CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

giovedì 5 ottobre 2017

CHI SIAMO NOI (10)




















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…Perseguendo incessantemente il superpotenziamento della potenza, attraverso il comando, l’uomo moderno e civilizzato nonché globalizzato, persegue ‘l’incondizionato dominio della pura potenza sull’orbe terrestre’ conferendogli quel senso univoco che la rende uni-forme.
La volontà di potenza, divenuta valore supremo, non ha più bisogno di altri fini al di fuori del potenziamento di se stessa; l’unico ‘scopo’, per così dire, che persegue è la mancanza di fini dell’incondizionato dominio dell’uomo sulla Terra. Per realizzare questo compito c’è bisogno di una umanità che sia radicalmente adeguata alla essenza fondamentale, unica nel suo genere, della tecnica moderna e della sua verità metafisica, cioè che si lasci interamente dominare dall’essenza della tecnica per guidare e utilizzare così, proprio essa stessa, i singoli processi e le singole possibilità della tecnica.




Il super-uomo, in quanto incarnazione di questo nuovo tipo umano, sa corrispondere a questa ‘economia macchinale’ mediante la propria arte del comando, che è calcolo, programmazione e pianificazione di tutto il reale, cui impone incondizionatamente le proprie misure. L’uomo animale ‘non ancora fissato’ trova ora nella volontà di potenza la sua stabile definizione, attraverso la nichilistica supremazia imposta dal superuomo sulla totalità degli enti, perseguita nel semplice rigore della semplificazione di tutte le cose e di tutti gli uomini in quell’unica cosa dell’incondizionato conferimento del potere dell’essenza della potenza per il dominio della Terra. Questo dominio, nella forma di un ‘padroneggiamento planetario’ che consegue ‘l’incondionata stabilizzazione di ciò che diviene nel suo insieme’, assume...




...sostanzialmente due forme: quella della ‘meccanizzazione’, attraverso la quale gli enti possono essere padroneggiati e impiegati mediante una violenta semplificazione nell’allevamento dell’uomo, il quale va inteso come disciplina il quale affina la disposizione all’automatismo… Così l’uomo viene ‘allevato’ nella previsione della finalità conseguente all’asservimento della meccanizzazione nel nuovo superuomo che sarà e la Terra si potrà rivelare solo più come oggetto della manomissione umana, alla mercé del volere umano come rappresentazione assoluta, di conseguenza la Natura appare ovunque come l’oggetto della tecnica.
L’avvento dei nuovi Signori della Terra scatenerà anche una guerra senza quartiere per il dominio e il saccheggio della Terra, combattuta con le sobrie ed invisibili armi della tecnica. Si tratterà della lotta per lo sfruttamento illimitato della Terra come materia prima e per l’impiego senza riserve del ‘materiale umano’ al servizio del potenziamento assoluto della volontà di potenza nella sua essenza…




…Sotto la pioggia di bombe che distrugge secoli di storia d’Europa, anche il politico moderno viene dunque ridotto in macerie con la sua aspirazione a svolgere un’azione di direzione e di governo totale. Nessun Fuhrer può più illudersi di guidare le sorti del mondo, senza obbedire egli stesso per primo agli imperativi del comando che guidano l’assalto tecnico. Per questo la sconfitta storica del nazismo nonché medesima del comunismo non annunciano e premettono e/o risolvono la fine dell’èra del totalitarismo, ma solo l’ingresso in una nuova fase, dal volto meno truce e sinistro. Si comprenderà altresì come non poter immaginare come ‘salvatori’ gli Alleati assieme ai Sovietici, entrambi di altre forme altrettanto inquietanti di potenze nichilistiche, orientate al medesimo dominio planetario.




Russia e America rappresentano entrambe la stessa cosa: la medesima desolante frenesia della tecnica scatenata e dell’organizzazione senza radici dell’uomo massificato e mercificato. La dimensione dominante in queste realtà ‘virtuali’ è quella di un desolante livellamento, causato dalla riduzione di ogni cosa all’estensione e al numero; tutto risulta uguale e indifferente, al punto che questo puro quantitativo si è trasformato in una sorta di qualità. Già nel 1939 tutta l’umanità appare ormai minacciata da quell’uniformizzazione quale supremo e vero pericolo.
Essa è un fenomeno di carattere planetario che nella sua forma essenziale presenta senz’altro gli stessi tratti in America e in Russia, in Giappone e in Italia, in Inghilterra e in Germania, e che curiosamente è indipendente dalla volontà dei singoli, dalla specie dei popoli, degli stati, delle civiltà. Al di là, quindi, delle differenti ideologie proclamate e dalle differenti forme storiche assunte, il presupposto ‘metafisico’ della tecnica già risuonava nella formula annunciata da Lenin, secondo la quale il bolscevismo è ‘potenza dei sovietici + elettrificazione’.




…Il pensiero-calcolante cattura ormai tutti i popoli della Terra, finendo con l’assumere il senso di un destino mondiale, infatti sul piano della Storia dell’essere il materialismo proclamato dal marxismo va ricondotto all’essenza della tecnica in virtù della quale ‘tutto appare come il materiale da lavoro’ e su questo piano, dunque, esso mostra di avere il medesimo fondamento dell’americanismo. Così come il nazionalismo e internazionalismo, poggiando sulla stessa metafisica della soggettività, finiscono per essere indistinguibili, allo stesso titolo di collettivismo e l’individualismo.

Nitzsche aveva infatti preconizzato: ‘Si avvicina il tempo in cui sarà ingaggiata una lotta per il dominio della Terra – sarà ingaggiata nel nome di dottrine filosofiche fondamentali, ma lo scontro epocale tra nazismo, comunismo e americanismo, che ha insanguinato la storia del Novecento, conclusosi infine con il trionfo della superpotenza americana, si rivela in ultima istanza, al di là del piano storico dello scontro tra ideologie contrapposte, lo scontro tra gradi e forme diverse di una medesima volontà di potenza che, attraverso la tecnica, intende imporre il proprio dominio sull’intero pianeta.




E non c’è dubbio che, da questo punto di vista, l’America abbia saputo con maggiore efficacia imporre il proprio modello totalitario, proprio perché meglio delle altre potenze in gioco, è stata in grado di travestirlo nel suo esatto contrario, sostituendo l’edonismo consumistico al terrore, la pubblicità alla propaganda, il regno della (apparente) libertà e della libera realizzazione degli interessi di ciascuno all’assoggettamento disciplinare delle masse asservite al consumismo materialistico. Per questo oggi, avendo saputo coniugare la necessità della tecnica con il liberismo economico, ha assurto il ruolo, con fede missionaria, di incontrastata promotrice di una Tecnica che promette libertà (di impiegare e consumare risorse) e felicità (nel ‘libero’ impiego e consumo), divenendo, anche, politicamente la prima potenza mondiale.




L’Unica Strategia  vincente (per Junger) quando ‘la persecuzione è ovunque, fitta e ubica come elemento costante’ appare quella di prendere la via del bosco (aggiunge il curatore del blog circa l’anima tedesca: al patto di non divenir mai futuro ‘forestaro’). Nel mondo del tecno-totalitarismo ‘la via del bosco crea all’interno di quest’ordine il movimento che lo differenzia  dai modelli zoologici. Colui che osa questo passo per attestare la propria (ed altrui) libertà e per contrastare tutto ciò che la minaccia, è un ‘bandito’ (nel duplice senso della parola), qualcuno che volontariamente si mette al bando della società oppressiva e sceglie il bosco come propria rischiosa dimora, affermando così il proprio diritto inalienabile al dissenso e alla negazione di un ordine che annienta l’Anima quanto lo Spirito (nella proprie meccanicistiche ed invisibili finalità e totalitarismi oppressivi).




Colui che ‘passa al bosco’, non si lascia imporre la legge da nessuna forma di potere superiore né con i mezzi della propaganda né con la forza; il suo essere fuori-legge, tuttavia, non ne fa un criminale, bensì qualcuno che rivendica la propria indipendenza ed auto-nomia: obbedendo soltanto a se stesso, egli acconsente ad accettare solo quella legge che scaturisce dalla propria interiorità; per questo la sua è una battaglia in primo luogo interiore per affermare il suo inalienabile diritto a difendere l’umano nell’uomo, rispetto al prevalere di forze disumanizzanti. E solo così ‘i vincoli della tecnica si possono infrangere, e a farlo può essere il singolo’. E per compiere cotal opera può attingere a risorse arcaiche e profonde, a depositi di saggezza millenaria che trascendono lo stesso orizzonte della Storia, a quelle tre grandi forze che sono la Teologia, la Filosofia e l’Arte….

(C. Resta, Nichilismo Tecnica Mondializzazione)

















   

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