CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

venerdì 1 luglio 2022

CURARSI CON NATURALEZZA

 








 

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di storie eretiche 


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Pensiero vivente





 

 

Si vorrebbe fuggire il caldo il freddo, la guerra calda e fredda, l’inferno della peste e quella più ulcerosa della politica, si vorrebbe evitare ogni tumore e sofferenza dall’alba al tramonto di questa Vita… quando l’acqua si fa più fredda…

 

Il rito della doccia collettiva rinnova le sorti della comune latrina, i più fortunati possono recarsi da Vespasiano dalle cinque stelle, ci dicono così come le antiche Edicole che gli fanno eterna compagnia non ancora rimosso per il bene della Fede trafugata di fretta con alternata paura.   

 

Si rimane perplessi delusi disillusi e rassegnati.

 

Spesso assuefatti.

 

Ma sempre depressi!




Si osserva distratti e disidrati davanti al morto frigorifero il monitor ad hore con la nuova scemenza del giorno distillata per ultima e più efficace degradata sensazione.

 

La Parabola compie il miracolo della Fede senza la venerata Madonna, scalcia urla e mostra il lato preferito al Vespasiano in èstasi assoluta, i fedeli s’accalcano ordinatamente in fila ne decantano la liberata grazia divina, il bagno affollato, e solo il miracolo del più certo Gabinetto del giorno o dell’intera notte bianca potrà deciderne la reclamata sorte del corpo abbandonato quasi a galla… in mano al più solerte muratore!        

 

Dal monitor ad hore si passa alla graticola della rete ad alta frequenza intensiva, là ove la depressione morde la deprezzata Coscienza al saldo scontato della Ragione, distillando un barlume di speranza d’esser cotti a lunga gittata e distanza…  




L’ultimo modello della bomba fa’ la propria discreta scomparsa (fermato dalla pol-strada per difetto di bolla d’accompagno parcheggiato alla prima piazzola d’attracco…), ci si accerta circa la difesa o l’offesa arrecata e subita, e ci si aggiorna sull’ultimo modello dell’armatura blindata indossata fra il giornale e l’ultimo gilè senza moda alcuna; la mascherina preferita fa di nuovo la sua discreta scomparsa quando  la pensavamo ancor viva: annunzia a tutti gli infedeli dei tre vaccinati mondi spiritati, che i sopravvissuti dell’ultima carestia potrebbero morire comodamente alla stiva della nuova terapia intensiva, si prega di aggiornarsi e aggirarsi sul tasso variabile di interesse, con foglio informativo partecipato dalla farmacia come alla banca preferita.

 

Dipende molto dai punti dell’odierna svista del giorno, si prega di accentuare la cecità assoluta per il bene della patria, si richiama alla lealtà ed Unione compartecipata, anche quando il nobile morbo della dislessica mano profetizza amletica sfortuna, seppur annunziata con discreto sgarbo verso il vecchio padrone non del tutto abbandonato nonché (segretamente) patrocinato per Grazia di Stato.   




Pubblicamente viene annunziata difesa congiunta dal Drago, il popolo spera nel fuoco Sacro dispensato dal cratere rinato dal pur dolce appestato fiato, là ove in un èvo ancor reclamato, il Cavaliere alleato lo combatte con l’alma e lo Spirito del santo.

 

I tempi cambiati mutati e barattati, i periti non ancora arrivati bensì congiunti e isolati dal primo all’ultimo cantiere delle cinte mura, là ove i carbonari fanno la loro indiscreta attesa nella rinascita al rito collettivo della moribonda Terra, ogni sulfureo spirito dell’Inferno rinascerà in questo Paradiso scontato per la gioia di putti infanti pargoli fanciulli non ancor uccisi dalle proprie madri, quantunque distribuiti alla Giostra della grande avventura, infatti, la sola certezza della rinascita alle soglie dell’Apocalisse dispensata e rivenduta a puntate con accenti e solenni deliri di paura, accresce la congiunta e sola malafede nell’aborto vissuto dal morto in vita, ed ove ognuno, Nessuno escluso, potrà rinascere al Mercato comune con la sola certezza che la grande Guerra lo dispenserà dal lupo e dal fuoco eterno della grande Foresta.




L’orso s’aggira in moto contrariato, talvolta sbanda e ammira la curva in salita e discesa del libero mercato, la velocità è tutta nello stile, la corsa o la fuga anticipano il Gran Premio, la Giostra dell’Impero annunzia la coppa a cui il paladino potrà dispensare il voto segreto, si raccomanda il canone stabilito e il congiunto arbitrato pattuito, le gare giostrate potranno risolversi anche in più comode rate, si prega altresì d’astenersi in dilettevoli sgradevoli Dialoghi per il bene dell’Ambiente, grazie!

 

La Chiesa prega e impreca, l’Eretico detta Testamento, vecchio e nuovo, purché all’Apostata non sia concesso permesso e ritorno.

 

Gli Alleati hanno catturato l’ultimo benandante, rafforzando dalla prima all’ultima base del cielo più che vigilato (le competenti municipalità sono già state allertate) del putto appena Nato. I Germani fieri che dal Martello non si debba retrocedere alle Streghe, giacché la Giostra potrebbe sancire il calice al morto Spirito rinato e barattato alla fiera dell’antico acciaio ben temprato.     



        

Qualcuno si ammala di depressione confusa per pazzia, alternativamente viene rivenduto e recluso nella stiva della nave ammiraglia, senza sorte o speranza alcuna circa un più probabile porto di sbarco o attraccato naufragio, dell’uomo schiavo della propria catena, prima d’esser scaricato nel cesso della latrina comune senza neppure la speranza di procedere dalla fognatura al mare d’una diversa natura; ovvero  dell’immutata piatta Terra sino all’Oceano senza più ritorno, giacché vien anche annunziato dall’alto dell’albero maestro o dalla campanile della Chiesa, che l’acquedotto come suo fratello fiume anche lui incatenato, completamente appestato depresso e prosciugato.

 

Prossimo alla pazzia assoluta!




Le tenebre avvolgano la piatta seppur ancor viva nebbia, qualcuno ‘Ecce homo’, sbaglia e confonde Alba e Tramonto, Bombo suo amico nemico e profeta, depressi e contenti, dispensano antico alchemico seppur nuovo verbo in nome e per conto del progresso, dipende molto non più dall’antica e più che morta Filosofia in perenne agonia, ma a ciò cui sottostà il nuovo punto Cardinale della Ragione persa d’ognuno, e ove tutti, seppur indistintamente partecipandovi (compartecipati in piccole quote parte), ne sono esclusi per il bene della stessa.

 

Ogni rete fa il suo mestiere per il miracolo d’ogni giorno…

 

Il popolo reclama pace e guerra, infatti guerra e pace primi al botteghino dell’avversata carestia donata alla soglia del primo mattino, quando la corrazzata esplode il trionfale saluto mostrando lo scheletro del nuovo condominio.

 

La depressione compie la sua parabola, che sia umana o dalla nuova Natura ereditata, dipende molto dai punti di ugual cieca svista….

 

(Giuliano)




Nella società odierna la depressione è sempre più dilagante tanto da suscitare l’allarme di tutti gli organismi preposti come osservatorio della salute. Si può tranquillamente parlare di fenomeno che ha raggiunto proporzioni da malattia sociale con tutto ciò che ne consegue, costi sociali inclusi.

 

Ma che cosa fa la medicina ufficiale di fronte a questo vero e proprio incubo?

 

Prescrive lo psicofarmaco.

 

In Italia, come in America, ma si potrebbe dire nella quasi totalità del mondo occidentale, si prescrivono milioni e milioni di “pillole della felicità” che certamente non risolvono i reali problemi della persona, anzi frequentemente li mettono soltanto a tacere. Questo non significa che in alcuni casi non sia necessario ricorrere anche ai farmaci, ma certamente occorrerebbe valutare caso per caso senza un utilizzo massiccio, secondo protocolli uguali per tutti. Nella maggior parte dei casi le persone provano una serie di disagi psicologici (paure, scarsa autostima, disperazione ecc.) che possono essere l’anticamera di problemi molto seri.




La Naturopatia vibrazionale, in questi casi, può essere molto efficace, consigliando metodiche e rimedi che non danno effetti collaterali, né inducono assuefazione. Spesso l’inizio della malattia è molto subdolo, quando ci si accorge di essere “depressi” in realtà si soffre già da parecchio tempo e da quel momento in poi inizia il dramma. L’esordio solitamente assume i contorni di un desiderio non realizzato, di un pensiero che rimane tale, di un’azione non portata a termine, perché nel momento della realizzazione qualcosa crea un blocco: il ricordo di una situazione traumatica, un giudizio negativo sulle proprie capacità, il ricordo di qualcosa che è successo molto tempo prima, insomma qualunque cosa impedisce di realizzare ciò che si desidera. Subdolamente quest’energia bloccata crea frustrazione, ansia, paura, indecisione, chiusura ecc. Ed ecco che, senza volerlo, ci si trova in un vortice sempre più forte che trascina via via sempre più in basso, fino a quando una mattina ci si sveglia e il mondo non è più lo stesso.

 

Ma perché improvvisamente il mondo si è oscurato?




In realtà il mondo è sempre lo stesso, sono io che lo vedo con occhi diversi ed è dentro di me e solamente dentro me stesso che potrò trovare la via di uscita. L’unica vera strada percorribile è il cambiamento; devo cambiare me stesso, mettermi in contatto con il mio Sé superiore e trovarvi la forza di uscire dal tunnel. Solo contattando la parte più profonda di me, dove risiede la mia originaria innocenza e dove c’è una risposta ad ogni domanda posso sperare di attuare quel cambiamento necessario al mio percorso di vita, che rappresenterà per me l’uscita definitiva dalla depressione.

 

La depressione mi dice che c’è qualcosa che non va nella mia vita, è un messaggio dell’anima che si è smarrita a causa dei mille conflitti e problemi che la vita in quest’epoca così tortuosa ha posto lungo il cammino, è il grido di dolore dello spirito che non sopporta più di essere ignorato e bistrattato, è il pianto della coscienza inascoltata che chiede disperatamente di ricordarci chi siamo e di ritrovare il sentiero perduto.




In questa situazione i rimedi profumati e floreali sono, se usati nel giusto modo, i migliori compagni di viaggio: sanno accompagnarci dolcemente e gradualmente fino a trovare quel sentiero che era stato tracciato per noi e che avevamo smarrito. E come la brezza serale di una dolce giornata primaverile porta con sé il profumo dei mille fiori sbocciati, così il dolce aroma degli oli ci scorterà sul sentiero che conduce alla nostra anima.

 

Ecco una serie di oli essenziali specifici per la depressione. Vanno usati per via inalatoria 3 o 4 volte al giorno per circa 10 secondi, tranne ove specificato diversamente.

 

Gelsomino

 

Dalle note danzanti porta dolcezza e serenità al cuore, calmando la mente e liberandola da pensieri ossessivi e autolesionisti. Da sempre, infatti, il gelsomino è simbolo di serenità, ed è proprio questa sua azione che va sfruttata nella depressione. Inalare il gelsomino ci dà la sensazione di essere trasportati in una danza lieve e leggera accompagnata da una dolce melodia che calma il “chiacchiericcio” continuo della mente. Ma il dolce gelsomino ha anche un’azione più profonda, in quanto libera dalle tentazioni autolesioniste.

 

Rosa

 

Come la rosa, sbocciando nella fresca rugiada del mattino, è simbolo di una nuova rinascita, così la sua dolce fragranza aiuta a voltare pagina nella vita, ad inaugurare un nuovo giorno di luce. La rosa unisce dove c’è scissione, pertanto la sua azione è fondamentale nella depressione che è uno stato di smarrimento dell’anima: il suo profumo riporta la persona al suo stato originario.

 

Cannella

 

La cannella ci abbraccia come in una danza, avvolgendoci e non facendoci più sentire soli. Inalare la dolce fragranza della cannella dà la sensazione di danzare abbracciati e di poter affrontare la vita con leggerezza e non più in solitudine: utilissima nella depressione, dove la sensazione di “essere soli” è sempre presente.

 

Petitgrain

 

Il petitgrain ha un profumo fresco e leggero. Porta il nuovo e spazza via il vecchio. Nella depressione il dono del petitgrain è il suo slancio innovatore. Del resto, che sarebbe la vita se ci fermassimo intrappolati nel vecchio e non ci aprissimo al nuovo? Nella depressione tale atteggiamento è fondamentale per poter uscire dall’apatia. Da utilizzare sui piedi, diluito al 10% in olio vettore.

 

Incenso

 

Essenziale per la depressione, favorisce uno stato di calma e pace. Inoltre, la sua fragranza ci aiuta a ritrovare l’equilibrio nelle situazioni più difficili. Essenza di centratura, fa vedere soluzioni nuove quando apparentemente non esiste via d’uscita.

 

Per quanto riguarda le essenze floreali, le varie floriterapie hanno affrontato il tema della depressione, ciascuna secondo il proprio modo di operare. I rimedi sono molti….

 

(B. Pontoriero) 







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