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Armi & (im)morali (7)
Il titolo è preso in prestito da un vecchio Saggio di Lorenz, il quale
ci introduce nel fantastico mondo della Natura da lui esplorata con molto
successo, nella volontà manifesta di sopprimere tutte quelle ‘trincee’
caratteristiche nelle quali l’osservatore
osservato ed Evoluto conosce e disconosce il mondo donde nato dalla deriva,
appunto, della caccia ove il tutto Nato compiuto e profeticamente ordinato
quale vero ed unico compito dell’uomo derivato. Dall’introduzione del Saggio scorgiamo o forse
meditiamo con nostalgia una Primavera sofferente che stenta prendere il dovuto
volo prossima ad una mensa nel quale in nome del Sacrificio si
appresta a compiere la nuova mattanza per conto di un Dio mal
interpretato e fors’anche mai del tutto capito… Ed ogni creatura o Agnello che
sia imbandire la Grande Notizia allietare ed appagare la dovuta umana violenza
per ogni… sacrificio compiuto…:
…Un sistema è una totalità nella quale diverse parti sono in relazione reciproca; nessuna di queste può mancare, pena l’annullamento del carattere del sistema detto. Nell’insegnamento la comprensione di ogni sistema incontra le stesse difficoltà che nella ricerca. Le illustrerò servendomi di un esempio generico. Immaginiamo di dover spiegare a qualcuno che ne sia completamente ignaro il funzionamento del comune motore a scoppio (e l’esempio ci torna utile per spiegare non solo la Natura e le sue reciproche corrispondenze e connessioni ma come queste spesso esulano dalla Storia, ovvero, come spesso detto, se questa fosse scritta da una conchiglia e l’Universale Equiangolare Spirale donde l’universale codice genetico scritto dipinto ed ammirato, scopriremmo non solo gli inganni, ma anche come, sottratti alla dovuta vera Gnosi assente allo sviluppo della stessa nel suo corretto dispiegamento evolva in cieca medesima spirale dall’Archimede descritta: entrambi Spirali ma di diversa ed opposta Natura crescere oppure degradare verso un unico ripetuto gesto saziare ciò che l’istinto non proteso in un volo antico di saggia e dovuta conoscenza e reciproca intesa, ma involuta e precoce demenza… e cieca violenza…cresciuta…).
Si può iniziare da dove si vuole, si può ad esempio dire: ‘Il pistone,
scendendo, aspira dal carburante una miscela esplosiva’, anche se è evidente
che queste parole non significano nulla per l’ascoltatore cui sono rivolte. Si
spera che egli serbi per ognuna di esse un riquadro vuoto, da riempire in
seguito con un concetto. Si usa lo stesso principio nel tracciare un cosiddetto
diagramma di flusso, che nelle sue caselle vuote lascia posto per delle
funzioni al momento ancora ignote. Questo schema provvisorio dell’intero
sistema è necessario, poiché l’allievo, e come lui il ricercatore, deve – per
così dire – riservare uno spazio libero per delle funzioni, ognuna delle quali
è a sua volta un sistema, un ‘sottosistema’ che si arriva a comprendere a patto
di avere capito tutti gli altri. Da dove, cioè, il pistone tragga l’energia che
gli permette di avere un’azione aspirante, l’allievo lo comprenderà previa la
comprensione di tutte le funzioni parziali che forniscono l’energia necessaria
al volano. Pur con un certo margine di imprecisione, la funzione di un sistema
può essere definita come un insieme di sottoinsiemi, suscettibile di essere
compresi solamente tutti insieme o per nulla.
Con sistema intendiamo, invece,
una molteplicità di strutture e di funzioni pressoché tutte interagenti, ma
come totalità separate dai processi dell’ambiente circostante in modo
sufficiente da permettere di riconoscervi una funzione comune. Solo in questo
senso dovrà essere l’arguto aforisma: ‘Un sistema è tutto ciò che è abbastanza
unitario da meritare un nome’; infatti non tutto ciò che merita un nome, si
capisce, è un sistema. Già la parola che si tratta di un’unità composta da più
parti, laddove le parti hanno a loro volta assai spesso carattere sistemico.
Tracciando un diagramma di flusso, come pure analizzando un sistema, la nostra
comprensione procede sempre dalla totalità alla parte e non dalla parte alla
totalità. Prima di poter comprendere le singole funzioni delle parti di un
‘motore a scoppio’, dovremo avere intuito la funzione del tutto, del motore
come fonte meccanica di quella energia (nel sottoinsieme descritto di Spirale
di Archimede nel quale si riconosce generalmente il detto Progresso ‘meccanico’)…
Nel post precedente con la scusa del censimento e nel tracciare in
medesimo tentativo caratteristiche umane e sociali confinate isolate ed
ancorate in confini ben precisi, ci accostiamo ad opposte e divergenti
ideologie, il cercare di risolverle e comprenderle, così come la trincea che
divide un ricercatore dal singolo colpo del motore a scoppio donde il tutto
derivato come uno sparo, fa nascere il bisogno della Storia (e con essa della
Ricerca), la quale dal mondo ove l’Idea ‘vola
nidifica e nuota’ insegna molto più di quanto fin qui maturato e
ciclicamente tornato pur essendo ‘humano divenuto’…[ *1 ]
[ *1 ] La conoscenza intesa come Gnosi permanente
dello Spirito Umano che nasce dall’ardente desiderio di possedere un sapere
capace di risolvere tutti gli enigmi del mondo e di indicare il metodo per
porre fine allo scandalo del male, a partire dal momento in cui il ‘disincanto del
mondo’ ha tolto ogni plausibilità al pensiero mitico-religioso è stata, per
così dire, costretta ad assumere forme criptiche. E’ accaduto che coloro che ho
chiamato gli ‘orfani di Dio’ hanno cercato una soddisfazione surrogatoria dei
loro bisogni metafisici rimasti ‘scoperti’ dal progressivo ritirarsi del sacro
dalla scena; e lo hanno fatto elaborando teorie nelle quali l’umanità appare
come un Dio degradato in marcia verso il suo (presunto) originario stato di
perfezione. La reazione romantica contro l’illuminismo, da Rousseau sino
all’idealismo tedesco, è stata essenzialmente un disperato tentativo di
eliminare la spaventosa solitudine in cui si sono venuti a trovare gli
intellettuali abbandonati dalla fede ma non dal desiderio di assoluto,
riallacciando l’Antica Alleanza fra l’uomo e il mondo. E’ così riemersa la
Gnosi sotto forma di filosofie della Storia, le quali, grazie
all’immanentizzazione dell’eschaton giudaico-cristiano - il millenario Regno di
Dio -, hanno riattualizzato la visione provvidenzialistica della realtà. Il che
ha dato luogo alla nascita di nuove religioni spesso presentate come tutto il
contrario di una religione, il Capitalismo da un lato (sino alle odierne sue
evoluzioni e paradossali condizioni), e il comunismo annunziato da Marx non
meno di Hegel… (con le proprie aberrazioni e connessioni di similar natura… e
dittatura…) dall’altro.
Nel 1898 apparve un libro, scritto da un banchiere di Varsavia, I.S.
Bloch, nel quale era formulata una accuratissima previsione dell’odierna guerra
totale. Bloch ‘vedeva con chiarezza che un grande conflitto non poteva essere
differito per molto tempo e sosteneva che, nell’eventualità di una guerra
europea di vaste proporzioni, lo sviluppo tecnologico delle armi e
l’utilizzazione a scopi bellici di tutte le risorse politiche ed economiche
delle grandi potenze avrebbero inevitabilmente portato le forze armate dei
paesi belligeranti ad una situazione stagnante. Il risultato sarebbe stato la
più spaventosa calamità per le popolazioni civili, con i vincitori che
avrebbero sofferto quanto i vinti e il finale collasso dell’organizzazione
sociale’. Alla stessa conclusione sarebbe giunto Lenin qualche anno più tardi!
La guerra civile europea non esplose, ché il patriottismo si rivelò, alla prova
dei fatti, molto più forte dell’internazionalismo proletario. Ma, in compenso,
agli inizi del 1917, il regime zarista crollò di schianto, travolto da un
colossale ammutinamento popolare.
Nasce così la prima dittatura monopartitica del XX secolo…
…E l’Isola precedentemente descritta evolverà la propria ‘cultura’ da
una Natura dall’alto avvistata nel volo che divide ciò di cui il motivo del
Ricercatore e con lui del profetico dono
della dovuta comprensione e distinguo fra ciò che Pensa e Vola e ciò che fermo
immobile nella propria opposta acuta caccia…
Con la dittatura evolvono i campi non più di detenzione ma ora di
concentramento, ove la popolazione di prima censita aumentare il proprio numero
grazie a processi sommari di cui Lenin in persona si fa carico di dirigere la
‘macchina infernale’ del terrore totale. Così non appena il nascente partito
bolscevico si impossessò del potere, fu prontamente avvertita l’impetuosa
esigenza di istituire un ‘luogo di scarico’ in cui concentrare tutti gli
elementi impuri e inassimilabili, di modo che essi non contaminassero la
società. Il Gulag fu, per l’appunto, questo luogo di scarico delle impurità (certo
ci troveremmo in grave difetto se immaginiamo con il successivo crollo e la
rinascita degli zar di medesimo impero credere e sperare che qualcosa sia
evoluto quanto da noi dall’alto sorvolato, giacché i metodi nella libertà
ottenuta ed in nome e per conto di ugual economia maturata - diversi opposti -
ma uguali nell’isolamento da cui il
sociologo non meno del filosofo di turno intuire e intravedere la globalità
condivisa e dal computer gestita e similmente ‘scaricata’ per l’interesse di
ciò che in fondo ad ugual ‘fogna’ governata nutrire il Capitale solido
strumento di reciproca intesa ed opposta ‘religiosa’ controversia… in nome e
per conto della libertà del singolo proclamata e gestita…). Nacque così
un vasto sistema di scarico di campi di concentramento ove furono rinchiusi
tutti coloro che, per un motivo o per l’altro, il Partito considerava portatori
di tendenze nocive.
Il risultato ottenuto medesimo dell’odierno cielo sorvolato: non solo
la rivoluzione fu concepita come una lotta di annientamento dei nemici esterni;
fu anche concepita come ‘una guerra a morte contro i nemici interni’ e la paura
e il sospetto si installarono (ieri non meno di ora) nel cuore dello stesso
partito…
Molto probabilmente Hannah Arendt ha colto nel segno quando ha
affermato che i movimenti totalitari – che sono ‘organizzazioni di individui
atomizzati e isolati’ – costituiscono una risposta globale – affettiva, morale,
organizzativa ecc. – al processo di
massificazione (con il permesso del Cambridge detto o sottinteso….).
La mèta che la rivoluzione proletaria non meno della capitalistica
persegue in nome del potere è l’‘annientamento metodico dell’individuo’
attraverso una progressiva ‘lobotomia
spirituale’ al termine del quale le ‘idee pericolose’ e i ‘cattivi pensieri’
saranno asportati dalla mente del portatore di tendenze negative e questi
quindi cesserà di essere un agente di contagio morale; il processo di
manipolazione totale della psiche, di cui George Orwell ci ha lasciato una
insuperabile descrizione nel suo capolavoro 1984, può essere ignorato e non
compreso nelle dinamiche evolute solo da chi non ha la dovuta conoscenza del
sistema e le parti che lo compongono come nell’introduzione espresso, divenendo meccanismo di un motore, da cui, con difficoltà nella natura innestata incapace di comprenderne meccanismi in povertà di mondo accresciuto divenirne
inconsapevole, o peggio, consapevole elemento o combustibile celebro-leso in
nome e per conto della libertà che corre vola e globalmente… matura caccia e
divora…
Ora una cultura individualistica non può non essere particolarmente
sensibile ai diritti dei singoli. Questi devono essere difesi, protetti,
tutelati, in una parola garantiti. E lo possono essere solo se il potere
pubblico è strutturato in modo tale che esso trovi un qualche limite davanti a
sé; solo, cioè, se non è onnipotente e se è frenato da precisi vincoli
normativi. In breve, la cultura individualistica postula il governo della
legge, il solo di fronte al quale i diritti degli individui hanno qualche
possibilità di non essere calpestati. Questo significa che la società moderna
non è una società di sudditi, bensì di cittadini, cioè di governati dotati di
un pacchetto di diritti inalienabili, che essi stessi fanno rispettare
partecipando, direttamente o indirettamente, alla produzione delle leggi, e
quando queste violate da coloro i quali dovrebbero provvedere agli interessi
dei singoli, i suddetti retrocessi e derivati nella mancata ‘democrazia’
applicata debbono di conseguenza meditare il ‘tutto’ e le ‘parti’ di cui
composto l’intero artifizio del ‘sistema’ detto, quindi alla dovuta produzione
e conseguente applicazione dell’azione elettiva e dei conseguenti diritti
individuali violati con i quali la stessa democrazia si inoltra nel vasto mondo
della Modernità e con essa della presunta evoluzione annunziata… e reclamata
dal nuovo o vecchio Impero… Con una sostanziale precisazione: che il fenomeno
della universalizzazione dei diritti di cittadinanza (civili, politici e
sociali) non è una cosa automatica, bensì il prodotto delle lotte degli
‘esclusi’ finalizzate all’allargamento del perimetro borghese della democrazia
liberale. In questo senso, la lotta dei singoli che si oppongono oggi come ieri
ad ugual sistema, e un tempo nominata ‘lotta di classe’ è un elemento
essenziale della società moderna.
Da ciò discende un altro tratto della Modernità: la sua predisposizione
al cambiamento. Gli uomini della società tradizionale hanno scarse opportunità
di modificare la struttura normativa vigente in quanto questa, oltre ad essere
onnipervasiva – non c’è manifestazione della vita umana che non sia da essa
plasmata e regolata -, è rivestita di sacertà e ciò la rende intangibile. Il
modo tipico, infatti, della società tradizionale irremovibile nella
rappresentazione dei benefici goduti grazie al favore di taluni ‘eletti’, è
quello di evitare qualsiasi cambiamento giudicato pericoloso per l’equilibrio
raggiunto (oppure, ancor peggio, non gradito dall’Impero in cui impropriamente
taluni riconoscono una Comunità-Stato al servizio del singolo e questo non
inteso come individuo ma al contrario singolo interesse economico raggiunto e
ben difeso in nome della ricchezza godere la convalida della reciproca stima…
al banchetto che ne deriva - e/o - futura guerra a difesa del Capitale
globalmente ed impropriamente raggiunto…; infatti la razionalizzazione
capitalistica richiesta dalla ‘moneta’ o ‘materia’ che sia non si è limitata ad
investire il citato mondo dell’economia bensì ha investito anche le altre sfere
della condotta e del pensiero e ha altresì stimolato la formazione di una
mentalità prometeica che percepisce il mondo intero come una gigantesca
macchina [e qui concludo donde partito il ‘volo di codesto Pensiero] da
dominare, manipolare, sfruttare, trasformare. Certamente fenomeno affascinante
ed inquietante al tempo stesso, cui si devono risultati straordinari ed anche all’opposto ‘terrificanti’ nel campo
della tecnica del sapere e della coscienza che regola e governa limiti
perimetri e finalità fra il permesso e il non concesso, ma anche non poche
abominevoli aberrazioni mentali e morali, e con esse violenze che permettono e
giustificano la mercatizzazione universale e l’elevazione dell’utile ad unico
criterio di valutazione di uomini e cose e come sempre e sottinteso l’antico
gioco della guerra o contesa che da tutto ciò deriva…). Tutto ciò non vuol dire
che la società tradizionale sia del tutto immobile, ma che le innovazioni
proposte possono essere legittimate a una tassativa condizione: che esse non
risultino in aperto conflitto con la ‘traditio’ (e questa intesa con
privilegio).
(G. Taccola e A. Martina, la Rotta della vita; al punto 1 di cui
l’asterisco il Lorenz detto, Io son qui & tu dove sei?)
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