CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

mercoledì 28 gennaio 2015

I NOSTRI PRIMI SOGNI I NOSTRI PRIMI PENSIERI (8)


















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I nostri primi sogni i nostri primi pensieri (7)

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I nostri primi sogni i nostri primi pensieri (9)













Sciamano della sacra tenda!
Forte, assai forte, forte sciamano!
Grande, grande sciamano!
Grande sciamano della sabbiosa lingua di terra!
Sciamano, lo sciamano!
Sciamano che fuggi (gli spiriti)!
Che cosa ha detto, lo sciamano?
Che cosa ha detto, lo sciamano?
Che cosa dice, lo sciamano?
Che cosa dice, lo sciamano?
Sciamano della sabbiosa lingua di terra!
Sciamano dell’azzurrognola lingua di terra!
Sciamano che canti!
Sciamano della sabbiosa lingua di terra!
Sciamano che canti!
Sciamano dell’azzurrognola lingua di terra!
Che cosa chiede, lo sciamano?
Sciamano ricurvo!
Che cosa desidera lo sciamano,
il grande sciamano in persona?
Grande sciamano della sabbiosa lingua di terra!
Dove va lo sciamano?
Sciamano del dorso della scure!
Sciamano della sabbiosa lingua di terra!
Sciamano della sabbiosa lingua di terra!
Dove vuole andare lo sciamano?
Com’è in realtà, lo sciamano?
Che cosa dice, lo sciamano?
Com’è in realtà, lo sciamano?
Sciamano che cerchi!
Sciamano ricurvo!
Dove vuole andare lo sciamano?
Di quale città è lo sciamano?
Dove vuole andare lo sciamano?
Di quale città lo sciamano?
Che cosa cerca, lo sciamano?
Che cosa cerca questo sciamano?


Lo sciamano si rivolge poi agli spiriti-signori locali e del fuoco, alle grandi divinità ed allo spirito della malattia…

Signore del mio luogo, che hai otto vènti per vènti, aiuto!
Signore delle piante e delle erbe decorate, aiuto!
Madre-oceano, che hai per coperta sette mucchi di neve,
che hai per letto otto lastre di ghiaccio,
che hai per colletto delle volpi nere,
che hai per schiuma delle volpi artiche,
che hai per onde dei volpicini,
Signore Madre-oceano, aiuto!
Libera(ci)! Un invisibile reca oltraggio.
Nonno signore del fuoco, il tuo calore interno (respinga) questo
invisibile;
(con il tuo) calore interno, aiuta(ci)!
Pali inferiori intorno alla mia dimora, se ci sarà tempesta,
siate solidi!
Spiriti che mi avete fatto sciamano, aiutate(mi)!
Invisibile! Ascolta il mio grido! Ascolta le mie parole!
Abbandona quest’uomo, quest’uomo malato! questa terra!
Invisibile, il tuo luogo (ti) chiama!
Signore degli alberi e delle erbe decorate, aiuto!
Respingi quest’invisibile (con) il tuo soffio di luce!
Prolunga la vita di questa terra…

(Tret’ jakok, Sciamano, Siberia)



 
Accade raramente, dato lo stato ancora imperfetto delle nostre attuali conoscenze, che, nel riferirci al passato della terra, si giunga a risultati opposti, sia che si consideri il problema dal lato biologico sia da quello geofisico. I paleontologi concordano coi geologi e coi botanici nell'ammettere che i continenti, oggi separati da una larga estensione di mare profondo, fossero uniti nel passato geologico da tratti di territorio che resero possibile uno scambio ininterrotto e reciproco della fauna e della flora. I paleontologi traggono questa conclusione dalla presenza di numerose specie identiche, che nel passato della terra vissero sugli uni e sugli altri continenti e per le quali sembra inverosimile ammettere un'apparizione contemporanea. E che la percentuale di casi identici sia limitata, si spiega facilmente con il fatto che solo una parte degli organismi a quei tempi si è conservata allo stato fossile ed è stata trovata fino ad ora.
Ed anche se l'intero mondo organico fosse stato un tempo identico su tali continenti, la limitatezza delle nostre conoscenze non potrebbe avvalorare tale ipotesi; e d'altra parte, anche ammessa una completa possibilità di scambio, può darsi che il mondo organico non sia stato completamente identico, così come oggi l'Europa e l'Asia hanno una flora e una fauna loro particolari. Allo stesso risultato giunge anche lo studio comparato dell'attuale regno animale e vegetale. Le specie attualmente viventi sui due continenti sono sì diverse, ma i generi e le famiglie sono ancora gli stessi, ciò che oggi è il genere o la famiglia fu in altri tempi la specie. Allo stesso modo le affinità esistenti tra la fauna e la flora d'oggi portano a concludere che anche la fauna e la flora del passato geologico fossero identiche e che perciò debbano aver avuto luogo degli scambi. Solo dopo che venne a mancare questo collegamento si sarebbe determinata una separazione nelle varie specie oggi viventi. Non si ripeterà mai a sufficienza che, se non si ammettono queste unioni tra i continenti, tutto lo sviluppo della vita sulla terra e l'affinità degli attuali organismi, pur viventi in continenti lontani, sono desinati a restare per noi un enigma insolubile. 




(....) Nelle pagine precedenti ci siamo fermati con intenzione un po' a lungo sulle obbiezioni mosse alla teoria della contrazione, perché in una parte dello svolgimento seguito da queste idee ha radici un'altra teoria oggi diffusa, soprattutto tra i geologi americani, indicata come teoria della permanenza.
Willis così si è espresso: 'I grandi bacini oceanici sono delle formazioni permanenti della superficie della terra e, all'infuori di piccole variazioni nei loro contorni, si sono trovati sin dalla prima raccolta delle acque nello stesso luogo ove si trovano ora'.
In realtà, già in precedenza, a proposito della provenienza dei sedimenti marini dai mari superficiali, eravamo giunti alla conclusione che nella storia della terra le masse continentali come tali debbono essere state permanenti. La impossibilità che deriva dalla teoria dell'isostasia di considerare gli attuali fondi oceanici come dei continenti intermedi sprofondati, si completa con l'idea di una permanenza generale dei fondi dei mari e delle aree continentali. E poiché anche qui si è mossi all' ipotesi che la posizione relativa delle aree continentali non abbia subito alcun cambiamento, il modo in cui Willis ha espresso la sua teoria della permanenza appare come la conseguenza logica delle nostre osservazioni geofisiche, che portano a non tener conto di antichi collegamenti continentali.

(Fotografie di M. Schlegel)


















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