CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

giovedì 18 maggio 2023

VEDETE COME MI SONO RIDOTTO!

 










Frammenti di precedenti 


esistenze....: 


Chi sono or 


dunque Io, 


e chi tutti loro?     


Prosegue con la...: 


Guerra! la Guerra! 


Prosegue ancora..


con il racconto o l'intera 








confessione... perché noi


siamo servitori 


....di...Dio! [7/1]  


& Approfondimenti








Cosa ci insegna la ‘parabola dello Sconosciuto smemorato’ e le successive interpretazioni della stessa, oltre la veridicità dell’Essere uomo ed appartenere ad un corpo con un’Anima assoggettata come presidiata dalla e nella ‘materia’, e da cui, tanto le antiche Filosofie come le simmetriche successive Dottrine convergenti in uno specifico Credo, dettato da una spirituale nonché immateriale condizione concernente un più elevato ‘libero arbitrio’ scritto, nella certa consistenza d’una profonda (cosciente o non) ‘infinita-volontà’ (e non più dedotta come specificata da un codice genetico bensì nell’Anima come nello Spirito) di (ri)congiunzione con chi l’ha, in verità e per il vero, posta in Essere; e quindi assoggettata al ciclo della ‘materiale’ Esistenza, e da cui i conflittuali rapporti a cui il Sé originario (un Sé stratificato dai molti nomi dai molti profili assoggettati all’uso proprio o improprio di determinate ‘dottrine’ da cui elevato, o al contrario umiliato e/o perseguitato o confuso per altro…) …aspira e da cui ispirato?!




Seppur privato della propria ‘Memoria’ anche se non sappiamo della dovuta e successiva (punita e/o giudicata) mancanza di Coscienza, il che fosse vero, ne deduciamo ancora, Canella o Bruneri, il soggetto il quale ha smarrito la propria nell’altrui Identità o riacquistato la propria, deve aver sofferto i torti o le ragioni di una società a cui si è dichiarato (cosciente o non) Sconosciuto come Straniero.




Una società la quale narra ricorda …ed indaga, giammai in difetto di ciò di cui difetta lo Sconosciuto Straniero, e la quale accorre al capezzale di Collegno sperando di riscattarsi del limite di cui peccando aspira (ogni rispettabile società assoggettata alla costante artificiosa fabbricazione sancita nel limitato ingegno della materia e da cui un più Eretico Straniero ne perde la Memoria?) nel proprio ed altrui ruolo - e non solo Storico - abdicato ad una diversa morale o ideale di vita divenuto ‘dottrina economica’, e di cui la Storia ne tiene il prezioso numerato ‘conto’, o improprio e più paradossale ‘tornaconto’, scritto nella ‘materia evolutiva’ (e non più  solo storica) come del falso progresso asservito ad una altrettanta falsa ideologia, ignara della perduta Coscienza sancita da un’altrettanta smarrita (seppur votata come ritrovata) Memoria alla ricerca dell’altrui esistenza (da Col-Legno sino al giudizio fiorentino, e di ritorno sino alle mondializzate guerre, con o senza dovuta memoria evolutiva, in quanto l’esistenza sempre condivisa unita e divisa in questi medesimi atti della Storia).




Infatti chi in difetto della stessa circa le proprie ed altrui vicende, ‘secondi minuti ore giorni anni secoli sanciti nelle epoche storiche’, ovvero, fatti e misfatti intrighi raggiri e abomini, non meno di glorificati meritati o immeritati ‘atti’, premiati e poi giudicati e punibili dall’ugual ‘materia’, di cui ogni maestro si nobilita per il conseguimento del giusto merito della perduta riacquistata Memoria al palcoscenico della costante replica ma in difetto della stessa (pur gli attori non meno delle comparse così come le collaudate regie, ottengono l’assoluto assolutistico consenso nelle plateali adunate o più esclusive gallerie filosofiche ad uso e consumo del votato prospettico scenico ben recitato come replicato con ugual impeto e foga da maestro di scena e di cui la memoria giammai difetta per ciò da cui la recita tradisce un più elevato e sincero ideale di vita…), al pari dello smemorato di Collegno, tende ad Essere esposto ed assoggettato ad ugual medesimo procedimento e successivo implacabile Giudizio.   




Da cui ricorsi e riletture, e dove spesso così come in ugual cimitero nella non lontana Praga, si tende a smarrirne il nesso nel labirinto cui sottoposta la duplice Coscienza asservita, l’ugual Sé posto nel genio divenuto dèmone nello sdoppiamento di Sé medesimo.  

 

Ovvero chi sono io e chi tutti loro? 




L’ugual perduta nonché smarrita Memoria tende a comporre un diverso ‘quadro’ un diverso ‘atto’ per porla al giusto grado di critica da cui l’implacabile Giudizio, e non solo della folla, alternata ed in composta fila presso il noto e votato botteghino. Al camerino i trucchi e gli abiti di scena, gli accorati dialoghi con precisati interventi, ne celebrano la ‘summa’ per il delirio a cui la  plateale sentenza di critica commuove e divide con applausi a scena aperta, o cori di protesta …con diritto di replica…  




Che sia una medaglia alla Memoria o un prezioso Tomo ben conservato per la stessa per dimenticare ancor più in fretta, appuntata al petto qual mostrina o premiata dalla Strega, il ‘conto’ deve procedere verso il giusto ‘tornaconto’ della medesima ugual ‘materia’ asservita. Che sia un ‘atto’ disgiunto dall’intera corteccia neurologica all’Albero di una potenziale sua funzione nel processo della stessa (memoria), qual univoca ‘materia’ ben descritta o una carneficina di guerra (le quali compongono le funzioni storiche dei processi della materia in atto) dimenticata di fretta; non si pongono ruoli e distinzioni nell’atto recitato della comune Coscienza esulare dalla funzione di cui l’umano, nel merito differenziato dalla bestia, e di cui lo Sconosciuto Straniero ne ha perduto, sia il fucile come la lettera ben impaginata per l’arte della stampa con cui rinnovata o tradita, …ne difetta nell’ugual Memoria da ognun e da nessuno rimembrata




Comporre medesima Storia ben impaginata e reclamata a titoli cubitali a piena pagina: ‘la Guerra appena iniziata non smarrite il senso della patria’, la camicia si alterna pur affollando la medesima piazza, lo Straniero Sconosciuto alla stessa, ne completa la veste tipografica ‘urlata’ ai margini a conferma della replica, il professore ne domanda copia e procede al dovere di cui difetta il suo mestiere…    

 

I due pur uno solo ne verificano l’attenta lettura con cui la trama si dispiega sino alla Cima, dei due uno solo sopravvivrà al mare in tempesta, chi lo Sconosciuto Straniero solo lo stesso popolo imprecherà sentenza al naufragio della deriva, immemore della Memoria crocefissa al Golgota d’una strana Storia…      




Dacché ne ricaviamo due Principi di simmetrica smemorata e/o perduta Memoria, solamente il nostro Sconosciuto Straniero ne rileva e misura (volendo o non) la paradossale ‘materia’ ignorata e giammai posta ai gradi di successivi Giudizi da cui dispensata come esonerata la stessa (materia); seppur pochi volgono il perduto sguardo, fors’anche Eretico giudizio e non certo sommario, verso tutti coloro che dovrebbero dimorare a Collegno senza albero o selva da cui trarre linfa e materia necessaria alla fotosintesi per la dovuta sopravvivenza, seppur dimorando con gloria nella dilettevole Memoria sempre tradita.   

 

Il male con cui scritta questa ed ogni Storia di cui si è confusa e perduta la dovuta Memoria come la Verità che al meglio la contraddistingue, deve esser apostrofato dall’immateriale Coscienza d’ogni Straniero di questa misera terra.




 Chi invece precipita (sia il professore come il suo tipografo) nell’oblio Infinito dell’abisso senza più Memoria, oppure ed al contrario, acquistandone impropria perdendone il nesso, patirà le giuste sentenza della Storia.

 

Di questi casi ne conosciamo molti (qualcuno che funge da simmetrico esempio lo riponiamo con maggior cura e non certo all’indice… bensì alla lettura Epilogo della presente…) il che apostrofarli mi ha esposto alla delirante coscienza di chi perseguitando ne vuole confondere la giusta Memoria, ne vuole cancellare la Storia, pretendendone presidiarne ed inquisirne la Coscienza spacciata per smarrita, i quali casi rimembrati ed a me cari, qual Anime ancora vive, perdendo o acquisendo un diversa Coscienza, hanno comunque patito le implacabili sentenze della Storia con troppa e in difetto di ugual Memoria!

 

Badate bene, non più e non solo nel ‘paradosso’ si compone l’Infinito da cui dedotta ‘finita materia’ circa la perduta o riacquistata Memoria!



 

Se ciò fosse ‘falso’ e il Tempo reale gravitato nella curva dell’Essere per formare la ‘materia’ narrata (successivo al Grande Big-Bang), non più ‘stabile’ come rivelato e rivelato in tutto ciò di cui si compone in eccesso e difetto di Memoria Ragione Intelletto e Storia (in continua evoluzione) ben contata e non solo dalla logica matematica, e di cui lo Sconosciuto Straniero ne difetta; ma bensì ‘instabile’ (ed assente, simmetrico ed immobile) e prossimo alla patologica conseguenza regredita e precipitata nell’Abisso dell’Infinito, e di cui ha perduto nesso e facoltà esulata e disgiunta dalla materia nata; ne conseguirebbe che ciò che erroneamente giudicato ‘instabilmente malato’ dall’odierno e più stabile evoluto tempo della materia, in verità e per il vero, avrebbe conseguito il grado della perduta facoltà prossima ad un più probabile Infinito per grazia di Dio.



 

Quanti ne abbiamo rilevati e rivelati in questo pregiudizio divenuto merito dell’intera società a cui esposta una diversa prospettiva della medesima Storia (e come e più di loro perseguitato in questo atto della Memoria), acquisire una o più facoltà prossime alla santità dello Spirito, in difetto di sana materia abdicata al giudizio della Storia, e in ugual difetto della mancata Coscienza con cui si dovrebbe compiere la dovuta Memoria.

 

Tanti troppi!

 

Avendone acquisita facoltà con cui cucita e confezionata la (forzata) camicia nell’abito della materia, retrocessa e regredita ad una paradossale condizione di nudo primordiale Infinito con innumerevoli Sé Nulla e Quando, frammentati da punti esclamativi i quali mutando forma e contenuto si ricongiungo al Primo Dio Straniero, anch’esso rinvenuto nella più nobile Natura ed hora ancor più nobilmente come allora ammirata ispirare più corretta grammatica prossima al Nulla…




Le interpretazioni, le più reali e concrete interpretazioni divenute testimonianze, che traduciamo da Sciascia sino a Pirandello, sino al più variegato mondo della psicologia, non rappresentano adeguatamente, a parte tutta la documentazione raccolta di confrontati giurati verbali riscontri analisi articoli, fatti e misfatti dall’Università alla trincea sino all’archivio della polizia giudiziari, cosa in verità e per il vero rappresenta la metafisica ‘parabola’ ampiamente sfruttata dalla ‘materia’ dell’uomo che perde, oppure finge di smarrire la propria nell’‘altrui’ Memoria, ‘altrui’ muti o concreti testimoni i quali costretti ad un lungo percorso di recupero della propria nell’altrui persa..., sono stati abdicati ed omessi ad ugual medesimo giudizio…




Se fosse, seppur la scienza grazie alla lettura del DNA, smentisce il Giulio interpretandolo con matematica certezza qual tipografo per giunta in odor di falso e non solo ‘ideologico’, se fosse, dicevo, il professore reo dello smarrimento e non solo del furto in fragranza di reato, perso o caduto in Macedonia, ne potremmo dedurre un ampia prospettiva e non solo filosofica in merito alla sua risurrezione con ovvia perdita di Memoria.

 

Sarebbe stato oggetto di una più severa critica militare sino al plotone, e non più parziale o imparziale giudizio, in atto esecutivo senza soluzione di continuità per la dovuta Memoria.

 

L’esecuzione sarebbe stata più veloce e sommaria!  




Ma se fosse certa la più nobile verità sentenziata come accertata, incontrovertibile, ci sorgerebbero dubbi sui ruoli interpretati non più dal ‘tipografo-professore’ vittima di un presunto stato patologico, ma dalla patologia di un Mondo intero a lui Sconosciuto e Straniero.

                              

Ovvero, a questo punto non ci interessa più il ‘soggetto’ che come tale inscena o innesca una serie di eventi e conseguenti procedimenti in difetto di Memoria, se li innesca e semina volontariamente sarebbe un Genio (al pari di quel noto pittore che riprodusse e falsificò tele di celebri autori fiamminghi per anni dimostrandone successivamente al processo sia la paternità che l’evoluta ispirata e superiore capacità creativa di ugual genio, che lo smaschera come falso), bensì i personaggi che la affollano e ravvivano, o al contrario la annullano, rendendola privata, come si suol recintare una Terra di nessuno e così comprata…, tal naufragata Memoria successivamente recintata… in difetto della sua più certa Natura, se sia pascolata o coltivata sempre una Natura costretta per ciò in cui la Straniera Sconosciuta patologica smemoratezza… curata…  

 



Ma non certo un genio criminale, in quanto l’atto di sottrarsi alla memoria collettiva, partecipata ad una trincea o una tipografia, comporta una scelta subita o meditata, il che vuol dire che se trattasi di patologia o di indebita coscienza oppur simulata coscienza psicologica, l’atto costituisce una presa e più ferma Coscienza ben motivata nell’immobile fuga di cui lo Straniero medita una scelta, più o meno, …patologica. 

 

Sembrerebbe un atto di fuga dalla coscienza collettiva con cui ogni Eretico non più si maschera ma compie una diversa scelta, di cui anche l’ortodosso di medesimo credo ne medita ugual voto.

 



Ho appena detto se il suo possa essere un gesto volontario o involontario a cui il suo Essere, il suo Sé più o meno in difetto e recupero di Memoria, possa aver simulato o recitato uno o più ruoli, e ciò sicuramente ampiamente dibattuto e analizzato, ma ciò che non lo è stato (e non certo il nostro Eretico) il suo porsi nell' 'evasa' Storia, il quale per volontaria o involontaria sua nell'altrui Ragione persa, al fronte ( da cui se fosse vero ne tradurremo un ampia rilettura) o fuggito da una strana famiglia qual tipografo o operaio, smarrisce il senno ben impaginato per ritrovarsi ad un cimitero in ‘atto’ illecito.

 

Perché ad un cimitero?

 

Parafrasando Eco, chi sono Io?

 

Chi sono cosa sarò e ciò che sono stato o divenuto?




 Sono morto o ancora vivo, oppure vivo in un cimitero di morti in vita i quali combattono fra loro…

 

Sono ancora vivo in questo Libro che scrivo e compongono da umile tipografo in difetto di sapere che non sia la sola arte d’officina; posso io scrivere un Tomo e divenire chi mai fui e sono divenuto?   

 

La condizione amletica rinvenuta ed arrestata ad un cimitero cela forse un più acuto messaggio?




 E tutte le successive comparse nei successivi atti non compongono forse una tragedia scritta nella mancata replica a cui il giudizio li ha dispensati della dovuta verità abdicata alla scienza?  

 

Il suo Essere compatibile e interpretabile con un più Logico senno; mentre non lo sono o mai lo saranno tutti quei ‘satelliti’ (più ‘umani’ che ‘universali’) gravitati da questa ‘materia’ che ha perduto o riacquistato, potremmo dire il senno smarrito e non certo celebro leso come un’ampia psicologia ne legge e deduce la presunta Memoria dello Sconosciuto Straniero.     




Hora dicevamo, questi ‘satelliti’ in comprovata presenza e alla costante ricerca della ‘gravità’ la quale per sua natura cerca l’orbita giusta, componendo fisicamente ciò di cui si compone uno dei tanti processi sia della ‘materia’ sia dell’Universo il quale in Sé la contiene e evolve. Mi sembra che il nostro Pianeta sia una conseguenza di questo processo, seppur l’uomo tenta simmetricamente di leggerlo in altro contesto lontano dal suo Essere ed appartenere ad un più certo Dio che lo ha creato qual unico seppur macchiato dal peccato che esula dalla sua Natura. 

 

Tutti questi soggetti viventi qual ‘pianeti’ gravitati nella Terra di Nessuno, e di cui il nostro Straniero, lo Sconosciuto Straniero, ne assume e ‘accoglie’ le precipitose comete, le quali lo illuminano o infrangono cambiando o alterando il suo stato coscienza a cui si adatta e muta, ravvivando e conferendo più elevate ispirate Ragioni di Vita, come comete della Memoria, andando a seminare pur mutando la crosta, nuova Coscienza; debbono esser esaminate, giacché a nostro modesto avviso nel processo di questo ‘atto’ si è trascurato di valutarne non più la veridicità, semmai la Logica che le ha portate ad interpretare o impersonare un ruolo in difetto di Verità precipitato sulla crosta di Nessuno; il quale ruolo noi abdichiamo esclusivamente allo smemorato successivamente giudicato.




Il giudicato di fatto ha realmente perduto la sua Ragion d’Essere, in quanto mai avrebbe previsto da operaio-tipografo, o da più altolocato professore ex regio soldato del Re, i ‘meriti’ o non, sia di un manicomio come d’una prigionia se non addirittura una esecuzione capitale; di certo innocente servitore di un diverso Dio, il quale Dio ben abdicato dalla costante unanime preghiera della folta schiera di personaggi che ‘affollano’ hora e per sempre offuscandola del tutto la Memoria, aiutandolo lecitamente o non, oppure ed al contrario accusandolo, sempre in un graduale ‘processo’ di recupero in difetto della ‘memoria’ asservita alla ‘materia’.  

 

È questa Memoria che ci interessa, sia se persa e successivamente ritrovata nei vari ruoli incarnati al pari di uno Zelig. Lo assolviamo da ogni oltraggio di cui la sua serenità ci conferma la mancata volontà di voler raggirare una intera società da cui si dichiara Sconosciuto Straniero con Sé medesimo quanto con il prossimo di cui ne incarna - come la Lettera letta - la volontà di una ugual Memoria persa caduta e poi riacquisita, oppure ancor prigioniera d’una causa bulgara.




 Non sussiste truffa o raggiro, in quanto il processo lo eleviamo ai satellitari personaggi che ne hanno fatto materia di studio, conferendo alla Terra smarrita un presunto patrio suolo ove albergare la propria Anima fuggita.

 

Se fuggita da una trincea o da una tipografia lo assolviamo dal peccato giammai consumato, e lo consegniamo alla Coscienza più profonda di Dio.

 

Un Dio che, sia lo smemorato che noi forniti di dovuta e perduta Memoria, per sempre serviamo.

 

In questa Terra ove e purtroppo il riacquistarla al mercato della materia la pongono nelle illogiche ragioni della differenza, sia essa pagana eretica cristiana o buddista. Il nostro comune Dio, ovvero colui che noi serviamo non pone differenza cerca la pace dell’Essere ed appartenere al suo Infinito Sentiero.

 

 (Giuliano)


(Prosegue....)

 








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