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Il matrimonio...(14)
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Gli impiegati della Compagnia (16)
Lettera di
IMAD-ad-DIN
Letta et copiata dai nostri
ambasciatori
presso la Santa terra delli crociati
Annotata et archiviata in nome della
nobile
arte dell’intricata et orrenda storia
qui…
narrata….
Costoro si erano
espatriate per aiutare gli espatriati, e accinte a render felici gli
sciagurati, e sostenute a vicenda per dar sostegno ed appoggio, e ardevano di
brama per il congresso e l’unione carnale.
Eran tutte
fornicatrici sfrenate, superbe e beffarde, che prendevano e davano, sode in
carne e peccatrici e civettuole in pubblico e superbe, focose e infiammate,
tinte e pinte, desiderabili e appetibili, squisite e leggiadre, che
squarciavano e rappezzavano, laceravano e rattoppavano, aberravano e
occhieggiavano, sforzavano e rubavano, consolavano e putteggiavano; seducenti e
languide, desiderate e desideranti, svagate e svaganti, versatili e navigate,
adolescenti inebriate, amorose e facenti di sé mercato, intraprendenti e
ardenti, amanti e appassionate; rosse in viso e sfrontate, nere d’occhi e
bistrate, ricche di glutei e slanciate, dalla voce nasale e dalle cosce
carnose, occhiazzurre e cenerine, sfonde e sciocchine.
Ognuna traeva lo
strascico della sua tunica e incantava col suo nitore chi la guardava; si
incurvava come un arboscello, si svelava come un forte castello, dondolava come
un ramoscello; marciava con una croce sul petto, vendeva per grazie le sue
grazie, ambiva esser rotta nella sua cotta.
Giunsero costoro
avendo consacrato come in opera pia le sue persone, e offerto e prostituito le
più caste e preziose tra loro.
Dissero che
mettendosi in viaggio avevano inteso consacrare i loro vezzi, che non
intendevan rifiutarsi agli scapoli, e che ritenevano non potersi rendere a Dio
accette con sacrificio migliore di questo.
Si appartaron quindi
nelle tende e padiglioni da esse rizzati, riunendosi a loro altre belle giovani
loro coetanee, e apriron le porte dei piaceri, e consacraron in pia offerta
quanto avevan fra le cosce, e manifestaron la licenza, e si volsero al riposo,
e rimossero ogni ostacolo al largheggiare di sé: dettero ampio corso al mercato
della dissolutezza, ornarono le rappezzate fessure, si profusero nelle fonti
del libertinaggio, si chiusero in camera sotto gli amorosi trasporti dei
maschi, offersero il godimento della loro merce, invitarono gli impudichi
all’amplesso, montarono i petti sulle terga, largirono la mercanzia agli
indigenti, raccostaron gli anelli delle caviglie agli orecchini, vollero esser
distese dell’amoroso gioco.
Si fecero bersaglio
dei dardi, si ritennero lecito campo a ciò che è proibito, si offrirono ai
colpi di lancia, si umiliarono ai loro nemici.
Stesero il
padiglione, e sciolsero la zona dopo stretta (l’intesa); divennero il luogo ove
si piantano i bischeri, invitarono i brandi a entrar nelle loro vagine,
spianarono il loro terreno per le piantagioni, fecero alzare i giavellotti
verso gli scudi, eccitarono gli aratri ad arare, dettero ai becchi di scrutare,
permisero alle teste di entrar nei vestiboli, e corsero sotto chi le inforcava
a colpi di sprone; avvicinarono le corde dei secchi ai pozzi, incoccarono le
frecce sulle impugnature degli archi, recisero i cinturini, incisero le monete,
accolsero gli uccelli nei nidi delle cosce, raccolsero nelle reti le corna
degli arieti cozzanti; rimossero ogni interdizione da ciò che è preservato, e si
francaron dal velo di ciò che è nascosto.
Intrecciaron gamba,
saziaron la sete degli amanti, moltiplicarono i ramarri nei buchi, misero a
parte i malvagi delle loro intimità, dettero la via ai calami verso i calami,
ai torrenti verso i fondovalle, ai ruscelli verso gli stagni, ai brandi verso i
foderi, alle verghe verso i crogioli, alle cinture infedeli verso le muliebri
zone, alle legna verso le stufe, ai rei verso le basse carceri, ai cambiavalute
verso i dinàr, ai colli verso i ventri, ai bruscoli verso gli occhi.
Si litigarono gli
occhi.
Si litigarono per i
fusti d’albero, si buttarono a gara a raccogliere i frutti, e sostennero che
era questa un’opera pia su cui non ce n’è un’altra, specialmente verso chi era
insieme lontano dalla patria e dalle donne.
Mescerono il vino, e
con l’occhio del peccato ne chiesero la mercede....
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