CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

mercoledì 1 maggio 2013

STORIA UNIVERSALE DELL'INFAMIA (21)

























Precedenti capitoli:

storia universale dell'infamia: A. E. Hicks (19)

storia universale dell'infamia: A. E. Hicks (20)

Prosegue in:

storia universale dell'infamia: A. E. Hicks (22)











....Il corpo a corpo continuò per parecchi minuti, ma alla
fine Hicks spinse il capitano contro la stufa della cabina
e, prima che l'uomo potesse rialzarsi, gli affondò l'accetta
nella testa, staccandogli metà cranio.
Poi salì sul ponte, scoprendo che il giovane Watts che a-
veva aggredito per primo stava cercando di mettersi car-
poni. Lo stese e ne trascinò il corpo fino al parapetto, is-
sandolo poi dalla parte opposta.




Ma il ragazzo si aggrappò alla battagliola, così Hicks sol-
levò la scure e gli recise tranquillamente pollice e dita, fa-
cendolo cadere in mare.
Infine gettò fuori bordo gli altri cadaveri, prese le sacche
di denaro del capitano e guidò il vascello verso la riva.
Quando vide comparire la costa di Staten Island salì sul-
la scialuppa per raggiungerla, dopo aver puntato lo sloop
verso il mare aperto.




La condanna di Hicks e la sua successiva confessione
suscitarono un notevole scalpore nell'intera città e per di-
verse settimane si vide un costante flusso di visitatori di-
retti alle Tombs, dove gremivano i corridoi e fissavano per
ore la cella in cui il gangster era incatenato al pavimento.
Tra i primi ad arrivare ci fu Phineas T. Barnum, il grande
impresario il cui American Museum era, all'epoca, all'api-
ce della popolarità.




Barnum chiese un colloquio privato con il prigioniero, che
Hicks gli concesse dopo essersi consultato con il direttore
del penitenziario.
Barnum informò il pirata che desiderava realizzare un cal-
co in gesso della sua testa e del suo busto per poi espor-
lo nel proprio museo insieme alle altre curiosità; dopo un'-
intera giornata di contrattazione si raggiunse un accordo
in base al quale Hicks accettava di posare in cambio di
25 $ in contanti e due scatole di sigari da 5 centesimi.




Il mattino successivo, di buon'ora, il calco venne realizza-
to e quel pomeriggio Barnum tornò alle Tombs con un
nuovo completo, che barattò con quello che Hicks indos-
sava.
In seguito il pirata si lamentò con il direttore, sostenendo
che Barnum lo aveva imbrogliato perché i nuovi indumen-
ti erano grossolani e nettamente più scadenti di quelli vec-
chi.




La signora Hicks fece visita al marito alle sei di sera di
giovedì 12 luglio. Dopo avergli detto addio se ne andò;
a quel punto padre Duranquet entrò nella cella del con-
dannato e rimase con lui fino alle undici, quando Hicks
bevve una tazza di tè e si ritirò.
Dormì saporitamente e alle quattro del mattino seguente
venne svegliato e sollecitato a vestirsi. Non mostrò alcuna
traccia di dolore o pentimento, ma mangiò la colazione con
appetito e poi fumò l'ultimo dei sigari ricevuti da Barnum.





Raccontò al direttore delle Tombs che Barnum gli aveva
chiesto la restituzione delle scatole vuote così da poterle
esporre nel museo e l'altro promise di farle recapitare al-
l'impresario.
Pochi minuti prima delle nove lo sceriffo Rynders, sfog-
giando alla cintola la spada che si era fatto prestare per
l'occasione, entrò nella prigione accompagnato dallo sce-
riffo Kelly e da parecchi vicesceriffi, tutti in cilindro e
marsina nera.




Con voce stentorea, lesse l'ordine di esecuzione della
condanna a morte e poi intimò al prigioniero di prepa-
rarsi all'impiccagione, cosa che Hicks fece infilandosi
un abito di cotonina blu appositamente confezionato.
Si lamentò dicendo che non era della misura giusta e
non era stato debitamente stirato, ma il direttore gli
rispose che non c'era il tempo di modificarlo.
Il gangster venne ammanettato e dotato di ceppi alle
caviglie, poi condotto dalla sua cella al corridoio prin-
cipale della prigione, dove lo aspettavano lo sceriffo




Rynders e il suo entourage, solennemente schierati.
Assistito da padre Duranquet e circondato da funzio-
nari che marciavano formando un quadrato e stringen-
dosi il cilindro al petto, Hicks fu scortato con estrema
formalità al di là della grande doppia porta e in strada.
Migliaia di persone ivi radunate salutarono con grida
di esultanza la sua apparizione, e sia il prigioniero sia
lo sceriffo degli Stati Uniti si inchinarono per prende-
re atto dell'ovazione....




Per qualche istante il gruppetto rimase fermo sui gra-
dini della prigione; un attimo dopo, svoltato un angolo,
in Center Street sfilarono una piccola banda di pifferi
e tamburi e una serie di carrozze ognuna trainata da
una pariglia di cavalli neri come la pece e guidata da
un cocchiere vestito interamente di nero....
(Prosegue.....)
















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