CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

sabato 17 novembre 2018

LA VARIANTE DELLA VITA nel Viaggio intorno al mondo (17)





































Prosegue in:

La variante della vita (nel Viaggio intorno al mondo) (18)

Precedenti capitoli:

Là ove un angelo... viaggia (16/1)














…Dopo essere stata respinta due volte da un forte vento di sud-ovest, la nave di Sua Maestà, ‘Beagle’, un brigantino con dieci cannoni comandato dal capitano Fitz Roy, salpò da Devonport il 27 dicembre…

…E’ proprio nella eterogeneità espositiva del suo Viaggio che Darwin ci rende partecipi della vita…(*)




(*) Soggetta, però, alla ‘variante’ passo accelerato tradotto in diverso ed economico principio cui costretto il nostro tempo, giammai intento condiviso chi della truffa veste il proprio cammino, giacché qui rimembriamo il Tempo non certo antico, cui la vita e la sua evoluzione compresa ed interpretata nel secolo di transizione in cui l’industrioso progresso ebbe principio. In cui l’‘evo moderno’ progredì passo e sentiero al tramonto di un secolo all’alba di una stagione nuova ed ove il precipizio e la salita dell’Elemento pregato incidere porta di confino con cui dividere e condividere il cammino. 

L’inizio della rivoluzione! 

O il principio della fine? 

Vi è molto, tanto da disquisire. 

Troppo su cui poetare dalla porta cui usciti per il Tempo cui ogni Dio manifesto. 

Di certo di codesta nobile e distinta teoria si è cimentata e nutrita diversa favella al miracolo della stessa, spacciando la ‘variante’ agognata quale traguardo nell’economica certezza tradotta.

Ma noi ammiriamo la Vita!

Noi ammiriamo la saggia certezza della verità e con lei del dubbio!
Ed anche se il motivo celebrato e festeggiato impone ugual principio qui rimembrato, nella selezione di ogni ‘uomo-fortezza-regione-ragione-nazione-stato’  con cui si specchia e manifesta la specie (ed anche la via), noi preghiamo ed ammiriamo la Vita nel giorno in cui viene celebrato regalato e professato ogni ‘spirituale principio’ avverso alla ‘razza’ così eternamente nel tempio adorata per ogni ‘stato-confino-comune-economico-regolamento’. La quale ci condanna annoia e deruba ad ogni ora nel tempo così evoluto con la sua inutile formula.
Con l'inutile suo traguardo! 




Con il ‘politico primato’: specie in via di affermazione all’Olimpo ed assiso al trono sacerdotale dispensatore del falso mito pregato e spacciato per ogni favola dal popolo pregata. ‘Creazionista’ e principio d’una più triste ‘azione’ alla stabilità cui la specie assisa o suicida; ma paladino del popolo suo quando la corsa impone tal nutrimento al velo del dubbio intento, ma non certo ‘poesia’ dal Giano assistita o musa tradita. Quando, in verità e per il vero, sappiamo il bilancio suggerito dallo scienziato qui rimembrato, o forse solo mal interpretato, tradotto nella ‘cosa’ ‘pneumatico principio’ di un materiale enunciato, spacciato per traguardo della merce cui il corpo intuito, privato e spogliato, però, di ogni spirituale motivo. 

Vestito e coperto da una ‘tempestosa nuvola’ azzerare ogni ecologica pretesa nella specie così evoluta. Giacché nella corsa tradotta la razza evoluta & ad 8 corsie composta: una per la salita e sette per la sicura discesa all’inferno cui il ragno Blake rimembra, nella mia ed Eretica sua visione, comporre più degna dottrina alla morte composta quale sola ed unica certezza al casello pagata. Ove, non certo Dio custode del girone compiuto, forse solo un autovelox qual giusta punizione per aver corso tanto senza badare alle dovute tavole e comandamenti cui composta l’odierna guida, cui composta la legge di ogni ‘comunitario-creato’ alla ‘variante’ di ogni Eterodosso pensiero cui lo Spirito eternamente perseguitato al Sentiero di un diverso Universo pregato.




Nella terrena certezza qual arto che si rinnova alla branchia della vita così mal respirata, così mal assimilata, ed al platonico radiolare rimembrare crosta e speranza nello ‘stronzio’ non ancor digerito alla fucina di uno strano Dio. Adattamento alla (ri)nascita della vita questo il Viaggio alla coda della ‘bestia’ affissa cui l’uomo comporrà propria Natura. Sicché l’inganno, anche nel presunto traguardo dell’opera così ottenuta, appar miracolo ed intento al ‘pneumatico principio’, il qual corre ad annunciar ben più triste novella, non certo dal miracolo nata, ma materia sospesa ed ancora non precipitata a concimare terra o tetto cui celebrano il bambino nutrito nel Secondo nato (per taluni è solo un buon piatto…). 

Ed in cotal paradosso mi sia permesso breve enunciato all’Orwelliano traguardo cui si nutre e corre il mondo: speriamo ed auguriamo alla ‘variante’ qual miracolo predicato lieta evoluzione, in quanto i costi, i quali corrono ad annunciare lieto evento, sottratti alla particella (so)spesa che certo non evolve radiolare e platonico principio, dagli interventi in più sfavorevoli nebbie e gas scomposti di questo nuovo inizio, potranno fornire più reale e concreto bilancio di quanto, in verità e per il vero, al mondo annunciato. 

Certamente la branchia più sofferente, il respiro un poco affaticato, più corto nel percorso vissuto, la polvere sospesa in particella contesa ed in ugual giostra condividere gas scomposto dal doppio volto, concimare campi e foreste di amazzonico o antico evo rinato, ma il verme che salirà, o meglio (ri)nascerà, dal profondo mare in ‘onda’ nutrito (giacché ‘la parabola’, o meglio cotal nobile ‘visione’ vien (ri)composta nel miracolo cui il creazionista va fiero), correre già infermo nato dalla spiaggia della sua fatica verso il monte di una nuova alchimia cui la spirale compie nuovo e più incerto orizzonte cui ogni elemento abdicato compone incerta evoluzione contraria alla vita. 




Questo signori miei, in verità e per il vero, è il nuovo Universo! 

In nome del progresso altro ingegno mai sia concesso in quanto il Viaggio viene così interpretato: il più forte compone l’intento alla globalità della comune razza raggiunta: ‘specie’ ottenuta dall’economico principio di vita incrociato con solo il desiderio della materia la qual dona sogno e paradiso agognato nella promessa di ogni desiderio appagato, nel volontà di possedere dal tartaro profondo all’ultima stella udita il principio della vita. 

Che strana illusione! 

Qual limitato intento! 

Che limitata intuizione! 

Qual piccola dimensione! 

Qual umano principio alla porta ove Dio è appena uscito con diverso intento composto e nato alla crosta di una nuova Stagione nell’Infinita ed invisibile via. Lo Spirito è solo un mal visto Straniero cui sfogare l’istinto, cui donare una calunnia più evoluta dello stesso per la caccia della vita, per ogni Rima o Poesia avversa alla materia cui destinare l’inferno qual sicuro peccato mai consumato, giacché l’agnello comporrà il mito nato dall’istinto perdonato e sacrificato alla Natura con il dono della Parola, perché l’uomo mai l’ha compresa anche se nei secoli pregata. Ed in codesto cielo stellato preghiamo la favola e ammiriamo ogni satellite ad annunciar e portare evoluta (ed inutile) Parola: un Tempo fu Dio donare siffatta Opera, ora suggerita da una diversa...












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