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La
speranza non muore mai…
È un po’
come l’ambita preda forse la più coraggiosa
come un Lupo nella quale il cacciatore cacciato quanto il disperato
allevatore della pecunia della propria ed altrui terra debbono fare i dovuti
conti con chi, non solo padrone della Foresta ma dalla Natura raccomandato,
tantè che mi racconta a fil di voce non vista, giacché sempre Diavolo e strega braccata per ogni
fiero popolo a qual si voglia altezza del proprio degrado ubicato, che nella
caccia come il famoso pittore – suo amico – dipinse in quei Paesi giù da Basso (giacché
lei più volte rinata essendo un’Anima Eretica che solo alla Natura e chi la
incarna corrisponde fidato segreto infinito Amore, anche perché comandata da
quel Creatore che ponendo giusto distinguo fra la preda e cacciatore –
perseguitato e ottuso persecutore - pensa bene di custodirla in miglior e
selvaggia compagnia - tacendo in onor di codesta Laude eretica anche quel
Bambino riparato in medesima e ugual grotta…, una volta furono buoi ed asinelli
ma oggi i tempi mutati e coloro che rimembrano tal evento pensano bene anche di
sfamare ed esaudire l’immane antico appetito e non solo sul povero Bambino…) regna
il vero degrado…
Infatti,
come cercavo di tradurre dalla sua viva corsa non ancor fuga accompagnata all’intelligente
sguardo non meno del fiuto, la caccia è di nuovo aperta anche per questo
Autunno così pregato, anche se rinomata cacciatrice ma solo per sopravvivenza
con cui accompagnai medesimo passo stanco quando millenni fa’ come lei braccato
in cerca dei suoi amici i quali oramai rincorre per allenamento motivata da
diletto e Genio - giacché in ogni bosco e pianura dimora il vero e superiore
Spirito della Terra – deve di nuovo fuggire medesimi cacciatori appostati per
l’inutile trofeo per ciò di cui Flora e Fauna ed ogni sala titolata araldo
d’una falsa tutela in nome del Feudo di questo antico nuovo èvo non certo abbisogna.
E mi
sembra di capire, almeno così traduco il lungo monologo del Lupo, che siano
solo oggetto e diletto di ben altro scambio e favore le secolari mire astute,
infatti i moderni strumenti d’offesa -
offesa alla vista quanto alla vigliaccheria che l’accompagna - incarnare un
Pensiero perduto il quale per Secoli dal mare sino al cielo dalle branchie ai
polmoni ha navigato e volato in assenza di gravità per ciò che distingue
l’umano derivato… …Volare
ed infine lento strisciare - e poi - rettamente, almeno così ciarlano e dicono, camminare
con quella pietra appuntita non ancora telefono-cellulare, con quella lancia
non ancor fucile, e lei li accompagnava inconsapevole di insegnare a quei
selvaggi i segreti del mestiere, lei che possiede più d’un inutile telefonino o
proiettile preciso nel vero e segreto equilibrio conservato e poi confessato ad
un diverso Santo e futuro protettore dell’intero Creato.
Mi
ricorda del suo amico Jonathan e dei figli che questi ebbe, perirono nel lungo
Viaggio di una grande traversata: ore secoli millenni ed ère su medesime
invisibili taciute preghiere: bussole senza strumento alcuno solo un grande ed
unico magnetico Pensiero con Madre Natura e la Terra che li guida, per poi
sorvolare una falsa Parabola faro di un omuncolo da un polo all’altro
transitato per il gusto della falsa conquista e il conseguente libero mercato
che ne deriva uccidere con precisione antica, e non solo Jonathan junior, ma
anche quei fratelli che emularono medesima utopistica traversata.
Io l’ascolto
dall’alba fino alla sera e comprendo ragioni e motivi della sua preoccupazione,
giacché non è solo lei che lamenta tanta ingiustizia, ed aggiunge che se solo
potesse scriverebbe una intera Genesi delle ingiustizie subite da Madre Natura,
le quali diverrebbero, in verità e per il vero, il trionfo dell’Eresia, perché
il nostro Francesco ancor dimenticato fors’anche mai nato per questa altezza o
bassezza che sia.
Mi dice
anche che pur dimorare e divorare in nome del potere ogni cosa che vive e
lavora per questo bosco farebbero i peggiori accordi dai tempi andati del
bracconaggio quando ancora non ero approdato a fondare un oasi di Speranza e
coraggio in Laude a Madre Natura e poi guardia-boschi rinato. Ed ora mi indica
ancor meglio la Via in ciò che un Tempo passato era medesima caccia indicandomi
la comune evoluzione con cui lo abbiamo nobilmente attraversato nell’eterno suo
quanto mio affanno accompagnato dell’infamia per ciò che comporta l’Impero
della pecunia, non è solo caccia antica ma un mercato di più ampia e falsa
dottrina…
L’Italia
è un paese tradizionalmente considerato molto severo nella legislazione sulle
armi. In realtà, per quanto le regole siano più severe che negli Stati Uniti e in
molti paesi anglosassoni, comprare e tenere in casa un’arma nel nostro paese non
è affatto complicato e da qualche settimana è ancora più facile.
…Una settimana fa il governo guidato da Lega
e Movimento 5 Stelle ha approvato una legge che con la scusa di adeguare
l’Italia ad alcune normative europee, ha raddoppiato la possibilità di detenere
armi “per uso sportivo”, una classificazione che comprende un gran numero di pistole e fucili che con lo sport non hanno molto a che fare.
Quante armi ci sono in Italia?
Quello sulle armi in Italia è un dibattito
molto difficile da affrontare in maniera approfondita: le leggi che ne regolano
il possesso sono confuse e continuano a cambiare, mentre i dati sulla
diffusione di armi sono pochi e imprecisi. Un’idea chiara probabilmente non ce
l’ha nessuno, probabilmente nemmeno il ministero dell’Interno che per legge
deve tenere traccia di tutte le armi vendute legalmente nel paese (le denunce
di possesso, infatti, sono fatte a livello di questura o addirittura di singola
stazione dei carabinieri, e a quanto risulta non esiste alcun database che
raccoglie tutte le segnalazioni).
Tutto quello che abbiamo sul possesso di armi
in Italia sono una serie di stime.
La più recente è quella realizzata nel 2018
dallo Small Arms Survey, un centro di ricerca con sede a Ginevra, che
parla di 8,6 milioni di armi registrate
nel nostro paese (e sono escluse tutte le
armi delle forze dell’ordine e dell’esercito). Altre stime forniscono risultati
differenti che vanno dai 5 ai 12 milioni di armi. Queste cifre, se fossero
confermate, metterebbero l’Italia tra i paesi sviluppati dove il numero di armi
è più basso.
In Francia e Germania, ad esempio, ci sono
circa tre armi ogni dieci persone, mentre in Italia, anche utilizzando le stime
più ampie, si parla di meno di un’arma ogni cinque. Per fare un paragone, negli
Stati Uniti ci sono più armi che persone.
Il numero di armi presenti in un paese non è
comunque un buon indicatore per sapere quanti cittadini sono “armati”. Gli
appassionati di armi, infatti, possiedono solitamente più di un’arma ciascuno, alcuni ne possiedono addirittura decine. Un dato più preciso quindi è il numero di licenze di possesso
o porto d’armi. Come per il numero totale di armi, anche su questo dato nel
nostro paese la situazione è oscura. Inspiegabilmente, il numero di permessi di
porto e detenzione di armi non viene pubblicato in via ufficiale dal ministero dell’Interno,
ma viene fornito in via privata alle riviste
specializzate. Analizzando questi numeri
viene fuori la cifra di circa 1,1 milioni di licenze e porti d’armi, un dato
che comunque deve essere preso con cautela visto che è di fonte “ufficiosa”.
L’agenzia di stampa AGI ha
recentemente cercato di ottenere questi dati direttamente dal ministero, ma senza successo.
Analizzando i numeri forniti alle riviste
specializzate, AGI ha inoltre rilevato diverse discrepanze sui numeri
riportati per i vari anni. Come si fa a ottenere un’arma in Italia?
In generale, l’Italia è considerato un paese
dove non è particolarmente complicato acquistare e possedere armi da fuoco
(anche se è certamente più complicato che negli Stati Uniti e in diversi paesi
anglosassoni). Per tenere un’arma in casa è sufficiente ottenere un ”nulla
osta” all’acquisto e denunciare la presenza dell’arma nella propria abitazione alle
forze di polizia. Tutto sulle armi in Italia Il nulla osta all’acquisto è un
documento che si può richiedere anche online e per ottenerlo è sufficiente
essere incensurati, avere un certificato medico che attesti la salute fisica e
mentale e ottenere da una sezione del Tiro a segno nazionale un’abilitazione
all’uso delle armi (che si può avere in poche ore, frequentando un corso molto
semplice). Chi ha svolto il servizio militare o attività nelle forze di polizia
negli ultimi dieci anni non ha bisogno di soddisfare quest’ultimo passaggio.
Una volta rilasciato, il nulla osta permette l’acquisto di un piccolo arsenale:
fino a tre armi comuni, dodici armi per uso sportivo (per via del recente decreto approvato dal governo) e un numero illimitato di fucili da caccia.
Regione Lombardia approva decreto
su giornate integrative per la caccia. Anelli della Lega: ‘La Giunta
Fontana prende a cuore le richieste dei cacciatori’.
Regione Lombardia proroga di due giornate
settimanali, tra il primo ottobre ed il 29 novembre, il prelievo venatorio. ‘Si
tratta di un forte segnale di attenzione nei confronti dei cacciatori che ogni
anno garantiscono il controllo e l’equilibrio dell’ambiente, puliscono i boschi
(??!!) con amore e passione (??!!) e tramandano una cultura che fa
profondamente parte delle nostre radici’. Così il capogruppo del Carroccio
al Pirellone Roberto Anelli commenta il decreto con cui Regione Lombardia
istituisce giornate integrative settimanali per la caccia negli UTR di Bergamo,
Brescia, Brianza, Insubria, Pavia e Val Padana-Mantova. ‘Esprimo grande
soddisfazione e ringrazio l’assessore Fabio Rolfi – continua Anelli -, perché
negli ultimi anni il settore venatorio era stato dimenticato da Regione
Lombardia, mentre con la nuova Amministrazione a guida Fontana si dimostra una
maggiore sensibilità nei confronti dei moltissimi appassionati e amanti della
caccia’. ‘La scelta delle giornate integrative settimanali di caccia -,
conclude il consigliere leghista -, sono anche frutto dei dati statistici sul
prelievo forniti da Regione Lombardia e vanno in una direzione di buon senso
per la tutela della popolazione faunistica’.
Per concludere, è non solo il caso della ‘cementificata’ Lombardia
donde tal Feudo sconfina circa taluni e troppi interessi legati al potere ‘puntato’
al medesimo appostamento, ripetiamo quel che di certo sappiamo circa il
difficile impegno della tutela della Natura il quale impegno non si può
conciliare né delegare tantomeno coniugare ad un cacciatore quanto ad un
costruttore senza scrupoli nel Diritto quanto nella Difesa, giacché l’impegno
di un Parco con le severe e complesse regole che lo regolano e preservano - o
dovrebbero - composto senza Riserva alcuna accompagnate, invece, da strani
compromessi nella dovuta e corretta gestione non tanto del territorio ma di un
intero patrimonio…
Con il difetto che da ciò deriva!
Ma l’Italia che urla e troppo spesso calunnia non sa certo che
farsene di questa pecunia… Ed un cacciatore quanto un costruttore d’un
improbabile futuro condiviso fanno molta più gola d’un corretto sano
intelligente ed onesto insegnamento e non solo per ciò che concerne prevenzione
tutela e diritto dell’intera Natura… nello Stato in cui questa dimora…
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