cima della testa alla pianta dei piedi! Possa non esservi
alcuna salute in lui!
Possa il figlio del Dio vivente, in tutta la gloria della sua Maestà…
Sia
maledetto! E possa il cielo, con tutte le potenze che in esso si muovono,
insorgere contro di lui, maledirlo e dannarlo, a meno che non si penta e faccia
espiazione!
Amen!
Così sia,
così sia.
Amen! ”.
…disse lo zio Tobia,
‘che il mio
cuore non mi consentirebbe di maledire neppure il diavolo con tanto rancore’.
‘Egli è il
padre delle maledizioni’,
rispose il dottor Slop.
‘Ma non lo
sono io’,
ribatté lo zio.
‘Ma egli è già maledetto e dannato per tutta l’eternità’,
replicò il dottor Slop.
‘Me ne
dispiace’,
…disse lo zio Tobia.
Il dottor
Slop arrotondò le labbra, e si accingeva a restituire allo zio Tobia il
complimento del suo
“Uiu… u…
u…”…
…o fischio
interiettivo, quando la porta, aprendosi all’improvviso nel capitolo precedente
al prossimo, pose termine alla questione…
(Proseguono nelle 'moderne' maledizioni; ovvero brevi riflessioni sull'anatema
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