CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

domenica 20 marzo 2022

SALVARE OGNI ANIMA CON UNA POESIA (forse...)

 









     Mi sono guardato piangere in uno specchio di neve


Mi sono visto che ridevo

 

Mi sono visto di spalle che partivo

 

Ti saluto dai paesi di domani

 

Che sono visioni di anime contadine

 

In volo per il mondo

 

Mille anni al mondo mille ancora

 

Che bell’inganno sei anima mia

 

E che grande questo tempo che solitudine

 

Che bella compagnia….

 

 

Salvare un’Anima con una Poesia, forse fu questo il Sogno di Maria... 






Nel grembo umido scuro del tempio

 

L’ombra era fredda, gonfia d’incenso

 

L’angelo scese come ogni sera

 

Ad insegnarmi una nuova preghiera

 

Poi d’improvviso mi sciolse le mani

 

E le mie braccia divennero ali

 

Quando mi chiese: ‘Conosci l’estate?’

 

Io per un giorno, per un momento

 

Corsi a vedere il colore del vento




Volammo davvero sopra le case

 

Oltre i cancelli, gli orti, le strade

 

Poi scivolammo tra valli fiorite

 

Dove all’ulivo si abbraccia la vite

 

Scendemmo là dove il giorno si perde

 

A cercarsi da solo nascosto tra il verde

 

E lui parlò come quando si prega

 

Ed alla fine d’ogni preghiera

 

Contava una vertebra della mia schiena




Le ombre lunghe dei sacerdoti

 

Costrinsero il sogno in cerchio di voci

 

Con le ali di prima pensai di scappare

 

Ma il braccio era nudo e non seppe volare

 

Poi vidi l’angelo mutarsi in cometa

 

E i volti severi divennero pietra

 

Le loro braccia profili di rami

 

Nei gesti immobili d’un’altra vita

 

Foglie le mani spine le dita




Voci di strada rumori di gente

 

Mi rubarono al sogno per ridarmi al presente

 

Sbiadì l’immagine, stinse il colore

 

Ma l’eco lontana di brevi parole

 

Ripeteva d’un angelo la strana preghiera

 

Dove forse era sogno, ma sonno non era

 

‘Lo chiameranno figlio di Dio’

 

Parole confuse nella mia mente

 

Svanite in un sogno, ma impresse nel ventre




E la parola ormai sfinita

 

Si sciolse in pianto

 

Ma la paura dalle labbra

 

Si raccolse negli occhi

 

Semichiusi nel gesto

 

D’una quiete apparente

 

Che si consuma nell’attesa

 

D’uno sguardo indulgente

 

E tu piano posasti le dita

 

All’orlo della sua fronte

 

I vecchi quando accarezzano

 

Hanno il timore di far troppo forte

 

(Fabrizio De André)








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