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Il modo giusto di sbagliare (6/1)
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1891-Decifrare l'uomo che fu e sarà (8)
Talvolta si è voluto mettere in rapporto
ambiente desertico fenomeno religioso…
Ci si è domandati se c’è una religione nel
deserto, se il deserto predisponesse a un tipo piuttosto che a un altro di
esperienza religiosa. In particolare, si è pensato che il deserto favorisse il misticismo. All’incirca
cento anni fa’, nel 1881 nella sua ‘Histoire du peuple d’Israel’ Ernest Renan
affermava non senza audacia: ‘il deserto è monoteista’. Queste tesi che, in
ultima analisi, si fondano su un determinismo geografico alquanto
semplicistico, oggi non possono essere più prese per buone.
Ma il deserto – vero o immaginario – ha avuto
una parte importante nelle grandi religioni eurasiatiche: giudaismo, islamismo,
cristianesimo. Di solito, rappresentò i valori opposti a quelli della città e, per questo, deve interessare
la Storia della società e della cultura. Nel cristianesimo medievale, l’ideologia
del deserto si presentò in una forma inedita: il deserto fu la foresta.
…Ma il deserto è anche il luogo di incontro
con Satana e i dèmoni, benché questo tema della spiritualità orientale del
deserto non abbia incontrato l’Occidente dell’alto Medioevo lo stesso successo
che in Oriente. Eucherio accenna solo di passaggio alle tentazioni del Nemico
che si aggira invano intorno all’eremo come il lupo intorno all’ovile. Il
pericolo che insidierà l’eremita occidentale nel deserto è la noia esistenziale
e metafisica: l’accedia. Il deserto insulare è stato ancora più ricercato dai
monaci celtici e nordici. Essi hanno scritto un grande capitolo
dell’antropologia storica del deserto marittimo, dei deserti del mare e del
freddo. ‘Il mare ha sostituito per questi monaci il deserto egiziano’. San
Brendano, le cui peregrinazioni marittime sono state narrate da un libro di
successo nel Medioevo, la ‘Navigatio sancti Brendani’, va di isola in isola,
incontrando mostri e cose meravigliose, scansa l’isola dell’Inferno e approda
infine all’isola del Paradiso. Nella vita di uno di questi monaci erranti
sull’Oceano scritta negli ultimissimi anni del VI secolo da uno di loro,
Colomba, si dice che essi ‘speravano di trovare il deserto nel mare
insormontabile’.
Ma questi eremiti insulari e marittimi non
saranno che la frangia estrema ed effimera dei marginali del deserto in
Occidente. In questo mondo temperato senza grandi distese aride, il deserto –
cioè a dire la solitudine – assumerà un aspetto del tutto diverso, il
contrario, quasi, del deserto sotto il profilo della geografia fisica: sarà la
foresta.
Qual è stata la ‘realtà’ della foresta
nell’Occidente medievale?
Per Gaston Roupnel, nella sua celebre
‘Histoire de la campagne francaise’, la foresta è stata per l’uomo, dal
Neolitico alla fine del Medioevo, ad un tempo lo spazio indispensabile che
‘prolungava e completava i suoi campi’ e il luogo delle sue ‘paure
leggendarie’: ‘su questa soglia sacra che tutto proteggeva, il dissodatore
primitivo arrestò una volta per tutte le sue imprese profane’. Charles Higounet
ha redatto l’inventario e la carta delle foreste dell’alto Medioevo, epoca che
ha conosciuto, dal 500 al 1200circa, una fase climatica calda e, dunque, ‘un
ritorno offensivo della foresta’. Fra queste foreste europee, Higounet
distingue la foresta d’Ardenna, che dal tempo dei celti era la foresta per
eccellenza. Registra l’apparizione, a fianco dell’italiano e dello spagnolo
‘selva’, che continua il latino ‘silva’, e del germanico ‘wald’, di ‘forestis’
o ‘foresta’, che darà ‘foret’ in francese, ‘forst’ in tedesco, ‘forest’ in
inglese.
La più antica attestazione conosciuta del
termine associa d’altra parte l’idea di foresta all’idea di solitudine. Si
tratta di un diploma di Sigeberto III, del 648, per l’abbazia di
Stavelot-Malmédy: ‘nella nostra foresta chiamata Ardenna, vasta solitudine dove
si riproducono le bestie selvagge’. La parola deriva senza dubbio
dall’espressione ‘silva forestis’, una selva che dipende dal tribunale, ‘forum’
del Re. Designa all’origine una ‘riserva protetta di caccia’; ha un significato
giuridico. Così gli uomini della seconda funzione indoeuropea, i guerrieri, i
‘bellatores’, gli uomini della forza fisica, hanno tentato di appropriarsi
della foresta durante il Medioevo, e di farne il loro terreno di caccia. Ma
hanno dovuta dividerla con gli uomini della Prima funzione, gli ‘oratores’,
coloro che pregano, gli uomini Pagani Eretici Eremiti e Santi e talvolta in
questo apparente paradosso anche
Gnostici…, che ne hanno fatto il deserto dei loro eremiti; e con gli uomini
della terza funzione i ‘Laboratores’, che, per via della raccolta, della legna,
del carbone, del miele e del ‘ghiandatico’ ne hanno fatto un territorio
supplementare dell’attività economica.
Ma tutti, in realtà, vi sono andati
soprattutto per marginalizzarsi, per comportarvisi come uomini della… Natura,
fuggendo il cosiddetto mondo della ‘cultura’ in tutti i significati della
parola…
Decifrare
l’uomo che sarà: falso mito nel progresso scritto…
(*)….A codesto punto premetto ed intendo sia al volgo che al
diletto intelletto, sia Laura Beatrice della diletta mia via, sacro Sentiero
della vita, torniamo per un momento al Faggio della pagana favola di Natale e
guardiamo l’albero della foresta con un diverso occhio… E più non dico ma
scrivo affinché tutti possano meglio comprendere il principio della fine, ed
annunciare al Nino che fu’ e sarà una certa e prematura dipartita nel principio
della vita, e con lei della Natura in precoce morte annunciata al Teschio della
Storia. Nel mito qui e per sempre scritto… ed anche pregato… Che la Filosofia,
l’Eretico pensiero, l’Ortodossa via, ci accompagni per un migliore domani dal
deserto di codesta morte prematura la quale va narrata e spiegata in tutta la
limitata sua opera… In tutta il limitato intento… In tutta la limitata cultura…
…Gli anni 90 sono stati il decennio più caldo
mai registrato dagli strumenti meteorologici, quelli seguenti lo sono e saranno
ancor di più, tutti indistintamente caratterizzati da eventi estremi quali
gravi alluvioni in Asia America ed
Europa. E se un umile e secolare Faggio può farci meglio comprendere la Natura
del mito della credenza della speranza della dovuta fede dell’uomo io narro di
Lui ed al suo anello mi (ri)compongo quale uomo nato…
La ‘dendrocronologia’, la scienza che studia
gli anelli degli alberi, ha una lunga storia. Leonardo da Vinci fu il primo ad
osservare che gli anelli degli alberi si formano annualmente. E’ però grazie
all’astronomo Andrew E. Douglass (1867-1962) che tale disciplina diviene
scienza accreditata. Il suo uso in Ecologia è più recente, e per quanto
concerne il clima, nei suoi anelli abbiamo rivelato e rilevato alcune
inoppugnabili certezze. Le temperature minime notturne sono salite più di
quelle diurne, gli eventi estremi sono aumentati così come le precipitazioni
alle medie e alte latitudini, mentre ai tropici sono diminuite, con conseguenti
problemi di siccità. Perché allora esiste tuttora un notevole scetticismo nel
mondo della ricerca e si sentono voci che non ritengono sufficientemente
provata l’origine antropica dei mutamenti climatici?
Torniamo quindi al Crittogramma uomo e
cerchiamo di spiegare…
Uno degli aspetti più importanti
dell’Evoluzione della terra è la formazione dell’atmosfera, dal momento che è
la sua combinazione di gas ad avere consentito alla vita di emergere dagli
oceani e di svilupparsi. Si è ipotizzato, già a partire dagli anni 50, che
l’atmosfera terrestre fosse costituita da gas provenienti dall’interno del
pianeta, emessi dai vulcani. Ma gli scienziati si sono chiesti se questo
processo si sia svolto improvvisamente circa 4,4 maliardi di anni fa’ quando il
nucleo si differenziò, o se piuttosto abbia avuto luogo gradualmente nel tempo.
Per rispondere a questa domanda, Allègre e
colleghi hanno studiato gli isotopi dei gas rari. Questi gas, tra cui elio,
argo e xeno, hanno la proprietà di essere chimicamente inerti, vale a dire di
non reagire in natura con altri elementi. Due di essi sono particolarmente
importanti per gli studi sull’atmosfera: argo e xeno. L’argo ha tre isotopi,
uno dei quali, l’argo 40, è il prodotto di decadimento del potassio 40. Dei
nove isotopi, quello con numero di massa 129 ha due diversi origini. Lo xeno
129 è stato prodotto per nucleo sintesi prima che si formassero la terra ed il
sistema solare, ma lo stesso isotopo è derivato anche dal decadimento dello
iodio 129, radioattivo, che non esiste più sulla Terra. Questa forma di iodio
era presente agli albori della terra, ma in seguito scomparve, e lo xeno 129 ne
è il lascito. Queste coppie di isotopi costituiscono eccellenti cronometri… I
risultati sono davvero eccellenti. I calcoli indicano che per l’80-85% i gas
componenti l’atmosfera sono stati emessi nel primo milione di anni di vita
della Terra; il resto è stato liberato dai vulcani lentamente, ma
costantemente, nei successivi 4,4 miriadi di anni.
La composizione di questa atmosfera
primordiale era quasi certamente dominata dall’anidride carbonica, con l’azoto
secondo in ordine di abbondanza. I dettagli dell’Evoluzione dell’atmosfera
primordiale sono oggetto di dibattito… Successivamente si presentò ai vari
studiosi un altro enigma da risolvere: quanta anidride carbonica poteva esserci
nell’atmosfera primordiale?
L’anidride carbonica terrestre è oggi
incorporata in rocce carbonatiche come i calcari, ma non è chiaro quando cominciò
ad essere intrappolata in queste rocce. Ai nostri giorni il carbonato di calcio
è prodotto soprattutto dall’attività biologica; nel corso dell’Archeano il
carbonio potrebbe essere stato rimosso da reazioni inorganiche. La rapida
emissione di gas da parte del pianeta liberò enormi quantità di acqua dal
mantello, dando origine agli Oceani e al ciclo idrologico dal quale la vita
così come ci appare dipende. Gli acidi presenti nell’atmosfera erosero le
rocce, formando altre rocce ricche di carbonati. L’importanza relativa di un
simile meccanismo è comunque oggetto di dibattito.
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