CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

lunedì 7 giugno 2021

CONSIDERAZIONI (15)

 









Precedenti capitoli:


Del Messia... (14/1)


Prosegue con...:


[consederazioni] Post-Mortem (16)


Accompagnato dal feretro quasi completo... 


e voci di popolo annunziano: anche da un Medico....


Prosegue ancora... con:


Le Streghe 


& uno strumento (19/20)









Ci sono alcuni nomi, la semplice menzione o il pensiero che evocano personalità distinte; tali sono Handel, Bach, Beethoven, Wagner; ma nessuno ha la straordinaria individualità di quella di Paganini….




Ma la domanda rimane: il modo di suonare di Paganini ha portato un beneficio permanente all’Arte?

 

Aveva un’influenza permanente e, in tal caso, era per sempre?

 

Credo di sì!




 Lo possiamo affermare nello stato dell’Arte attuale, quando si annoverano ‘casini’ e ‘balli in maschera’ ‘nel e per’ il beneficio d’ogni corrotta dissoluta economia, la quale premia il mediocre e infierisce contro il virtuoso, il genio, il perseguitato, grazie alla propria Infinita Arte seppur applaudita giammai del tutto compresa, donde l’Anima del violino accordata con la stessa Anima Mundi di ugual Spirito afflitto.

 

Ed allora possiamo e dobbiamo affermare: nessuno è Profeta nella propria Terra.




Risolveremo come solleveremo alcune, segrete trattazioni trattate dal Germi, circa la funesta fine della Salma e con Lei dello Spirito che vi albergava, ma per chi sa coglierlo e non solo con l’udito, può comprenderne le gesta terrene d’un Eretico perseguitato, mi ripeto, se pur applaudito ed omaggiato, giammai del tutto compreso…

 

Del Genio sconfitto! Mutilato dalla propria ed altrui patria adottiva…




Per assumere un aspetto materiale, fu grazie a Paganini che la fama di Joseph Guarnerius fu annoverata al di fuori dall’Italia. I nomi di Amati e Stradivarius divennero gradualmente familiari al mondo musicale, ma Guarnerius, nelle mani di un Paganini, ne divenne interprete assoluto, …Gesù (qualcuno esclamerà afflitto quando leggerà le note terrene a lui concesse) la morte senza zolla né tomba resuscitiamo in nome e per conto dell’alma afflitta dalla propria patria!

 

In eterna esecuzione del proprio ballo in maschera!

 

Che il capocomico ne prenda nota…




  Questo illustre violino (del Gesù maestro del Tempio…in nota certamente non disgiunta dalla più celebre parabola…) era spesso accreditato del fascino che apparteneva all’esecutore; gli effetti magici e note sublimi che egli ne traeva, dovevano, si pensava, esser una sol corda con il suo cantore.

 

Ogni aspirante violinista, i cui mezzi gli permettevano di indulgere nel lusso, cercò di assicurarsi uno strumento del grande Guarnerius. La richiesta così sollevata ha portato alla luce quelle gemme dell’arte del liutaio ora in possesso di ricchi dilettanti e di pochi professori. Quando le varie opere del dotato Guarnerius furono portate alla luce, fu sentita molta sorpresa che tali tesori dovessero essere conosciuti solo da una manciata di giocatori oscuri, principalmente nelle chiese d’Italia.




 ….Ai primi di Gennaio 1840 Paganini si trova a Nizza fuggito quasi da Parigi, l’aggravamento dei suoi mali convinsero i domestici a chiamare d’urgenza un frate che gli somministrasse i conforti religiosi, alla vista dell’ecclesiastico, Paganini ormai privo di voce ricorse a qualche gesto mal interpretato da costui.

 

Tornato una seconda volta e avendo richiesto a Paganini di scrivere la propria confessione su una lavagnetta, ne ebbe netto rifiuto, sicché il canonico ignorante denunziò l’accaduto al Vescovo di Nizza. Alle cinque del pomeriggio del 27 maggio 1840 un improvviso e violento colpo di tosse provocò una inaspettata irreparabile emottisi, ovvero un irreparabile variazione (condizione climatica) fisica e corporea del Maestro.



 Così Paganini terminava la propria terrena esistenza senza neanche minimamente immaginare quali traversie avrebbe dovuto subire anche da morto prima di trovare sereno conforto alla materia nel non certo definitivo riposo.

 

Il processo post-mortem che Paganini dovette subire da parte delle autorità ecclesiastiche fu legato ad una vicenda umiliante e paradossale insieme.




 Dichiarato empio dal Vescovo di Nizza Monsignor Galvani in base alla testimonianza del giovanissimo canonico Caffarelli, Paganini non ebbe né funerali né sepoltura in terra. Subito dopo il decesso, il Conte di Cessole aveva incaricato uno specialista, il Dr. Jean Gabbal, di provvedere alla imbalsamazione della salma che poi restò per quasi due mesi nell’abitazione nizzarda di Paganini, finché le autorità sanitarie ne ordinarono la rimozione.




Il Conte di Cessole provvide dunque a far trasferire il feretro nella cantina della propria abitazione in attesa che esso fosse restituito a Genova. Il Conte ed altri innominati eretici amici del Maestro, tra i quali annoveriamo il Germi e Rebizzo, si diedero da fare per ottenere la Riforma del decreto di empietà emesso dal Vescovo e taluni giovani ‘canonici’, presentando petizioni confortate dalle prove che indicavano nel Maestro un buon credente seppur non ortodosso, in seguito sarà ricordato che per clausola testamentaria esercitata per volontà del defunto, questo si impegna alla richiesta di celebrazione (con lascito per i Cappuccini) di cento messe celebrate (fra un pasto e l’altro dagli stessi)...


(Prosegue...)










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