CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

mercoledì 22 settembre 2021

L'ARTE DELLA MENZOGNA (politica) (37)

 










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Mi sono lasciato persuadere dall’insistenza di alcuni amici a interrompere il lavoro iniziato in uno scritto precedente per dedicarmi alla stesura di un saggio sull’arte della menzogna politica.
Ci è stato insegnato che ‘il Diavolo è il padre delle menzogne, bugiardo sin dal principio’; non v’è dubbio, quindi, che l’invenzione è antica e, quel che è peggio, il suo primo impiego fu puramente politico, volto a minare l’autorità della verità (sovrana e non) e a indurre una terza parte dei sudditi alla disobbedienza.
Per questa ragione il Diavolo venne cacciato dal Paradiso dove rivestiva la carica di vicerè di una grande provincia occidentale e fu ridotto a esercitare il proprio talento in regioni inferiori, fra spiriti caduti o poveri illusi che tenta costantemente di indurre al suo stesso peccato. E così sarà fintanto che resterà incatenato in questo abisso senza fondo.





Sebbene sia il padre della menzogna, al pari di altri grandi inventori, la sua reputazione è stata con il tempo adombrata dalle continue migliorie apportate da altri alla sua arte. Nonostante le rigorose ricerche, non ho rinvenuto nell’antichità il nome di colui che per primo elevò la menzogna al rango di arte e l’adatto alla politica; pertanto la considerò secondo il sistema moderno è così come è stata coltivata in quest’ultimo ventennio nelle regioni meridionali della nostra isola.
Raccontano i poeti che quando i giganti furono spodestati dagli Dèi, la Terra per vendicarsi produsse la sua ultimogenita, ‘Fama’. E la favola viene così interpretata: quando, all’interno di una nazione si placano i tumulti e le sedizioni, maldicenza e menzogna si diffondono in abbondanza.




Sulla base di quanto detto, la menzogna all’interno di uno stato costituisce l’ultimo appiglio di uno schieramento terreno sconfitto e ribelle. In questo i moderni hanno introdotto grandi innovazioni, servendosi di quest’arte per acquisire e mantenere potere e per attuare una vendetta in caso di perdita, agendo come fanno le bestie per procacciarsi il cibo quando sono affamate o quando azzannano chi li attacca.
Ma non si può sempre applicare questa genealogia alla ‘menzogna politica’; desidero pertanto raffinare il concetto attraverso alcune notizie sulla sua nascita e i suoi avi. Una menzogna politica è spesso il frutto della mente di uno statista licenziato e viene trasmessa per essere alimentata e vezzeggiata dalla gente.





Alle volte viene al mondo in forma di mostro e poi ‘messa a punto’, altre volte nasce completamente formata e viene deturpata nella messa a punto. Accade che venga alla luce secondo le regole e che necessiti tempo per maturare, come un neonato; accade anche che venga al mondo già nel suo pieno splendore e si sciupi con il tempo.
A volte vanta nobili natali e a volte è figlia di un agente di borsa. Da una parte strilla forte quando il grembo si apre, dall’altra viene al mondo con un sussurro appena accennato. La menzogna che in questi giorni assorda metà regno con il suo fragore, ancora troppo tronfia e grande per rivelarci il marchio dell’autore, io la ricordo quando era ancora un sussurro il vagito di un infante.
Concludendo, quando viene al mondo come un innocente neonato, senza pungiglione, questo mostro nasce morto e quando perde il pungiglione, muore. Non c’è quindi da stupirsi che un infante dalla nascita così prodigiosa venga destinato a grandi avventure elevandosi, per l’appunto, al ruolo di custode spirituale di uno schieramento con un potere ‘generazionale’.





La menzogna riesce a conquistare regni senza fare la guerra e talvolta proprio perdendone una; può dare e togliere lavoro, può ridurre una montagna a un mucchietto di terra e fare di un mucchietto di terra una montagna. Ha presieduto per molti anni ai comitati delle elezioni: riesce a fare di un moro un bianco, di un ateo un santo e di un dissoluto un patriota; può fornire informazioni segrete ai ministri stranieri e accrescere o rovinare la reputazione di una nazione.
La menzogna è una dea che si libra nell’aria con un enorme specchio per poter abbagliare le folle e mostrare, a seconda dell’inclinazione, la loro rovina nel loro interesse e il loro interesse nella loro rovina. In questo specchio si riflettono e rifletteranno i vostri più cari amici ornati di abiti cosparsi di flower-de-luces e con una tiara in capo: alle loro vesti vedrete appese catene, collane e zoccoli di legno.





I vostri peggiori nemici li vedrete con la cornucopia in mano, adornati con le insegne della libertà, della proprietà, dell’indulgenza e della moderazione. Le sue ampie ali, come quelle di un pesce volante, funzionano soltanto se tenute umide; per questo le immerge nella melma e, levandosi di nuovo in volo con rapidi colpi, getta fango negli occhi della moltitudine, per poi calarsi nuovamente nella melma e rifocillarsi. 
Si divertirebbe molto in questa città un uomo dotato del potere di vedere le menzogne, come gli scozzesi con i fantasmi. Che spasso ne trarrebbe a osservarne le diverse forme, dimensioni e colori: sciami di menzogne che ronzano attorno alla testa della gente come mosche d’estate nelle orecchie dei cavalli, legioni di menzogne che ogni pomeriggio nella zona della Borsa si agitano fino al punto di offuscare l’aria attorno a gruppi di persone eminenti e scontente, prima di venire diffuse in gran quantità durante le elezioni. Vi è un punto essenziale in cui il bugiardo politico si distingue dagli altri esperti di quest’arte: egli necessita di breve memoria, essenziale alle diverse circostanze in cui si ritrova, e a seconda dell’inclinazione della persona nella quale si imbatte, per smentirsi o giurare su entrambi i lati di una contraddizione.




Quando si descrivono le virtù e i vizi dell’umanità è certamente utile avere a portata di mano qualche personaggio eminente su cui ricalcare la descrizione. Ho osservato attentamente questa regola e l’immaginazione ha richiamato alla mia memoria un certo grand’uomo, sommo esponente di quest’arte. Attraverso una pratica ventennale e costante, costui si è guadagnato la reputazione di mente più fine d’Inghilterra (una delle tante nazioni…) nella gestione degli affari pubblici; la superiorità del suo ‘genio’ consiste in un fondo inesauribile di menzogne (che si accalcano di ora in ora, di giorno in giorno, in una soluzione di sfida alle ragioni della verità e del tempo dove la verità dovrebbe regnare… ma dove il tempo il misero tempo della menzogna prospera nel Secondo regno del suo 'ricco' e meschino Creato…) politiche (e non..) che dissemina copiosamente ogni qual volta apre bocca e che, con una generosità senza precedenti, dimentica nella mezz’ora che segue, contraddicendosi.





Costui (più bestia che uomo, senza recar offesa a primi da cui discende…) non si è mai chiesto se un’affermazione fosse vera o falsa ma solo se fosse opportuno affermarla o negarla a seconda della circostanza e del suo interlocutore; se pensate quindi di ragionare sulle sue osservazioni cercando di interpretarle, giacché vi pare vero il contrario, dovrete riflettere a lungo e ne uscirete sconfitti; che gli crediate o no, l’unico rimedio è di supporre di aver udito suoni inarticolati e privi di significato. 
Questo vi risparmierà lo sdegno dinanzi ai giuramenti sacri che inserisce (con l’aiuto anche di strani testimoni…) all’inizio e alla fine di ogni sua proposizione, sebbene non creda che possa essere accusato di spergiuro verso Dio o Cristo dal momento che ha ammesso pubblicamente di non credere né all’uno né all’altro (nel momento in cui convinto della sua ‘superiore verità’: la menzogna…). 





Qualcuno potrebbe pensare (e con ‘ragione ragionata’), ma si sbaglia di grosso, che un simile talento non sia di grande utilità per chi lo possiede o per il suo partito, soprattutto se viene praticato tanto a lungo da diventare dominio pubblico. Sono poche le menzogne, infatti, che portano la firma dell’autore e il più ignobile nemico della verità è capace di disseminarne a migliaia senza essere mai scoperto, anzi amato, vezzeggiato, ammirato….
Inoltre, come l’infimo scrittore ha un pubblico di lettori, così il più grande dei bugiardi ha un pubblico di creduloni; talvolta è sufficiente che la menzogna venga creduta per un’ora per aver adempiuto il suo dovere (...ma non lo dite ai 'pennivendoli' di Stato, cioè a spese dei contribuenti  dello Stato…) e quindi essere congedata oppure dimenticata…. 





Così, la Menzogna vola via e la Verità arriva zoppicante: finita la beffa e raggiunto il fine, quando gli uomini arrivano a ricredersi è ormai troppo tardi (la verità è inchiodata…), come scovare finalmente una buona battuta dopo che si è passati a un altro discorso oppure la compagnia si è congedata, o come trovare una cura infallibile dopo il decesso del paziente. 
Considerando la naturale predisposizione di molti uomini alla menzogna e di molti uomini a credervi, mi sono chiesto cosa fare di quella massima che è spesso sulla bocca della gente, secondo la quale ‘alla fine la Verità prevale’. Per quasi un ventennio l’isola ha subito l’influenza di istituzioni e persone il cui unico obiettivo e interesse era ed è quello di corromperne i costumi, la cultura, accecarne le menti, prosciugarne le ricchezze e danneggiarne sia la chiesa che lo stato. 





Condotti sull’orlo della rovina, per mezzo di perpetui travisamenti della realtà, non siamo mai stati in grado di distinguere i nemici dagli amici. Abbiamo visto una gran parte del denaro pubblico finire nelle mani di coloro che per nascita, istruzione e merito non potevano pretendere nient’altro che indossare le nostre livree; mentre altri che per credito, qualità e fortuna avrebbero potuto conferire fama e successo alla rivoluzione, non solo furono messi da parte e considerati inutili e pericolosi (se non addirittura ‘pazzi’…), ma persino soffocati dallo scandalo dei Giacobini e accusati di essere uomini dai principi arbitrari e al soldo della Francia, mentre la Verità, che si dice dimorasse in un pozzo, sembrava sepolta sotto un mucchio di pietre…..  

(J. Swift)















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