Prosegue in:
Urlano contro 'Invetriata' (2)
L’odierna
deriva ‘populista’ e razzista del nuovo secolo
sta contaminando il Nord Europa come la fertile ‘padana’ italica
conquista fedele amica di tutti quei despoti da cui la mondializzazione di tal ‘morbo’ - male non
certo nuovo - globalizzato in onor della dottrina politica avversa a
qualsivoglia democrazia così come si è soliti conoscere un Impero, e per
democrazia in questa breve non faccio riferimento al ‘logo’ comune del senso
della stessa interpretata o fagocitata
dalla politica con solo motto e araldo dedicata ad essa, ma in verità e per il
vero, ben distante da ciò che più propriamente la ispira.
…Ma
l’onesta libera democrazia e con essa ogni capacità di espressione e libero
arbitrio minacciato al di là del vetro al di là della strana vetrina con la
quale reclamizzano un pessimo prodotto spacciandolo per ‘conquista’… figlia di
quella breve frammentata inconsistenza alcolica e successivo ‘verso’ quale
brezza e nebbia che qualcuno tende a sollevare ed ‘elevare’ qual Pensiero
comune, che in verità e per il vero, non appartiene a nessun uomo con un po’ di
libero intendimento circa il Retto e Saggio Principio, giacché questo mio
intero dire per gli innumerevoli pubblicati si compone proprio di questo e non
certo di Spirito glutterato presso il bar della lega per ogni passo e via così
come ogni cane abbaia nel cortile della propria colonica villa inneggiando
l’altrui bianco e rosso giardino…
Certo
che i padani non hanno gradito taluni ‘elevati’ accenni bibliografici - e
neppure se per questo - dovute Rime di rimando, certo che no! Dacché il loro
banchetto è stato posto sotto intero sequestro e con lui anche la dovuta
capacità di intendimento così come uno Stato civile raggiunge i propri
traguardi ed obiettivi…
(E
l’intero allevamento urla e grugnisce…)
…Ma
sembrerebbe… come taluni nel sud
cresciuti con la ‘lupara’ accompagnati per ogni ‘lecito’ cammino verso la
‘cima’ e la ‘vetta’ di un fenomeno antico – avverso allo Stato quanto al libero
cittadino, anche queste nuove lavanderie del nord non essere da meno nella
capacità di esulare da questo, e porsi di conseguenza, al servizio
dell’anti-stato per eccellenza comodo transito e passo per medesima ‘vetta’ di
altri simmetrici feudatari che in questa come nell’opposta verde terra posero
gli antichi possedimenti custoditi del sofferto libero arbitrio cacciato
a mo’ di selvaggina come ogni ‘trofeo numerato’ in ampi saloni custodito…
…Così
castelli e fortezze nominate ‘banche’ con cui si distinguono nella predestinata ricchezza additata ed acclamata dalla plebe conquistata con cui compiono l’artifizio
d’un ‘doppio pensiero’, non Eretico come vien reclamato nella Riforma
raggiunta, solo combattuto nella scissione bipolare fenomeno più comune alla neuro
vegetazione cementata in immobile alcolica brezza - e con cui - a tutta birra
cingono la ‘prole’ immolata all’ariano di turno senza distinguo fra Ario e chi ‘ariano
disgiunto’ crescendo ‘bruni’ dalla verde camicia unita nell’amletico sofferto
teatrale dramma e motivo di aver smarrito padre e padrino e con loro l’essere e
non essere figlio di questo o altrui…
Dio di questa o altrui Terra…
Di
questo o altro (demoniaco) Dio….
Sembrerebbe,
che codesti taluni non abbiano gradito la Rima e con essa Saggia parola e di
rimando minacciano e imprecano e promettono vendetta, così come del resto il
famoso ‘araldo’ da cui un Isola già tristemente famosa.
È
certamente triste essere calunniati – e questo di per sé non arreca troppo
dolore, ma quando la calunnia raggiunge un elevato grado alcolico di ‘idiozia’
e viene grugnita o balbettata con tono da ubriaco senza saper bene cosa si è
detto solo perché (o anche perché appresa tramite video-citofono) non si
comprende un superiore pensiero, o perché viene contrariato del ‘nobile
cemento’, o anche per essere di gradimento al nuovo padrone dell’Universo qual
feudatario di turno, allora cotal idiozia enunciata che prova antico odio per
qualsivoglia ‘cultura’ inciampa in un male antico da cui l’offesa accompagnata
dalla doverosa composta calunnia offerta divenire d’improvviso ‘complimento’,
vera mèta di indubbio traguardo giacché come un prodotto ‘avariato’ al mercato
ove esposto ed urlato si è soliti guardare lecita o illecita provenienza…
…Come
un ladro che urla d’esser derubato…
…E di
cui sazia versi e rutti maldigeriti dalla Storia.
Giacché
questi eterni intolleranti ‘disturbatori disturbati’ acclamati ed esultanti nella ricchezza
raggiunta se non fosse un bottino costantemente sottratto al legittimo
proprietario o cliente che sia così come la Ragione manipolata e condotta verso
il porto della più vile calunnia non volendo nell’oltraggio nella minaccia
elevano il più nobile ambito complimento e con questo dovuto trofeo…
Non
si dica mai al cacciatore cacciato chi la Bestia o il nobil uccello dal rigido
becco provar diletto e sollazzo in codesto volare ed albergare alle bocche
altrui come univoco grande vociare…
La
nostra venuta è neve antica…
…Ed
allora possiamo dirci fieri del vento, della brezza, che da questo bar da
questa taverna si respira qual antico clima del nuovo Nord unito nella
lega e fedele cane del proprio ed altrui padrone. Ma si badi bene, qual monito
al cane quanto al suo padrone, certamente il Libero Arbitrio come il Diritto
hanno una discendenza e con essa una Memoria troppo antica per essere vilipesa
calunniata e derubata da una taverna quanto da un mercato comune quanto da un
gruppo di ubriachi al partito del bar nominato leghista…
Tommaso stette a letto per sei mesi, durante i quali si rinsecchì e si
ridusse, come si suol dire, pelle ed ossa, e mostrava di avere tutti i
sentimenti sconvolti; e, per quanto usassero con lui tutti i rimedi possibili,
gli guarirono soltanto l’infermità del corpo, ma non quella dell’intelletto,
cosicché egli risanò, ma pazzo della più strana pazzia che tra tutte le pazzie
si fosse veduta fino allora.
Si mise in mente, lo sventurato, d’esser tutto fatto di vetro; e con
questa idea, allorché qualcuno gli s’accostava, mandava urla terribili,
chiedendo e supplicando con parole e discorsi che avevan tutta l’aria d’essere
ragionevoli, di non avvicinarglisi, perché lo potevan rompere, e che in realtà
ed in verità egli non era come tutti gli altri uomini, perché era fatto di
vetro, dalla testa ai piedi….
Passando un giorno dinanzi al patibolo, dove si vede carne umana, vide
che sulla porta stavano molte delle abitatrici, e disse che quelle eran le
salmerie dell’esercito di Satanasso che s’eran allogate nella locanda
dell’Inferno.
Un tale gli chiese che consiglio o che conforto poteva dare ad un amico
che era tutto contristato perché sua moglie era scappata con un altro. Gli
rispose: ‘Digli che ringrazi Iddio che ha permesso che gli venisse tolto di
casa il suo nemico’. ‘Ed allora, non deve dunque andare a cercarla?’. ‘Neanche
per sogno’, ribatté Invetriata, ‘perché il ritrovar lei sarebbe come ritrovare
la perpetua e veridica testimonianza del suo disonore’.
‘Dal momento che così stanno le cose’, rispose l’altro, ‘come dovrò
fare per vivere in pace con mia moglie?’. Gli rispose Invetriata: ‘Dalle tutto
quel le abbisogna; lascia che comandi a tutti quelli di casa tua, ma non
permettere che comandi a te’.
Un ragazzo gli disse: ‘Signor avvocato Invetriata, io vorrei lasciare
la casa di mio padre, perché spesse volte mi frusta’. E gli rispose: ‘Bada,
bimbo, che le frustate che danno i genitori fanno onore ai figli, ma quelle che
dà il boia recano infamia’.
La notizia della sua follia, ed insieme delle sue risposte e dei suoi
motti (nonché delle sue rime…), si diffuse per tutta la Castiglia; e quando
giunse all’orecchio di un certo principe o gran signore che fosse, che viveva
nella capitale, questi volle mandare a prenderlo e ne diede incarico ad un
gentiluomo amico suo che abitava a Salamanca, pregandolo che glielo inviasse.
Ed un giorno questo gentiluomo, incontrandolo, gli disse: ‘Il signor avvocato
Invetriata deve sapere che un alto personaggio della capitale lo vuol vedere e
mi manda a cercarlo’.
Ed egli rispose. ‘Vossignoria abbia la bontà di scusarmi con quel
signore, perché io non valgo nulla, a palazzo, dato che ho un po’ di pudore e
non so adulare’. Nonostante ciò, il gentiluomo lo inviò alla capitale, e per
portarvelo si giovarono di questa astuzia: lo misero in un gran corbello pieno
di paglia, fatto come quelli in cui si trasportano gli oggetti di vetro,
equilibrando la soma con un carico di pietre, e mettendo tra la paglia qualche
vetro, per dargli ad intendere che lo imballavano come un vaso di cristallo.
Giunse così a Vallodolid; vi fece il suo ingresso di notte e, giunti
che furono alla casa del signore che lo aveva mandato a prendere e che lo
accolse assai bene, lo cavaron fuori dal corbello. E così il signore lo salutò:
‘Il signor avvocato Invetriata sia il benvenuto, Com’è andato il viaggio? Sta
bene?’. Rispose: ‘Non c’è nessun viaggio brutto, a patto che finisca, tranne
quello che mena alla forca. In salute mi sento neutrale, poiché il mio polso
non va d’accordo col mio cervello’.
… Mentre diceva queste cose, stava presso la porta d’uomo speziale, e,
rivolgendosi al padrone, gli disse. ‘Vossignoria fa un mestiere salutare,
benché sia nemico giurato del suo lume’. ‘In che modo posso essere nemico del
mio lume?’ chiese lo speziale. E Invetriata rispose: ‘Lo dico perché quando vi
manca un determinato olio, vi servite di quello del lume che avete a portata di
mano; e il vostro mestiere ha poi anche un’altra particolarità, che non
basterebbe a toglier credito al più perspicace medico del mondo’.
Siccome gliene chiedeva il perché, rispose che c’erano speziali che,
non avendo la faccia tosta e non osando dire che nella loro farmacia mancavano
gli ingredienti che il medico prescriveva, in luogo delle sostanze mancanti ne
mettevano altre che secondo loro possedevano le medesime virtù e qualità, anche
se così non era; e in maniera contraria a quelle ben preparate’.
Quello gli domandava allora che cosa pensasse dei medici, ed egli così
rispose: ‘ – “Onora il medico per la necessità che ne hai: lo creò infatti
l’Altissimo. Da Dio discende dunque ogni medicina, ed egli riceverà doni dal
re. La disciplina del medico esalterà il suo capo, ed egli sarà lodato in
cospetto dei magnati. L’Altissimo creò dalla terra i medicamenti, e l’uomo saggio
non li odierà” – questo a proposito dei buoni medici; ma dei cattivi si
potrebbe dire tutto al contrario, perché non v’è gente più di loro dannosa alla
repubblica. Il giudice può torcere o rinviare la giustizia; l’avvocato può
sostenere per suo interesse la nostra ingiusta domanda; il mercante può
succhiare il nostro denaro; tutte le persone, infine, con le quali abbiamo da
fare per necessità posson farci del male; ma nessuno ci può togliere la vita
senz’esser soggetto al timore del castigo.
(Prosegue...)
(Prosegue...)
Nessun commento:
Posta un commento